Lo Spirito Santo nella vita del cristiano

8-3-2009

Don Mauro Agreste

Indice

1) Iniziamo un ciclo di riflessioni a proposito dell'azione dello Spirito Santo nella vita del cristiano
2) Il catechista non è il suono, ma è come la cassa armonica che permette alle onde sonore di infrangersi e di risuonare
3) In che modo sto vivendo il fatto che Dio mi ha salvato?
4) L'ubbidienza vera non è la sottomissione della volontà, ma la condivisione della medesima volontà.
5) L'azione dello Spirito Santo che cosa fa? Prende la Redenzione di Gesù Cristo e la mette nella nostra psiche
6) Una verità che è illuminata solo dalla ragione, non porta necessariamente all'edificazione
7) Lo Spirito ci conduce a Gesù, perché Gesù è l'uomo libero.
8) Dio vuole che il nostro pensiero sia uniformato al pensare di Gesù Cristo, quindi santificato.
9) Gesù ha detto che dobbiamo essere furbi.

1) Iniziamo un ciclo di riflessioni a proposito dell'azione dello Spirito Santo nella vita del cristiano

Iniziamo un ciclo di riflessioni e - possiamo dire - di colloqui spirituali, a proposito dell'azione dello Spirito Santo nella vita del cristiano in genere e specificamente nella vita e per la vita del catechista.

Ora vale la pena di ricordare a tutti noi, che innanzitutto questo Istituto Secolare si chiama: Istituto Secolare dei Catechisti del SS Crocifisso, ma voglio ricordare per tutti che catechista non significa specificamente e unicamente colui che deve svolgere il compito della catechesi, ma ogni battezzato dovrebbe intuire da solo che in qualche modo è un catechista, inteso in un senso più vasto ma, se volete, anche più profondo.

Perché il catechista, in genere, è come la cassa armonica di uno strumento musicale.

Se voi avete un pianoforte e gli togliete le pareti, rimane solo il meccanismo, non c'è più il mobile intorno, sentite un suono ma lo sentite flebile, lo sentite piatto, inconsistente.

Se avete una chitarra, toglietele la cassa armonica, avete solo il ponticello con tutte le corde sopra e provate a suonarlo, sentite qualche cosa? Sentite un suono flebile, flebile.

2) Il catechista non è il suono, ma è come la cassa armonica che permette alle onde sonore di infrangersi e di risuonare

Il catechista non è il suono, ma è come la cassa armonica che permette alle onde sonore di infrangersi e di risuonare.

Infatti la traslitterazione in italiano della parola catechista viene dall'avverbio greco catecheo, che vuol dire far risuonare.

Quando si va in montagna e si fa dei suoni per riconoscersi, per vedere dove si è.

Spesse volte, a seconda della distanza in cui ci si trova, si sente l'eco, è proprio questo l'eco.

Allora il catechista, in genere, è il battezzato, in quanto battezzato è costituito dalla potenza dello Spirito Santo come colui che fa riecheggiare la presenza di Gesù Cristo, nella potenza dello Spirito Santo.

Ora perché tutto questo possa avvenire è necessario un intervento di Dio, infatti la redenzione per l'essere umano, non è mica venuta da sola, e non sono gli uomini che si sono conquistati la salvezza da soli, gli uomini l'hanno ricevuta gratuitamente - gratis data - la salvezza, che non ci siamo meritata, ma che il Signore ha voluto donarci.

Quello che abbiamo ricevuto, se è vera salvezza, in qualche modo deve avere prodotto dentro di noi una qualche reazione.

3) In che modo sto vivendo il fatto che Dio mi ha salvato? L'essere cristiani non può essere, semplicemente, frutto di abitudini, è una scelta di fede. Il battezzato, in quanto tale, è catechista

Allora il primo suggerimento per il ritiro di oggi potrebbe essere questo: perché non verificare, nella mia storia personale, in che modo sto vivendo il fatto che Dio mi ha salvato?

