Itinerari catecumenali diversificati di annuncio e di formazione cristiana

14-12-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) Cammino del Catechista
2) Itinerari catecumenali
3) Il tempo e i molteplici impegni
4) Viviamo in un'epoca post cristiana?
5) Crollo dei cristiani praticanti
6) L'esperienza cristiana relegata all'interno delle sacrestie
7) Il cristiano evita di apparire e di testimoniare
8) Capovolgimento pazzesco rispetto a 50 anni fa
9) Mentalità lontana dalla vita cristiana
10) Itinerario catecumenali di formazione
11) Necessità di catechizzare ed evangelizzare
12) Antropologia cristiana
13) Chi ha fatto l'incontro col Signore continuerà a frequentare la Chiesa
14) I doni dello Spirito Santo
15) Riconoscere se una persona ha fatto l'incontro col Signore
16) Itinerario proposto in modo lievemente diverso
17) La catechesi non può prescindere dall'annuncio
18) Il primo incontro con Gesù è attraverso di noi
19) L'itinerario prevede tempi, modi e strutture diverse
20) Prima dell'insegnamento cristiano, l'incontro don Gesù
21) Interazione tra le varie generazioni
22) La tua esperienza personale deve confluire nelle persone
23) Parabola del seminatore
24) Veicolare il messaggio cristiano
25) L'esperienza cristiana va ricostruita ex novo
26) Contrapposizione tra morale e cultura
27) Temi catechetici ed evangelizzatori proposti dalla Bibbia
28) Le cose nascono piccole ( il granellino di senape )
29) Domande per il ritiro

1) Cammino del catechista

Siamo giunti finalmente al primo incontro generale, che ci vede riuniti per una meravigliosa giornata di spiritualità.

Abbiamo forse inteso, dopo il costante martellamento di tutti i sabati, che il cammino del catechista dev'essere un cammino spirituale, sul quale si fonda chiaramente la dottrina ben acquisita, ma non solo dal punto di vista intellettuale, una dottrina che sia divenuta parte della nostra esperienza di vita, una dottrina che sia divenuta l'esercizio costante e normale della nostra cristianità.

In fondo abbiamo visto, in svariate occasioni, che ogni cristiano dovrebbe essere catechista.

Il catechista a maggior ragione è colui che incarna, nel suo proprio modo di ragionare e di vivere, quella che è l'esperienza di vita cristiana.

2) Itinerari catecumenali

Ora come in diverse altre diocesi, anche nella diocesi di Torino si stanno tentando dei nuovi approcci alla forma catechetica.

Beninteso c'è subito da sottolineare questo aspetto, nel nuovo itinerario catecumenale, che è preparato ed è proposto dall'Ufficio Diocesano per la catechesi a questa diocesi come ad altre diocesi: si insiste nel dire che non si tratta di cambiare la sostanza di quello che dobbiamo trasmettere, ma probabilmente dobbiamo avere dei tipi di itinerario diversi quanto alla proposta; e questo per alcune ragioni sulle quali, in svariate occasioni abbiamo già potuto riflettere.

Per es. sul fatto che il nostro modo di vivere, la nostra cultura, è molto cambiata da cinquant'anni a questa parte.

3) Il tempo e i molteplici impegni

Il progresso e il tecnicismo hanno facilitato la vita per certi aspetti, ma l'hanno anche resa più frenetica e il tempo dato a disposizione non è più un tempo da vivere in un sereno rapporto con noi stessi, con Dio, con gli altri, con il mondo, ma è divenuto un tempo che dev'essere riempito da tante cose, che devono assolutamente essere fatte.

Allora il tempo è diventato da nostro alleato quasi nostro antagonista.

Tutta la nostra vita è diventata frenetica con molteplici impegni e dunque, tutto quello che poteva essere l'esperienza cristiana viene relegata nell'ambito di pochi minuti la settimana, nella migliore delle ipotesi.

