Ascetica e mistica

30-4-2005

Don Mauro Agreste

Indice

1) Ascetica e mistica
2) Distinguere l'emotività dalla spiritualità
3) La liturgia: continua attenzione di meditazione tra il bello umano e il bello divino
4) Devi uscire dalla celebrazione avendo fatto esperienza di Dio
5) Il canto deve essere un mezzo che ti porta alla presenza di Dio
6) Bisogna che Lui ( Gesù ) cresca e che io diminuisca
7) L'esperienza mistica che cosa fa?
8) Senza un'intensa esperienza di Gesù, nessuno capisce il valore della sofferenza
9) Ci vuole l'amore di Dio per amare il prossimo come se stessi
10) L'amore oblativo, l'offerta di sé
11) Il Signore cambierà l'altra persona attraverso di te
12) C'è l'amore nella famiglia, oppure c'è solo la ricerca di sé?
13) Amore impossibile agli uomini, se uno non ha dentro di sé l'amore di Dio
14) Sulla terra siamo tribolati, ma sappiamo che la nostra patria è nei cieli
15) Non sia turbato il vostro cuore, io vado a prepararvi un posto
16) L'amore di Dio che è stato effuso nel tuo cuore, ti dà una gioia spirituale
17) È davvero l'amore di Dio che mi aiuta
18) Cos'è l'anima
19) L'amore di Dio è un dono che si chieda
20) Tu cominci a farlo e ti accorgi che ce la fai, in quel momento Dio ti ha dato il dono
21) I pensieri: come faccio a capire se vengono da Dio o dal demonio?

1) Ascetica e mistica

Ascetica e mistica, sono due argomentoni grandi che non voglio affrontare; darò semplicemente un'idea.

L'ascetica è l'impegno che l'uomo mette nel fare di tutto per aderire agli insegnamenti di Dio.

La mistica è l'incontro tra Dio e l'uomo; avviene per dono di Dio, ma avviene per tutti.

Come mai non ce ne accorgiamo? Perché siamo immersi nel peccato.

L'esperienza del cristiano dovrebbe essere un'esperienza mistica.

Quando dico esperienza mistica non intendo semplicemente dire emotiva, ma voi sapete che su questo punto io insisto sempre.

2) Distinguere l'emotività dalla spiritualità

Distinguere l'emotività dalla spiritualità, anche se nella spiritualità c'è l'emotività, ma non è solo emotività.

È chiaro che il sentimento fa parte della vita delle persone, ma se la vita cristiana viene guidata solo da quello che sento in quel momento, allora voi capite che non è più vita cristiana è solo passionalità, in senso positivo o in senso negativo.

Una delle difficoltà della liturgia è la continua attenzione di rendere fruibile il mistero di Dio senza codificarlo, intendo dire che una celebrazione liturgica ben preparata, che vuol dire esteticamente ben preparata, con i canti appropriati, l'arredamento appropriato, le vesti liturgiche appropriate, l'addobbo della Chiesa appropriato, è una cosa importante o no?

Ma se rimane solo quello diventa una cosa passionale, ossia se ci si preoccupa solo di quello, sotto sotto poi non rimane niente.

3) La liturgia: continua attenzione di meditazione tra il bello umano e il bello divino

Allora, la liturgia è questa continua attenzione di mediazione tra il bello umano e il bello divino; per questo la liturgia non si improvvisa, non è una cosa così facile da dire: ecco, facciamo una cosa sola solenne.

Ti rendi conto che una celebrazione, ha avuto il suo scopo se è stata sobria e spirituale e sobria non vuol dire povera, non vuol dire sciattona, sobria vuol dire essenziale ossia dare a ciascuna parte il giusto rilievo che merita.

Per cui se c'è il Gloria cantato, non posso dire che faccio una celebrazione sobria e quindi non cantiamo il Gloria, oppure non facciamo i canti polifonici, perché vuol dire fare una liturgia sciattona, giocando al ribasso.

Invece la liturgia ben fatta significa che ogni ruolo sia riconosciuto, ma che non sia mai protagonistico.