Oppure mi è passato, senza accorgermi, l'idea che sia un dato di fatto, è normale così.

Sono stato educato in una famiglia più o meno cristiana, per cui mi sono abituato a una serie di norme, di comportamenti, di una educazione che sono diventati parte del mio modo di essere; però mai in modo deciso, non è stata una mia scelta, ma solo un trascinarsi dall'ambiente in cui ero.

Tant'è vero che ci sono alcune persone che dicono: « Sono nato in Italia, per quello sono cristiano ».

Non è mica vero, non è che tu sei cristiano perché sei nato in Italia, allora questo vuol dire che l'ambiente determina quello che sei?

Attenzione, non è proprio così.

Però, purtroppo, sicuramente anche voi ve ne siete accorti, ci sono troppi che si definiscono cristiani ma non hanno mai fatto una scelta esplicita per Gesù Cristo, l'han dato sempre come un dato di fatto, come una cosa scontata.

L'essere cristiani non può essere, semplicemente, frutto di abitudini, comportamenti ecc… è una scelta di fede, e se è una scelta questo comporta che ci siano delle decisioni.

Cosa vuol dire scelta? Vuol dire preferire, preferenza, quando io scelgo una cosa, rinuncio a qualcosa? Certo.

Allora nella scelta uno si dirige verso il bene migliore, non vuol dire che l'altro non sia un bene, ma è un bene che è stato giudicato minore, per quel motivo la scelta è una mia decisione.

La vita cristiana, poiché è la vita di persone che vivono nel mondo, si esprime sempre con delle scelte, non con un trascinarsi o lasciarsi trascinare dagli altri.

L'immaturità, la superficialità, porta le persone a non impegnarsi su questo, a non decidere mai.

Però tutto questo produce un cammino spirituale che è sterile.

Allora, dicevamo che il battezzato, in quanto tale, è catechista perché in quanto cristiano - lo dice lo stesso nome - è colui che vive per, con, in Cristo.

Quindi il cristiano è quello che vive nel Signore, per il Signore e con il Signore, tutto questo non si riduce con una serie di norme morali - devi fare questo, non devi fare quell'altro - perché le norme morali obbligano, e uno non segue Gesù Cristo per obbligo lo segue per scelta.

La scelta è una scelta che ti attrae, non è un obbligo; quando uno è obbligato può scegliere?

É costretto, vale la sua scelta? No, perché non è libera.

Allora la decisione di essere cristiani, se nei primi anni della vita è guidata, sostenuta, illuminata dalla presenza dei genitori, dall'educazione che danno, mi sta molto bene, in realtà dovrebbe essere sempre così, ma per portare la persona a quel giusto grado di maturità che le permetterà di fare una scelta autonoma, magari ancora in uno stato larvale, che deve ancora svilupparsi, crescere, però è una scelta autonoma.

Non possiamo essere soddisfatti, della nostra capacità educativa, se le persone semplicemente ubbidiscono, non è un punto di valore sapere che tutti ubbidiscono quello che noi diciamo, e questo non vale solo per i genitori, vale per tutti.

Tutti quelli che debbono dare una testimonianza cristiana, possono dire di se stessi: ho fallito, se gli altri mi ubbidiscono.

4) L'ubbidienza vera non è la sottomissione della volontà, ma la condivisione della medesima volontà.
La libertà autentica è quella di avere la possibilità di diventare quello che siamo.
La volontà va educata, va stimolata oppure va frenata

Non si tratta di questo, l'ubbidienza vera non è la sottomissione della volontà, ma la condivisione della medesima volontà.

« Io e il Padre siamo una cosa sola » dice Gesù Cristo, « Il Padre non fa niente se non attraverso di me. Io non dico niente se non quello che Lui mi ha detto di dire ».

Vedete è una sottomissione reciproca, non è una costrizione, non c'è una tirannide.

E così anche nella testimonianza cristiana noi possiamo dire che abbiamo fallito se gli altri semplicemente ubbidiscono, perché sono costretti in qualche modo, mica sempre con la violenza a volte anche semplicemente con un raggiro psicologico che crea una forma di dipendenza; si chiama autoritarismo verbale.