4) Viviamo in un'epoca post-cristiana?

Ma generalmente si assiste, almeno per quanto riguarda la nostra vecchia Europa, a un grande raffreddamento per quello che è lo spirito cristiano, tanto che si è giunti a dire che noi stiamo vivendo un'epoca post-cristiana.

Come a dire vivere dopo l'eredità del cristianesimo, senza che questa eredità continui a indirizzare, a guidare, a illuminare le scelte dei singoli, come dei popoli.

E questa è una realtà di fatto: ciò che non poterono in diverso modo le persecuzioni l'ha potuto il benessere e la frenesia.

Per cui molte altre idee, molte altre necessità si sono fatte spazio nella nostra vita e l'esperienza cristiana è stata relegata nell'ambito dei ricordi o delle tradizioni.

5) Crollo dei cristiani praticanti

Nessuno di noi oserebbe mai dire che l'Italia non è un paese cristiano, ma è tradizionalmente cristiano, non in modo convinto cristiano.

Al 90% dei battezzati corrisponde il 15% dei praticanti nella migliore delle ipotesi.

Allora c'è da domandarsi veramente cosa è accaduto.

È accaduto che per vari motivi le famiglie si sono frammentate, non esiste più la famiglia patriarcale in cui c'era una relazione diretta tra le varie generazioni, dove le generazioni più anziane facevano parte della loro esperienza alle generazioni più giovani e quindi vi era una forma di collaborazione anche semplicemente dal punto di vista umano, più facile che non oggi, e le famiglie molto spesso hanno entrambi i genitori che lavorano, e il tempo da dedicare ai figli è molto frammentato.

Succede dunque che la società giustamente cerca di offrire in qualche modo, e non stiamo cercando di indagare se è il modo più giusto o non, stiamo semplicemente vedendo cosa succede, cerca di offrire alla famiglia un sostegno, quando essa non è in grado di sovvenire a tutte le necessità.

Per cui la scuola e divenuta una scuola a tempo pieno, c'è l'asilo nido e c'è anche il pre-nido per bambini piccolissimi; succede che le generazioni tra di loro si sono sganciate; il tempo in cui si trova riunita la famiglia è molto limitato e le cose da fare rimangono così tante, che spesso vi è conflittualità.

Dunque i figli vengono educati non dalla famiglia, ma tutto sommato volente o nolente da estranei, i quali hanno i loro convincimenti, hanno le loro strutture mentali, hanno la loro esperienza di fede.

6) L'esperienza cristiana relegata all'interno delle sacrestie

D'altro canto l'esperienza cristiana è rimasta relegata per troppo tempo all'interno delle sacrestie e cioè forse fa parte un poco della nostra mentalità di scindere l'esperienza al di fuori della chiesa da quella che si fa all'interno della chiesa e quindi è come se si vivesse ancora a compartimenti stagno.

All'interno della chiesa, all'interno delle strutture della chiesa, mi comporto e vivo secondo certi ideali e certi comportamenti, al di fuori di queste strutture ecclesiali mi comporto in un altro modo.

Tutto quello che era la forte esperienza dell'Azione Cattolica del subito ante guerra e dopo guerra ha lasciato la sua forte traccia per alcuni decenni, ma poi sappiamo bene che questa esperienza dell'Azione Cattolica, per varie cause che non analizziamo adesso, via via si è affievolita.

E questo ha lasciato dei grandi vuoti, perché si è lasciato alla semplice personale iniziativa dell'individuo la sua attività di evangelizzazione nel mondo.

7) Il cristiano evita di apparire e testimoniare

Ora tutto questo ha contribuito a creare una sorta di mentalità tra il laico e il laicista, come se il cristiano non avesse quasi diritto di far sentire la propria voce all'interno di quella che è la società.

C'è una forma strana di pudore, che spinge il cristiano a non manifestarsi per evitare di apparire, secondo la mentalità del mondo e secondo la moda vigente, attaccato a delle strutture del passato o chissà quali altre pre-comprensioni.