L'unico ruolo protagonista è quello di Gesù che agisce in persona Christi nel sacerdote, quindi neanche il sacerdote è al centro di tutto, è Gesù Cristo che sta agendo; allora noi ci rendiamo conto che le cose non vanno quando c'è idolatria delle persone.

Ah! c'era Tizio, Caio, Sempronio, non c'entra, tu devi uscire dalla celebrazione, sì, sapendo che c'era Tizio Caio e Sempronio che faceva questo, questo e quest'altro.

4) Devi uscire dalla celebrazione avendo fatto esperienza di Dio

Ma tu devi uscire dalla celebrazione avendo fatto esperienza di Dio se no hai sprecato il tempo.

Questa è l'esperienza mistica, attraverso le cose sensibili giungi alla percezione delle cose invisibili cioè della presenza di Dio.

L'esperienza mistica non è avulsa dalla nostra natura umana, quindi la nostra intelligenza parteciperà, i nostri sensi parteciperanno, le nostre emozioni parteciperanno, ma che cosa deve avere la preminenza?

Il senso di comunione, ossia esperienza mistica attraverso le cose sensibili, entro in contatto con Dio.

Molta attenzione voi che siete in qualche modo in lista come catechisti; dovete preparare una funzioncina per i bambini, è importante che ci sia questo ruolo di guida, ma non deve essere ruolo di protagonismo; se dovete dirigere i canti in Chiesa, fatelo in modo che non si dica: ah! quella persona, perché se dicono così, avete fallito.

5) Il canto deve essere un mezzo che ti porta alla presenza di Dio

Il canto deve essere un mezzo che ti porta alla presenza di Dio, se invece diventi tu la persona che catalizza, hai fallito.

Quando devi leggere in Chiesa, leggi in un modo non che la gente dica di te: legge bene, ma che dica: ho capito tutto ciò che si diceva!

Ho capito ciò che voleva insegnarci San Paolo, oppure ho intuito quello che il Signore voleva dire attraverso la lettera di San Paolo.

Se invece questo non avviene e il commento è semplicemente: uh! questa persona come legge bene, sì, legge bene, ma non sta proclamando la parola di Dio.

Vedete come è sensibile l'ago della bilancia? La tensione della liturgia deve dare a voi il gusto, la sensibilità di capire il troppo e il troppo poco.

6) Bisogna che Lui ( Gesù ) cresca e che io diminuisca

Bisogna che il nostro motto sia come quello di San Giovanni il Battista: bisogna che Lui ( Gesù ) cresca e che io diminuisca.

Allora il Signore vi ha dato dell'intelligenza? Vi ha dato del gusto, vi ha dato della sensibilità, vi ha dato dei doni, dei talenti, delle capacità ecc. qualunque cosa sia, l'unica preoccupazione deve essere questa: bisogna che Gesù cresca e che io diminuisca.

Io devo fare il cartello indicatore di Gesù.

Chi vede me non deve dire: che bel cartello indicatore, ma deve dire: là c'è Gesù.

Allora questo è il compito generale di tutta la vita spirituale della Chiesa.

7) L'esperienza mistica che cosa fa?

L'esperienza mistica che cosa fa? Serve a te per essere sempre più convinto, sempre più deciso dell'importanza che deve rivestire dentro di te, la persona di Gesù Cristo.

Se la persona di Gesù Cristo è semplicemente un'idea, una catechesi, una struttura, una morale, una religione quella non è esperienza mistica, perché tutte le cose che vi ho elencato adesso vengono dopo, in un secondo momento.

Nessuno riesce a capire la morale cristiana se non la persona che ha fatto un'intensa esperienza di Gesù, è vero?

Nessuno capisce perché nel sacerdozio c'è il celibato per il regno dei cieli e la perfetta continenza, se non chi ha fatto esperienza di Gesù Cristo.

Per la disciplina ecclesiastica, in merito al celibato sacerdotale esso apparirebbe come un obbligo, invece questo è un dono.