È un modo d'impostare il discorso che non rende libero l'altro, lo costringe, lo opprime, lo schiaccia.

D'altro canto non è neanche lecito pensare che l'assoluta libertà sia il principio che deve guidare tutto il nostro cammino di crescita.

Perché la libertà autentica non è di fare quello che si vuole, la libertà autentica è quella di avere la possibilità di diventare quello che siamo.

Sono libero di diventare una patata io? No.

Perché? Perché non sono una patata. Sono un essere umano?

Dove si sviluppa la mia libertà? Nella possibilità di diventare sempre più autenticamente una persona umana completa.

Vuol dire che nel proprio spirito sviluppa la comunione con Dio, l'intuizione della legge di Dio, la coscienza della nostra relazione tra io e Dio.

Però l'essere umano è composto anche di psiche.

Quindi perché io sia libero, vuol dire la libertà di diventare quello che sono con una mente completa: l'intelletto, le emozioni, e la volontà; con tutte le loro sfaccettature.

Tutto l'intelletto deve potersi sviluppare, a seconda delle capacità e del grado intellettuale che ognuno ha, il quoziente intellettuale.

La volontà deve esercitarsi. Allora in questo campo della volontà entra l'educazione.

La volontà non è un meccanismo come quello dei computers, metti il programma e fa tutto da solo, la volontà va educata, va stimolata oppure va frenata.

Le emozioni. Le emozioni fanno parte della natura umana, ma devono essere purificate, perché una persona troppo emotiva rimane vincolata dall'ambiente circostante.

Una persona troppo poco emotiva, diventa incapace di trasmettere l'amore di Dio.

Quindi non è che una persona, tutte le volte che entra in una chiesa, debba piangere di commozione, ma neanche deve sentirsi gelida come un ghiacciolo, perché se queste due cose accadono vuol dire che nell'ambito della emotività c'è qualche cosa che non è in quadro, che deve essere guarito.

Sono tutti discorsi che si possono affrontare, perché se lo scopo dello Spirito Santo è quello di imprimere, e di esprimere, l'immagine di Gesù Cristo in noi, è evidente che noi dobbiamo sapere cosa siamo.

Ma la persona umana è anche corpo.

E il corpo della persona umana è stato studiato per dei motivi, Dio ci ha dato il corpo per un motivo e con uno scopo.

Il motivo è quello di rendere la Sua presenza visibile e tangibile anche nel mondo materiale; lo scopo è quello di estendere la presenza di Gesù fino alla consumazione dei secoli.

Tant'è vero che nella Scrittura, in San Paolo, il corpo viene definito il tempio dello Spirito Santo.

Quindi la nostra libertà consiste nel dire: « Ma io sono libero di poter essere sempre, autenticamente, me stesso.

Potendo dare al mio corpo tutte le possibilità giuste perché sia il tempio dello Spirito Santo, per dare alla mia mente lo sviluppo di tutte le facoltà della mente, che si suddividono in tre filoni principali: le emozioni, la volontà e l'intelletto.

Quindi io ho la libertà, finalmente ce l'ho, perché Gesù Cristo sulla croce, mediante la Sua Passione e morte e risurrezione, questa libertà me l'ha guadagnata ».

Perché prima a causa della ribellione del peccato originale, non avevamo più questa libertà, eravamo condizionati dal dominio che il principe di questo mondo aveva usurpato sulle creature che Dio aveva creato, dicendo: « Questa è cosa molto buona ».

Questa arroganza del nemico di Dio è stata uccisa mediante la Passione e morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, quindi se prima non avevamo la libertà, perché il nemico di Dio esercitava il suo autoritarismo violento su tutta l'umanità.

Ora il Signore Gesù, con la Sua morte e risurrezione, ci ha acquistata questa libertà, che prima non avevamo.

Abbiamo dunque anche la libertà nel nostro spirito? Sì!