Sta di fatto che ciò che è venuto a mancare è proprio la testimonianza cristiana individuale.

Addirittura so che in molte famiglie che si credono e reputano cristiane, che addirittura ci si mette a tavola senza neppure chiedere al Signore la benedizione del cibo che Egli ci ha concesso, oppure si va a letto la sera senza che la famiglia sia riunita a dire neanche una piccola breve preghiera tutti insieme.

8) Capovolgimento pazzesco rispetto a 50 anni fa

Dunque è un capovolgimento pazzesco, nei confronti di ciò che accadeva solo cinquant'anni fa, quando mancando la luce elettrica e mancando quella diavola della televisione la famiglie si riunivano insieme e c'erano modi e motivi per raccontare le storie di famiglia, per raccontare le storie della tradizione.

Ma in molti casi, mi raccontano ancora gli anziani che c'era uno che leggeva la Bibbia e tutti gli altri che ascoltavano; nei mesi dedicati alla Madonna c'era uno che guidava la corona del rosario e tutti gli altri lo seguivano.

Dunque sono quelle esperienze belle che sembrano relegate al passato e che hanno lasciato un profondo vuoto all'interno della società.

9) Mentalità lontana dalla vita cristiana

Ora voi catechisti, noi Chiesa, che sentiamo questo problema, ci troviamo a dover combattere con una mentalità che è molto lontana da quello che noi pensiamo debba essere la vita cristiana.

Al punto che i sacramenti, viene presentato qui nell'analisi che ci da il Servizio diocesano per il catecumenato, ma credo che sia un'esperienza comune di tutti, molti genitori pretendono dal catechista o dal parroco che i loro figli ricevano quel tal sacramento o quel tal altro sacramento, pensando che l'itinerario sia semplicemente legato ad una maturazione che viene contata con gli anni: prima elementare, seconda, terza, quarta, in quarta elementare hai diritto a fare la prima comunione e poi passano gli altri anni e hai diritto a fare la cresima, dopo di che non lo si vede più fino al giorno del matrimonio, in certi casi fino al giorno del suo funerale.

Allora bisogna passare da una mentalità legalista e strutturata in questo modo ad una mentalità che abbia più senso.

Voi sapete tutti bene che i sacramenti non sono un diritto, sono invece un DONO.

E il dono, quando si tratta di realtà spirituali, deve essere sufficientemente compreso.

Ma quando dico compreso non intendo dire dal punto di vista intellettuale; è assolutamente necessario che si sappia di che cosa si tratta, quando si tratta di un sacramento, ma la comprensione, sotto questo aspetto, indica invece un desiderio di far parte di quell'esperienza.

10) Itinerari catecumenali di formazione

Allora si vede come viene proposto a grandi linee, e oggi non lo analizziamo in maniera specifica e puntuale, ma semplicemente per avere un qualche tipo di impressione su ciò che il Centro diocesano per il catecumenato propone.

L'itinerario catecumenale appare veramente come un itinerario di formazione alla vita cristiana.

Ma se dovessi dire con parole ancora più semplici, direi che l'itinerario somiglia tanto, ma proprio tanto a un cammino di evangelizzazione.

11) Necessità di catechizzare ed evangelizzare

E allora si tratta di entrare in questa linea.

In fondo voi avete sentito in questi anni che siete venuti alle lezioni, quanto si insista sulla necessità dell'evangelizzazione e quasi sempre si vede che catechesi ed evangelizzazione, per il tempo che stiamo vivendo, coincidono.

Perché la catechesi, strutturata nel senso di donare alle persone che vengono dinanzi a noi semplicemente una dottrina, lo sappiamo tutti, è qualche cosa di molto arido e, devo dire anche abbastanza inutile.

Le prove sono che al termine del ciclo catechetico, queste persone non si vedono più.

