Con particolare attenzione agli ultimi

24-1-2004

Don Mauro Agreste

Indice

1) Saper ascoltare con particolare attenzione gli ultimi
2) Soffrire con chi è nel pianto, gioite con chi è nella gioia
3) Occasioni di insegnamento
4) Al servizio dei fratelli, dando il messaggio di Gesù
5) Non possiamo togliere dalla Bibbia ciò che ci interessa
6) Con i disadattati, approccio catechistico difficile e differenziato
7) Comprendere il mistero di Dio
8) Pensiamo a cosa siamo chiamati
9) La fede
10) Accogliere la verità e aspettarla
11) Che la nostra comprensione sia sempre maggiore
12) Il Catechista accompagnerà le persone dategli
13) Che una volta al mese si confessi e abbia un direttore spirituale
14) Affranti cristianamente tutte le situazioni umane
15) Il servizio. Cosa c'è a monte?
16) Leggere, interiorizzare, divulgare
17) L'annuncio esprimendo il nome di Gesù
18) Camminare insieme a braccetto di Gesù

1) Saper ascoltare con particolare attenzione gli ultimi

Il catechista è una persona che fa una particolare attenzione agli ultimi e gli ultimi non sono solo i poveri di mezzi economici, ma sono soprattutto le persone che hanno sete e fame di Dio.

Ci sono anche quelli che non hanno né fame ne sete di Dio, per questi ultimi la nostra attenzione e la nostra attività potrà essere quella della preghiera, dell'intercessione ecc.

Però voi sapete che neppure Dio scardina la porta del cuore di ciascuno di noi, è vero?

Però Dio abita nel cuore dei battezzati, perché se sono battezzati, tutto il Padre tutto il Figlio tutto lo Spirito Santo abitano lì dentro, quindi io posso pregare Dio che è presente nel cuore di quella persona per dirgli Signore fatti sentire, che questa persona si accorga di te; ecco, la tua attenzione nei confronti degli ultimi può indirizzarsi in quel modo.

Come si fa a essere al servizio degli ultimi? Forse vi state rendendo conto anche voi che una delle necessità più impellenti è quella del saper ascoltare.

È anche un sistema, se vogliamo, psicologico; tu non puoi imbottire il cervello di una persona che è già imbottito di altre cose, giusto?

Lascia prima che quella persona possa tirar fuori tutto ciò che ha dentro di sé, in modo tale che dopo, probabilmente, sarà anche disposta ad accogliere ciò che tu vorrai comunicare.

Lo capisco anch'io che questo è un metodo che funziona, che va bene quando siamo a tu per tu.

Quando abbiamo invece una classe, ciò che ci interessa più di ogni altra cosa è fare in modo che le persone diventino capaci di ascoltare Gesù.

Come si fa a rendere una persona capace di ascoltare Gesù?

Ne abbiamo già parlato la volta precedente, rendendoglielo vivo e presente, quindi usate molto la capacità descrittiva; non potete servire il vostro prossimo con la vostra mentalità, per servire veramente il prossimo dovete essere in grado di mettervi nei panni di….

Questo vuol dire che se avete a che fare dei bambini, dovrete parlare come i bambini, dovrete pensare da che cosa i bambini sono attratti, dall'immagine, quindi dalla descrizione ecc.

2) Soffrire con chi è nel pianto, gioite con chi è nella gioia

Se dovete parlare a degli adulti, c'è un modo diverso di approcciarsi, le esperienze della vita segnano, se dovete parlare a una persona che è nella sofferenza, non potete parlargli subito della gioia, della felicità ecc. dovrete passare attraverso l'esperienza della sofferenza.

San Paolo dice: soffrite, piangete con chi è nel pianto, gioite con chi è nella gioia.

Sono tutte cose che si rifanno al dono della compassione, cioè patire, ossia sopportare vivere sperimentare per partecipazione, la stessa cosa che sta sperimentando l'altro.

Quindi la capacità di ascolto è fondamentale, ma non un ascolto sterile che finisce con il dare ragione all'altro; l'ascolto costruttivo che significa ascolto tutto quello che mi dice, trovo il punto che può essere il punto su cui far leva e poi dopo riprendendo da ciò che questa persona mi ha confidato dirò: si tu hai detto così, così, così però non hai mai pensato che il Signore …… ecc. ecc.?

