Conoscere se stessi

2-10-2004

L'azione della grazia - chi sono - cosa voglio

Don Mauro Agreste

Indice

1) La povertà non ha nulla a che vedere con la sciatteria
2) Bisogna saper mediare, mai l'esagerazione
3) La mentalità imperante in questo periodo è quella laicista
4) Se lo stato laico non può accettare le visioni della Chiesa cattolica …
5) Che concezione ho di me stesso, come appartenere alla Chiesa Cattolica
6) Bisogna essere assolutamente sinceri
7) Gratiam non facit naturae sed perfecit
8) Un esempio importante: il celibato ecclesiastico, il nubilato delle religiose
9) Che cosa c'è di noi a disposizione dello Spirito Santo
10) Non mettiamo limiti alla provvidenza
11) Un esempio di quello che è l'azione della grazia
12) Io sono il servo del Signore avvenga di me secondo la sua volontà
13) Sull'esempio di Maria
14) Non conservare due volontà distinte

1) La povertà non ha nulla a che vedere con la sciatteria

La povertà non ha nulla a che vedere con la sciatteria.

Abbiate la capacità di mediare il carisma della carità in questo modo: tu devi sempre mettere a suo agio la persona che ti sta di fronte.

Se tu ti presenti in un modo esageratamente lussuoso, metterai a disagio le persone che sono di fronte a te.

Se tu ti presenterai in un modo sciatto e trasandato, sminuirai il messaggio che porti o che vuoi trasmettere.

Tu devi essere una persona che sa stare con i tempi, ti devi presentare in modo dignitoso, essere gentile e accogliente, perché questo fa parte della prima forma della carità, cioè il primo impatto.

Non sono pedanterie del galateo queste, sono delle realtà di carità.

Io non ho mai visto un ambasciatore che si presenta alla Santa Sede in costume da bagno!

Io credo che un ambasciatore rappresenta lo Stato da cui proviene e dunque è evidente che è un simbolo.

Allora se tu sei l'ambasciatore del re dei re, ad un certo momento gli angeli potrebbero dirti: ma, ti presenti così a parlare delle cose di Dio? Ma chi credi che ti dia retta?

2) Bisogna saper mediare, mai l'esagerazione

Allora bisogna saper mediare, mai l'esagerazione, né in un modo né nell'altro, ma essere capaci di vivere nel momento giusto in modo giusto, nella situazione giusta in modo giusto.

Io credo che voi come futuri catechisti, siate molto di più che dei fattorini, siete convinti?

La prima cosa è sapere se siamo convinti della nostra dignità.

Sapete che cosa succede alla mentalità del cristiano dei nostri tempi?

Che si sente sempre inferiore agli altri.

La ragione è molteplice, la potremmo individuare in una sorta di movimento anticristiano, in cui noi viviamo, specialmente nella nostra Europa.

3) La mentalità imperante in questo periodo è quella laicista

La mentalità, l'abbiamo già visto in varie occasioni, imperante in questo periodo è quella laicista, che è una mentalità sciocca.

Fosse almeno laica, ma laicista, mi fa pensare ad un'infiammazione della laicità.

Perché uno Stato laico, onestamente laico, non dimentica che è composto da persone che non sono atee.

Dunque laicità dello Stato non coincide con ateismo, la laicità dello Stato significa che non comanda la religione, ma lo Stato difende i valori delle religioni, non mette l'agnosticismo come unico criterio fondante per la libertà e l'autonomia di uno Stato.

Io non lo so quante delle persone che conosciamo, abbiano compreso la distinzione che c'è tra laicità onesta benvoluta e laicismo.

Non è il tempo dello Stato confessionale, come poteva essere persino necessariamente nell'epoca delle Città-stato, quando l'Impero romano si era sgretolato e l'unica autorità vigente era la Chiesa cattolica.

Perché ogni città ormai era diventata uno Stato per conto proprio, una città faceva lotta contro l'altra.