Che cosa significa tutto questo? Significa con estrema semplicità che le persone che partecipano al corso di catechismo, strutturato in questo modo, non hanno fatto l'esperienza viva e vera di Gesù Cristo morto e risorto per la nostra salvezza, ma hanno semplicemente fatto un'esperienza culturale.

Ossia sono stati avvicinati a dei misteri, a cui è stato cercato di dare una spiegazione, un'illuminazione, un'intuizione e niente di più.

12) Antropologia cristiana

Ora voi ricorderete molto bene che avendo fatto i corsi di antropologia cristiana e a chi non li ha ancora fatti li faremo, la persona umana è un'unica realtà, che è costituita essenzialmente di spirito, creato direttamente da Dio, immortale; di mente in cui ci sono tutte le capacità psichiche e c'è anche l'emozionalità, l'emotività; e di corpo.

13) Chi ha fatto l'incontro con il Signore continuerà a frequentare la Chiesa

Allora la prova del nove è molto semplice: le persone che hanno fatto veramente un incontro con il Signore, al termine dei nostri anni di preparazione catechistica, sono le persone che continueranno a frequentare la Chiesa, e non semplicemente come coloro che ne fruiscono, ma come coloro che versano sul corpo mistico della Chiesa tutti i doni di Grazia che essi stessi hanno ricevuto.

In realtà noi sappiamo molto bene, almeno dal punto di vista intellettuale, che il vostro essere qui adesso, non solo al ritiro, ma nel corso di formazione dei catechisti, che esige da voi un impegno, una preparazione, un esercizio ecc. che il vostro essere, tuttavia, impegnati nelle vostre comunità parrocchiali testimonia del fatto che, in qualche modo, avete inteso che cosa sono i sette doni dello Spirito Santo, che li avete ricevuti nella Cresima.

14) I doni dello Spirito Santo

In quel giorno a suo tempo vi fu detto, perché allora lo dicevano ancora, adesso si dimentica facilmente di dirlo, non so se sia tanto giusto ( dimenticarlo ): da questo giorno sei diventato soldato di Cristo.

E ognuno di noi si sentiva impegnato a esercitare i doni che aveva ricevuto da Dio.

Per cosa, per se stesso? No, per il bene della Chiesa.

Il vostro essere qui adesso è senz'altro la testimonianza di come questi doni dello Spirito Santo abitino dentro di voi e voi cerchiate in qualche modo di esercitarli per il bene della Chiesa.

15) Riconoscere se una persona ha fatto l'incontro con il Signore

Ora voi nella vostra esperienza catechetica o di altro genere, vi renderete conto subito di quando una persona ha fatto un incontro importante con il Signore e di quando non l'ha fatto.

Perché quando una persona ha fatto un incontro con il Signore, progredisce nel suo cammino spirituale e non si accontenta mai di ciò che viene offerto, domanda sempre di più.

Io credo che anche ciascuno di noi non si accontenti delle cose che riceve, ma vada sempre in cerca di quell'acqua, che scende pura dalla sorgente del costato di Cristo.

Questo è essenzialmente il cammino cristiano, quello di abbeverarsi alla fonte di Cristo, per poter dare agli altri l'acqua viva della salvezza.

16) Itinerario proposto in modo lievemente diverso

Allora l'itinerario catecumenale, che viene proposto in grandi strutture, adesso noi non analizziamo nel dettaglio come può essere organizzato un corso di itinerario catecumenale ecc.

Ci sono alcuni consigli, alcuni suggerimenti, penso che ci sarà qualche esperto che verrà ad illustrare a grandi linee quali possono essere le proposte.

Ma intanto dobbiamo entrare nella comprensione di questa grande verità: prima di tutto non è da eliminare oppure da considerare superato oppure sbagliato il modo di fare catechesi a cui siamo abituati, però dobbiamo entrare nella modalità di pensare che la catechesi oggi va proposta in un modo lievemente diverso, perché non si può scindere la catechesi dall'evangelizzazione, non si può staccare il kerigma dalla catechesi.