Soprattutto se avete a che fare con gli adulti ricordatevi che non è importante dare subito un insegnamento è importante pensare che prima che può esserci un'altra prospettiva per vedere le cose.

Si tu hai detto questo, è una cosa interessante ecc. ma non hai mai pensato che potrebbe esserci quest'altro modo di affrontare la situazione?

Ecco, se Dio mi volesse bene non mi avrebbe lasciato questa malattia, non mi avrebbe tolto questa persona cara, qui e la su e giù.

Ma tu non hai mai pensato che tutto sommato questa persona cara adesso è con Lui e che quindi nessun altro te la porterà più via?

Tu sai già che quando morirai la incontrerai di nuovo, ecc. ecc. quindi è importante non sbagliare strada, bisogna ricordarsi degli insegnamenti di Gesù, perché quando noi andremo da Gesù incontreremo di nuovo tutte le persone che sono state care nella nostra vita, che ci hanno preceduti, ecc. ecc.

3) Occasioni di insegnamento

Partite dallo spunto che vi è stato dato e avete l'occasione di dare un insegnamento, perché?

Perché partendo da ciò che essi vi hanno detto, state sicuri che vi ascoltano.

Magari vi controbattono anche, perché in quel momento lì non sono disposti ad accettare quello che voi state dicendo, però state sicuri che ci pensano, è vero?

Forse è successo anche a qualcuno di voi……..però la vostra difficoltà sarà notevole, ve lo dico subito perché su questo punto dovete essere ferrei, non fatevi trascinare da tutte le discussioni di questo mondo.

Siete voi che dovete avere in mente qual è lo scopo che dovete raggiungere; se voi doveste scrivere un tema, un componimento la professoressa vi metterebbe 4, sei andato fuori tema.

Quindi la difficoltà di un coordinatore, di un catechista è quella di tenere le riflessioni sul tema; se si sta parlando dell'Immacolata concezione non si sta parlando dell'angelo custode!

Allora tu non puoi dire no, non ne parliamo perché non c'entra; tu potrai dare una breve risposta, ma ritornare subito al tema di cui si sta trattando, perché non puoi non dire niente, devi dare una breve risposta, dicendo di questo ne parliamo un'altra volta perché oggi dobbiamo parlare di un altro argomento, in modo tale che chiunque abbia fatto una domanda, un interrogativo ecc. abbia un inizio di risposta perché non puoi lasciare all'asciutto una persona che sta morendo di sete, però gli dici anche, va bene, però oggi quello che ti do è questo.

State molto attenti, forse vi è capitato nei vostri incontri di gruppo di preghiera che di colpo una persona si intromette con un discorso che non c'entra niente e di colpo tutta la classe, tutto il gruppo cambia discorso.

È una delle cose più deleterie, chiusa la parentesi, tenete presente che questo è importante che le persone possano esprimersi, ma più importante che il catechista sappia tenere il discorso in tema, anzi se su quello che vi dicono voi intravedete la possibilità di passare in quel discorso per ritornare, voi passerete in quel discorso, ritornerete nel vostro discorso e loro non se ne accorgeranno.

Se proprio non è possibile, allora voi direte: sì ti rispondo brevemente, poi ritorniamo sul tema che oggi ci coinvolge.

State molto attenti, dovete, come dire, sapere quello che volete.

Se uno improvvisa l'incontro di preghiera, l'incontro di catechismo, andrà fuori tema tutte le volte che vuole.

Se invece uno sa lo scopo da raggiungere è difficile che vada fuori tema, vero?

4) Al servizio dei fratelli, dando il messaggio di Gesù

L'impegno del catechista in nome della Chiesa, sanno di essere chiamati per essere inviati al servizio dei fratelli.

Voi non state dando il vostro messaggio, voi state dando il messaggio di Gesù Cristo, per questo tu non sei giustificato nel dire, ah! ma io questa cosa ancora non l'ho capita, allora non la dico; come sarebbe a dire?

Sei tu il padrone del messaggio di Gesù Cristo?

Ah! ma io questa cosa non la credo, non la dico, come sarebbe a dire, sei tu il padrone del messaggio di Gesù Cristo? Facciamo l'esempio più visibile di tutti.

Adesso fa moda dire che l'inferno non esiste o se esiste è vuoto, l'avete sentito dire?

