La salvezza è liberazione dal peccato e vita in abbondanza

15-3-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) Piccola discussione per capire cosa dice l'altro e rispondere a tono
2) Se non sai discernere, accogli tutto quello che dice l'altro
3) Il peccato, realtà terrificante di opposizione a Dio
4) Il Signore ci ama, ma non lo sentiamo vicino
5) Il peccato e il senso di colpa
6) La coscienza non ascoltata, si addormenta
7) L'eutanasia
8) La pace non sono le bandiere blasfeme
9) Agire come costruttori di pace
10) Riconoscere che Dio è lui, non sei tu
11) I singoli peccati, manifestazione del peccato di non riconoscere Dio come Dio
12) Come Israele camminiamo nel deserto, da un'osai all'altra in attesa della situazione definitiva
13) Dio darà un trapianto di cuore a chi glielo chiederà
14) Prima lo precede una trasfusione del sangue di Gesù
15) Metanoia

1) Piccola discussione per capire cosa dice l'altro e rispondere a tono

Avete preso questa decisione di essere santi?

Dovete prenderla, non dovete incentrare la vostra attenzione sulla vostra debolezza.

Una decisione bisogna prenderla.

Se noi falliremo la vita, vuol dire che non saremo diventati santi.

Dunque fate in modo anche di prepararvi questa piccola discussione.

Vi mettete in una stanza e provate a fare una discussione, perché non dobbiamo avere l'illusione di dire delle realtà che tutti accettano immediatamente, bisogna capire che gli altri possono avere altre intenzioni.

L'importante è capire che cosa sta dicendo l'altro e rispondere all'altro senza uscire fuori dal seminato, cioè senza andare fuori discorso.

Avete capito? Riuscite a parlare con i Testimoni di Geova? Vorrei sapere come ci riuscite.

Il fatto è che tutte le volte che inizio un discorso dopo cinque minuti cambiano discorso, dunque questo non è parlare, questo è tirarsi in faccia delle frasi.

2) Se non sai discernere, accogli tutto quello che dice l'altro

Capite che se una persona è attrezzata teologicamente, riesce a capire che quello che le stanno dicendo è una menzogna dall'inizio alla fine.

Ma la maggioranza dei nostri cristiani sono ignoranti, totalmente ignoranti e quindi credono tutto quello che viene loro detto.

Si parte dai luoghi comuni, si parla di luoghi comuni, che non sono surrogati della verità, ma sono luoghi comuni, ma poiché sono ripetuti centinaia di volte si finisce col credervi.

Allora l'opinione pubblica, che non è mai la verità, è solo l'opinione pubblica, è abituata a credere quello che sente dire.

È vero? Quindi stiamo bene attenti.

Mi pare fosse Lenin che diceva che se voi ripetete per mille volte una menzogna finirà per essere creduta come verità.

Pensateci, succede proprio così.

La psiche umana è fatta in questo modo; se non hai dei modi per discernere la realtà, tu accogli quello che ti dicono gli altri.

Pensate al condizionamento psicologico che si fa alle persone, per esempio devi essere affascinante, scattante ecc.

Dillo una volta, due volte, mille volte, ecco l'ideale massimo delle nostre ragazze è quello di essere "veline" .

Vi rendete conto? Andiamo avanti.

3) Il peccato, realtà terrificante di opposizione a Dio

Dobbiamo parlare della salvezza.

Relativamente al peccato, avevamo cominciato a dire che la situazione del peccato è talmente diffusa che nessuno si rende più conto di vivere nella situazione di peccato.

Viene scambiata la ribellione a Dio come la situazione normale della vita, mentre non è così.

Allora il peccato è una realtà terrificante perché entra direttamente nella vita di Dio, il peccato in sostanza è un no rinfacciato a Dio, che poi si manifesti in modi diversi tuttavia è sempre un no.

Un no a Dio, che ti chiama, che ti interpella per qualche cosa, che chiede il tuo parere, la tua disponibilità e a questa domanda di Dio tu rispondi di no!