17) La catechesi non può prescindere dall'annuncio

Voi sapete che il kerigma è l'annuncio della salvezza che abbiamo ricevuto in Gesù Cristo e la catechesi è la risonanza di questo annuncio.

Allora siamo giunti in un epoca in cui manca l'annuncio.

Non possiamo fare la catechesi se manca l'annuncio, siete d'accordo con me?

Perché è come se qualcuno ci venisse a parlare di fisica nucleare a noi che non sappiamo nemmeno come è fatto un atomo!

Allora la catechesi non può partire prescindendo dall'annuncio.

Questo vuol dire che il catechista, la figura del catechista che può essere chiamato in cento modi diversi ma comunque resterà sempre un catechista, è in primo luogo un accompagnatore, colui che fa risuonare la voce di Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, che ha dato la sua vita per noi e che non sta eliminando quelle che sono le esperienze umane, ma le sta anzi valorizzando.

18) Il primo incontro di Gesù è attraverso di noi

In realtà sappiamo molto bene che la presenza del Signore Gesù ci raggiunge attraverso l'esperienza umana che abbiamo, e anche l'esperienza di Gesù che faranno gli altri, per es. i vostri ragazzi, i vostri giovani, i vostri adulti, perché magari qualcuno è impegnato nella catechesi degli adulti o ai fidanzati, ecco il primo incontro che faranno di Gesù lo faranno attraverso di voi, perché voi rappresentate in qualche modo la presenza di Gesù.

Ecco perché è assolutamente necessario che il catechista sia una persona cristallina, sia una persona fortemente coinvolta con Gesù, abbia incarnato dentro di se questo desiderio, questa sete di Gesù, che diventa contagiosa.

Il desiderio dunque che i catechisti siano visibilmente la presenza di Gesù.

Volete che vi dica una cosa che vi fa paura?

No, non volete che ve la dica? Tanto ve la dico lo stesso!

Voi in questo tempo del deserto, magari pensateci su: chi vi incontra, deve poter scorgere in voi Gesù!

Questo vuol dire molte cose, perché è evidente, più tu ti riempi di Gesù e più gli altri incontrano Gesù.

La catechesi diventa una risonanza, un eco, perché vedono già riflesso nella tua vita quello che poi tu spiegherai.

19) L'itinerario prevede tempi, modi e strutture diverse

Quindi prima di tutto l'itinerario catecumenale prevede tempi diversi e modi diversi, strutture diverse e la possibilità di spaziare in tempi e in situazioni diverse all'interno di quella che è la vostra parrocchia.

Secondo le possibilità che essa vi offre.

Quindi non c'è più da dire: l'orario è questo, si fa quest'attività, è un ventaglio di nuove attività o vecchie attività tutte finalizzate ad una sola cosa: incontrare Gesù Cristo.

Dopo che vi è quest'incontro con Gesù Cristo, evidentemente ci sarà sicuramente la formazione cristiana.

Ecco nell'itinerario catecumenale come è proposto, come viene presentata per es. l'idea che ci siano delle cosiddette classi o gruppi in cui ci sono persone che non sono state battezzate; allora per questo gruppo di persone si parla propriamente di itinerario catecumenale.

Perché chi è stato già battezzato non sta facendo un itinerario catecumenale, ma si può dire ( si tratta solo di definizioni ), di un itinerario somigliante all'itinerario catecumenale.

20) Prima dell'insegnamento cristiano, l'incontro con Gesù

Ma tuttavia si tratta sempre di un cammino di formazione, in cui tutta l'umanità viene formata secondo gli insegnamenti cristiani, secondo l'incontro con Gesù Cristo.

Quando non avviene l'incontro con Gesù Cristo, tutto ciò che viene costruito dopo è costruito sulla sabbia.