Tu non ti puoi permettere di prendere il Vangelo e dire quello che vuoi tu, perché o sei Dio incarnato, allora puoi fare quello che vuoi, ma se tu non sei Dio e hai ricevuto la sua Bibbia, non l'hai scritta tu, non l'hai ispirata tu, ma l'hai ricevuta come un dono, tu non hai il diritto di dire: secondo me tutta questa realtà non c'è.

Perché sono delle verità bibliche che tu non puoi negare o cancellare.

Secondo me gli angeli non esistono, perché servono così per i bambini.

Gli angeli custodi sai così tanto carini, vestiti di verde, rosa e giallo, quindi fa poesia infantile.

Ma allora cosa trovi scritto nel Vangelo, quando Gesù dice: "nessuno scandalizzi i bambini perché i loro angeli vedono il volto di Dio continuamente"?

Quindi non è più una fantasia inventata poeticamente per accompagnare l'infanzia di tutti noi, è una verità biblica, come fai a dire che non è vera?

5) Non possiamo togliere dalla Bibbia ciò che ci interessa

Allora mi piaceva un insegnamento sentito tanti anni fa che diceva, noi non ci possiamo permettere di togliere dalla Bibbia quello che non ci fa comodo.

Perché possiamo fare benissimo questa esperienza: prendiamo una forbice e in ogni pagina della Bibbia togliamo quello che non ci interessa.

Alla fine non avremo più una Bibbia, ma una fetta di groviera, tutta bucata! (come i testimoni di Geova).

Sì ma quella è tutta un altro discorso che purtroppo sono plagiati, sono indottrinati.

Gli vengono date delle traduzioni che non sono quelle autentiche, gli vengono presentate come autentiche, ci credono e cosa vuoi che ti dica?

Ci credono perché il loro cristianesimo, il loro cattolicesimo era debole sin da prima.

Non è che prima fossero dei buoni cattolici. Ah! ma io dicevo la corona tutti i giorni.

Ma pregavi? Ah! ma io andavo a messa, ma poi la gente criticava, diceva come ero vestita, cosa c'entra questo?

Allora tu andavi per sentire quello, che cosa diceva la gente o per stare col Signore?

Ah! una volta ero un cattolico … Tu non eri un cattolico, neanche una volta, avevi il nome di cattolico, ma praticamente della fede cattolica non conoscevi niente.

Quindi l'impegno del catechista ha attenzione agli ultimi che sono i piccoli, sono quelli che devono crescere e che sono i poveri in spirito, quelli che sentono il loro spirito piccolo, bisognoso di crescere, bisognoso di nutrirsi di Dio, quelli che sono affamati e assetati della giustizia.

6) Con i disadattati, approccio catechistico difficile e differenziato

C'è una domanda: e gli adolescenti disadattati?

Quelli hanno bisogno di una catechesi speciale, diversa, che deve essere fatta in équipe, che deve essere fatta con metodologie e didattiche diverse adatte alla loro capacità di intuire, di elaborare i dati di che vengono loro posti.

Qui si tratta di catechesi speciale, non è proprio catechesi ordinaria.

Quando ero in seminario al Cottolengo, noi facevamo corsi di catechesi speciale e andavamo a fare catechismo agli handicappati mentali.

Il catechismo che si fa a questo tipo di persone è breve, non dura più di 20 minuti, con un solo concetto da esprimere, in modi diversi con giochi, con attività didattiche, con cose visive e per gli handicappati abbastanza seri si concludeva sempre con la merenda, perché doveva esserci sempre il tempo della gratificazione e della festa.

Tutta l'équipe era presente, tutti insieme a fare la loro parte di catechesi, in modo tale che al termine dei 20 minuti si era fatto l'incontro di catechesi.

Però ripeto quella è catechesi speciale, perché la psicologia agisce e funziona in modi diversi.

Se tu mi parli di persone disadattate naturalmente l'approccio alla realtà è diverso e quindi anche l'approccio catechetico è diverso.

A tanti di questi ammalati, i più gravi, che vengono chiamati angeli, forse sapevano solo che in quell'ostia c'è Gesù e nient'altro, però voi dovevate vedere con quale devozione ricevevano, magari un pezzettino grande mezza unghia del mignolo, dell'ostia consacrata, perché avevano la bocca molto piccola.

Quindi attenzione bene la catechesi è adatta alle persone che la possono ricevere.

7) Comprendere il mistero di Dio

Noi stessi del mistero di Dio abbiamo una comprensione adatta alla nostra capacità di comprendere, noi non possiamo dire di aver compreso il mistero di Dio.