Non ci fosse stato il principio unificatore nella Chiesa cattolica, saremmo ancora lì a tirarci le clave!

Allora, in quel tempo, noi non possiamo giudicare il tempo del passato con la nostra mentalità, ma in quel tempo andava così.

Ora non ci troviamo di fronte alle teocrazie, almeno in Occidente.

Certo in Oriente, in ambiente islamico, voi sapete quanto alcune concezioni dell'islamismo, siano fortemente teocratiche, quindi la concezione dello Stato coincide con la concezione della fede.

In Occidente questo è stato superato.

Ma basta che non sia superato a discapito della libertà di fede dei cittadini.

4) Se lo stato laico non può accettare le visioni della Chiesa cattolica …

Allora quando viene detto che se lo Stato laico non può accettare le visioni della Chiesa cattolica in materia di fecondazione in vitro oppure fecondazione omologa o eterologa, significa dire dallo Stato noi cancelliamo tutti quelli che sono cattolici, vuol dire questo.

Nella Stato italiano non consideriamo minimamente quelle che sono le sensibilità della Chiesa e se lo stato è democratico deve tener conto del desiderio delle persone, allora le persone dovranno esprimersi.

Se i rappresentanti che gli elettori hanno scelto al governo fanno quello che le persone hanno scelto, non c'è da stupirsi che ci siano certe concezioni piuttosto che altre.

Allora è molto facile dire: il laicismo, la laicità dello Stato impone che non si debba dare minimo conto a quello che è l'insegnamento della Chiesa, già, perché in Italia sono tutti agnosticisti?

In Italia sono tutti atei? In Italia sono tutti musulmani?

Che poi i musulmani difendono il valore della vita.

Attenzione bene, aprite gli occhi, perché la mentalità in cui siamo inseriti condiziona fortemente il nostro modo di ragionare, non fatevi ingannare da discorsi melliflui e sdolcinati, che prendono le persone semplicemente dal lato emozionale.

La verità non si può nascondere.

Questo perché ognuno possa capire di fare il discernimento con la propria testa.

Siamo partiti dunque dal modo che ha di presentarsi il discepolo di Cristo.

5) Che concezione ho di me stesso, come appartenere alla Chiesa Cattolica

Ognuno deve domandarsi all'inizio, quasi in modo propedeutico, deve domandarsi: che concezione ho di me stesso, come appartenente alla Chiesa cattolica?

La cultura del tempo ti fa pensare di essere un minus abens, un minorato mentale; ah! si, tu sei un cattolico.

Come se questo fosse un criterio di senso di inferiorità.

Adesso non m i interessa sapere se è giusto o non è giusto, interessa che tu diventi consapevole dell'importanza che tu dai o che hai scoperto di avere per il semplice fatto di essere discepolo di Cristo.

Come fai a rendertene conto?

Esamina le situazioni di crisi nella tua vita, crisi determinate dall'ambiente in cui tu ti trovi ad operare.

Nell'ambito del lavoro, nell'ambito del volontariato, nell'ambito della società, nell'ambito della politica, nell'ambito della pubblica amministrazione, ecc. ecc.: come vivi il tuo essere un credente, il tuo essere un credente praticante, il tuo essere "fedele"?

Lo vivi con vergogna, con disagio, con orgoglio, con intraprendenza, con il sorriso, come?

Allora questo io credo che sia una piccola esercitazione che vi potete fare a casa in questa settimana; provate a ricordare se ci sono stati eventi di questo genere e vi hanno segnati e vi hanno fatto sentire felici di essere cattolici praticanti, oppure se vi hanno lasciati in disagio.

In questo caso domandatevi, perché.

Perché quella volta mi son sentito a disagio? Cosa ho provato?

Che cosa mi faceva sentire a disagio?

Per quale motivo io in quel momento avrei voluto non apparire come un credente, avrei preferito mimetizzarmi come un camaleonte, assumere i colori dell'ambiente in modo da non essere notato da nessuno?