Non è assolutamente fondamentale che i bambini o i ragazzi sappiano tutto di tutto, è fondamentale che essi sappiano chi è Gesù Cristo, che cosa ha fatto per loro, insomma che abbiano fatto un incontro con Lui.

Sono previsti momenti liturgici, momenti di gioia, momenti di gita, momenti di formazione, momenti di espressione corporea, di espressione psicologica e momenti di riflessione e anche di studio.

Sono consapevole che un itinerario proposto in questo modo esige dall'accompagnatore ( catechista ) una disponibilità di tempo e una elasticità mentale notevole.

21) Interazione tra le varie generazioni

Allora qualcuno potrebbe essere tentato di dire: ecco una cosa di questo genere non è per me, ormai ho i capelli bianchi, quindi lascio perdere, tanto il mio tempo l'ho fatto, adesso lasciamo venire i giovani.

Niente di più sbagliato.

Nell'itinerario catecumenale è prevista proprio l'interazione tra le varie generazioni in modo che ci sia un'integrazione e una crescita armonica, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista spirituale.

In fondo come voi avete capito adesso l'Eucarestia, non credete che non sia molto diverso da come l'avevate capita, quando avevate 10 anni? Si o no?

C'è stata una maturazione e non solo intellettuale, ma anche spirituale, in questa maturazione spirituale sono confluiti gli eventi della vostra vita: i momenti gioiosi, ma anche le difficoltà, le difficoltà superate oppure le difficoltà non ancora superate.

Tutto ha contribuito a vivere nella vostra esperienza umana lo straordinario incontro con Gesù Cristo che avete fatto; ora nella vostra esperienza, potete dire che questo incontro con Gesù Cristo è, come dire, stigmatizzato una volta sola nella vostra vita? No.

Si potrà dire che quel tal giorno, in quell'anno, mi ricordo anche che tempo c'era, io ho incontrato il Signore, ma da quel giorno lì non l'ho più lasciato.

Questo vuol dire che ogni giorno lo incontri, questo vuol dire che la presenza di Gesù Cristo è diventata l'essenza della tua vita; la tua vita si esprime sempre in comunione con il Signore.

22) La tua esperienza personale deve confluire nelle persone

Ecco la tua esperienza cristiana deve confluire nel cuore e nella mente delle persone che incontri.

Ecco perché nell'ideale che ci si è prefissi in questo itinerario catecumenale si desidererebbe veramente, e io aggiungo anche giustamente, che agli incontri non partecipassero solo i diretti interessati che nel vostro immaginario potrebbero essere solo i bambini, ma in realtà ci fosse un incontro della famiglia o almeno di alcuni componenti della famiglia; i bambini, i ragazzi con i loro genitori oppure con personaggi importanti che sono nella famiglia e che quindi continuano, anche al termine del tempo del gruppo, la condivisione di questa esperienza spirituale.

Dunque adesso voi capite perché si tratta veramente di un'integrazione inscindibile tra l'evangelizzazione e catechesi.

Probabilmente voi siete della mia stessa idea, secondo la mia esperienza tutti gli sforzi che stiamo facendo in questi anni, portano quasi nessun risultato, quando le famiglie non fanno la medesima esperienza. È vero o no?

23) La parabola del seminatore

Noi forse assistiamo e subiamo una frustrazione per il fatto che, con le migliori intenzioni, con tutte le tecniche di questo mondo ecc. ecc. cerchiamo di comunicare un messaggio ai nostri ragazzi, un messaggio che lì per lì viene anche magari accolto gioiosamente, ma che dopo poche ore è miseramente perduto.

Ecco abbiamo la rappresentazione della parabola del seminatore.

Se il seme cade tra le pietre, si il seme troverà un pochino di terra e anche umida, ma poiché non può affondare le sue radici, appena sorge il sole ciò che è nato secca.

