Domande sui carismi

18-2-2006

Don Mauro Agreste

Indice

1) Effusione dello spirito: dono che proviene da Dio
2) La fede viene dalla predicazione
3) Desiderio spirituale: è quel desiderio che ti fa desiderare lui
4) Effusione spontanea
5) Quando la persona è consapevole dell'esistenza dello spirito santo, decide di lasciarsi inabitare
6) Perfetto è il desiderio di Dio, imperfetto è il desiderio della pace che viene da Dio
7) Fede, speranza e carità in che modo ci rendono simili a Dio?
8) Enzo domanda: come si fa a stare in comunione con Dio a livello personale, poi a livello di comunità?
9) Sto vivendo da figlio o semplicemente da suddito?
10) Il dono che io ricevo come faccio a donarlo?
11) Unire l'apostolato alla contemplazione, allora uno diventa lievito nella propria comunità
12) Quello che Dio mette nel tuo cuore è perché gli altri possano gioire e beneficiare
13) Il tuo desiderio di carismi è fondato sul desiderio di amare di più o di avere un potere da gestire in proprio?
14) I vassalli non erano mica contenti di riconsegnare all'imperatore la città o lo stato su cui avevano autorità
15) La corruzione dell'alto clero e la santità del basso clero
16) Per motivi economici si preferì staccarsi da Roma. Come mai in Francia non successe la stessa cosa?
17) Il concilio vaticano I ha abolito tutti i privilegi che esistevano
18) Ci sono persone che strumentalizzano i carismi per avere una forma di prestigio, di autorità nei confronti degli altri
19) In che modo possiamo entrare in questa dimensione e percepire qual è il nostro carisma?
20) Una persona che riceve il carisma di preghiera, riceve quindi il carisma dell'adorazione
21) L'esperienza cristiana è un' esperienza di religione e non di fede?
22) Può un cristiano essere colonialista?
23) Aprite gli occhi per vedere che cosa è stato e perché ci troviamo in questa situazione

1) Effusione dello Spirito: dono che proviene da Dio

Mi hai chiesto se ricevere il dono dello Spirito nell'effusione, e l'effusione non è l'unica esperienza che viene proposta nei gruppi carismatici, l'effusione dello Spirito Santo è della Chiesa, che è venuta a essere riscoperta nei gruppi carismatici, quindi un'esperienza ecclesiale, questo deve essere ben chiaro.

Allora il dono dell'effusione dello Spirito è un dono che proviene da Dio, ma come ogni dono che proviene da Dio desidera che ci sia un'accoglienza.

Il criterio evangelico è quello che troviamo nel Vangelo di Giovanni quando dice: "Io sto alla porta e busso" ;la medesima frase viene riportata anche nell'Apocalisse di S. Giovanni nel cap. 3, 20: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, e ceneremo insieme, dove questo cenare insieme rappresenta evidentemente l'esperienza dello Spirito Santo, il quale conduce alla comunione, quindi la parola insieme evidentemente manifesta l'azione dello Spirito Santo.

Ora è evidente che per ricevere il dono dello Spirito, prima di tutto bisogna desiderarlo.

2) La fede viene dalla predicazione

Ma non si può desiderare ciò che non si conosce, perché la fede viene dalla predicazione, come ci dice la lettera ai Romani cap. 10; questo significa che la trasmissione di un'esperienza risulta essere un momento formativo importante, perché accende nei cuori il desiderio di vivere tale esperienza.

Naturalmente la testimonianza potrebbe anche essere maldestra, cioè una testimonianza carnale; intendo dire non spirituale, non intendo dire sessuale, intendo dire materiale, cioè psicologica, emozionale: un desiderio dell'effusione dello Spirito con degli scopi che sono di curiosità emozionale, provi questo, ti succede quell'altro ecc.