6) Bisogna essere assolutamente sinceri

Bisogna essere assolutamente sinceri, perché da questa sincerità dipenderà anche molto della vostra capacità di essere comunicativi.

Oltretutto, se noi qui stiamo facendo un corso di spiritualità del catechista, come dice il proverbio: medice cura te ipse ossia medico cura te stesso.

Ma se tu non sai dov'è il tuo punto debole o dov'è il tuo punto forte della tua vita, della tua spiritualità, della tua fede, della tua umanità, della tua cultura, della tua salute, della tua famiglia, tu come potrai mettere tutte queste cose al servizio di Dio?

Vi ricorderò un altro principio della teologia.

7) Gratiam non facit naturae sed perfecit

Gratiam non facit naturae sed perfecit, che significa: la Grazia ( il nome comune dello Spirito Santo ) non fa quello che deve fare la natura, ma lo porta a compimento, ossia fa quello che la natura non potrebbe fare.

Allora, se voi siete i catechisti, lo Spirito Santo non fa quello che è il vostro dovere e il vostro compito, ma lo Spirito Santo prenderà tutto quello che voi siete e lo porterà alla perfezione; ossia se tu devi spiegare ai tuoi ragazzi o ai tuoi adulti o durante la liturgia devi spiegare la catechesi liturgica di quello che si sta facendo in quel momento, per es. devi spiegare il sacramento della riconciliazione, però tu non leggi niente, non ascolti niente, non impari niente al riguardo, allora ti ricordo, gratiam non facit naturae; lo Spirito Santo non farà quello che dovevi fare tu.

Se tu quelle cose non le hai lette e tu non le hai imparate, mica lo Spirito Santo te le mette nella testa.

Sed perfecit: ma se tu hai fatto il tuo dovere e la Chiesa ti chiede di fare quel servizio, allora che cosa farà lo Spirito Santo?

Prenderà le tua capacità e le riempirà della sua potenza.

Per es. ho studiato tutto quello che si riferisce a questo e a quest'altro, però ho una paura tremenda!

E una persona può sentirsi incapace di affrontare un'assemblea per dire certe cose.

Ma lo Spirito Santo guida quella persona e poiché quella persona ha fatto il suo dovere, quello che doveva fare, lo Spirito Santo mette in quella persona tutto quello che la persona da sola non sarebbe capace di fare.

8) Un esempio importante: il celibato ecclesiastico, il nubilato delle religiose

Altro esempio più importante, fa parte della vita della Chiesa: il celibato ecclesiastico, il nubilato invece della vita religiosa.

Il mondo non capisce niente.

Ah! impossibile, sono uomini, sono donne, hanno il diritto di farsi una famiglia, ecc. ecc..

Impossibile per gli uomini, ma non impossibile per Dio.

Agli uomini non è chiesta una rinuncia, agli uomini è chiesto una scelta. Scelgo Dio!

Hai scelto Dio, la grazia di Dio porta a perfezionamento quello che la scelta umana ha fatto.

Quindi il celibato ecclesiastico non è un imposizione, è una scelta corroborata dalla potenza della Grazia.

La potenza della Grazia non è come mettere la spina e l'elettrodomestico funziona da solo.

L'azione della Grazia è una relazione tra due persone libere, perché lo Spirito Santo è libero?

E la persona umana è libera?

Quindi vuol dire che se c'è correlazione tra due persone libere, la persona umana va dallo Spirito Santo e gli dice: guarda io faccio la mia parte, ma tu, con la tua forza vieni a portare a compimento il mio sforzo.

E allora ciò che agli uomini sembra impossibile, diventa una cosa naturale, perché gratiam non facit naturae sed perfecit.

Perché è la Grazia che porta a compimento, quello che la natura è messa in grado di fare.

Quante volte voi stessi mi avete confidato: ho cominciato questo discorso e io avevo paura di non dire la cosa giusta.