E allora io sono libero non se il mio spirito si mette a pensare a Budda, sono libero se il mio spirito può esercitare ciò per cui è stato creato.

Il nostro spirito è stato creato con lo scopo di essere il luogo in cui Dio si incontra con il nostro io.

E lo fa con le tre funzioni principali che ci sono nello spirito della persona umana: coscienza; intuizione; comunione.

Ci siamo fino a qui?

Quindi la libertà che ci è stata acquistata, ha lo scopo di renderci sempre più autentici, e lo Spirito Santo, dialogando con noi, come direbbe San Paolo nel capitolo 8: « Con gemiti inesprimibili », viene a costruire dentro di noi questa immagine di Gesù Cristo; ma se noi siamo prigionieri lo Spirito Santo che cosa farà?

Renderà la potenza della redenzione di Gesù Cristo così efficace, da poter raggiungere in noi stessi, la libertà da tutto ciò che ci condiziona.

Quindi se la cultura in cui noi siamo inseriti insiste - che ne so? - nel dire che la persona deve essere sana.

Allora succede che culturalmente e intellettualmente le persone sono condizionate, cioè non sono libere.

5) L'azione dello Spirito Santo che cosa fa? Prende la Redenzione di Gesù Cristo e la mette nella nostra psiche

L'azione dello Spirito Santo che cosa fa? Prende la Redenzione di Gesù Cristo e la mette nella nostra psiche.

Perché nel Vangelo di Giovanni al primo capitolo c'è scritto: « Egli è la luce che splende nelle tenebre ».

Allora la luce di Gesù Cristo, che viene nel nostro intelletto, ci dà improvvisamente un'illuminazione, ci dice: « Già, è vero, come ho fatto a non accorgermi che tutto questo è pubblicità?

Che tutto questo fa parte di una sovrastruttura culturale fatta apposta per condizionarmi a comprare questo, a comprare l'altro, perché il massimo è la salute, tutto il resto non conta ».

Tant'è vero che, badate bene non ho mai detto il contrario, non ho detto che noi dobbiamo fregarcene della salute, ho detto questo? No.

Però mi è capitato più di una volta di sentire persone, che uscivano dalla chiesa, e nel salutare dicevano: « Come và? », « L'importante è la salute, finche siamo fuori dal letto va tutto bene ».

Lo so bene che la salute è un dono di Dio e deve essere salvaguardata, siete d'accordo?

Ma da questo a dire che questo è la prima cosa, non vi pare che ci sia uno squilibrio?

Perché o la prima cosa è la nostra relazione con Dio, in Dio e per Dio, oppure è la salute.

Lo so anch'io che alla latina salus vuol dire sia salute del corpo, però ha un'accezione un pochino più sottolineata su quello che è la salvezza.

Certo la salvezza del corpo, uno che annega è salvato però c'è anche la salvezza dell'anima.

Però è anche vero che senza l'assistenza dello Spirito Santo è difficile avere questa luce.

Se si ha una sorta d'intuizione, che è semplicemente frutto dell'intelligenza, ce ne accorgiamo perché invece di portare edificazione porta rottura, che si manifesta con la polemica, l'avete notato?

6) Una verità che è illuminata solo dalla ragione, non porta necessariamente all'edificazione, ma porta facilmente alla divisione, alla polemica

Una verità che è illuminata solo dalla ragione, non porta necessariamente all'edificazione, ma porta facilmente alla divisione, alla polemica.

Quindi è chiaro che quella non è proprio una vera libertà, è uno sprazzo d'intuizione sulla verità, una scintilla di verità, ma la verità tutta intera porta dei frutti.

L'albero si riconosce dai frutti. Una verità indubitabile deve produrre un frutto buono.

La verità su noi stessi chi ce la può dare se non Colui che ha comperato tutto quello che era nostro, per riscattarlo dal debito? È vero o no?

Colui che ha pagato i nostri debiti e che ha detto: ho preso tutte le tue cambiali e le ho strappate, non ci sono più.