Dunque il peccato è l'affermazione del proprio io: è la manifestazione dell'egoismo, è la manifestazione dell'autonomia, io non dipendo da te, io non ho mica bisogno di te, cosa vuoi tu da me?

Tu mi chiedi qualche cosa, senti per piacere non mi scocciare …, tutte queste leggi, i dieci comandamenti, ma va là, tutti fanno in un altro modo, io devo ubbidire, devo subire questa costrizione? No, no, no!

Io decido cosa sono i comandamenti e quali sono i comandamenti che mi fanno comodo.

E decido per il sentimento, per l'emozionalità; poi se è vero o non è vero, non è molto importante.

Questo è il modo di ragionare molto diffuso.

Ma il peccato in se stesso è un rifiuto di Dio, un mettere Dio da parte e allora, per esempio, San Giovanni della Croce diceva che non è molto differente la situazione di un canarino che non riesce a volare, perché la sua zampina è stata legata a un sottilissimo filo di seta, oppure perché è stata legata a una grossa fune: in entrambi i due casi il canarino non potrà volare, ciò significa che non è importante se il tuo no detto a Dio è grande o piccolo, l'importante è che hai detto di no.

E se dici di no ci sono molteplici ragioni, ma a ben vedere, tutto sommato è o perché non conosci abbastanza Dio, o perché non ti fidi di Lui, oppure perché tu vuoi vivere la tua vita senza di Lui, il che è molto più grave.

In questo secondo caso si parla di peccato mortale, il peccato che distrugge la comunicazione con Dio, il peccato che fa morire la tua dimensione spirituale, spegni la radio, non ascolti più quello che il Signore ti vuole suggerire.

4) Il Signore ci ama, ma non lo sentiamo vicino

Allora che il Signore ci ami è un dato di fatto, ma possiamo anche non sentire l'amore che Dio ha per noi proprio a causa del nostro peccato.

Tu puoi dire a tante persone: guarda che Dio ti ama, Dio ti vuole bene, ma quella persona a un certo momento potrebbe dire: "Ah sì, com'è allora che io non lo sento?

Com'è che io non sento questo amore di Dio per me?

Tu dici che Dio mi ama, allora perché la guerra, perché la sofferenza, perché il dolore?

Allora Dio mi ama? No, Dio non mi ama; se esiste allora è cattivo, perché se dici che mi ama e fa tutto questo vuol dire che non mi ama".

Ecco quest'atteggiamento è un atteggiamento di una persona ferita, di una persona che è nella sofferenza ed è una persona che in ogni caso si trova ad essere al centro dei propri pensieri.

Questa persona difficilmente riuscirà a sentire l'amore di Dio, la voce di Dio che parla al suo cuore, perché si è rinchiusa in una camera stagna e dove essa stessa governa e guida tutto.

Al centro di questa persona c'è l'io e nient'altro e questa persona è come la situazione di Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden quando, dopo aver deciso di essere autonomi da Dio, si nascondono e non vogliono sentire la voce di Dio.

Anzi, appena sentono i passi di Dio che si avvicina, scappano e si nascondono perché, dice il testo, si vergognano in quanto erano nudi.

Dice Dio: come mai ti vergogni di me?

Non sarà mica che tu hai deciso di spezzare la tua comunicazione?

Non sarà mica che non sono più la persona più importante della tua vita.

Non sarà mica che tu adesso hai preso il mio posto?

E ti rendi conto di non essere grande, di non essere santo e buono come sono io e quindi, invece di cercarmi, mi disprezzi?

5) Il peccato e il senso di colpa

Ecco il peccato produce questo atteggiamento, il peccato produce un senso di umiliazione, che può diventare senso di colpa fino a essere complesso di colpa; e quando c'è il senso di colpa, il complesso di colpa non si sta a cercare, come possiamo dire, come risolverlo, si sta solo cercando a chi dare la colpa.

Ma anche questa è una falsa soluzione.

Quindi dare la colpa a Dio è un classico: ah se mi è morto il gatto la colpa è di Dio.

La colpa non è di Dio è il normale svolgimento della realtà del mondo.