È evidente che nell'esperienza dell'effusione dello Spirito c'è anche l'esperienza emotiva e può anche succedere che inizialmente il cammino della persona sia fortemente condizionato dalla gola, quindi vuol dire dal desiderio emotivo di provare pace, di provare gioia, di provare questo senso di gratificazione, può succedere che inizialmente ci sia questo.

3) Desiderio spirituale: è quel desiderio che ti fa desiderare lui

Naturalmente il desiderio migliore è il desiderio spirituale, cioè quel desiderio che ti fa desiderare Lui, più di ogni altra cosa.

Insieme con Lui riceveremo ogni altra cosa, come è nel criterio evangelico: querite primum regnum dei et omnia adicetur vobis, cercate prima le cose di Dio e ogni altra cosa vi sarà data in sopraggiunta, perché adicetur vuol dire aggiunto, una cosa abbondante, strabocchevole.

Certo che il desiderio migliore è il desiderio di essere una cosa sola con il Signore, quello è il desiderio spirituale.

Ora la catechesi maldestra è la catechesi che fa riferimento solo agli effetti e non ai motivi.

Tuttavia noi sappiamo molto bene che lo Spirito Santo agisce anche in un modo che è sopra la comunicazione verbale tra fedeli, che avendo fatto l'esperienza della potenza dello Spirito, desiderano che essa sia condivisa da un maggior numero di persone.

Certo che lo Spirito Santo agisce anche al di fuori e al di sopra prima di tutto questo e accade che lo Spirito Santo con la sua potenza ineffabile, attragga il cuore delle persone ad un intimità tale con il Signore per cui l'effusione dello Spirito avviene naturalmente, automaticamente.

4) Effusione spontanea

In quel caso nei gruppi carismatici viene chiamata effusione spontanea, tale effusione spontanea è un dono dello Spirito, non un qualche cosa che ti rende migliore degli altri.

È lo Spirito che ti ha attratto all'intimità con il Signore e per cui avendo tu "aperto la porta" Gesù e il Padre sono venuti per cenare insieme, cioè nella potenza dello Spirito Santo e la creatura fa l'esperienza dell'effusione, tant'è vero che ogni sacramento a cui partecipiamo ci concede l'effusione dello Spirito, anche se non proviamo nulla, eppure l'effusione dello Spirito è una realtà.

Tuttavia qualche cosa di tanto in tanto si ha la percezione, che non si può dire che sia una percezione psicologica, è una percezione spirituale, una pace profonda.

Per es. quante persone mi hanno detto: dopo una buona confessione uno prova una grande pace, una grande serenità, una grande tranquillità.

Questo non è un frutto della presenza e dell'azione dello Spirito Santo? Certo che lo è.

Quindi vedete lo Spirito Santo agisce per vie che noi non conosciamo e non sempre per vie psicologiche, ossia vie attraverso cui noi ci rendiamo conto emozionalmente, fisicamente di questa realtà.

5) Quando la persona è consapevole dell'esistenza dello spirito santo, decide di lasciarsi inabitare

Naturalmente quando la persona è consapevole dell'esistenza dello Spirito Santo, della sua decisone di agire e la persona decide di lasciarsi inabitare, anzi invita lo Spirito Santo, ha tutto un altro tipo di partecipazione.

E quando c'è questo desiderio, c'è anche una partecipazione psicologica, dunque tutto ciò che fa parte della psiche viene incanalato per amplificare, per fortificare, per approfondire quel tipo di esperienza di intimità con il Signore che si esprime con il dono dello Spirito.

Quindi il desiderio perfetto è il desiderio spirituale: desidero Te sopra ogni cosa; il desiderio imperfetto è il desiderio secondo cui tu desideri provare la pace, la gioia che il Signore dà.

Lo scopo di entrambi questi desideri è di approfondire l'appartenenza a Cristo e di vivere nell'intimità con Dio.

6) Perfetto è il desiderio di Dio, imperfetto è il desiderio della pace che viene da Dio

Perfetto è il desiderio di Dio, imperfetto è il desiderio della pace che viene da Dio, non di Lui.

