Le alleanze

16-4-2005

Don Mauro Agreste

Indice

1) Ci sono varie alleanze
2) L'ultima e definitiva alleanza, quella di Gesù Cristo
3) Sei inserito nel cammino delle alleanze di Dio
4) L'azione della grazia
5) L'azione della grazia è più ampia, la salvezza di Dio è proposta a tutti
6) L'azione della grazia è ispirazione
7) Qual'è il significato del tempo nell'ordine della grazia?
8) Al momento della morte le persone sono in strettissimo legame con Dio
9) Giuda Taddeo e Giuda Iscariota
10) La coscienza come è stata educata?
11) Come possiamo conciliare il frutto e il rispetto dell'altro
12) Salvatore fa il caso di una persona che aveva trovato un portafoglio e sapeva chi era il proprietario

1) Ci sono varie alleanze

Ci sono varie alleanze, quella di Gesù Cristo è la nuova ed eterna alleanza, vuol dire ultima e definitiva, ma per tutta l'umanità, valgono altre alleanze.

La prima alleanza fu la creazione.

Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza; è un legame perfetto tra Dio e l'uomo.

Sì, vale per i cristiani? Vale per gli Ebrei? Vale per i Musulmani? Vale per i Babilonesi? Vale per gli Ittiti? Vale per gli uomini primitivi? Vale per tutti.

Poi c'è l'altra alleanza, quella di Noè, dopo il diluvio; Dio fa alleanza con il suo popolo.

Vale per tutti gli uomini? Certamente.

Poi c'è la terza alleanza, quella di Abramo.

Dio crea il suo popolo numeroso come le stelle del cielo?

Vale per tutti quelli che accettano Dio come unico, tutti quelli che accettano Dio secondo la tradizione di Abramo, vale questa alleanza?

Chi ci sono dentro? Gli Ebrei, gli arabi, i cristiani.

Poi c'è l'alleanza di Mosè. Vale per gli Ebrei? Vale per i cristiani? Si.

2) L'ultima e definitiva alleanza, quella di Gesù Cristo

Poi c'è l'ultima e definitiva alleanza, quella in Gesù Cristo.

Ora, l'ultima è la pienezza, ma le altre non sono la vuotezza!

È come quando tu viaggi in autobus lungo, quello snodato, puoi essere sulla motrice e puoi essere sulla parte trainata, vale lo stesso.

Però se tu sei sulla motrice, vuol dire che tu hai il compito non solo di lasciarti trasportare, ma di trasportare gli altri.

Allora l'essere figli, significa che tu accetti la pienezza della comunicazione che Dio ha fatto di se stesso, ossia accetti di diventare in Gesù Cristo, che è l'ultima rivelazione, dopo non ce ne sono altre, una cosa sola con Lui, per questo diventi figlio di Dio, perché con Lui sei una cosa sola, ma se non accetti Lui come unico Signore e Salvatore.

Potrai essere con Lui una cosa sola? Accetterai le altre cose, ma non questa.

3) Sei inserito nel cammino delle alleanze di Dio

Sei sempre inserito nel cammino delle alleanze di Dio, ma non sei nella pienezza dell'alleanza, e questo è un fatto indubitabile.

Perché la fede, cioè l'accettazione della salvezza non è qualche cosa che ti scaraventano addosso, è qualche cosa che è avvenuta ed è offerta a tutti ed è proposta a tutti ed è accolta da coloro che la vogliono accettare: perché Dio sta alla porta e bussa, non scaraventa giù la porta.

4) L'azione della grazia

Poi su tutto questo in linea di principio l'itinerario è questo, poi l'azione della grazia valuta individuo per individuo, caso per caso, perché la relazione con Dio è comunitaria, ma anche personale.

Quindi lo Spirito Santo cioè l'azione della grazia, agisce con tutti gli individui, con tutti popoli, con tutte le nazioni, con tutte le situazioni storiche, in una maniera adatta a quella situazione.