Ma tu non devi dare la colpa a qualcuno per le sventure che ti accadono, perché dare la colpa a qualcuno significa dire che tu sei a un gradino superiore e tutti gli altri sono sotto di te.

Sì, magari tu ti senti in uno stato di inferiorità, lo subisci, ma dentro di te sei leone, cioè vuoi essere al di sopra di tutti, non ti abbassi ad accogliere la verità che ti fa riferimento.

Dunque il peccato è una stratificazione molto complessa della psiche umana e perché nella manifestazione del peccato entrano in gioco i desideri umani, gli appetiti umani, le tendenze.

Entrano in gioco anche le abitudini, i ragionamenti, le strutture mentali, entrano in gioco la storia personale di ciascuno fatta di sconfitte e di successi, l'affermazione di sé, la necessità di emergere, la necessità di sentirsi riconosciuti, la necessità di non sentirsi emarginati, la necessita di dire a se stessi che si vale.

Vedete tutte queste sono situazioni psicologiche.

In certi casi si arriva addirittura alla necessità di competere con Dio, ma qui entriamo proprio nell'abito del peccato mortale, cioè il peccato gravissimo di opposizione completa a Dio e per di più anche consapevole.

È il peccato di chi sa benissimo che compiere determinate cose è contro la legge di Dio e nonostante tutto dice: "Non me ne importa niente e lo faccio ugualmente, perché mi interessa farlo".

Anche se la persona non dice: "Lo faccio per fare uno sgarbo a Dio", implicitamente è già questo.

Per compiere un peccato mortale non è necessario esplicitamente farlo per offendere Dio, è sufficiente fare coscientemente qualche cosa di cui Dio dice: non lo devi fare.

Quindi voi capite che a un certo momento bisogna essere prudenti.

6) La coscienza non ascoltata, si addormenta

Bisogna fare di tutto perché la nostra coscienza sia capace di discernere la verità.

Dunque che cosa si trascina dietro il peccato quando è vissuto in questo modo?

Si trascina dietro una grande nebbia, una grande indolenza, cioè la coscienza perde significato.

È come se la coscienza potesse parlare e dicesse: ma io che ci sto a fare allora dentro di te?

Tanto Dio mi dice delle cose, io te le suggerisco alla tua mente e tu non le ascolti.

Dio continua a dirmi io ti amo, non fare quella strada, non vedi che è sbagliata, non compiere questo gesto.

Io, che sono la coscienza, ricevo le luci di Dio e te le faccio sentire nella tua psiche, perché tu possa capire quello che Dio ti sta dicendo.

E tu, tutte le volte, non mi ascolti.

Allora a un certo momento la coscienza dice: se non ti servo, è inutile che io faccia il lavoro per cui esisto.

E la coscienza si addormenta.

Dunque si creano le strutture di peccato all'interno della persona e la persona si abitua ad agire in un modo che è egoistico, cioè in un modo in cui non tiene conto dei suggerimenti di Dio non tiene conto delle necessità degli altri.

La coscienza addormentata non fa più sentire la voce di Dio e dunque i punti di riferimento per le decisioni di ogni persona non sono più i suggerimenti di Dio sono semplicemente gli impulsi del momento: mi va di fare questo lo faccio, per me questo è giusto lo faccio, non mi interessa che dicano che non sia giusto.

7) L'eutanasia

E in questo modo non c'è da stupirsi che si giustifichi tutto e il contrario di tutto, come se fosse una cosa buona.

Il malato costa tanto allo Stato? Allora emozionalmente noi dobbiamo assicurargli una buona morte, meglio se anticipata, così ci costerà di meno!

E poi, dico, bisogna essere pietosi, bisogna essere caritatevoli, comprensivi che se una persona non è più in grado di vivere, è meglio che muoia!

Vedete come si stravolge il senso della verità, lo si presenta addirittura come un atteggiamento pietoso, un atteggiamento caritatevole, di assistenza.

Veramente non di accompagnare la persona al momento più importante di tutta la sua esistenza, no è proprio il modo per togliere alla persona la sua dignità.