Noi finalmente abbiamo questa libertà, non abbiamo più da pagare nessuno scotto al nemico di Dio, che vuole condizionare le nostre menti, perché le nostre azioni siano condizionate; è molto intelligente.

Ha un'intelligenza sopraffina, è un puro spirito, peccato che abbia deciso di usarla male.

Con questa sua intelligenza lui attira le persone solo nell'ambito della psiche, e dice: « Lascia perdere il tuo spirito, il tabernacolo della tua persona, ragiona sulle cose, non stare lì a domandarti a riflettere ma il Signore …, è la tua testa che ti dice qual è la verità ».

Sarei curioso davvero di sapere quanti sono quelli che si dicono cristiani, che prima di decidere una cosa, vanno in Chiesa, davanti al tabernacolo e dicono: « Signore, cosa devo fare? Con l'intelligenza che tu mi hai dato mi sembra che questo potrebbe essere … però io voglio essere d'accordo con te, perché la mia vita sei Tu, la mia luce sei Tu, la mia verità sei Tu ».

Sarei curioso di sapere veramente quelli che dicono: Ah ma io sono un cristiano; in che modo si esprime questo rapporto con Cristo?

Nel leggere la Bibbia? Nel leggere il Catechismo?

Tutto questo è una conseguenza, il rapporto con Gesù Cristo è un rapporto personale, affettuoso e affettivo.

Perché se non c'è questo legame come puoi dire: l'amicizia con Gesù Cristo.

Di cosa è fatta l'amicizia con Gesù? Di ragionamenti pindarici?

Elucubrazioni? Trattati teologici?

Non è la teologia quella che dà il magistero della Chiesa, il magistero della Chiesa sceglie, e dice: questo sì, questo no.

Quindi attenzione.

7) Lo Spirito ci conduce a Gesù, perché Gesù è l'uomo libero.
Vuol dire che l'umanità di Gesù Cristo è stata redenta ed è stata libera.
Quindi tutte le attività dell'essere umano sono state redente e santificate

Allora lo Spirito ci conduce a Gesù, perché Gesù è l'uomo libero, e quando dico l'uomo libero - soprattutto inserito in questo cammino nell'Istituto Secolare dell'Unione Catechisti - vuol dire che l'umanità di Gesù Cristo è stata redenta ed è stata libera.

Quindi tutte le attività dell'essere umano sono state redente e santificate.

Dopo Gesù Cristo, qualunque cosa faccia l'essere umano, è fonte di santificazione, e attinge alla santità di Dio.

Anche quando sbucci le cipolle per fare il ragù?

Anche quando fai un lavoro che ti sembra abbia nulla a vedere con questo? Sì!

Perché? Perché il Verbo di Dio si è fatto carne.

Quando tu hai chiesto il Battesimo, non dimenticare mai che, da quel momento non sei solo più tu, ma tu sei in una comunione perfetta con Dio Padre, con Dio Figlio, con Dio Spirito Santo; quindi tutto quello che tu fai, si potrebbe quasi immaginare, che lo fa con te il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Quindi non esiste più un'attività dell'uomo che sia profana, perché tutto è sacro, tu con la tua attività e la tua libertà puoi rendere santo e sacro il tuo lavoro.

La tua cultura, le tue capacità semplicemente umane?

Sì, perché se uno sa far bene le frittelle, magari non c'è mai stato nessuno che nella sua vita ha pensato che facendo bene questa frittella, facendola per amore di Dio, io faccio un'opera santa.

Allora, attenzione bene, non esiste più la suddivisione tra sacro e profano a questo livello, perché tutto il profano viene santificato dal figli di Dio.

Non c'è un'attività che sia al di fuori della consacrazione.

C'è un istante della tua vita in cui tu smetti di essere battezzato?

No, dunque se non c'è questo istante nella tua vita in cui tu non sei più battezzato, non esiste neanche un istante solo della tua vita, in cui quello che tu stai facendo è una cosa esclusivamente profana.