Quando saremo morti e saremo di fronte a Dio noi avremo intuito qualche cosa di Dio, ma avremo tutta l'eternità per entrare sempre di più nel mistero di Dio, sempre di più, non ci sarà un tempo in cui noi avremo compreso tutto Dio, perché Dio è eterno cioè esiste da sempre, ed infinito quindi esisterà per sempre.

La nostra comprensione di Dio sarà sperimentare Dio per tutta l'eternità.

Ciò vuol dire che il nostro stare in Paradiso non è come dire una cosa statica come stare in una poltrona a prendere una tazzina di te, è una cosa dinamica, attiva una sperimentazione di Dio, uno splendore di bellezza che cresce continuamente.

Tanto per dirla in parole povere, se tu muori adesso e vai in Paradiso adesso, hai una certa comprensione di Dio.

Fra mille anni la tua comprensione di Dio sarà enormemente più grande, perché ci sono stati questi mille anni in cui la tua comprensione di Dio è continuata a crescere, mi sono spiegato?

Quindi la sperimentazione di Dio e del Paradiso non è semplicemente fare una bella passeggiata, sentire dei bei canti, svolazzare di qua o di là, fare le capriole sulle nuvole.

È soprattutto una comprensione, una gioia, uno splendore, una maestà, una bellezza, una felicità che diciamo 100 quando tu arrivi in Paradiso, e ogni istante che passa aumenta a 110, 150, 500, 1000, 1 milione ecc. ecc. senza mai fermarsi.

Se voi ricordate quando ho fatto il disegno dell'uomo trascendentale, nasce nel tempo ma si sviluppa nell'eternità, vuol dire che la crescita dell'essere umano è continua, è come un imbuto, un punto in cui inizia l'esistenza qui sulla terra poi cresce, cresce, cresce quando passa nell'altra vita continua a crescere ad ampliarsi ad allargarsi fino ad abbracciare tutto il mistero di Dio.

8) Pensiamo a cosa siamo chiamati

Qualcosa di veramente grande, se ci fermiamo a pensare a che cosa siamo chiamati.

Allora voi capite che tutte le nostre tribolazioni, quando vediamo questo, risultano essere veramente insignificanti.

Anche S. Paolo diceva, se ci fermiamo a considerare il momentaneo leggero peso della nostra tribolazione ci rendiamo conto che in confronto a quella gloria smisurata che ci viene proposta, esso è nulla.

Beh è vero! Che cos'è la nostra vita umana nei confronti dell'eternità?

Il salmo dice "la vita dell'uomo è 70 anni, 80 per i più robusti e quasi tutti sono fatica e dolore, ma noi aggiungiamo, e che cos'è tutto questo nei confronti della quantità smisurata di gloria che verrà trasfusa nei nostri cuori nell'altra vita?

Tu vivi 80 anni qui su questa terra e dopo quando tu sarai da 3 milioni di anni in Paradiso cosa sono quei miseri microscopici 80 anni vissuti sulla terra, dopo che sei già stato 3 milioni di anni in Paradiso e sai che quello non è che l'inizio?

Perché tutta la gioia la felicità, la grandezza, lo splendore, la realizzazione ecc. che tu vivi in Paradiso, sono eterni cioè per sempre, non finiscono mai!

9) La fede

Quando uno è nella sofferenza però, in prospettiva dell'eternità, cioè coltivando la fede, non il sentimento della fede.

Io so che però questi mie occhi vedranno il Signore, come diceva Giobbe.

Tutto piagato, tutto rovinato, tutta la sua vita distrutta ecc. ecc. nonostante questo, io so che questo mio corpo, proprio questo incontrerà il suo Salvatore.

Quindi la fede non è semplicemente la gratificazione della fede, la fede è la decisione di accettare quello che Dio ci ha detto, anche se non lo capisco.

Se io adesso ti dico l'eternità, ma tu hai capito che cos'è l'eternità?

Possiamo dire che l'abbiamo intuita l'eternità, ma capita ce ne passa!

Come funziona il tempo nell'eternità? Come funzioniamo noi nell'eternità?

Com'è lo spazio nell'eternità? Cos'è una cosa infinita?

Noi stessi non abbiamo il concetto di infinito nella nostra mente, perché è impossibile che una cosa che non finisce mai sia contenuta in una realtà che finisce.

Il nostro cervello finisce, l'infinito non finisce.