La persona non è più consapevole di andare a incontrare il Signore, alla persona interessa solo non soffrire più, al centro dei pensieri di quella persona c'è solo il male, non c'è la speranza.

Scusatemi, non viviamo più nel 1400.

I progressi della scienza e della tecnica sono tali per cui anche con le malattie più gravi è possibile non impazzire dal dolore, è vero o non è vero?

Solo che costano queste terapie, costano perché i farmaci sono vincolati ai brevetti e questi brevetti devono produrre un quantitativo di profitto sia, per pagare gli esperimenti che sono stati necessari per creare il farmaco, sia poi per mantenere tutto quello che è il sistema economico.

Intanto le persone muoiono di fame, muoiono di malattie, impazziscono dal dolore e poi, dato che costano a tutti gli stati è meglio che uno muoia piuttosto che gli altri debbano avere uno standard di vita meno esagerato.

Vedete? Allontanarsi dalla luce di Cristo produce queste strutture.

E poi ci stiamo stupendo che il mondo stia imboccando la strada del conflitto?

Ma chi si stupisce?

8) La pace non sono le bandiere blasfeme

La pace non sono quelle bandiere blasfeme che sono dappertutto.

Io spero che voi sappiate l'origine di quella bandiera.

Proviene da Elena Petrovna Blavatskij: fondò nel 1875 a New York, insieme con il colonnello Henry Steel Olcott, la società teosofica.

La teosofia è la scienza in cui convergono motivi occultistici e teorie tratte dalle religioni indiane.

Era una nota esoterista di origine russa che si era trasferita negli USA e che voleva fondare una specie di religione eclettica, prendendo di qua e di là, in netta contrapposizione con il cattolicesimo, cioè per distruggere il cattolicesimo.

Certo che questa Chiesa cattolica è portatrice di verità, se tutti si danno da fare per distruggerla: la massoneria la vuole distruggere, la Blavatskij la voleva distruggere, ed è inutile continuare l'elenco, perché si creano incomprensioni.

Ebbene il simbolo, la bandiera che rappresentava questa specie di religione, che poi è stata presa "in toto" dalla new age, è proprio la bandiera arcobaleno.

Voi capite che la pace non è una bandiera, la pace è una persona, la pace è Gesù Cristo e non si potrà pensare che il mondo entri nella pace perché la gente mette le bandiere sui balconi.

La pace deve nascere dentro di noi, la pace è la sorella gemella della verità, finche non c'è verità non ci sarà neanche la pace.

La verità è dire che Dio è nostro padre, Dio ci ama tutti e, quando dico tutti, vuol dire proprio tutti.

Vuol dire che Dio non ama di più gli occidentali degli orientali, vuol dire che Dio non ama di più i settentrionali dei meridionali.

Dio ama tutti e se tu sei figlio di Dio non puoi fare delle preferenze, amando di più un altro per i tuoi interessi.

Tu devi pensare a questa realtà, la pace non è una bandiera, la pace è da come tu agisci.

9) Agire come costruttori di pace

Comincia ad agire come costruttore di pace nella tua casa.

Cosa vuol dire costruttore di pace? Vuol dire che Gesù abita dentro di te e che Lui agisce attraverso di te.

Volete un esempio? Pensate a quando muore una persona; cosa succede qualche settimana dopo?

Lo sfascio delle famiglie, perché? Il testamento!

Poi magari sono persone che vanno tutte le settimane in chiesa, dicono amen, prendono il corpo di Cristo; ma quale corpo di Cristo che tu hai diviso il corpo di Cristo?

Tu vai a prendere il corpo di Cristo che hai spezzato? Vedete?

Noi siamo i buoni e poi dopo, la pace?

Comincia a costruirla con la tua famiglia, invece di mantenere per decenni delle situazioni, perché quella catapecchia invece di darla a te, l'hanno data a lei.

Ma smettila, quella catapecchia crollerà quando tu non ci sarai più su questa terra.

E intanto mantenendo le divisioni, i contrasti, i risentimenti ecc. tu hai contribuito a tenere spezzato il corpo di Cristo.