Nessuno capisce perché il matrimonio è unico e indissolubile, se non una persona che ha fatto un'intensa esperienza di Gesù Cristo.

8) Senza un'intensa esperienza di Gesù, nessuno capisce il valore della sofferenza

Nessuno capisce che l'amore è oblativo cioè la capacità di amare fino al sangue per il prossimo, se non uno che ha fatto un'intensa esperienza di Gesù Cristo.

Nessuno capisce il valore della sofferenza, dell'offerta di sé, del sottomettersi gli uni agli altri.

Voi che siete sposati non mi direte mica che la vita è rose e fiori?

Camminate su un tappeto di petali di rose? No, magari.

C'è la legge di compensazione: uno sui petali e l'altra sulle spine.

Qualcuno dice: il Signore vuole questo, "fare l'unità nella diversità".

Beh! Ad un certo momento i due saranno una carne sola, dice Gesù; questo vuol dire se uno cammina sui petali e l'altro sulle spine, ad un certo momento deve dire: bene, adesso facciamo cambio, io cammino sui petali e tu sulle spine.

Dato che viviamo tutti su questo mondo, sappiamo benissimo che la condizione della natura sulla terra è condizionata da molte cose: dalla salute, dall'umore, dal carattere ecc. ecc. quindi è evidente che ci sia questo.

Ma se una persona non ha fatto un'intensa esperienza di Gesù è capace di sopportare l'altro? No!

9) Ci vuole l'amore di Dio per amare il prossimo come se stessi

Ci vuole l'amore di Dio per amare il prossimo come se stessi, e non è sufficiente dire: io vado in Chiesa.

Fabiana dice che sopportare più essere più facile tra due persone che si amano, ma con gli altri si può dire: Signore aiutami ad accettare le cose che non posso cambiare.

Ma se la persona nel corso degli anni cambia? Quella persona che tu hai sposato cambia ed emergono lati del suo carattere che in gioventù non venivano fuori?

Tu sai che se non hai una forza spirituale per farlo, non lo fai, non ce la fai.

Per questo è importante avere un cammino spirituale molto forte, perché dove non arriva la natura, arriva la grazia.

Cosa voglio dire? Noi tutti sappiamo che più passa il tempo e più vengono evidenziati i lati del carattere che nell'età giovanile si possono tenere sotto dominio.

Perché nell'età giovanile hai anche una resistenza psicologica più forte, ma dopo anni di logoramento, di disistima, di questo, di quell'altro ecc. a un certo momento anche le resistenze psicologiche si logorano e allora capita che le persone anziane diventano acide; la moglie non sopporta più il marito, sono sempre lì che si pungono.

Se non c'è un forte amore di Dio, le cose non si sopporteranno mai, anzi peggioreranno sempre.

È solo l'amore di Dio che è capace di curare le ferite, non solo dà la capacità di sopportare, ma di costruire veramente un amore forte, perché non è più l'amore dell'uomo è l'amore di Dio che viene a costruire una unità.

10) L'amore oblativo, l'offerta di sé

Quando l'uomo non ce la fa e riconosce il proprio limite dice: Signore se non mi aiuti tu, io non ce la farò.

Per cui questo è l'amore oblativo, l'offerta di sé.

Certo l'esperienza psicologica porterebbe la persona a dire: tanto non cambierà mai niente; può succedere che passi nella mente tutto questo, però tu sai che Gesù disse a quella donna sirofenicia: sia fatto secondo la tua fede.

In altre occasioni, nella guarigione del cieco, oppure il servo del centurione, nessuno ha la fede come la sua, cosa vuol dire?

Certamente la sicurezza che Dio tiene in mano la sorte della tua vita, ma non sicurezza mentale, sicurezza completa, convincimento.

Secondo, fiducia in Dio: Signore, metto questa situazione nelle tue mani, voglio fidarmi di te.

11) Il Signore cambierà l'altra persona attraverso di te

Terza cosa, cominciare a vedere le cose in un modo diverso, volerlo vedere in un modo diverso; poi se il miracolo deve avvenire, avverrà.