Ma la cosa assurda è che l'eternità, l'infinito, l'onnipotenza però abitano nel finito, che noi siamo battezzati, quindi Dio abita veramente dentro di noi; fai la comunione e Dio veramente abita realmente dentro di te: l'eternità nel tempo! C'è da far girare la testa.

10) Accogliere la verità e aspettarla

Ora voi capite che tutto quello che vi sto comunicando, lo sto comunicando perché in qualche modo voi siete chiamati nella Chiesa, e dalla Chiesa a un ministero. Cosa significa questo?

Che siamo chiamati in primo luogo ad accogliere, ad accettare, ad amministrare questa verità, che poi dev'essere spezzettata nella capacità di accogliere del nostro prossimo, come si diceva prima, la catechesi speciale.

I concetti che noi possiamo possedere, devono essere sempre più interiorizzati, sempre più meditati, devono diventare parte nostra.

Ma poi noi dobbiamo comunicarli alle altre persone.

Ad esempio, il bambino neonato è essere un umano a tutti gli effetti?

Ma qual è quella persona malata di mente che gli dà da mangiare una bistecca? Nessuno!

Si da il cibo adatto alla propria età: prima sarà il latte, poi si passerà allo svezzamento ecc. ecc.

Così pure S. Paolo lo dice: "prima siamo nutriti dal puro latte spirituale, per poi passare alle cose solide.

Allora il nostro cammino cristiano non è un cammino che si può basare semplicemente su quello che sappiamo.

11) Che la nostra comprensione sia sempre maggiore

Così, quello che noi sappiamo deve essere continuamente posto al vaglio perché la comprensione sia sempre maggiore.

Ditemi una verità di fede qualunque che vi viene in mente: la verginità di Maria, la risurrezione e altri ancora.

Voi potete dire che dopo tutti questi mesi e tutti questi incontri voi avete la medesima comprensione che avevate prima di tutte queste realtà? No. Siete cresciuti? Si.

Quindi vedete, il nostro cammino spirituale non può basarsi su quello che già sappiamo, è un cammino spirituale che deve continuamente crescere.

La presenza dell'Eucaristia! Un bambino cosa deve sapere quando deve fare la prima comunione?

Che nell'ostia c'è realmente il corpo di Cristo. E un bambino lo sa?

Perché glielo abbiamo detto. Come lo sa?

Lo sa nello stesso modo che lo sapete voi? No.

Ogni volte che fate la comunione voi capite della comunione la medesima cosa o qualche cosa di più. Sempre di più.

Capite che è una continua crescita. Potremo dire che noi abbiamo capito tutta l'Eucarestia? No.

12) Il Catechista accompagnerà le persone dategli

Infatti, tra le caratteristiche necessarie perché uno sia un buon catechista, poiché è chiamato in nome di Dio, deve essere una persona che vive nella preghiera, nei sacramenti e nel credo.

Io non sto parlando della messa domenicale, perché è evidente che il catechista è una persona che partecipa la messa domenicale, cioè su questo proprio non ci piove.

Anzi il vero catechista che cosa fa? Allora ragazzi ci troviamo domenica davanti alla chiesa, così andiamo dentro tutti insieme, ci mettiamo nei banchi vicini; perché il catechista è catechista anche fuori della propria classe.

Anzi è una parte fondamentale del proprio essere catechista è quello, di accompagnare le persone che gli sono state affidate, a una esperienza, una consapevolezza di Gesù.

In chiesa vado con i miei bambini, ma voglio stare con l'amica! No.

Tu stai con i bambini e quindi vai un quarto d'ora prima, dai l'appuntamento ai genitori se necessario.

Il catechista sta vicino ai bambini, fa vedere come ci si comporta durante la celebrazione Eucaristica, quando si sta in piedi, quando si sta seduti, quando ci si alza, quando ci si inginocchia e ci si inginocchia a meno che non ci sono problemi di salute, quando si fa il segno di croce, quando si usa l'acqua benedetta, quando non si usa e sa stare lì.

Quello è il catechista. Ma io non parlo solo della messa domenicale, io parlo anche durante la settimana!

13) Che una volta al mese si confessi e abbia un direttore spirituale …

Chi ha la possibilità non dimentichi, che ha una responsabilità spirituale nei confronti di se stesso e nei confronti degli altri.

Parlo della confessione. Sicuramente il catechista almeno una volta al mese si confessa, guai se non è così.