Perché il sacerdote prima della comunione spezza l'ostia?

Perché il corpo di Cristo è spezzato ed riunito nell'amore dello Spirito.

Quindi vedete il peccato produce tutto questo, il peccato produce divisioni in noi stessi.

Perché chi vive nel peccato non si trova nella pace, si trova nella schizofrenia, ha momentaneamente una soddisfazione, ma nello stesso tempo ha già il rimorso.

Hai voluto dire l'ultima parola? Sì, sì, ti hanno dato ragione e in quel momento hai avuto l'euforia, ma subito dopo hai già sentito l'amarezza.

Allora ne valeva la pena di dire l'ultima parola, se poi dopo produce frutti di tristezza?

Il peccato è tutto questo.

Ma è molto, molto di più, perché nel peccato hai il volto di Cristo che si presenta dinanzi a te e che ti dice:

seguimi e tu come il giovane ricco dici: no! Io ho tanti beni, preferisco seguire i miei beni e "il giovane ricco se ne andò triste".

Scegli te stesso e sarai triste, scegli Dio e sarai nella pace! adesso capisci che se tu sei nel peccato non riesci a sentire l'amore che Dio ha per te.

10) Riconoscere che Dio è lui, non sei tu

Perché l'amore lo può sentire uno che cerca la comunione con Dio, non uno che è perfetto.

Il Signore ha perdonato i peccati, non ha detto che noi saremmo diventati impeccabili, cioè incapaci di peccare.

Ma chi è che cerca l'amore di Cristo? Chiunque è incapace di peccare, chiunque desidera costruire la comunione con Dio, chi vuole seguirlo, sente il suo profumo, chi invece non lo vuole seguire si allontana da Lui.

Se tu vedi qui un bel mazzo di fiori e vuoi sentire il profumo, che cosa fai, te ne vai nell'altra stanza?

Se vuoi sentire il profumo delle rose sei tu che ti alzi e vai verso le rose cioè tu segui il profumo.

Certo che se tu dici: lì c'è il profumo che mi interessa?

Me ne vado da un'altra parte, non penserai mica di sentire il profumo?

Allora perché tanti dicono ah l'amore di Dio, l'amore di Dio mai sentito!

Bravo il furbo, chiaro te ne vai in un'altra stanza cosa vuoi che l'amore di Dio ti chiami?

Questo si chiama peccato. Dio ti dice mi segui in questa situazione?

E tu dici: ah io voglio il tuo amore senza seguirti; ma come fai? Come fai?

Io voglio essere sazio senza mangiare niente: dimmi come fai?

Allora vedete il peccato è proprio questa assurdità.

Ci sono tante persone che vogliono peccare con la benedizione di Dio; si, non mi stupisce.

Ma io voglio fare questo ma perché il Signore non me lo permette?

Allora non è buono se non mi lascia fare quello che voglio io.

Insomma Dio è onnipotente ed eterno non ce ne sono due è uno solo: o sei tu o è Lui.

Due infiniti nello stesso spazio non ci stanno è vero?

O c'è il tuo io che tu credi che sia infinito e non lo è, ma tu lo hai gonfiato.

Ricordate la favola di Esopo?

Il nostro io rischia di fare quella figura lì, per assumere le dimensioni di Dio è solo un pallone gonfiato, è un io ipertrofico, gonfio, però dentro è vuoto e poi scoppia e quando scoppia vuol dire che è arrivato alla fine.

Quando muori, se tu non hai riconosciuto che Dio è lui e non lo sei tu, è finita, hai rovinato la tua esistenza eterna.

11) I singoli peccati, manifestazione del peccato di non riconoscere Dio come Dio

Ecco allora il peccato lede la tua esistenza, perché rovina i rapporti di Dio.

Nel peccato tu non riconosci Dio come Dio.

Allora se questo è l'orientamento generale del peccato ci sono tutte le applicazioni concrete al peccato.

Poiché il tuo io ha preso il posto di Dio allora tu nel concreto prendi delle decisioni e agisci in un certo modo, questo è il peccato.

