I carismi e l'istituzione

15-10-2005

Don Mauro Agreste

Indice

1) L'ottica laicista è la cultura laica
2) La rivista "Il timone"
3) La tattica di chi parla in TV è la captatio benevolentiae
4) Le emozioni
5) Ciò che spingeva i martiri a cantare prima di essere divorati dai leoni
6) Ciò che si oppone a una visione ordinata del valore della famiglia
7) La mentalità del cristianesimo è quella del lievito
8) Le realtà che ci costituiscono hanno una loro necessità di esprimersi
9) Non contrapporre mai istituzione e carisma
10) A Dio piacciono le cose ordinate
11) San Jose Maria Escrivà de Balaguer
12) Le opere artistiche del XX secolo testimoniano la totale assenza di spiritualità

1) L'ottica laicista è la cultura laica

Cosa ne sanno i giornalisti di ciò che è il mistero della Chiesa?

Niente, perché loro hanno un'ottica diversa magari laicista, quindi contraria all'esperienza di Chiesa.

Dunque sui problemi che ci riguardano: sono problemi di morale, sono problemi di dottrina, sono problemi di interpretazione del mondo, ecc. ecc., non insegnano ciò che insegna la Chiesa, ma ciò che insegna è la cultura laica, questa dice di voler essere neutrale, ma in realtà non è affatto neutrale e la stragrande maggioranza delle persone sapete come ragiona?

Ragiona come Maurizio Costanzo.

Perché ascoltano tutti ciò che lui dice, dato che viene presentato come ipse dixit, con una patina di autorevolezza.

I cristiani sprovveduti che sono generalmente quelli che non sanno né di me né di te, che magari ogni tanto vanno in Chiesa, credono tutto e pensano che tutto sia possibile.

Poi quando ci sono i cristiani che si definiscono cattolici adulti e che assumono nella società dei ruoli di spicco, perché sono parlamentari o ministri e si fanno bandiera dicendo che sono cattolici adulti, in realtà sono solo dei ribelli adulti, perché insegnano il contrario di quello che insegna il magistero e la morale della Chiesa, allora è chiaro che la gente rimane disorientata.

2) La rivista "Il timone"

Nella rivista "Il timone", tanto per chiarire, perché voi come catechisti possiate avere anche una visione diversa ci sono persone come scienziati, studiosi, professori di università ecc. che in altri luoghi non hanno risonanza, perché ciò che loro dicono non fa comodo all'audience, non fa comodo alla tiratura dei giornali, perché non sono allineati, non fanno parte del coro che deve cantare contro la Chiesa, allora ovviamente non hanno risonanza.

Ma ci sono nomi come Vittorio Messori, Clodovici ecc. che sono personaggi di spicco e di alto taglio culturale, che però si esprimono in un linguaggio comprensibile a tutti e affrontano temi che possono essere importanti, per noi e anche per voi perché ad un certo momento incontrate una persona che vi dice una cosa sbagliata e voi potete dire: ma guarda veramente è così, così e così, perché avete avuto in una sintesi tutta una trattazione di temi molto complessi.

Per es. il primato di Pietro da dove viene?

Oppure la bioetica, la clonazione, la fedeltà, la coppia ecc. ecc..

Dunque ci sono temi molto importanti, vi sarà molto utile, è un mensile che costa 30 euro all'anno; collegata a questa pubblicazione c'è una rivista per ragazzini, penso dai 6 anni in su che si chiama net-magazine che è un giornalino in forma di fumetto, dove vengono presentate le verità di fede.

Avete la classe di catechismo, ecco dite alle mamme di comperare questo magazine per i bambini, perché è un insegnamento continuo.

Dunque usiamo anche i mezzi che la Chiesa mette a nostra disposizione per nutrire per sostenere l'intelligenza della fede.

L'intelligenza, non la fede, perché la fede si sostiene con la preghiera, con i sacramenti, con l'adorazione, con la confessione, con la comunione ecc., ma l'intelligenza della fede si nutre delle cose che facciamo.

Essere qui al sabato mattino per approfondire i temi, significa nutrire l'intelligenza della fede, perché la fede non è mica una cosa astrusa, che dobbiamo solo accettare senza capire nulla?

