25 Aprile 1973

La gloria di Dio è la nostra gioia

Con quale saluto accoglieremo noi la vostra visita, cari pellegrini, diciamo pure cari turisti, di questi giorni pasquali?

il nostro saluto sarà l'Alleluia!

Fratelli e Figli e Visitatori, a voi il nostro Alleluia.

L'Alleluia è un'acclamazione tradizionale, antichissima, che viene a noi dall'antico Testamento ( Cfr. Tb 13,18 ) e che significa « lode a Dio ».

Probabilmente questa acclamazione faceva parte anche dei canti della cena rituale degli Ebrei alla Pasqua, e fu perciò pronunciata da Gesù stesso al termine della sua ultima cena ( Cfr. Mt 26,30; Mc 14,26 ).

Essa è passata nelle liturgie cristiane come un'espressione enfatica di gioia, di letizia, di forza, riservata specialmente al tempo pasquale, come quello caratterizzato dal gaudio per la celebrazione della risurrezione del Signore.

Sant'Agostino, commentando i Salmi, ce lo ricorda, notando che ciò non è senza un segreto insegnamento, perché se dobbiamo cantare l'Alleluia in certi giorni determinati, in ogni giorno noi dobbiamo averlo nel cuore ( Enarr. in Ps. 107 ).

Questo grido di lode a Dio, usato come grido di gioia per noi, ci offre un tema degno di profonda riflessione, la quale ci porta alle sorgenti del nostro pensiero religioso, il quale c'insegna che la gloria di Dio è la nostra gioia.

Ricordate la stupenda esclamazione dell'inno della santa Messa festiva, detto appunto il Gloria, la quale così esprime questa meravigliosa dottrina: « noi rendiamo grazie a Te ( o Dio ), a motivo della tua grande gloria »; gratias agimus Tibi, propter magnam gloriam Tuam.

Come mai questo?

Come può la grandezza, infinita e misteriosa, di Dio essere fonte della nostra riconoscenza e insieme della nostra letizia?

Si, perché Dio è tutto per noi.

Dio è la vita, Dio è la potenza, Dio è la verità, Dio è la bontà, Dio è la bellezza; sì, alla fine, Dio è la nostra felicità.

Alleluia!

Quale superamento d'ogni altra concezione inferiore della religione, che tanto spesso è presentata sotto l'aspetto della distanza, della oscurità, della paura, della terribilità!

e quanto spesso noi siamo allontanati dallo studio e dalla pratica religiosa, perché non abbiamo capito e gustato che Dio è la nostra beatitudine, la nostra felicità!

e forse noi pure non abbiamo abbastanza compreso l'originalità della nostra fede che ci offre questa visuale: Dio è grande, perché è buono!

Dio merita di essere esaltato nella sua immensa, sconfinata transcendenza, perché essa ci è rivelata nella sua Essenza, che è Amore; Amore in Se stesso, Amore per noi.

Dio è la Vita! la nostra Vita, ripetiamo!

La Pasqua ce ne ha svelato il mistero, mediante Cristo morto e risuscitato, non solo per Sé, ma anche per noi creature viventi, sì, ma mortali, suscettibili però d'essere coinvolte nella rivincita della nuova vita da lui, Cristo, inaugurata al mattino di Pasqua.

Dio è la gioia !

Ricordatevi di questo annuncio, come di una felice scoperta! una scoperta da sempre scoprire, da sempre godere.

È questo il nostro augurio, che associamo al nostro saluto, al nostro grido pasquale: alleluia! ( Cfr. S. Aug. Confess. 10,22-23; cfr. Vict. Vitensis De persecutione vandalica: PL 58, 197.

L'autore ricorda l'episodio del lettore che, cantando l'Alleluia pasquale, cade colpito da una freccia alla gola )

Con la nostra Apostolica Benedizione.