Poi, di colpo, dentro di me sono venute fuori le parole giuste e vedevo che quella persona mi ascoltava e la cosa più buffa è che mentre io dicevo quelle cose le stavo imparando io! Quella è l'esperienza della Grazia che agisce sopra la natura.

Ma se non c'è la natura, la Grazia come può fare? Come può fare?

9) Che cosa c'è di noi a disposizione dello Spirito Santo

Che cosa c'è di noi a disposizione dello Spirito Santo?

Ecco perché vi ho detto prima, bisogna che impariamo a conoscere noi stessi, quali sono i nostri limiti, le nostre capacità, la nostra cultura, persino la nostra salute, perché è evidente, possiamo avere tanta salute o poca salute, ma quello che tu hai mettilo a disposizione di Dio e Dio lo trasforma.

Voi tutti sapete che non ho una grande salute, ma devo dire che il Signore agisce ugualmente a seconda della mia possibilità di fare, quindi non mettete mai limiti alla Divina Provvidenza.

Il Papa Leone XIII è stato un Papa che è arrivato ad una venerabile età, mi pare oltre 90 anni ( 1810-1903 ndr ) e quando fu il giorno del suo compleanno, si radunarono insieme i cardinali per fargli gli auguri e come sempre si usa dire: cento di questi giorni.

10) Non mettiamo limiti alla provvidenza

E il Papa Leone XIII ( al secolo Gioacchino Pecci ) si girò verso quel cardinale e disse: non mettiamo limiti alla Provvidenza!

Questo significa, aldilà della battuta, l'intenzione di una persona e la certezza che ha una persona, che chi agisce in noi superando le nostre capacità, è più grande di noi.

Gesù l'aveva detto: Colui che abita in voi è più grande del principe di questo mondo, dunque non abbiate timore, perché vi ho dato il potere di camminare sopra gli scorpioni e in mezzo ai serpenti, nessun male vi sarà fatto.

Queste sono le parole di Gesù; nessuno è autorizzato a coltivare dentro di sé un senso di inferiorità, nessuno è autorizzato, perché il senso di inferiorità, in quel caso non è nient'altro che una tentazione diabolica fatta apposta per bloccarti.

Quia respexit humilitatem ancillae suae dice la Madonna nel Magnificat.

Egli si è rispecchiato, ha visto la piccolezza, la miseria della sua serva, per questo ha fatto in me cose grandi Colui che è potente.

11) Un esempio di quello che è l'azione della grazia

Un esempio più calzante di quello che è l'azione della Grazia ci viene proprio da Maria.

Maria aveva una concezione molto realistica di se stessa; non troppo bassa non troppo alta.

Lei dice: sono la serva del Signore, quindi ha le idee chiare su quello che lei è.

Perché la Grazia in Lei ha potuto fare cose grandi?

Perché Lei sa esattamente chi è e sapeva esattamente quello che voleva: io sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua volontà.

Questo è il programma che Dio ci mette di fronte agli occhi presentandoci la straordinaria figura di Maria di Nazaret.

Una persona umana come tutti noi, non una semi-dea, un essere umano.

Allora attenzione bene, questo è il programma di vita di Maria, quindi non può che essere il programma di vita di ogni battezzato, visto che Lei è la madre della Chiesa.

Tu non solo sei battezzato, ma hai sentito la chiamata a fare un cammino catechetico, per metterti al servizio della Chiesa.

12) Io sono il servo del Signore avvenga di me secondo la sua volontà

Il tuo motto dovrebbe essere questo: io sono il servo del Signore, avvenga di me secondo la sua volontà.

So chi sono, so quello che voglio!

Questo è il progetto, che ti spiegheremo di tanto in tanto nel corso di questi sabati per quello che si riferisce alla spiritualità del catechista, ma attenzione, quello che noi diremo durante questi incontri potrebbe essere una provocazione; io sarò spesso volutamente provocatorio, nessuno se ne abbia a male; la provocazione è utile, perché ci costringe a pensare, quindi se io dicessi: ma, va tutto bene, non c'è nessun problema, voi dormite sugli allori e invece no! la provocazione ci serve per controllare, per verificare lo stato di salute della nostra adesione a Cristo.