Sono attività che hanno a che fare con la profanità, ma poiché sono state date nelle tue mani, e tu sei immerso con Cristo e in Dio, tutto è di Dio, anche tu; e quindi qualunque cosa tu faccia, dalla più altisonante e onorevole, la più ambita e apprezzata, alla più umile e nascosta, tutto è di Dio, e come direbbe San Paolo: « E voi siete di Dio ».

Quindi in questa libertà, che il Signore ci ha acquistato, noi abbiamo una possibilità straordinaria, che gli angeli ci invidiano, perché gli angeli anche se stanno vedendo, in questo momento, lo splendore di Dio, non possono consacrare il mondo, perché il mondo appartiene agli uomini.

La creazione, Dio l'ha data all'uomo.

Gli angeli vivono nello splendore e nella gloria del Paradiso e la loro esistenza si esprime in quello stato, ma gli esseri umani vivono nella creazione sensibile, materiale, e sono destinati a santificare la materia, lo sapevate?

Perché sono destinati a santificare la materia?

Che cosa è che ci fa capire che siamo destinati a santificare tutto ciò che è materiale?

C'è una ragione, la ragione è che Gesù Cristo è Risorto; come è risorto?

Il corpo di Gesù Cristo è stato visto dopo la resurrezione, quando?

Dai discepoli, ma ce n'era uno che non credeva, Tommaso, cosa dice a Tommaso? « Metti le mani ….! » e Tommaso ha toccato questo corpo, ed era un vero corpo, l'ha fatto vedere Gesù che era un vero corpo?

Cosa ha detto? « Datemi quel pesce. »

Vi ricordate? Uno spirito non mangia, avete mai visto l'arcangelo S. Michele che si mangia un cosciotto di pollo?

Gesù Cristo ha dimostrato che è un vero corpo, certo è il corpo spiritualizzato, cosa vuol dire spiritualizzato?

Che non dipende più dalle leggi della materia ma dipende dalle leggi dello spirito.

Ora se si risorge vuol dire che si spiritualizza il corpo, il corpo di che cosa è fatto? Di materia.

Non ci fa capire che Dio vuole che tutto ciò che è materiale: per la passione, morte, risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, verrà santificato?

Perché il Signore, nella Scrittura, ci fa capire che noi risorgeremo; come?

Con il corpo o senza corpo? Con il corpo.

Se il Signore ci ridà il corpo vuol dire che Lui lo disprezza o che lo santifica?

Lo santifica, sennò Lui poteva anche risorgere senza corpo; non so cosa sarebbe stata la resurrezione senza il corpo, perché l'essere umano è stato inventato da Dio come? Con il corpo.

Questo ci fa capire che Dio vuole la santificazione di tutto ciò che è materia.

E chi lo farà questo? Gli angeli che sono puri spiriti?

Gli angeli santificheranno tutto ciò che fa parte del loro essere angelico, ma gli uomini debbono santificare tutto ciò che fa parte della loro vita umana.

Che cosa fa parte della nostra vita umana?

Il corpo, i pensieri - obiezione: ma i pensieri sono immateriali - dimmi qualche cosa che tu hai pensato senza le parole?

Riesci a fare un pensiero senza le parole? No.

I nostri pensieri sono fatti di parole, e le parole sono dei concetti, e i concetti non sono cose che non hanno senso, sono cose che hanno riscontro nella realtà, quindi Dio vuole santificare il nostro modo di ragionare?

« Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù » vi ricordate? Lettera ai Filippesi cap. 2.

8) Dio vuole che il nostro pensiero sia uniformato al pensare di Gesù Cristo, quindi santificato. Cambiare il nostro modo di pensare e avere il modo di pensare di Gesù Cristo è questo che lo Spirito Santo vuole fare

Dunque Dio vuole che il nostro pensiero sia uniformato al pensare di Gesù Cristo; quindi vuol dire che anche il nostro pensiero deve essere santificato, perché dal nostro pensiero derivano tutte le azioni.