Di qui vengono poi i singoli peccati, ma voi capite che i singoli peccati non sono nient'altro che la manifestazione del peccato in generale, che è questo rifiuto di accettare Dio come Dio.

Ma no Dio non è Dio è una marionetta! Io sono Dio, questo è peccato!

E quindi si manifesterà nell'ingiustizia, nell'arroganza, nella violenza, nella lussuria, nella gola nell'accidia, nella pigrizia, nei vizi capitali e tutti questi produrranno i singoli peccati: la menzogna la critica la maldicenza le bugie ecc. ecc. tutto quello che si vede concretamente.

E dunque quando voi vi troverete di fronte a delle persone che sono in una situazione di vera lontananza con il Signore, forse non saranno in grado di capire tutto questo discorso.

Voi avete visto quanti mesi abbiamo impiegato prima di arrivare a questo discorso; adesso lo intuite con una certa chiarezza, perché c'è stato tutto il mese di tempo di preparazione sull'antropologia cristiana, su tante cose, su tante riflessioni che abbiamo fatto.

Ma voi vi troverete di fronte a due persone che non hanno la mente abituata a riflettere su queste cose, come voi vi siete abituati in questi mesi.

Però voi vi troverete radicati e concreti sulle situazioni di peccato, allora non lasciatevi mai impressionare dal peccato concreto di cui potete venire a conoscenza, il problema non sta lì, il problema sta a monte.

E il problema a monte è che dovunque c'è una situazione di peccato esiste un io ipertrofico e Dio è diventato grande così, piccolo.

Non diranno mai che Dio non esiste, no che non pregano mai, però Dio non è importante per loro, importante è il proprio io.

Forse può succedere anche a noi tutto questo.

12) Come Israele camminiamo nel deserto, da un'osai all'altra in attesa della situazione definitiva

È importante che noi facciamo una riflessione molto seria: Dio mi ama, l'ho già sentito, come mai non l'ho sentito?

Non l'ho sentito perché il mio cuore, la mia coscienza è abituata a ragionare in vista del mio io, piuttosto di una relazione con Dio.

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, dice San Paolo nella lettera ai Romani ( Rm 3 ), sono privi della gloria di Dio, non vivono questa comunione con lo splendore di Dio, non lo sentono.

E anche quelli che cercano di vivere secondo gli insegnamenti di Dio, fanno fatica a sentire la gloria di Dio, la presenza di Dio.

Poi la presenza di Dio la gloria di Dio in modo stabile la goderemo tutti quando saremo in Paradiso.

Mentre siamo qui sulla terra il nostro cammino è simile a quello del popolo di Israele che fugge dall'Egitto, cioè è un cammino nel deserto, da un'oasi all'altra.

Questo significa che il nostro cammino è costellato di scelte, di fatiche, di calore ecc. ecc. ogni tanto c'è lo splendore lussureggiante di un'oasi.

Questo serve a noi per non sentirci a posto.

Se noi vivessimo costantemente in una situazione favorevole finiremmo con non impegnarci più, non tendere alla perfezione, non cercare continuamente di essere migliori.

Invece dover camminare da un'oasi all'altra, in vista della terra promessa, è il nostro cammino, cioè il desiderio di arrivare alla prossima oasi che mi rinfranca, in vista di arrivare poi alla situazione definitiva che è la gloria.

Sono tutti privati della gloria, ma ogni tanto possono avere un assaggio, uno zuccherino, allora questo assaggio è l'amore di Dio che si fa sentire dentro di te in alcuni momenti della tua vita.

Non sono continui questi momenti, le consolazioni spirituali non sono continue, sono abbastanza rare, ma sono importanti.

Tu probabilmente fai la comunione tutte le domeniche, ma non tutte le domeniche fai un esperienza mistica di una gioia commovente della presenza di Dio dentro di te, è vero o non è vero?

Magari ti accade una volta ogni cinque anni di vivere l'eucarestia con un trasporto veramente forte che tu dici: come si sta bene con il Signore: non sai dire come mai stai provando questo?