Il desiderio perfetto è incontrare te, il desiderio imperfetto è venire a mangiare a casa tua: certo mi piace mangiare le cose buone, ma mi piace stare più con te, esempio banalissimo.

Mi piace stare con il Signore, desidero stare con Lui, qualunque cosa venga da Lui io l'accetto.

Oppure mi piacciono i doni del Signore quindi glieli chiedo.

Capisci che sono tutte e due cose buone, ma una è spirituale, l'altra è psicologica il che non vuol dire negativo, però vuol dire perfettibile, cioè che deve essere perfezionata, deve giungere la pienezza.

7) Fede, speranza e carità in che modo ci rendono simili a Dio?

Anita domanda in che modo fede, speranza e carità ci rendono simili a Dio.

La fede la speranza e la carità sono le forze che Dio infonde nella vita del credente e che ci vengono date nel Battesimo.

Chiaramente queste tre virtù indicano un rapporto, una relazione personale con Dio, quindi più questo rapporto individuale, personale è profondo ed è autentico e non sto parlando di una esperienza intimistica: io mi faccio la mia religione, io mi faccio le mie esperienze spirituali, cioè un'esperienza che prescinde dal cammino della Chiesa.

Cioè a dire la Chiesa è un'altra cosa, io mi faccio la mia Chiesa particolare; anche se non lo ammetto mai, magari partecipo alla vita di Chiesa, però non mi sono inserito in niente.

Questo significa voler farsi un'esperienza intimistica, che non è quella della Chiesa e non è neanche né autentica speranza, né autentica fede, né autentica carità.

Allora fede speranza e carità sono nel cammino individuale, di intimità di rapporto personale con il Signore, ma mai staccato da tutto il corpo di Cristo che è la Chiesa.

Se questo accade vuol dire che è solo un'esperienza intimistica e emozionale.

Emotiva vuol dire nel campo delle emozioni, emozionale vuol dire dominata dalle emozioni.

Tutti siamo emotivi, perché noi abbiamo le emozioni.

Ma esseri emozionali, vuol dire che siamo dominati dalle emozioni.

Naturalmente capisci che questa domanda comprenderebbe tutto il corso e non abbiamo il tempo, comunque crescendo nella carità incontriamo Dio, la carità è l'amore stesso di Dio, è la grazia di Dio, quindi è chiaro, se non è un rapporto personale con Dio che cos'è?

8) Enzo domanda: come si fa a stare in comunione con Dio a livello personale, poi a livello di comunità?

Anche in questo c'è un cammino che bisogna compiere.

La prudenza che è una delle virtù ti insegna come rompere il vasetto di alabastro che contiene l'olio di nardo prezioso, per versarlo sul corpo di Gesù che è la Chiesa.

Allora come Gesù disse alla Maddalena conservalo per la mia sepoltura oppure disse, sempre in quell'occasione, "lei ha voluto offrire il massimo che aveva", significa che noi abbiamo il dovere di approfondire il dono di grazia che Dio ci ha fatto.

Con il Battesimo tu sei stato inserito nella vita di Dio, allora hai il dovere morale di approfondire questo cammino, cioè di renderti conto ma cosa significa essere figlio di Dio?

9) Sto vivendo da figlio o semplicemente da suddito?

Sto vivendo da figlio o semplicemente da suddito?

Non è una cosa cattiva essere sudditi, però Dio non desidera avere dei sudditi, desidera avere dei figli.

Ricordatevi il primogenito della parabola del figliol prodigo, il quale era ubbidiente, ma faceva il suddito non faceva il figlio; tant'è vero che il padre si stupisce: "ma figlio, io e te non siamo sullo stesso piano?

Tutto quello che è mio non è anche tuo? Come mai adesso mi stai chiedendo una cosa che è già tua?

Il capretto è nostro; se volevi un capretto per far festa, avevi solo da prenderlo!

Ma tu non sei vissuto nella comunione con me, hai sempre pensato che tra me e te ci fosse un baratro infinito, noi siamo una cosa sola.