Perché per Dio è importante il suo popolo come è importante ogni individuo che si affaccia all'esistenza.

Diversamente ogni cellula che viene fecondata è un individuo o no? Sì.

Dio ha creato un'anima per quell'individuo o no? Sì.

Secondo la natura noi sappiamo che molto spesso anche la cellula fecondata non si insedia nell'utero; che cosa avviene in quel caso? Espulsione oppure aborto spontaneo.

Allora di questo, che la mamma non è neanche bene a conoscenza, era un individuo.

Questo è redento o non è redento? È salvato o non è salvato?

Ma non è battezzato, è figlio di Dio o non lo è?

Vedete che l'azione della grazia è molto più ampia della nostra visione di quello che fa la grazia; se volete c'è un'immagine che ci viene incontro da quello che abbiamo visto da pochi giorni, quello che non è accaduto per i funerali del Santo Padre.

Chi si immaginava che sarebbero arrivate milioni di persone a Roma per l'estremo omaggio?

Questo non vi fa capire come l'azione della grazia non sia molto più ampia dei confini visibili della Chiesa?

5) L'azione della grazia è più ampia, la salvezza di Dio è proposta a tutti

Quindi in linea di principio, i principi a cui noi facciamo riferimento sono questi, salvo restando che l'azione della grazia è più ampia, quindi la salvezza di Dio è proposta a tutti, imposta mai a nessuno, per cui quella persona che nasce e muore senza conoscere Gesù Cristo, avrà la possibilità di scegliere se stare con Gesù Cristo o no?

Secondo voi come? Questo è un problema dello Spirito Santo.

Non abbiamo la possibilità di sapere come questo avvenga.

D'altronde quando lo Spirito Santo parla dentro di te e ti suggerisce: fai questo e fai quell'altro o ti dà il senso della tua vita, tu sei capace di spiegare come lo fa?

No, sai solo che hai ricevuto una luce che dice: ah! ma la mia vita ha significato se è così, ma tu sai dire perché hai capito questo?

6) L'azione della grazia è ispirazione

No, è l'azione della grazia, è ispirazione, dunque se questo avviene dentro di noi che siamo consapevoli, figuriamoci che non fa la grazia di Dio quando una persona è inconsapevole, per di più, incolpevole.

Perché se tu sei nato tra i Burundi dell'Africa nel 1600, cosa potevi fare? Potevi fare qualcosa di diverso? No.

Come vi ho detto prima, se la persona che non può in nessun modo ricevere l'annuncio di Gesù Cristo, attraverso la trasmissione umana, allora ci sarà la grazia che interviene, o no?

Come? Può darsi che la persona nel momento in cui si sta presentando di fronte a Dio riceva l'annuncio, come san Paolo ha ricevuto l'annuncio di Gesù Cristo: cade a terra, diventa cieco, chi sei? Sono quel Gesù che tu stai perseguitando.

San Paolo ha avuto la visione della grazia in quel momento; allora se è avvenuto per san Paolo può avvenire per chiunque altro?

In che modo? Per ogni persona nel suo modo adatto, però deve salvaguardare sempre la possibilità che la persona decida, non che sia sopraffatta dalle altre cose; cioè Dio rispetta la persona umana, nel senso che si propone.

Quando Gesù appare a san Paolo e diventa cieco, non ha detto: convertiti, cambia idea!

No, gli ha solo detto chi era Lui, io sono quel Gesù che tu perseguiti; da quel momento in poi è stato Paolo a prendere una decisione.

Ora voi mi direte Paolo ha avuto tre giorni per pensarci, prima che arrivasse Anania, ma chi vi dice che Dio, nella sua infinita potenza, non sia in grado di dilatare il significato del tempo, per una persona che muore?

7) Qual'è il significato del tempo nell'ordine della grazia?

Come facciamo a sapere che cos'è il tempo nell'eternità?