La mia domanda è: in chi? Che il Signore cambierà la persona e la fa diventare come piace a te?

O che il Signore cambierà te e ti renderà capace di sopportare quella?

Oppure possono succedere le due cose.

Generalmente uno dice: io sono perfetto, deve cambiare l'altro e il Signore che è più furbo comincia a mettere un tarlo nella tua mente e dice: se invece dovessi cambiare tu?

E se tu non avessi mai pensato a fare questo gesto, questa parola?

E se io adesso ti suggerissi di dire questa frase a quella persona lì?

E se tu la dicessi e lei cambiasse? Allora ti rendi conto che il Signore cambierà l'altra persona attraverso di te; se questo non dovesse avvenire allora chiederai il miracolo di far udire i sordi e vedere i ciechi.

12) C'è l'amore nella famiglia, oppure c'è solo la ricerca di sé?

Mara dice che nella famiglia si può trovare la palestra per esercitare l'amore.

Si è un allenamento, però bisogna capire se c'è l'amore oppure se c'è solo la ricerca di sé, perché tante persone scambiano l'amore con la ricerca di sé.

Allora tanti vincoli matrimoniali sono zoppicanti o sfasati, perché in realtà uno non sta mettendosi al servizio dell'altro, si sta aspettando dall'altro che faccia quello che vuoi tu.

E questo non è amore, questo è ricerca di sé.

Allora è in crisi il concetto stesso di amore: che cos'è l'amore? La capacità di ascoltare l'altro e di accogliere l'altro.

Forse non abbiamo mai pensato che sopportare pazientemente le persone moleste, potremo prenderlo anche con l'aspetto filologico della parola: sub portare, portare da sotto, vuol dire prendere in braccio, sollevare queste situazioni vuol dire che prendi tutto tu il peso.

Allora uno degli aspetti dell'amore anche coniugale che si considera veramente poco è questo la "sopportazione l'uno dell'altro" che non vuol dire semplicemente subire , ma vuol dire che nell'amore è contenuto questo atteggiamento di disposizione.

13) Amore impossibile agli uomini, se uno non ha dentro di sé l'amore di Dio

Cioè uno deve partire già dicendo: bene, sono anche disposto a prendermi tutto sulle spalle questa situazione qui e lo faccio perché voglio il bene dell'altro.

Vi rendete conto di quello che è il concetto dell'amore? È un amore impossibile agli uomini, è vero?

Se uno non ha dentro di sé l'amore di Dio, come potrà raggiungere un ragionamento di questo genere?

Non lo raggiungerà mai, ma per fortuna, direbbe san Paolo, l'amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori, si chiama lo Spirito Santo.

Per mezzo di questo amore noi facciamo la cosa più incredibile che si possa immaginare e cioè dire: Abbà a Dio.

Ora se questa è la cosa più pazzesca che una creatura umana possa dire a Dio sei mio papà, se questo è possibile, allora tutto il resto è possibile e dato che questo avviene anche tutto il resto è possibile.

Io posso amare anche il mio nemico, perché io lo voglio e dal momento in cui ho deciso che lo voglio, lo Spirito di Dio può agire dentro di me, ma finché io non decido che voglio che questa situazione cambi sono disposto persino a sopportare, a morire.

Finché non decido questo, lo Spirito di Dio ha le ali tarpate, non può fare se non pochissimo.

Perché lo Spirito di Dio potrà fare tutto ciò che io do a sua disposizione; io posso amare una persona difficile non con il mio amore umano, ma con quello divino, allora lì diventa possibile.

Marco dice: se io sopporto l'altra, ma all'altra non gli importa niente dell'amore di Dio, per me diventa difficile continuare, perché poi è lei a non sopportare me.

Ma se tu non avessi l'amore di Dio dentro di te, quella situazione non riusciresti a viverla, non dico che sia una situazione piacevole, ma a me non pare che Gesù sulla croce stesse ridendo o raccontando le barzellette, però lo faceva con l'amore di Dio.