3) La tattica di chi parla in TV è la captatio benevolentiae

Domanda: commentando la TV dal punto di vista cristiano, possiamo sembrare privi di emozioni, senza cuore e metterci su di un piedistallo giudicando tutto e tutti.

Ma la tattica di chi parla in TV è proprio quella di convincere tutti che la stanno pensando come lui; si chiama captatio benevolentiae: vuol dire attiri le persone e le convinci che loro stanno pensando come te, perché tu dici che loro hanno ragione.

In realtà li stai circuendo per trascinarli sul tuo campo di battaglia e auto convincerli che lui la pensa come me e tutto quello che dice lui è quello che penso io.

È una tattica psicologica che sbaraglia ogni difesa inconscia e ogni presa di distanza da tutto ciò che non fa parte del nostro bagaglio culturale.

Problema: c'è un bagaglio culturale cristiano?

Non sto parlando di noi, sto parlando in generale; la gente di cosa si nutre?

Di telenovela, di partite di pallone, di isole di famosi e altre scemenze di questo genere.

La gente ha il cervello imbottito di quelle cose lì, come volete che capisca quando voi gli parlate dell'amore di Gesù Cristo, se non hanno fatto esperienza dell'amore di Gesù Cristo?

4) Le emozioni

Quanto alle emozioni, tutti le hanno, però bisogna vedere se ci facciamo dominare dalle emozioni o se siamo noi che le dominiamo.

Nessuno di noi è senza un capo, però ognuno decide a chi sottomettersi.

Se decido di sottomettermi alle emozioni, allora la mia vita sarà solo emotiva.

Decido di sottomettermi all'intelligenza della fede, allora tutto quello che io vedo lo interpreto secondo ciò che Dio mi ha insegnato.

Se non faccio così devo capire allora chi è o che cosa mi domina?

Anche le emozioni sono dominate dall'intelligenza della fede.

Durante un funerale una persona sarà triste, ma non sarà disperata.

Una persona che si farà dominare dai sentimenti, sarà disperata e vivrà andando tutti i giorni al cimitero.

La fede ci dice: le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà, ecc. da Sap 3,1; allora mi domando: io credo a quello che ha detto Gesù Cristo e accetto la rivelazione oppure mi lascio continuamente dominare dall'emozione?

Il sentimentalismo mi porta alla teatralità, la fede mi porta alla dignità, che non è distacco.

La persona può essere dignitosamente nel dolore, ma mai nella disperazione, perché la fede non ti porta alla disperazione, ti porta alla sopportazione con occhio sereno delle traversie della vita.

La fede naturalmente ti dà anche gioia, la fede ti dà anche la potenza nel martirio.

5) Ciò che spingeva i martiri a cantare prima di essere divorati dai leoni

Cos'è che spingeva i martiri a cantare prima di essere divorati dai leoni?

O a cantare il magnificat mentre venivano colpiti con un colpo di zappa in Rhuanda?

Qualcuno dice che erano ripiene di Spirito Santo in quel momento.

Ma è chiaro! Se oggi noi fossimo perseguitati e ci trovassimo nelle condizioni dei martiri, avremmo una potenza di Spirito Santo che ci permetterebbe di farlo, perché Dio dona a tutti la grazia necessaria e sufficiente per affrontare lo stato di vita che devono affrontare.

Certo che se tu non vivi unito a Gesù Cristo, neanche potrai ricevere la grazia dello Spirito Santo.

Come pure per voi sposati, non avete centinaia di occasioni per tradire il vostro partner?

Che cos'è che vi dona la fedeltà?

La presenza di Gesù Cristo, che con la sua grazia vi permette di essere fedeli gli uni agli altri.

6) Ciò che si oppone a una visione ordinata del valore della famiglia

Dunque vedete, è solo una mentalità laica e laicista che si oppone a una visione ordinata del valore della famiglia, del matrimonio come comunità stabile tra un uomo e una donna, ma voi sapete che i valori laicisti si presentano in un certo modo di emancipazione della persona umana dalle regole restrittive della Chiesa, perché hanno altri fini e i fini della mentalità laicista liberista sono quelli del profitto.