Può darsi che quello che noi diciamo un secondo qui sulla terra in realtà possa essere così tanto ampiamente glorificato, da dare il tempo di decidere anche lunghissimo, è come se un secondo durasse un mese.

Cosa ne sappiamo qual'è il significato del tempo nell'ordine della grazia?

Possiamo intuire, possiamo fantasticare, può anche darsi, come dicono i salmi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato.

E questo non ci fa capire che basta un istante qui sulla terra, tic, un secondo, ma in quel secondo lì quella persona ha rivisto tutta la sua vita, ha incontrato Dio che gli ha spiegato tutto quello che Lui è, tutto quello che Lui ha fatto, qual è il significato della sua vita, delle sue sofferenze, delle sue gioie, tutto in un secondo, che tu dici: ma ci vogliono delle settimane per tutto questo!

Beh! Cosa ne sappiamo se la gloria di Dio non è capace di dilatare e magnificare la durata di un secondo inserendoci dentro tutta l'eternità?

In quell'eternità Dio può rivelare sé stesso?

E in quell'eternità che dura un secondo l'uomo è capace di decidere se dire: lo accetto o non lo accetto?

Però voi capite questa è tutta azione della grazia, non possiamo sapere anche perché è un momento intimo.

8) Al momento della morte le persone sono in strettissimo legame con Dio

Al momento della morte non sapete se le persone sono di qua o sono di là.

Sono in uno stato particolare in cui il loro spirito è in uno strettissimo legame con Dio.

Lo spirito di coloro che si stanno staccando da questa vita, è ancora su questa terra, ma è già in dialogo con Dio, quindi la persona non ti risponde più, perché sta rispondendo a qualcun altro; è cosciente sulla terra, ma è più cosciente nell'aldilà, pur non essendo ancora staccato dall'aldiquà.

Stiamo fantasticando su queste cose, ma per intuire in che modo, quando la divina grazia può intervenire; non c'è bisogno di chissà quanto tempo perché Dio possa operare delle guarigioni.

Vi ricordate il ladrone sulla croce? Gli ha solo detto: oggi stesso sarai con me.

Quindi voi capite che i confini visibili della Chiesa cioè il corpo di Cristo, sono molto più piccoli di quello che è in realtà il corpo di Cristo, ho dato una possibile intuizione su un itinerario da percorrere? È più chiaro adesso?

Naturalmente questi sono problemi estremamente più grandi; al bambino che ti fa un'obiezione di questo genere non parlare mai di amore o di non amore, perché Dio è amore, quindi ama tutti i suoi figli, non si tratta che ne ami di più qualcuno o di meno qualcun altro, si tratta semplicemente di dire che se tu hai i capelli biondi non ce li hai neri, però sei sempre tu, vero?

Una cosa è la forma esterna, una cosa è la relazione personale con Dio e dato che è Dio che ha preso l'iniziativa di farsi uomo è anche Dio che interviene qualora l'uomo non sia in grado da se stesso di ricercare o di accettare la proposta di Dio. sono stato chiaro?

9) Giuda Taddeo e Giuda Iscariota

Ad una domanda di Mara don Mauro risponde: attenzione c'è anche san Giuda Taddeo.

Per quello che si riferisce a Giuda Iscariota io ricordo solo che c'è stata una mistica genovese dei secoli passati, alla quale Gesù in una apparizione avrebbe detto, però siamo nell'ambito delle rivelazioni private che dunque non hanno valore di rivelazione, semplicemente di intuizione, di incoraggiamento, Gesù avrebbe rivelato a questa mistica: tu non riesci neanche lontanamente a immaginare che cosa ha fatto di Giuda la mia infinita misericordia.

Questo semplicemente per dire: la misericordia, la grazia, la maestà di Dio è molto più grande di quello che noi riusciamo a capire; di più non possiamo esporci, perché faremmo una scelta che non ci è lecito fare.

E poi una persona disperata fino a che punto è responsabile?