Questo è importante, coltivare un rapporto intimo, non intimistico, affettivo, di grande amore, di grande legame, di grande considerazione: questo è la preghiera personale, che ti conduce, evidentemente, a trasformarti in Cristo.

Quando tu ti sei trasformato in Cristo, dovunque tu passi, dovunque tu operi è Cristo che opera in te e allora naturalmente con il tuo modo di essere trasformato, con il tuo modo di essere rinnovato totalmente, è evidente che qualunque cosa tu faccia fuori dall'ambito della parrocchia, nell'ambito della parrocchia, è Cristo che lo fa in te, con te.

10) Il dono che io ricevo come faccio a donarlo?

Quindi capisci che il dono che io ricevo come faccio a darlo?

Lo darai prudentemente nella misura in cui c'è intorno a te un ambiente che è capace di assorbire quello che tu stai dando.

Come tu non dai una bistecca cotta alla brace a un neonato, così non puoi dare dei valori spirituali altissimi a chi non è in grado di capirli, però la tua testimonianza può essere tale da suscitare, meglio, da innescare un cammino di ricerca.

E se stiamo a ben vedere quello che vi ho appena paventato non è nient'altro che il cammino dello stile evangelizzativo: portare il lieto annunzio, come?

Con il tuo modo di essere, in tutti i campi, poi nella tua comunità parrocchiale anche lì puoi versare il vasetto di olio profumato, suscitando interesse per una preghiera più profonda, meno formale, suscitando l'attenzione sulla necessità dell'adorazione eucaristica, suscitando la necessità di creare un cenacolo di preghiera, perché senza la preghiera non si fa nulla.

11) Unire l'apostolato alla contemplazione, allora uno diventa lievito nella propria comunità

Non rifugiandosi solo nell'ambito della preghiera, ma unire l'apostolato alla contemplazione, allora in questo caso uno davvero diventa il lievito nella propria comunità che significa rompere il vasetto di alabastro cioè io non mi tengo per me tutto il tesoro prezioso che il Signore ha versato nel mio cuore, lo rompo e lo verso sul corpo di Cristo che è la Chiesa, perché tutto il corpo di Cristo non deve puzzare di morto, ma deve profumare di resurrezione.

Il nardo era un unguento preziosissimo e aveva un profumo intenso, era prezioso proprio perché era molto concentrato ed era molto efficace.

Quindi un vasetto di alabastro pieno di nardo era un patrimonio, 300 denari era un patrimonio per quei tempi; non so dirvi quanto potrebbe equivalere oggi.

Allora è chiaro che nel brano evangelico che parla di questo c'è un significato spirituale. quello che Dio mette nel tuo cuore è un tesoro di proporzioni spropositate, di una preziosità incredibile, allora tu non sei chiamato a vivere una religiosità intimistica nel senso che te lo godo tutto per te. No!

12) Quello che Dio mette nel tuo cuore è perché gli altri possano gioire e beneficiare

Quello che Dio mette nel tuo cuore è perché gli altri possano gioire e beneficiare.

Se tu ti raffreddi di amore, se il tuo cuore non brucia di carità, molti fratelli e molte sorelle morranno di freddo.

Questo significa che il Signore versa dentro di te un amore che certo ti gratifica, ci mancherebbe altro.

La stufa è calda ed è fatta apposta per riscaldare anche gli altri, senza incenerire ciò che trova intorno.

Certo che se la stufa non è in grado di contenere dentro di sé un calore cento volte superiore, non riesce a espandere si incendia e brucia ciò che c'è intorno.

Dunque la stufa deve essere fatta di materiale solido, di un materiale che è capace di contenere e di resistere e di espandere.

Devi contenere dentro di te un braciere di amore infinito, non per godertelo tutto per te, perché tu sei chiamato a diffondere, a espandere questo amore.

Che cosa succede? Che quando c'è l'amore di Dio dentro di te, non vai a cercare gli altri, sono gli altri che vengono a cercare te.