Allora di qui l'importanza e la necessità di fare qualche cosa per coinvolgere le famiglie.

Non è, come dire, ipotizzabile in maniera generalizzata, che di colpo in una comunità parrocchiale tutti i gruppi di catechesi siano strutturati e formati in questo modo dell'itinerario catecumenale ossia coinvolgere i ragazzi con i genitori.

Però non credete che forse sarebbe ipotizzabile coinvolgere almeno una classe, tra tutte quelle che sono presenti nella mega parrocchia di città?

In una classe in cui si proponga, naturalmente cercando l'approvazione e l'adesione di quei genitori che accettano di fare questo itinerario catecumenale.

Itinerario che vedrà diversi personaggi, diversi attori, non nel senso del teatro, ma nel senso di coloro che agiscono.

La persona preponderante è la figura del parroco perché, come dire, riassume in sé la potenzialità della parrocchia, anche se egli non sarà sempre fisicamente presente, è un punto di riferimento.

24) Veicolare il messaggio cristiano

Intorno a lui ci saranno i collaboratori, i vari esperti, secondo le strutture che possono essere realizzate e le esperienze che possono essere fatte.

E si scoprirà che, tutto sommato, ogni attività è possibile ed è capace di veicolare il messaggio cristiano.

Io direi che non è che si stia inventando qualcosa di nuovo, si sta semplicemente approfittando e beneficiando di quella che è l'esperienza plurisecolare della Chiesa, nelle sue molteplici espressioni.

Io credo che la grande maggioranza di voi che possono aver partecipato a suo tempo alle attività oratoriane, dove avevano la fortuna che ci fossero, in molti casi avranno potuto fare l'esperienza, come ogni attività che si svolgeva aveva un riferimento a un lato dell'esperienza cristiana.

25) L'esperienza cristiana va ricostruita ex novo

Non si tratta più di dare per scontata questa esperienza cristiana, si tratta invece di costruirla ex novo, perché non c'è più, mi dispiace dirlo, ma la verità è questa.

Non c'è più assolutamente la mentalità cristiana.

Un tempo, al tempo dei nostri genitori o anche prima, tutta la società parlava una lingua cristiana, ora invece la nostra società non parla più una lingua cristiana.

Il Papa Paolo VI a suo tempo ha detto una cosa fondamentale, che credo sia condivisibile da tutti noi e cioè: "la società del nostro tempo non ha più bisogno di maestri, ma di testimoni".

E allora nell'itinerario catecumenale non si sta parlando di insegnanti della dottrina cristiana, che badate bene, ci devono essere; è inconcepibile un catechista che non possieda nel cuore e nella mente la dottrina cristiana; non si sta parlando del superamento di quella che è la dottrina, la dottrina è scontata, soprattutto perché una persona che deve essere catechista, la dottrina ce la deve avere sulla punta delle dita.

26) Contrapposizione tra morale e cultura

Invece dev'essere cambiato il modo di trasmettere la presenza di Gesù Cristo e quindi come applicare questa presenza viva di Gesù Cristo nella vita di tutti i giorni, che in una parola sola si dice morale.

E vi ricordo che la parola morale non è qualcosa di brutto da fuggire, la parola morale non è nient'altro che l'applicazione nella vita, nel comportamento di quello che è il tuo incontro con Cristo, secondo i pensieri di Cristo, cioè secondo i suoi comandamenti.

Allora ecco voi capite che c'è contrapposizione tra la morale e la cultura del nostro tempo, perché la cultura del nostro tempo esige l'individualismo sfrenato e propaga il relativismo.

Non esiste più la verità e sono possibili tante verità, ma su questo punto insomma, credo che non dobbiamo poi insistere molto per capire che un vero credente sa molto bene, perché dovrebbe onoscere la Bibbia, che Gesù Cristo dice: "io sono la via, io sono la verità, io sono la vita."