È evidente che se non vi è ordine morale vi è possibilità di produrre e di consumare di più e quindi chi ne fa le spese è sempre l'individuo che si lascia menare per il naso da queste ideologie che sono contrarie alla persona umana e sono strumentalizzate.

Queste persone non se ne rendono nemmeno conto, perché viene ripetuto loro centinaia di volte che quella è la vera libertà; viene presentata l'autonomia totale, la ribellione, come libertà.

Ma se fosse libertà, sarebbe anche esperienza di pace e di gioia; ora poiché chi vive in questa situazione di ribellione, di combattimento raramente si può dire che si trova nella gioia, allora possiamo dire che quella non è l'esperienza della vera libertà, è una esperienza di prigionia camuffata di libertà.

7) La mentalità del cristianesimo è quella del lievito

Altra domanda: alla mentalità del mondo, c'è una via di mezzo?

Non ci sono passaggi intermedi, perché la mentalità del mondo è la mentalità della pasta, acqua e farina; la mentalità del cristianesimo è quella del lievito.

Tu ti metti nel mondo non per diventare acqua e farina, ma per restare lievito, cioè per trasformare l'acqua e farina; allora è chiaro che nessun cristiano sarà lievito se non alimenta e non sostiene continuamente la sua adesione personale trasformante con Gesù Cristo.

La dimensione fondamentale, essenziale della vita del cristiano è questa intimità con Gesù Cristo, che si realizza nella potenza dello Spirito Santo.

È impossibile entrare nell'intimità di Gesù Cristo senza lo Spirito Santo e sapendolo, uno si rende più disponibile all'azione dello Spirito Santo.

Allora il compito di essere nel mondo senza essere del mondo è il compito del lievito, è il compito del sale, è il compito della lampada che viene messa sul lucerniere non sotto il moggio, è il compito di quella città costruita sopra il monte non sotto il monte, perché il compito del cristiano è quello di trasformarsi in Cristo per trasformare in Cristo.

Allora più uno è convinto della propria vocazione cristiana e più autenticamente sarà efficace, ma se uno manca di questa convinzione anche gli effetti nella propria vita e nella società che è in primo luogo la Chiesa e in secondo luogo è il posto dove tu abiti, le relazioni che tu hai, anche queste diventano sterili, se non c'è questa adesione interiore a Gesù Cristo.

8) Le realtà che ci costituiscono hanno una loro necessità di esprimersi

La volta scorsa abbiamo parlato dei carismi in generale, perché?

Perché abbiamo ricordato come la Chiesa, secondo la Lumen gentium è nello stesso tempo istituzionale e carismatica, ossia gerarchica e carismatica.

È evidente, noi non siamo come gli angeli fatti di puro Spirito, noi siamo spirito, mente e corpo; questo vuol dire che ciascuna delle realtà che ci costituiscono, ha una sua necessità propria di esprimersi.

Mentre il nostro Spirito si può esprimere in maniera quasi immediata con Dio, perché siamo in contatto interiore con Lui, la nostra mente per esprimere il contatto con Dio per es. ha bisogno della lingua, il linguaggio, quindi abbiamo bisogno di conformare la nostra mente allo Spirito di Dio.

Quindi è importante per es. quello che facciamo il sabato mattina, perché è formazione della nostra mente, conformare la nostra mente ai pensieri che sono di Cristo Gesù.

Poi c'è anche il corpo che fa parte della nostra persona umana, dunque anche il corpo ha bisogno di esprimere se stesso per testimoniare la propria adesione a Gesù Cristo.

Però il nostro corpo ha dei pregi, ma anche dei limiti, per questo motivo per servire il corpo noi abbiamo bisogno anche di strutture materiali.

Voi immaginate una scuola senza aule, senza banchi, senza possibilità di scrivere, di prendere appunti? No!

Perché la nostra mente per ricevere l'insegnamento passa attraverso il corpo, con l'udito, la vista.

Ora se noi dicessimo che non c'è bisogno di tutto vuol dire che smentiremmo la realtà della persona umana.