Come quando fa freddo non è che la stufa si sposta per la stanza e ti insegua, sei tu che vai dove c'è la stufa, perché sai che là trovi calore.

13) Il tuo desiderio di carismi è fondato sul desiderio di amare di più o di avere un potere da gestire in proprio?

Maria chiede il chiarimento di una frase a pag. 26: "il tuo desiderio di carismi di preghiera è fondato sul desiderio di amare di più o di avere un potere da gestire in proprio?

Si tratta del desiderio sbagliato di avere una preminenza sugli altri, quindi strumentalizzare i doni di Dio per avere prestigio nei confronti degli altri.

È una cosa estremamente deleteria, rasenta il peccato gravissimo di "simonia", da Simon mago il quale aveva offerto agli apostoli del denaro per avere i "poteri" che avevano gli apostoli, di guarire gli ammalati, di cacciare i demoni, ecc. ecc..

Questo peccato gravissimo che suscitò l'indignazione forte degli apostoli che lo sgridarono aspramente e lo cacciarono via, da questo peccato ha preso il nome la simonia, cioè ottenere delle cariche, chiamiamole ecclesiastiche, per avere potere sugli altri.

Allora quando nel medio evo si istaurò il sistema feudale, come passaggio di transizione da una società disgregata, fatta di città stato o comuni, quindi un comune contro l'altro, per superare questa situazione che decimava le giovani generazioni, perché un comune era sempre in lotta con l'altro, gli imperatori che avevano conquistato larghi territori, per mantenere l'unità del loro stato delegavano una parte del loro potere ad altri personaggi illustri che erano detti i vassalli.

E via via nella scala gerarchica c'erano i vassalli, i valvassori, i valvassini ecc. sempre con un'autorità minore, ma comunque con autorità su dei territori.

Allora che cosa accadeva? Che nel sistema feudale alla morte del vassallo la città o il territorio su cui aveva autorità, ritornava in potere del sovrano, il quale doveva confermare o ridare ai discendenti questa autorità.

Cosa successe col passare del tempo?

14) I vassalli non erano mica contenti di riconsegnare all'imperatore la città o lo stato su cui avevano autorità

Che i vassalli non erano mica tanto contenti di riconsegnare all'imperatore la città o lo stato su cui avevano autorità e quindi cominciarono ad esercitare un diritto dinastico, dal padre al figlio e così di seguito.

Allora gli imperatori per evitare questa situazione che col tempo li avrebbe distrutti, perché nessun territorio ritornava allo stato di prima, in quanto si tramandava da padre in figlio, sfruttarono l'ordinamento ecclesiastico in modo tale da essere sicuri che non essendoci dei discendenti, alla morte del vescovo o arcivescovo, quel territorio dato ritornava all'imperatore.

Ma fatta la legge trovato l'inganno. Le famiglie nobili costringevano i figli alla carriera ecclesiastica e così accadde per diverso tempo che i personaggi più importanti della gerarchia della Chiesa non avevano ricevuto una vera vocazione, erano stati costretti ad intraprendere una carriera ecclesiastica che non era la loro vocazione,

15) La corruzione dell'alto clero e la santità del basso clero

Tant'è vero che si sapeva molto bene la corruzione dell'alto clero e la santità del basso clero.

Così accadde per es. per tutto ciò che ci fu all'origine della divisione luterana, dove Alberto di Brandeburgo, si prese tutti i debiti dell'arcivescovo precedente per ottenere la nomina a Vescovo di quella città.

E così per pagare i suoi debiti pensò bene di farsi dare i soldi dai banchieri ebrei del nord Europa e poi per pagare questi debiti fece predicare l'indulgenza, così la gente animata da buone intenzioni poté dare molte offerte di cui una parte andava a Roma, come doveva essere; un'altra parte se la tenne lui e pagò i debiti con le banche e così ottenne il potere di essere l'arcivescovo di Brandeburgo.