Il catechista dovrebbe avere una direzione spirituale, un sacerdote da cui si reca per controllare se la propria fede, la propria speranza, la propria carità vanno bene; come sto vivendo la mia fede, la mia speranza ecc. la mia carità concreta come la sto vivendo?

In famiglia fuori della famiglia ecc. ecc., la direzione spirituale è importante; durante la direzione spirituale ci si può anche confessare, ma la direzione spirituale serve proprio perché uno sia sempre un migliore cristiano.

Ci sono altri sacramenti, l'unzione degli infermi per gli ammalati: se sei ammalato perché non devi ricevere l'unzione degli infermi?

Tu sei catechista, quindi sicuramente sai molto bene che l'unzione degli infermi non è l'estrema unzione.

L'estrema unzione data a un morto ha lo stesso effetto che di quando tu la dai a un banco della chiesa! Giusto?

14) Affranti cristianamente tutte le situazioni umane

Deve affrontare in modo cristiano tutte le situazioni umane.

Altra caratteristica, il catechista è una persona che affronta in modo cristiano tutte le situazioni.

Fatemi un es. di una situazione concreta: una giornata di lavoro, come si può vivere cristianamente una giornata di lavoro?

Non arrabbiandosi mai, essendo serafici, pacifici, pazienti, così?

Ma non come quello scrittore inglese che diceva: io resisto a tutto meno che alle tentazioni!

Tentazione è anche di rispondere male a quella persona che ti ha trattato male.

Quindi cristianamente cosa vuol dire? Non da scemi, ma come dire, con una rettitudine morale di intenti. Mi sono spiegato?

15) Il servizio. Cosa c'è a monte?

Cosa vuol dire mettersi a servizio? Abbiamo parlato la volta scorsa del servizio, cosa vuol dire la parola servizio?

Servire. Da dove viene servire? Servo. Cosa vuol dire servo?

Il servizio è una cosa che… serve! Cioè una cosa utile, fondamentale, importante.

Allora il servizio è qualche cosa di utile; tu non fai le cose che non sono utili.

Se tu sei chiamato al servizio della parola, allora tu farai il servizio della parola.

Che cosa c'è a monte del servizio della parola?

Esempio, se tu devi fare una torta e ti pregusti la torta, hai presente tutto ciò che ci sta dietro a quella torta?

Se l'hai fatta sì, se la gusti, un po' di meno.

Tutto quello che si vede è molto di meno di quello che c'è sotto.

Tu ti gusti la torta, buona, tutto quello che vuoi, ma che cosa c'è stato prima di arrivare a quello?

C'è stato qualcuno che ha creato il mondo, che ha creato l'acqua, che ha creato le piante, le piante sono state conosciute, sono state selezionate, c'erano i cereali, si è trovato la farina, qualcuno ha seminato quel grano, qualcuno l'ha raccolto, qualcuno l'ha macinato, qualcuno l'ha impacchettato, qualcuno l'ha trasportato, qualcuno l'ha portato su quel ripiano del supermercato e tu l'hai trovato!

Si sono scavalcati millenni, prima di arrivare a quella torta lì.

Poi dopo l'uovo, stessa cosa, la farina il lievito tutto quanto, poi, insomma mica si cuoce da sola, ci sarà stato qualcuno che ha scoperto il fuoco?

Il gas, l'elettricità, ecco, tutto questo.

Poi tu sei andato presto al mattino a fare la tua spesa, quindi ti sei dato da fare ecc. ecc. e poi dopo sei arrivato a casa, hai impastato, infornato, cotto, hai aspettato che si raffreddasse, preparato la confezione, trasportata, tagliata, finalmente mangiata!

16) Leggere, interiorizzare, divulgare

Quindi nel servizio, ciò che si vede è molto meno di ciò che si fa.

Io non posso fare catechismo, leggendo quello che c'è scritto nel testo, che questo sarebbe proprio la negazione del catechismo.

Io devo prima accogliere quello che c'è scritto, interiorizzarlo, verificare se tutto quello che ho interiorizzato e ho capito corrisponde a quello che c'è scritto nel Vangelo e a quello che insegna il magistero della Chiesa, dopo di che posso divulgare.

Quindi l'azione del catechismo, divulgare, prima prevede la mia lettura e informazione, interiorizzazione, verifica, comunicazione.

Quindi vedete che è molto di più ciò che sta a monte di ciò che sta a valle.