Mentre nei secoli passati non si facevano le esequie religiose ai suicidi, ora si fanno perché si è capito che a volte le paure, le angosce tolgono la capacità del discernimento e la persona si toglie la vita non perché voglia fare un insulto a Dio, ma perché è talmente terrorizzata che non è più in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è.

Quindi non è un peccato di volontà per andare contro Dio, per fargli proprio dispetto, allora in quel caso lì sì che è peccato mortale e non può essere perdonato, ma è il frutto, la conseguenza del terrore, del disagio, di qualunque cosa che ti abbia tolto la capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che non è bene.

Il più delle volte è opera delle circostanze, perché se vedi il fuoco che avanza verso di te, non sai più che cosa fare e ti butti giù dalla finestra, in quel caso sei liberamente in grado di capire che cosa stavi facendo o no?

È razionale buttarsi giù dalla finestra se questa si trova al 40° piano? perché pensi di salvarti?

Qual'è stata la salvezza? Lì è il terrore.

Allora la persona che fa una scelta di questo genere è responsabile? No, era guidata da cosa?

Dal terrore, e Dio non lo sa? Ma certo che Dio lo sa.

Dio è più intimo di noi stessi e vuoi che non sappia quello che capita nel nostro cuore?

Quando i salmi dicono: io ti conoscevo quando ancora tu non esistevi, eri nel grembo della madre e sapevo già tutto di te!

Allora attenzione: libertà, espressione individuale, ecc. ecc., ma non assolutizzazione della libertà, perché la libertà assoluta appartiene a Dio.

La nostra libertà si chiama libertà arbitrata, cioè guidata, da cui libero arbitrio.

La coscienza c'entra parecchio? Certo!

Ma attenzione: la coscienza è sempre l'ultima istanza dell'agire umano, cioè il punto di riferimento dell'agire umano.

10) La coscienza come è stata educata?

Se la coscienza è stata educata male ed è l'ultima istanza dell'agire umano, quello che sta facendo è un atteggiamento giusto o non giusto?

Per es. la coscienza dello zingaro è stata educata a dire che rubare è una furbizia; quindi lui agisce in coscienza, quando ruba il portafoglio ad una persona sul tram, giusto?

Ma è giusto o non è giusto il suo agire? Non è giusto, perché il settimo comandamento vale anche per lui.

Però è anche vero che anche al di fuori delle tradizioni bibliche, il valore della proprietà privata è riconosciuto da tutti.

Nelle tribù della foresta amazzonica, che non hanno mai sentito parlare né di Abramo, né di Mosè, né dei 10 comandamenti, né della Chiesa, né di Gesù Cristo, se qualcuno va a rubare qualcosa a qualcun altro è sempre considerata un'offesa, che è punita in modi diversi ecc..

Dunque il valore della dignità della persona che si esprime anche con l'autorità su alcune determinate realtà materiali, è riconosciuto universalmente da tutti; quindi anche questo è un esempio un po' traballante.

Se anche non conoscesse il comandamento n° 7 che dice: non rubare, non significa niente se lui in coscienza è stato educato a farlo, perché è stato educato su un principio sbagliato, un principio immorale, perché lede la libertà e la dignità dell'altra persona.

Allora è ridicolo dire: basta agire secondo coscienza per essere a posto, dipende dalla coscienza; è stata educata bene?

Secondo quali principi? Rispettosi di te e del prossimo o no?

Perché anche semplicemente da un punto di vista etico non morale, voi sapete che la filosofia di Kant giunge a considerare l'altro ( la persona ) sempre come un fine e mai come un mezzo.

È bella questa espressione, sì o no? È stupenda.

Questo vuol dire che se tu hai questo principio generale, non farai mai del male al prossimo e se la tua coscienza è ordinata a questo principio, il rispetto è garantito.

11) Come possiamo conciliare il frutto e il rispetto dell'altro

Ora come possiamo conciliare il furto e il rispetto dell'altro?

In un unico caso: quando da quel furto dipende la tua vita o quella di chi dipende da te.