Quando tutto è compiuto lui "emisit spiritum", quando tutto era finito lasciò andare via lo Spirito di Dio: prima l'ha tenuto, perché se non aveva dentro di sé lo Spirito di Dio non poteva amare gli uomini fino al punto di dire: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.

Allora dobbiamo essere consapevoli, che amare il prossimo non significa necessariamente avere qui sulla terra la soddisfazione di vedere risolte le nostre necessità, d'altronde dobbiamo ricordarci molto bene, anche noi che siamo credenti, di non voler fare il Paradiso sulla terra, perché il Paradiso sulla terra lo fanno solo i materialisti.

14) Sulla terra siamo tribolati, ma sappiamo che la nostra patria è nei cieli

Sappiamo bene che il nostro Paradiso è con Dio, quindi vuol dire che se qui sulla terra siamo tribolati in ogni situazione, sappiamo in ogni caso che la nostra patria è nei cieli; questo vuol dire che siamo sempre disposti a vivere nell'esilio, in attesa di quello che ci è stato promesso.

Vedete, se i credenti dimenticano che il nostro destino è la vita eterna, allora la vita qui sulla terra diventa una guerra continua.

Se invece i credenti si ricordano che qui siamo sulla terra di passaggio e tutto quello che viviamo qui gli possiamo dare un significato, anche se siamo tribolati da ogni situazione, questo ci dà fastidio, ma non ci deprime, perché sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio: Allora che cosa ci potrà tenere dall'amore di Dio, forse il pericolo, la nudità, la spada, le altezze, tutte le altre creature, tutto questo ci potrà dare fastiDio come ci potrà dare fastidio un temporale mentre siamo per la strada.

Ci potremo bagnare i pantaloni, i piedi, però a un certo momento entriamo in casa, ci cambiamo e stiamo benissimo.

Non è che se c'è il temporale io per tutta l'eternità starò dentro al temporale.

Allora io so che camminando qui sulla terra ci saranno dei temporali, delle bufere, però so anche che io non è che mi stabilirò qui per sempre.

Quando il credente dimentica il proprio destino eterno allora tutto diventa una tragedia, tutto diventa insopportabile, tutto diventa invivibile: quando il credente si ricorda che tutto quello che viviamo qui ha un significato di passaggio, allora non è più così insopportabile, perché tu dici: va beh!

Adesso è una questione di un momento, ma tanto il Signore lo sa, tanto il Signore l'ha visto.

15) Non sia turbato il vostro cuore, io vado a prepararvi un posto

Il Signore ha detto: non sia turbato il vostro cuore, io vado a preparavi un posto.

Quando vi avrò preparato un posto, verrò e vi prenderò perché stiate con me; non abbiate timore, perché vi sono molti posti.

Uno dei problemi dei nostri tempi è quello di aver tolto di mezzo il trascendente; anche come credenti, pensiamo che la vita del credente sia la vita morale, no, la vita morale è una conseguenza di un incontro straordinario con il Signore, per mezzo del quale io adesso vivo per Cristo, non vivo più per me stesso.

Se uno è in Cristo, dice sempre san Paolo, è una creatura nuova, le cose di prima sono passate, perché ne sono nate di nuove; allora se non ne sono nate di nuove, sono in Cristo?

Non c'è nessuno di noi che non sia tribolato da qualche cosa.

Però la disperazione entra quando l'orizzonte della nostra vita si conclude con l'aspetto terrestre, dimenticando che noi abbiamo un'anima immortale dentro di noi; un'anima che quando i nostri occhi si chiuderanno, si apriranno di fronte allo splendore eterno.

Sarà casa, andremo a casa finalmente, per la prima volta metteremo i piedi in casa nostra e potremo dire adesso vado a casa e sto proprio bene, tutto è preparato per me.

Se noi dimentichiamo che il nostro destino è quello, ma è chiaro che tutto diventa insopportabile, invivibile; è chiaro che io devo fuggire qualunque situazione, però in quel caso agisco ancora in modo semplicemente psichico, non spirituale.