Ecco grande verità, grande novità, ma insomma relativa, sta nel fatto che secondo i dettami del concilio Vaticano 2° si insiste con estrema forza a che, nell'itinerario catecumenale, si abbia la possibilità di accostarsi direttamente alla Scrittura.

27) Temi catechetici ed evangelizzatori proposti dalla Bibbia

Quindi a lavorare e a riflettere sui temi catechetici che vengono proposti, sui temi evangelizzatori che vengono proposti, direttamente sul testo.

Quante volte si incontrano dei cristiani, che non hanno letto nella loro vita neanche una volta la Bibbia.

Non è qualcosa di spaventoso? Qualcosa di allucinante?

Non è possibile che un cristiano non abbia letto almeno una volta nella sua vita la Bibbia.

Ma so di persone che non hanno letto neanche una volta il vangelo, si accontentano delle lettura domenicali alla Messa, quando vanno, ecco e pensano di conoscere il Vangelo, perché conoscono i brani che sono stati scelti nella liturgia, ma nella liturgia non si può scegliere di leggere mezzo Vangelo alla volta, se no le messe dovrebbero durare 5 ore….

Dunque vedete che c'è sicuramente una grande possibilità; sono consapevole che il primo impatto di fronte a questa proposizione può essere un impatto che lascia un po' turbati, magari anche spaventati.

28) Le cose nascono piccole ( il granellino di senape )

Io direi una cosa molto semplice, non è necessario partire con tutto, perché credo che un principio evangelico, che ritengo essere sempre valido, sia quello del granellino si senape.

Io sono convinto che le cose che vengono veramente dalla potenza di Dio, nascono piccole e poi crescono.

Ricordatevi che la Chiesa è nata con dodici persone: Maria Santissima e gli undici apostoli, che erano rimasti.

Nel giorno di Pentecoste lì è nata la Chiesa, ma la potenza dello Spirito che si è sprigionata nelle persone, che in quel momento si sono lasciate veramente usare dallo Spirito Santo è stata tale che in pochi anni l'annuncio cristiano ha raggiunto gli estremi confini dell'Impero romano, superando i confini dell'Impero romano.

Vi ricordo che l'apostolo Filippo è andato a evangelizzare l'India e l'India non era nell'Impero romano, ma oltre.

29) Domande per il ritiro

Dunque c'è da domandarsi questo: nella mia esperienza cristiana e quindi nella mia esperienza di catechista, quanto mi lascio guidare dalla potenza dello Spirito Santo?

Queste sono domande che vi farete nel tempo del deserto, quindi ne prendete nota, perché nel deserto non si parla, si ascolta solo la voce di Dio; poi chi vede me fa un incontro con Gesù Cristo?

In che modo posso far incontrare Gesù a qualcuno?

Non mi dovete dare delle risposte, ma chiedete tutto al Signore; voi capite che sono domande provocatorie.

Posso far conoscere Gesù a qualcuno? Conosco le Scritture? E la dottrina?

Cosa vuol dire evangelizzare? Che annunzio porto al mio prossimo?

Cosa dico, di cosa parlo? Faccio il moralista: "guarda che tempi" oppure devo fare l'evangelizzatore?

Che significa evangelizzare?

Come posso pensare un itinerario catecumenale distaccato dall'annuncio di Gesù Cristo, Signore e Salvatore?

In me si vede la gioia della redenzione? La persona che ha incontrato Gesù Cristo la si vede negli occhi, sono occhi brillanti e gioiosi, magari è la persona che ha tutte le malattie di questo mondo, ma è gioiosa, perché dentro quella persona vive efficacemente la persona di Gesù.

Non facciamo molti ritiri, ma quelli che facciamo devono essere fatti bene, devono essere fruttuosi.

Fate in modo di tornare alle vostre case ricchi di Spirito Santo, non perdete neanche una briciola di Spirito Santo che potete ricevere oggi.

Come? Vivendo bene i tempi che vi sono stati proposti.