Naturalmente la Santa Sede era contraria a queste cose, tant'è vero che nella Germania dell'epoca ci furono alcune città che furono poste sotto "interdetto", cioè un castigo terrificante proprio per questa corruzione, l'impossibilità di celebrare i sacramenti, finché non si fossero cambiati i modi di fare.

Allora c'era l'esasperazione di questo aspetto, in altre parti non era così.

16) Per motivi economici si preferì staccarsi da Roma. Come mai in Francia non successe la stessa cosa?

Ma fu proprio lì che si accese la diatriba e che per motivi economici si preferì staccarsi da Roma.

Domanda di Alfredo: Come mai in Francia non successe la stessa cosa?

In Francia ci sono stati altri tipi di lotte, e dovete ricordare che la Francia ha avuto come costituzione di Stato subito l'idea di fare uno Stato unitario e forte anche se ci furono diverse lotte tra il legittimo reggente di Francia e i suoi cugini della Lorena e anche se ci fu la lotta con i duchi di Savoia che ad un certo momento decisero per sfuggire all'influenza del re di Francia di spostare la capitale aldiquà delle Alpi, perché le Alpi allora costituivano ancora una grave difficoltà e per quante volte i francesi vollero riprendersi la Savoia e vennero ad assediare Torino.

Ricordate Pietro Micca? Fu l'ultimo assedio di Torino con il quale avevano cercato di riprendersi la Savoia e non ci riuscirono.

In seguito all'assedi o di Torino (1706) fallito il principe Eugenio di Savoia, fece costruire il santuario di Superga con la cappella del voto, che fu un'opera mastodontica per quell'epoca.

Si dovette abbassare di 30 metri il colle per fare un piazzale per costruirci sopra la basilica; e poi non c'era la strada che conosciamo noi adesso, tutto fu portato su a dorso di mulo, e ve ne potete rendere conto solo andandola a visitare per capire cosa non fosse assolvere a quel voto.

C'era un'edicola della Madonna sotto un pergolato di rose, per cui quel luogo veniva chiamato "sub pergola", sotto il pergolato e lì fecero la prima cappella, quella del voto, a cui seguì poi la grande basilica santuario che tutti conosciamo, che ora è sotto il demanio.

17) Il concilio vaticano I ha abolito tutti i privilegi che esistevano

Ma i tempi erano già cambiati, non era come al tempo dei vassalli, come dire, una vera autorità sul territorio.

Il Concilio Vaticano I ha abolito tutti i privilegi che ancora sussistevano, per es. il privilegio dell'imperatore d'Austria di mettere il suo veto all'elezione di qualche cardinale durante il conclave.

Mi pare che quando fu eletto il Papa Pio X il cardinale Antonelli che era il segretario di Stato della Città del Vaticano Roma, avesse avuto il veto da parte dell'Imperatore d'Austria, cioè il cardinale di Vienna al momento dell'elezione di colui che doveva essere Papa apriva la busta con il veto dell'imperatore d'Austria dicendo: noi esprimiamo il veto a che questo cardinale sia eletto Papa.

E poi fu eletto il cardinale Sarto che divenne Papa Pio X che fece questo divieto a che ci fosse questo veto da parte di personaggi esterni al collegio cardinalizio.

Per es. fino al Concilio ad Agliè c'era la nomina del parroco da parte del Conte di Agliè nella Diocesi.

Il vescovo esprimeva tre nomi di sacerdoti e poi veniva scelto uno che fosse gradito alla famiglia del Conte.

Ultimamente ho sentito dire di un paese nell'alessandrino, l'elezione del parroco è fatta da tutti i capi famiglia del paese.

Hanno lasciato questo privilegio, ma hanno dato un solo nome di candidatura e quindi … anche perché sacerdoti non ce ne sono più!

Questi privilegi sono delle reminiscenze del passato che esprimevano proprio questa ingerenza del potere secolare sul libero esercizio da parte della Chiesa dei propri diritti.