16) L'amore di Dio che è stato effuso nel tuo cuore, ti dà una gioia spirituale

Altra domanda: allora amare vuol dire dare amore senza aspettarsi niente in cambio?

Sotto un certo aspetto è così, però io ho specificato molto bene che amare in questo modo non è il frutto di uno sforzo umano, è un dono di Dio; ora quando il dono di Dio viene a visitare la tua vita, mentre tu ami il prossimo, non è vero che tu hai la stessa soddisfazione che avresti a succhiare un chiodo, cioè nulla, perché l'amore di Dio che è stato effuso nel tuo cuore, ti da' una gioia spirituale che non è vanità di dire: ecco, sono migliore di te, perché so sopportarti, no!

È un amore spirituale puro, bello che ti fa gioire per il prossimo, che ti fa vedere il prossimo con occhi diversi, che mentre tu ami e sopporti il prossimo, sebbene sia una cosa difficile, ti rendi conto che non è una cosa da martirologio, non ti senti sbranato dai leoni mentre stai facendo questo; a un certo momento se gli altri ti dicessero: ma come fai?

Ti meravigli di una tale domanda, perché non ti accorgi che stai facendo una cosa così strabiliante; gli altri dall'esterno vedono una cosa difficile, ma tu che la vivi dentro dici: tutto sommato io non mi rendo conto di una cosa così difficile.

Allora dici: è sicuramente l'amore di Dio che mi rende facile questa cosa difficile.

Questo è l'amore di Dio; quando manca l'amore di Dio ciò che è difficile resta difficile, insormontabile, pazzesco, da esaurimento nervoso, depressione, suicidio, divorzio, abbandono, menefreghismo, certo! Ma se c'è l'amore di Dio no, perché l'amore di Dio ti edifica, ti guarisce, ti sostiene, ti sorregge, ti protegge continuamente; allora l'amore di Dio non è semplicemente una forza che ti serve per andare avanti.

17) È davvero l'amore di Dio che mi aiuta

Ti senti amato, ti senti avvolto, ti senti protetto, ti senti consolato, anche se quella situazione non è tra le più rosee, però riesci a farlo.

E se gli altri ti dicessero: come mai resisti ancora in questa situazione?

Dentro di te dici: io non la vivo in una maniera così devastante questa situazione; sì, non è proprio la situazione migliore di questo mondo, però devo dire che neanche è una cosa da suicidio, neanche è da dire che perdo il sonno, che vado fuori di testa, anzi pensi che ci sia gente che soffre più di te, non reputi tutto questo una cosa tale da dire che è una cosa pazzesca, insostenibile.

Allora dici: questo è davvero l'amore di Dio che mi aiuta.

Certo l'intelligenza ce l'ho per dire: questa non è la situazione migliore del mondo, però posso dire: come mai gli altri si stupiscono?

Probabilmente c'è davvero l'amore di Dio che mi aiuta ad andare avanti e mi permette di sostenere questa situazione che non è tra le più rosee, ma onore e gloria al Signore non a me che sono bravo, che riesco a fare questo, onore e gloria al Signore che sta agendo dentro di me, senza che io me ne accorga, perché vivo questa situazione lacerante ecc. senza fare impazzire tutti, senza creare una rivoluzione francese ogni volta che arrivo a casa.

18) Cos'è l'anima

Domanda di Giovanni: diciamo sempre che abbiamo un'anima, vorrei sapere come è fatta quest'anima e dov'è.

L'anima è una realtà spirituale quindi lo Spirito non si può dire è lungo tanto, è largo tanto, è profondo tanto, pesa tanto, è Spirito, è una realtà che è al di fuori della natura umana.

È qualche cosa che proviene direttamente dal cuore di Dio, ma non perché Dio se ne sia staccato un pezzo, quindi prima era in Paradiso poi è venuto sulla terra.

Dio ha detto: là voglio che esista un'anima e quell'anima è cominciata a esistere sulla terra non in cielo.