Un pensiero santo produce azioni sante, azioni sante producono cose sacre - sante sono le persone, le cose sono sacre -.un pensiero santificato vuol dire che ha smesso di avere la sua struttura di pensiero e usa un altro modo di pensare.

Il modo di pensare quale? Il modo di Gesù Cristo, perché Gesù Cristo come vero uomo, pensava con lo stesso sistema con cui noi pensiamo: Gesù aveva la mente!

Il cervello funziona per mezzo di combinazioni chimiche ed elettriche.

Le microscopiche scariche elettriche nel nostro cervello, fanno sì che le molecole degli elementi, in cui il cervello è immerso, si aggreghino in un modo diverso che costituisce la memoria.

I pensieri, materialmente, sono delle cose? Sì, sono delle molecole chimiche, che vengono ingrandite, collegate tra di loro mediante la nostra riflessione che è frutto di una attività fisica, elettrica, chimica, che ci produce tutte queste molecole; e noi abbiamo la memoria.

Poi ci viene l'Alzheimer e non riusciamo più ha collegare il bagaglio della memoria concatenato insieme, ma è una patologia non è la normalità, ci siamo fino a qui?

Allora cambiare il nostro modo di pensare e avere il modo di pensare di Gesù Cristo è questo che lo Spirito Santo vuole fare, non possiamo avere il modo di pensare dello Spirito Santo, perché lo Spirito Santo non ha il cervello, c'è l'ha Gesù Cristo.

Chi è il Redentore il Padre o Gesù Cristo? Gesù Cristo.

Chi è l'uomo perfetto? Il Padre che è puro spirito o Gesù Cristo che è il Verbo fatto carne? Gesù Cristo.

Però questo trasporto dal modo di pensare dell'uomo al modo di pensare di Cristo, lo possono fare solo due persone: una sei tu, l'altra è lo Spirito Santo.

Nessuna delle due lo può fare da solo.

Lo Spirito Santo non ti impone il modo di pensare di Gesù Cristo, te lo propone, se tu lo accetti opera un miracolo e ti permette di avere questo cambiamento completo del tuo modo di pensare, si chiama metànoia, cambiamento completo del modo di pensare; ragioni con i pensieri di Cristo.

Il pensare di Cristo si è spostato da Gesù Cristo e si è inserito su di te.

Usa il tuo bagaglio storico, le tue esperienze, la tua capacità ecc… ecc… ma il sistema di funzionamento è diventato quello di Cristo.

Quindi mentre prima la tua storia ti produceva degli effetti negativi, quando hai deciso, con la potenza dello Spirito Santo, di dare il permesso allo Spirito Santo di prendere il pensare di Cristo e inserirlo sui tuoi pensieri, il funzionamento - che si chiama il pensare - usa il materiale che ha a sua disposizione, che sono le tue esperienze, e produce il pensiero di Cristo, ma attraverso di te.

Lo Spirito Santo non lo farà mai finché tu non lo deciderai, e neanche tu lo potrai fare da solo senza che lo Spirito Santo intervenga dentro di te, perché non è un sistema di Meditazione Trascendentale, non è una meditazione Yoga dove tu cerchi te stesso, la ricerca del sé, è una relazione tra due io che dialogano tra di loro, senza che uno venga schiacciato o che l'altro venga ritenuto una nube inesistente.

Il sé, delle tradizioni orientali, è una particella di Dio che emana da Lui, non coscientemente.

È quello che nella storia della Chiesa si chiama l'eresia gnostica. Ma per noi non è così.

Attenzione, questo cammino non è possibile immaginarlo automaticamente: fa tutto Dio.

« No, facciamo tutto assieme, perché io non ti impongo la mia via, te la propongo.

Te la descrivo, te la faccio intuire, perché è troppo vasta, non ci può stare nella tua mente.

Se ti fa gola, allora tu mi dici: Signore, mi piace la voglio, avvenga di me - come diceva la furba Maria di Nazaret - non quello che io ho capito ma quello che tu hai detto ».