Cioè va riconosciuto alla Chiesa la sua autonomia, ma uno può sempre aggirarla con degli scopi non corretti.

Ecco quello che dicevi tu Maria, il desiderio di carismi di preghiera è fondato sul desiderio di amare i più o di avere un potere da gestire in proprio?

Questo in piccolo fa riferimento a quest'espressione più grande.

18) Ci sono persone che strumentalizzano i carismi per avere una forma di prestigio, di autorità nei confronti degli altri

Ci sono persone che strumentalizzano i carismi per avere una forma di prestigio, di autorità nei confronti degli altri.

Ci sono persone che legano gli altri esercitando in un modo improprio quelli che sono carismi di Dio.

Perché i carismi sono munera gratis data, sono doni di Dio dati gratuitamente, quindi tu non puoi esercitare un dono di Dio in modo da legare gli altri, perché Dio non ha legato te e non puoi legare gli altri.

I carismi sono una cosa, i sacramenti sono un'altra cosa.

Quindi mentre il carisma è un dono che Dio dà gratuitamente il sacramento dell'ordine non è la stessa cosa, perché con il sacramento dell'ordine uno è inserito nella gerarchia della Chiesa, con il carisma no.

Tant'è vero che san Francesco era carismatico, ma non era inserito nella gerarchia della Chiesa, perché era un laico; non osava chiedere l'ordinazione sacerdotale, se l'avesse chiesta sicuramente gliela avrebbero data, perché aveva una testimonianza di vita assolutamente dignitosa dal punto di vista spirituale, per cui nessuno gliela avrebbe negata, ma lui aveva sentito dentro di sé questa chiamata di Dio, ad essere consacrato nel mondo senza essere nel sacramento dell'ordine.

19) In che modo possiamo entrare in questa dimensione e percepire qual è il nostro carisma?

Alberta dice: io posso aspirare a un carisma, ma in che modo possiamo entrare in questa dimensione e percepire qual è il nostro carisma.

Certamente la strada in cui si sviluppano, crescono e si manifestano i carismi non è una strada di cammino individuale.

Quando è un cammino individuale probabilmente quel carisma non è un vero carisma, ma è qualcos'altro.

Dunque il carisma si manifesta sempre in un vissuto di comunione ecclesiale, all'interno di una comunione ecclesiale, che può essere il gruppo di preghiera, ma può anche essere la tua comunità parrocchiale in cui partecipi alla vita spirituale.

Allora il carisma poiché è un dono di Dio si manifesta nella vita della persona specialmente nella situazione in cui questa persona è in un rapporto di preghiera particolare con il Signore.

Per cui ad es. tu stai pregando per una situazione relativa ad una persona e stai pregando con uno stile particolarmente intenso che non è fatto di richiesta, ma è fatto di lode e di ringraziamento e tu vedi che lo Spirito Santo ascolta la tua preghiera e agisce e ti rendi conto che le persone ricevono degli aiuti particolari da parte del Signore proprio perché tu hai passato il tuo tempo in adorazione, ed in intercessione.

20) Una persona che riceve il carisma di preghiera, riceve quindi il carisma dell'adorazione

Una persona che sente la chiamata ad adorare Gesù nel santissimo sacramento è una persona che ha ricevuto il carisma della preghiera, quindi il carisma dell'adorazione è molto importante.

Poi l'alleviare le sofferenze degli ammalati, certo anche questo è un carisma; purtroppo nella maggioranza dei casi è molto lontana la catechesi sui carismi nella comunità ecclesiale, per cui un carisma autentico di carità nei confronti del prossimo si esaurisce solo nel fare i servizi materiali, mentre il servizio degli ammalati non è solo aiutarli a fare la spesa, cambiarli ecc. ecc.

Ma significa anche pregare il Signore perché questa persona guarisca e prendere in parola la parola di Dio, Mc 16,16 "nel mio nome pregheranno per gli ammalati e questi guariranno.