È sbagliato dire: torna alla casa del Padre; torna, perché prima c'è stato?

Noi siamo mica nella metempsicosi che viviamo, riviviamo.

No, uno va alla casa del Padre, perché non c'è stato prima.

Le anime sono create da Dio nell'istante stesso che c'è un concepimento e quindi sono create, dove? Nel corpo della donna.

Quanto al fatto di come è fatta l'anima, quando sarò andato di là, se tu sarai ancora di qua verrò in sogno a parlartene.

19) L'amore di Dio è un dono che si chieda

Altra domanda. L'amore di Dio è un dono che va ricercato, va chiesto, oppure mi viene dato comunque?

L'amore di Dio è un dono che si chiede, è un dono perché l'hai già ricevuto nel battesimo: fede, speranza e carità.

Amore di Dio, caris, grazia che vuol dire Spirito Santo in azione.

Ma questo amore di Dio che tu hai ricevuto non è semplicemente un pacco regalo, un qualcosa da utilizzare già pronto, cioè a dire il dono di Dio lo chiedi e tu collabori con Dio perché si sviluppi.

I doni di Dio sono come un sacchettino di semi, se tu non li pianti non cresceranno mai, se tu non li irrighi moriranno senza acqua, se tu non li metti al sole resteranno pallidi e deboli.

Quindi vuol dire che l'amore di Dio è un dono che Dio ti dà e cresce man mano che tu lo eserciti.

Cosa vuol dire? Tu hai chiesto questo dono, sai che Dio te lo dà, perché Dio te lo vuole dare, quindi agisci come se tu avessi quel dono; cominci ad agire come se tu avessi già questa forza.

20) Tu cominci a farlo e ti accorgi che ce la fai, in quel momento Dio ti ha dato il dono

Nel momento stesso che tu cominci a farlo ti accorgi che ce la fai a farlo, allora vuol dire che in quel momento Dio ti ha dato il dono.

Dio, poiché rispetta la libertà degli uomini, non farebbe mai in maniera diversa da questa, perché se prima tu sentissi di avere tanto amore, dopo di che tu facessi le cose, non saresti tu a farle, sarebbe stato Lui e quindi non ci sarebbe stato il libero arbitrio.

È come dire finché io non schiaccio l'acceleratore la macchina non aumenta velocità; la stessa cosa, più io premo l'acceleratore dell'amore più amore va nel mio cuore, meno ne premo meno ne va.

Ma il serbatoio dell'amore di Dio è infinito, più premo l'acceleratore e più amore va nella mia vita e dalla mia vita in quella degli altri.

Se il carburatore è chiuso, anche se ho un'autocisterna dietro di benzina, ma non va niente nel motore, quando comincio ad accelerare allora la benzina va dentro il motore e viaggia, non prima e neanche dopo.

21) I pensieri: come faccio a capire se vengono da Dio o dal demonio?

Altra domanda. Mi vengono dei pensieri, come faccio a capire se vengono da Dio o dal demonio?

In due modi: l'insegnamento di Dio è esplicito, nella Bibbia c'è scritto tutto.

Il catechismo è una sintesi di tutti gli insegnamenti di Dio, quindi tu puoi sempre dire: questo atteggiamento è giusto o quest'atteggiamento non è giusto.

Seconda istanza, la coscienza. Dio ti parla nella coscienza e ti fa sentire ciò che va bene e ciò che non va bene.

Se hai dei dubbi, allora è giusto che tu vada da persone che ti possono illuminare, presenti il caso specifico e quelle persone, consacrate, preparate ecc. ecc. non la parrucchiera, non il droghiere, non il barbiere, allora queste persone ti spiegano la situazione.

Siccome la tua situazione è delicata, allora potrebbero anche dire: guarda, ci penso su, ci prego su ecc. ci sentiamo tra una settimana e vediamo come possiamo approfondire questa situazione.

Perché anche questo è fondamentale, l'umiltà, se non c'è l'umiltà non c'è neanche l'amore.

L'amore senza umiltà è egoismo, l'umiltà senza amore è vanità.