La Chiesa è costituita anche di mezzi materiali con il fine di servire Dio nell'uomo, quindi tutto l'uomo, il corpo, la mente e lo Spirito; se noi fossimo puro spirito come gli angeli, basterebbe che Dio pensasse qualche cosa da dire a te che tu l'avresti già recepito e fatta, perché gli spiriti personali, come possono essere gli angeli, hanno una comunione con Dio che è di questo genere.

La nostra comunione con Dio invece passa attraverso il nostro corpo, la nostra mente e giunge al nostro Spirito.

9) Non contrapporre mai istituzione e carisma

Per questo è necessario e importante non contrapporre mai istituzione a carisma, perché le due cose devono sempre andare insieme, tenendo conto per di più che in questa dicotomia o meglio queste due colonne che sorreggono l'architrave, una è il carisma l'altra è l'istituzione, perché il carisma senza istituzione a Dio non piace, perché a Dio piace l'ordine. Dio ha mandato suo figlio ed è suo figlio che parla dicendo le cose di Dio, però è lo Spirito Santo che le rende vive.

Allora lo Spirito Santo rende vivo tutto ciò che Gesù Cristo ha insegnato e Gesù Cristo ha insegnato tutto ciò che Dio gli ha detto di insegnare.

Quindi il Padre non fa quello che deve fare il Figlio, né il Figlio prende il posto del Padre e neanche lo Spirito Santo prende il posto né del Padre né del Figlio.

10) A Dio piacciono le cose ordinate

Da questa semplice divagazione molto breve noi intuiamo subito che a Dio piacciono le cose ordinate e la Chiesa è il corpo di Cristo; ora non ho mai visto un corpo in cui un braccio parte dall'orecchio.

Forse lo vediamo nelle pitture assurde e astruse di certi pittori del '900, che vogliono esprimere il disagio e l'incongruenza dell'umanità specie quando è lontana da Dio.

Per es. i dipinti di Picasso, prima della rivoluzione spagnola seguono un certo tipo di estetica, che è abbastanza comprensibile, ma non dopo la rivoluzione spagnola che è stata qualche cosa di terrificante.

11) San Jose Maria Escrivà de Balaguer

Vi inviterei a leggere la biografia di san Josemaria Escrivà de Balaguer scritta da Andrea Tornielli e vi renderete vagamente conto di cosa non sarà stata questa rivoluzione.

Ci fu un acredine tale contro tutto ciò che era cristiano da produrre migliaia di vittime, distruzione di chiese, uccisione di vescovi, di sacerdoti, di religiosi e alcuni fratelli delle scuole cristiane furono vittime di quel periodo, semplicemente perché erano cristiani.

Dunque dicevamo che a Dio piace l'ordine e le opere pittoriche dopo questa esperienza sconvolgente esprimono una umanità che non è più umanità è bestialità.

È evidente dunque che ciò che viene rappresentato è privo di ordine, perché essendo privo di Spirito, l'uomo non rimane più uomo diventa bestia; e lo si può cogliere anche se non esplicitamente espresse in queste opere, cogliendo dall'ambiente e dall'esperienza dell'autore che sicuramente e rimasto sconvolto da quanto ha vissuto, magari non dirà mai tutto questo è stato frutto di una perdita totale del senso di Dio, però i frutti sono visibili, voi li potete leggere da tutto ciò che emerge da un animo travagliato, sconvolto nello scorgere l'uomo non più come uomo, ma come bestia.

12) Le opere artistiche del XX secolo testimoniano la totale assenza di spiritualità

In realtà le opere artistiche che ci provengono dal XX secolo testimoniano in tutti i modi la totale assenza di una spiritualità profonda: il mondo disgregato, il mondo che va in pezzi, una realtà che non si riesce a collocare, non c'è più un ordine, non c'è più una struttura, insomma l'arte degli artisti di questo secolo esprime il travaglio dell'uomo.

Ora, se nell'uomo trovasse una spiritualità autentica, l'arte non si esprimerebbe in questo modo, sarebbe diversa.

Gli artisti cristiani ci sono ancora adesso, ma voi sapete che i mezzi di comunicazione di massa non pubblicizzano mai le loro opere, perché non sono popolari e soprattutto non ricadono sotto quell'ottica di visione della società che ha messo da parte Dio.

Mi pare che la nostra ora a disposizione sia terminata, sia lodato Gesù Cristo.