In tempo di guerra quando non c'era niente da mangiare e la gente rubava, era peccato?

Era un atto ingiusto, ma non peccato, perché dovevi difendere la tua vita che è un bene superiore a quello della proprietà privata.

Grave era invece il fatto di persone che avessero la possibilità di bastare a se stessi, ma per avidità rubava ulteriormente, non per necessità vitale; però ho fatto un esempio specifico: in tempo di guerra, quando tu scappi perché ti cadono le bombe sulla testa e trovi nel campo un filare di uva o rubi l'uva o muori di fame tu o tuo figlio, che fai?

Però una cosa è il rubare lo strettamente necessario per sopravvivere, l'altra cosa è rubare per averne un tornaconto, allora invece di rubare 3 grappoli che mi servono per sfamarmi oggi, ne rubo 50, così dopo li vendo al miglior offerente e divento ricco, con la scusa della guerra, capite che c'è differenza.

Ora in quel caso, la coscienza educata bene, secondo la rivelazione di Dio dice: posso usufruire dei beni della terra per la mia sopravvivenza, ma non devo approfittarne perché in questo caso significa accaparrare e togliere ad altri la possibilità di sopravvivere, quindi io divento non solo peccaminoso di avidità, ma probabilmente responsabile della morte di qualcun altro: chi è che si prende una responsabilità di questo genere? Eppure è successo!

12) Salvatore fa il caso di una persona che aveva trovato un portafoglio e sapeva chi era il proprietario

Salvatore fa il caso di una persona che aveva trovato un portafoglio e sapeva di chi era.

Solo a distanza di qualche anno lo ha restituito con il relativo denaro più gli interessi; in quel caso vuol dire cha ha avuto una conversione.

Avendo trovato questo portafoglio, sapendo di chi era, era colpevole gravemente.

Pensa all'altro lo spavento che ha avuto, il dispiacere e le conseguenze dovute alla perdita, ecc. ecc. anche questo va posto sulla bilancia della giustizia e anche questo va di fronte a Dio, perché Dio è provvidenza, nel senso che Dio alla sua maniera provvederà per chi ha perduto il portafoglio.

Però ha subito uno shock, avrà pianto, ha avuto un dispiacere, ha avuto angoscia, magari ha perso dei ricordi personali, magari ha provocato lo sfacelo di un matrimonio ecc. anche questi vanno nella giustizia di Dio e nell'aldilà Dio considera il fatto che tu abbia rubato, e per i soldi ci pensa Lui.

Però tu non hai rubato solo i soldi a quella persona, hai fatto anche un danno emotivo, un danno spirituale, ecc. è un danno che rimane e tutto questo va di fronte allo splendore della maestà di Dio, perché quando quell'anima si presenterà a Dio: beh!

E sì Signore io ho rubato i soldi. No, non hai rubato solo i soldi, hai rubato la pace, hai rubato una famiglia, ecc. ecc.

Vedete la giustizia di Dio è completa, non passa neanche una virgola, perché Dio è splendore: tutto ciò che è verità, è verità.

Con Dio arriva il perdono e la salvezza, ma le conseguenze del male sono rimaste.

Qualcuno dice che c'è stata la purificazione.

C'è la purificazione, c'è la misericordia di Dio oppure c'è la indulgenza; discorso lungo che non apriamo adesso, perché siamo già arrivati alla fine dell'orario.

In seguito ad altra domanda don Mauro risponde: secondo la legge civile, ciò che è fuori dal recinto di proprietà è usufruibile da chiunque, ciò che naturalmente è all'interno del recinto è di proprietà del padrone; quindi non puoi con un ombrello tirare il ramo fuori del recinto e cogliere i frutti.

Se però per un colpo di vento un ramo che era dentro si spezza e pende fuori, e allora chiunque può prendere quei frutti.

Il recinto poi deve essere una delimitazione che si comprenda che quello non è terreno di tutti.