Bene questo possiamo dire è un'oasi?

È uno zuccherino che il Signore ti da per dirti vai avanti così, sei arrivato a quest'oasi, bene adesso vai avanti fino alla prossima oasi, ma nel frattempo camminerai nel deserto sotto il sole faticando, ecc.

13) Dio darà un trapianto di cuore a chi glielo chiederà

Però sai che il cammino è giusto, perché io ti ho confermato, ti ho detto: sì, vai avanti così, infatti ti ho fatto avvertire la mia presenza.

Dunque i momenti di fervore nella preghiera, i momenti di interiorità forti i momenti in cui voi sentite veramente Dio vicino a voi non sono un premio, sono un incoraggiamento, per dire ecco questa è la strada giusta percorrila vai avanti così.

Non sono frequenti perché se fossero frequenti la persona si adagerebbe e direbbe: ecco ormai io non ho bisogno di impegnarmi, perché tanto tutte le consolazioni spirituali di cui ho bisogno le vivo, quindi che bisogno ho di impegnarmi?

Il Signore conosce molto bene la nostra psiche e dice: calma, se io ti do tutto adesso, tu vivi sugli allori, invece è importante che tu cammini ogni giorno con una meta da raggiungere; se tu pensi di avere già raggiunto la meta, ti fermi.

Alla pag. 12 trovate questo esempio, leggiamolo: perché un albero di limone dà sempre frutti agri e acidi e non dolci e appetitosi?

Per la semplice ragione che, avendo le radici del limone, non può dare che limoni, è vero?

Così anche noi produciamo frutti di peccato perché la nostra radice, il cuore, è di peccato, avremo bisogno che qualcuno ci cambiasse il cuore.

La nostra situazione concreta è questa non dobbiamo spaventarci e non dobbiamo spaventarci di questo, soprattutto per il fatto che Gesù ha detto: io vi cambierò.

Che Dio lo ha detto nell'Antico Testamento: toglierò da voi il cuore di pietra……e vi darò un cuore di carne.

Riceverà questa trapianto di cuore? Chi? (dalla platea: chiunque lo chiede).

Chi lo chiederà, otterrà questo. Perché voi capite un trapianto di cuore di questo genere significa che tu ci hai pensato realmente, che tu desideri che il tuo cuore non sia più un cuore di pietra.

Lo so questo è uno scoglio che lascia sempre tutti perplessi, ma se Dio sa che questo è il mio bene, perché non lo fa senza chiedermelo?

Perché se lo facesse, tu non saresti più una persona, ma ti chiameresti burattino.

La libertà la libera scelta, allora se Dio ha il potere di cambiare il tuo cuore, però dato che è una cosa importante e fondamentale, vuole che tu ci pensi seriamente, che tu lo chieda a ragion veduta, che tu veramente dica: sì, sì, lo voglio, mi interessa, lo voglio con tutto il mio cuore, con tutta la mia mente, con tutte le mie forze e non importa che il tuo cuore, le tue forze, la tua mente siano piccole come un microbo, non importa, basta che ci sia tutto.

Un giorno una persona vide in sogno il paradiso; che splendore!

E poi c'era un'immensa scalinata per raggiungere questo paradiso e questa persona non riusciva a fare che pochi scalini, però desiderava il Signore e tutto il resto.

Allora vide che non fu lei ad avvicinarsi al paradiso, ma fu il Signore che si avvicinò a lei, perché?

Perché questa persona desiderava il Signore, dunque non facciamoci la preoccupazione di non avere la forza per raggiungere la perfezione, l'importante che le tue forze ti indirizzino con decisione, con tutto ciò che sei capace verso il Signore, poi se tu sei capace di fare tre scalini o trecento o tremila scalini non importa, bisogna solo che tutto quello che tu sei in grado di fare tu lo faccia.

Questa è la situazione migliore per allontanarsi dalla nostra piccolezza.

È Dio che si china verso di te è Dio che ti tira su con le sue ali e ti porta alle vette altissime.

14) Prima lo precede una trasfusione del sangue di Gesù

La nostra radice è quella del peccato perché tutta la nostra umanità è stata condizionata dal peccato, cosa è accaduto?