È evidente, come diceva Gabriella prima, che se non c'è una catechesi, una formazione su questo ambito, chi sono i cristiani che sanno che sono chiamati a vivere in questa situazione? Pochi.

Mentre questa è una situazione che accomuna tutti i battezzati.

La spiritualità cattolica non è la spiritualità di un perdente, cioè semplicemente di sopportazione, è una spiritualità di potenza.

Vivere nella potenza di Dio, io mi chiedo quanti sono i cattolici che lo sanno; al di fuori di quelli dell'esperienza carismatiche e quanti sono quelli che fanno esperienza carismatica?

21) L'esperienza cristiana è un' esperienza di religione e non di fede?

Allora è chiaro che esprimere una vita di fede semplicemente sotto l'aspetto moralistico: tu devi, tu non devi, significa trasformare l'esperienza cristiana in un'esperienza di religione non di fede. e tutti noi siamo allergici al "giogo". Vero?

Noi amiamo la libertà, perché Cristo ci ha fatti liberi, allora il giogo che opprime le nostre spalle non è fatto per noi ed è naturale dunque che ci sia una defezione dall'esperienza di Chiesa quando essa è di parte, cioè a dire che presenta un solo aspetto dell'esperienza di Chiesa e magari solo quella che è la conseguenza.

È chiaro che se una persona vive nella pienezza di Dio queste cose non le fa e invece fa altre cose, però non puoi dire che la vita cristiana è: fai questo e non fare quello, perché queste due cose qui sono la conseguenza di una pienezza che c'è oppure che non c'è.

Gandhi diceva: amo il cristianesimo, ma non amo i cristiani.

Evidentemente perché i cristiani non si comportano come seguaci di Cristo, osservando coerentemente la sua parola, anche se Gandhi è vissuto sotto la dominazione britannica e forse i cristiani di quell'epoca si comportavano diversamente.

22) Può un cristiano essere colonialista?

C'è da domandarsi può un cristiano essere colonialista? L'unico colonialismo che il cristiano può fare è il regno di Cristo.

Quando ci furono le colonie al seguito dei missionari le potenze governative massoniche degli stati europei si affrettarono subito a istituire quelle istituzioni anticristiane e antiecclesiali che sono le logge massoniche, perché si erano accorti che al seguito del loro colonialismo arrivavano i missionari che loro non volevano, perché i missionari aprivano l'intelligenza alla conoscenza delle scritture, alla consapevolezza della dignità dell'essere umano come creatura di Dio, cosa che le potenze massoniche anticristiane colonialiste non volevano, perché così potevano sfruttare meglio le popolazioni che conquistavano.

Allora il colonialismo si presenta come perpetrato da nazioni cristiane, ma da persone non cristiane.

Guardate bene che l'intreccio della storia degli uomini è importante per noi capire il tempo che viviamo, anche se non sto facendo un corso di storia che non è mio compito.

23) Aprite gli occhi per vedere che cosa è stato e perché ci troviamo in questa situazione

Cominciate ad aprire gli occhi e vedere che cosa è stato e perché ci troviamo in questa situazione.

Quindi considerate tutte queste cose, tra l'altro vi voglio ricordare che articoli di questo genere su storia della Chiesa ne trovate tutti i mesi sul "Timone", quindi dico non so perché stiate aspettando così tanto a farvi l'abbonamento a questa rivista, anzi dovreste fare in modo che più persone lo conoscessero e potesse essere divulgato, perché in mezzo a troppe parole di confusione, che ce ne sia almeno uno che abbia il coraggio di dire le cose come stanno.

Per es. nessuno ha parlato che 10 giorni fa nel comune di Torino fecero un minuto di raccoglimento per l'uccisione del sacerdote in Turchia, però nessun giornale o telegiornale ha detto che tutti i rappresentanti dei comunisti si sono alzati e andati via per non farlo; e invece questo articolo apparirà nel prossimo numero del Timone.

Quindi ricordatevi, non siate imbambolati, non leggete solo "la busiarda" ( la Stampa )