In questa settimana cominciate pure a lasciarvi provocare, a lasciarvi mettere in crisi: io so chi sono? io so quello che voglio?

E su questo punto siate molto sinceri con voi stessi, non abbiate paura di spaventarvi, anzi è anche un bene se uno si spaventa, perché è un po' come quando si vuole ristrutturare un alloggio.

Cosa vuol dire? Vuol dire mica prendere il bidone della vernice e dare il bianco a tutto?

No. Vuol dire dare una nuova struttura, fare delle profonde modifiche in modo tale da renderla diversa da prima.

Questo è quello che dobbiamo fare! In fondo il cammino del cristiano è un cammino in cui si ricomincia da capo ogni giorno.

Il SI di Maria non è un sì detto una volta per tutte, è un SI rinnovato tutti i giorni.

13) Sull'esempio di Maria

Allora io credo, che è opportuno e necessario che sull'esempio di Maria, voglio cominciare a provare a ricostruire tutto.

Prima cosa devo sapere chi sono, allora non quello che voi avete sempre pensato di voi stessi, ma ciò che Dio pensa di voi.

Signore chi sono io? Ti sto davvero servendo fedelmente?

Ci sono compromessi nella mia vita? Ci sono mimetizzazioni?

Ci sono nascondimenti? Ci sono paure? Ci sono difficoltà? Ci sono limiti? Quali?

Intellettuali, culturali, fisici, psichici, ferite emozionali, difficoltà economiche, difficoltà di famiglia, difficoltà di lavoro, insomma fai un quadro molto chiaro di te stesso e fattelo per iscritto, perché la carta non dimentica mai; e poi c'è anche una ragione psicologica, perché quando tu stai scrivendo una cosa ti stai rendendo conto, se quello che stai scrivendo è vero o è falso.

È vero? Non esiste niente che sia veloce come il pensiero.

La luce è molto più lenta del pensiero.

Quando saremo nell'aldilà ci sposteremo alla velocità del pensiero, questo vuol dire che se io voglio essere in una galassia a 50 milioni di anni luce distante, nell'istante stesso in cui lo penso sono già lì.

Questo vuol dire che se tu le pensi solamente queste cose e non le scrivi, che cosa accade? Che le dimentichi.

14) Non conservare due volontà distinte

Nel corso dell'anno ci renderemo conto e approfondiremo meglio come in realtà il cammino del discepolo di Cristo, non è quello di conservare due volontà distinte, ma di entrare nella comunione della volontà di Dio.

Tanto per intenderci, per coloro che avevano a suo tempo letto un po' di Divina Commedia, ricorderanno come il concetto che si trova nella descrizione del Paradiso è che tutti hanno la volontà di volere ciò che Dio vuole.

Quindi finché noi non abbiamo una vita spirituale autentica Dio vuole una cosa e noi ne vogliamo un'altra; al limite ubbidiamo e ci sottomettiamo, ci facciamo violenza per ubbidire a Dio, ma il cammino della comunione non è questo.

Ma è quello di far diventare la volontà di Dio come la nostra oppure la mia come quella di Dio, ossia io aderisco a Lui, le due volontà coincidono non si fondono, io ho la mia volontà che si esprime nel dire: io voglio esattamente tutto ciò che vuole Dio.

In questo modo c'è unità, non confusione, non fusione, comunione, la sua e la mia coincidono, non sono fuse insieme, sono diventate la medesima volontà perché entrambi vogliamo la medesima cosa.

Così è per quelli che sono nel Paradiso, cosi deve diventare per tutti quelli che si dicono discepoli di Cristo.

Non è facile, può essere faticoso, ma sulla terra è l'impegno che abbiamo, vogliamo la tua volontà.

Tante provocazioni e vi ricordo che se avete delle domande mettetele per iscritto.