È accaduto che nel giardino dell'Eden, quando i nostra progenitori hanno deciso di staccarsi da Dio, hanno prodotto dentro il genere umano questa infezione che si chiama egoismo o egocentrismo.

Vanno bene tutte e due, sono una variante dello stesso virus; è un virus letale, mortale, infatti ha prodotto la morte; questo virus può essere neutralizzato, ma non distrutto, perché il peccato continua a far sentire la voce dentro a ciascuno di noi.

Nessuno è confermato in grazia, cioè vuol dire nessuno è assolutamente libero dalla concupiscenza del peccato, tutti invece ne sono fortemente condizionati.

Allora questo peccato produce dentro di noi sempre, come fa l'ago della bussola, che si dirige verso il nord, il peccato fa che noi ci dirigiamo sempre lontano da Dio, allora questo trapianto di cuore, di cui si parlava prima, deve essere preceduto da una trasfusione di sangue, e questa trasfusione di sangue è il sangue di Gesù, versato per la nostra salvezza.

Questo sangue prezioso è il sangue che viene accolto da ciascuno di noi e che viene a portare dentro di noi la vita di Dio.

Voi sapete come nella mentalità ebraica del tempo il sangue rappresentasse la vita.

Nessuno poteva toccare il sangue, neppure quello degli animali, perché il sangue era la vita.

Allora parlare del sangue di Gesù, versato per noi, parlare di assumere il sangue di Cristo, significa assumere la vita di Dio, significa che, se vogliamo davvero che il nostro cuore cambi, dobbiamo accettare dentro di noi la vita di Dio, dobbiamo desiderare che Dio venga a regnare dentro di noi.

Quando Dio viene a regnare dentro di noi, anche il nostro cuore cambia; ma non è il cuore organo fisico, è il cuore proprio il centro delle nostre decisioni, ciò che per noi è veramente fondamentale e importante.

Allora cambiano tutti i valori a cui siamo abituati.

15) Metanoia

Quando cambia il nostro cuore, cambia il nostro modo di ragionare, di pensare, di parlare e di reagire, quando cambia il cuore tu continui ad esser tu e ti manifesti in un modo diverso.

Non ti stai facendo violenza, è proprio cambiato il tuo modo di essere e non rimani spaventato di questo.

Ti compiaci di questo sei contento che tu ragioni in un altro modo.

San Paolo dice quella parola difficile che vi ho già detto altre volte: "metanoia", che significa un cambiamento completo e radicale della personalità, se preferite, del modo di ragionare e di agire.

Non un lavaggio del cervello, beninteso.

Nel lavaggio del cervello uno subisce e un l'altro impone; nella metanoià c'è questo cambiamento, cioè il ragionamento, il pensiero, l'amore, la forza, la luce di Dio vengono dentro di te, perché tu li hai invitati e tu cominci a vedere te stesso, il mondo, gli altri e Dio con occhi diversi.

Non è come quando noi seguiamo una lezione e dobbiamo imparare una certa cosa, l'abbiamo imparata ed è venuta a far parte di noi, no!

Proprio quella cosa stessa, quella realtà stessa è venuta dentro di noi e noi ragioniamo in un modo diverso dopo.

So che è difficile esprimerlo, perché una realtà spirituale e che poi si mette a guidare tutte le realtà psicologiche e fisiche della persona.

Nella lettera ai Filippesi si dice proprio questo nel cap. 2: abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù. ( Fil 2,5 )

È un'espressione felicissima per indicare quello che accade quando cambia la nostra vita.

Avere in noi i medesimi sentimenti di Cristo Gesù non vuol dire che io ho i miei e in più ho anche i sentimenti di Gesù, no!

Il modo di sentire, di ragionare, di pensare, si è radicato dentro di me e quindi io ragiono come ragiona Gesù, sento come sente Gesù, agisco come agirebbe Gesù.

Questo è veramente l'itinerario necessario per vivere come persone che intendono liberarsi della situazione di peccato.