Disponibilità nell'annuncio del Vangelo esplicito, che significa non avere paura di pronunciare il nome di Gesù.

L'annuncio esplicito non è la catechesi esplicita, qui c'è scritto l'annuncio.

17) L'annuncio esprimendo il nome di Gesù

Il catechista è uno che è capace di fare l'annuncio, fa anche la spiegazione di quell'annuncio, ma in qualunque situazione è capace di dare l'annuncio, come?

Non vergognandosi di esprimere esplicitamente il nome di Gesù.

Tu dici di fare così e così, io non lo faccio perché Gesù mi ha insegnato a fare diversamente. Basta così. Quello è l'annuncio.

La catechesi invece è la spiegazione di quell'annuncio.

Gesù ci ha detto questo, questo e quest'altro, quindi io faccio così per questa e quest'altra ragione. Questa è già una spiegazione.

Negli ambienti di lavoro non è facile esprimere l'annuncio esplicito, però non è neanche impossibile, troverai tante persone che saranno contro di te, però troverai anche tante persone che ti stimeranno.

Troverai i veri amici, quelli che ti accettano, per quello che tu sei. Mi sono spiegato?

Se avranno un problema serio, facilmente verranno da te a chiedere qualcosa.

Non è detto che cambino vita, ma tu non hai detto che volevi cambiare loro la vita, tu hai solo dato l'annuncio, tu sei seminatore, poi l'annuncio crescerà a suo tempo, quando il Signore sa e come il Signore sa che questo avverrà.

18) Camminare insieme a braccetto di Gesù

Camminare insieme nell'esperienza cristiana.

Il catechista è una persona che sa camminare insieme nell'esperienza cristiana, cosa vuol dire? Carisma dell'unità.

L'unità non è un gruppo insieme riunito che si vogliono tutti bene, l'unità si costruisce nella convergenza, tutti verso Gesù.

Ci si trova uniti non se ci diamo delle regole per stare uniti, ci si trova uniti se tutti siamo uniti con Gesù Cristo.

Quindi camminare insieme nell'esperienza cristiana significa camminare insieme a braccetto di Gesù.

Noi staremo insieme nella misura in cui Gesù sarà una sola cosa con noi.

Nelle nostre parrocchie ci sarà l'unità, la stima reciproca ecc. ecc. nella misura in cui noi saremo in grado di avere sempre Gesù al centro.

Nelle confessioni cristiane ci sarà vera unità fra tutte le chiese, non quando noi avremmo risolto tutti i problemi teologici, ma quando avremo unito la nostra vita alla vita di Gesù Cristo, da questo scaturisce l'altra unità.

Quindi teniamo presente, nel gruppo dei catechisti, l'unità avviene nella misura in cui c'è questo desiderio di stare uniti a Gesù Cristo.

Non stiamo uniti tra di noi se facciamo una tavola rotonda e parliamo tra di noi e allora noi dobbiamo andare d'accordo, dobbiamo essere uniti tra di noi, dobbiamo essere forti; qualunque persona potrebbe alzarsi e dire, perché?

E allora devi trovare una motivazione sufficientemente forte per rispondere a questo perché.

Perché dobbiamo stare uniti? Perché dobbiamo essere forti?

Perché questa ragione perché quest'altra?

Allora il re Artù diceva, l'onestà, la cavalleria, gli ideali dei cavalieri della Tavola rotonda, ma tali cavalieri non esistono più, si vede che non erano abbastanza forti!

La Chiesa esiste ancora. Allora vuol dire che ciò che tiene uniti non sono gli ideali umani, ma è la presenza di Dio.

Se al centro del tavolo io ci metto il Santissimo, allora vuol dire che io prima di vedere l'altra persona, vedo Gesù, dietro vedo l'altra persona; così con ciascuno.

Allora la mia unità viene costruita solo se al centro di tutto c'è la presenza viva di Gesù.

L'unità della famiglia, se Gesù è al centro della famiglia; l'unità delle famiglie, fratelli, sorelle, zie, cugini, cognati, ecc. se al centro della tua vita c'è Gesù.

L'unità della tua parrocchia se in tutti i gruppi della parrocchia c'è Gesù.

L'unità del tuo gruppo di catechismo, se tu hai reso presente Gesù all'interno dell'incontro di catechesi; e così di seguito, quindi tenete presente gli obiettivi, poi avete la fantasia necessaria e sufficiente per concretizzare questi obiettivi.