9) Gesù ha detto che dobbiamo essere furbi. Ti propongo l'esempio di Maria la quale intelligentissima, ma anche furbissima, si è resa conto che il progetto di Dio, era estremamente più grande della sua capacità di intendere e di volere, ma lei ha detto: "Signore non avvenga di me quello che io riesco a credere, ma quello che Tu hai promesso"

Devo dire proprio questo: che Gesù ha detto che dobbiamo essere furbi, essere scaltri, faceva l'esempio delle persone che vivono nel mondo.

« I servitori delle tenebre sono più scaltri dei servitori della luce ».

Come per dire: ma guarda un po' questi sono proprio tonti come delle zucche, ma imparate da quelli che sono scaltri, perché sanno quello che vogliono raggiungere, sanno di non averlo e si danno da fare per raggiungere lo scopo; e quindi Gesù direbbe: ma sveglia, ma piantatela lì di fare i polpettoni, siate un pochino più scaltri.

Se siete tanto capaci di darvi da fare per ottenere denaro, fama, ricchezza, onori, gloria, ma usate la stessa furbizia per ottenere la salvezza.

Perché non è mica nascosta hai vostri occhi, io ve la propongo: ma come uno nel mondo è disposto a fare un sacco di sacrifici, pur di ottenere quello che vuole, spiegatemi perché, per quanto riguarda la salvezza, non bisogna fare nessun sacrificio, deve essere tutto dovuto, tutto gratuito.

Ma ti rendi cosa ho fatto per te per avere la tua libertà? Guarda un po' com'ero dopo la flagellazione.

Allora se questa è la verità, allora tu devi decidere che cosa vuoi e se sei scaltro ti rendi anche conto che quello che io ti propongo è talmente vasto, profondo e importante, che da solo non lo raggiungeresti mai ».

Ti propongo l'esempio di Maria la quale intelligentissima, ma anche furbissima, si è resa conto che il progetto di Dio, che le veniva proposto era estremamente più grande della sua capacità di intendere e di volere, ma lei ha detto: « Uh, in fondo mi interessa conoscere il suo funzionamento?

O mi interessa essere sicura che questa è una proposta che viene da Dio?

Se viene da Dio che problema ho? Nulla è impossibile a Dio, devo insegnare a Dio come si fa ad essere Dio?

A me interessa solo essere sicura che questo sia un progetto di Dio.

Quando so che è un progetto di Dio mi basta, Lui faccia come gli pare ».

« L'Altissimo ti coprirà con la Sua ombra ecc … » tutte cose che Maria non poteva sapere con consapevolezza, perché la Rivelazione di Gesù non c'era ancora stata.

Il risultato è che Maria dice: « Va bene, ho capito che questo è il progetto di Dio, e chi sono io?

Sono la serva del Signore, mica sono la regina del Signore che devo insegnare a Lui come si fa.

Io sono la serva del Signore, quindi avvenga di me non quello che io ho capito, perché è troppo poco, sarà sempre tanto ma è sempre troppo poco, perché il progetto di Dio è molto più vasto. Avvenga di me non quello che io ho capito ma quello che tu hai detto ».

Allo stesso modo quando il nemico di Dio viene per fare una tentazione, e per scoraggiarti nel fare il tuo cammino spirituale, e ti dice: « No, ma è troppo difficile, tu non ce la fai; non hai abbastanza fede per fare questa cosa. » allora tu ricordati di Maria e fai come ha fatto lei.

Signore non avvenga di me quello che io riesco a credere, ma quello che Tu hai promesso.

In questo modo dai la possibilità a Dio, di operare delle cose meravigliose nella tua vita, attraverso la tua vita e con la tua vita.

Il nostro cammino dunque è un cammino che lo Spirito Santo vuole intraprendere per trasfigurare, oggi è la parola chiave, trasfigurare, la nostra esistenza non per schiacciarla, ma per trasfigurarla perché guardando Te, chiunque possa intravedere la presenza del Signore Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo.