Farsi cibo

14-5-2005

Don Mauro Agreste

Indice

1) Il Verbo di Dio è venuto per dirci chi siamo e chi è Dio di fronte a noi
2) L'Eucaristia ci dimostra un Dio umile che si dona fino a farsi cibo per noi
3) L'omelia di san Giovanni Crisostomo sul pane
4) Dio si è fatto uomo perché noi potessimo partecipare di quello che lui stesso è nella gloria
5) C'è un cammino, c'è un tempo per ogni cosa
6) Cos'è che rende l'essere umano differente da qualunque altra creatura? La sua trascendentalità
7) Nei novissimi l'essere umano è pensato da Dio come chiamato alla vita eterna

1) Il Verbo di Dio è venuto per dirci chi siamo e chi è Dio di fronte a noi

Il verbo di Dio che si è fatto carne, non è venuto per insegnarci una nuova religione, ma per dirci chi siamo e chi è Dio di fronte a noi.

Voi sapete molto bene che a causa del peccato originale l'uomo è caduto in un a grande confusione sulla sua propria identità.

Detto in parole semplici, l'uomo si è ammalato di delirio di onnipotenza, ossia l'uomo ha pensato di essere Dio.

E se facciamo caso a tutti gli interventi che, per esempio i Giudici o i Profeti o i grandi personaggi della Bibbia, espongono nell'arco della storia della salvezza, ci renderemo ben conto che spesso se non lo dicono esplicitamente, almeno implicitamente, non fanno altro che ripetere questa semplice relazione, ossia: "ricordati, tu sei un essere umano e Dio invece è LUI".

È come se Dio per bocca dei suoi ministri non facesse altro che dire: io sono Dio e tu sei l'uomo.

Quindi mettendo bene in chiaro questa relazione, adesso vediamo come tu puoi essere veramente uomo, riconoscendo che io sono veramente Dio.

infatti l'uomo diventa veramente uomo, quando riconosce Dio e lo accetta come tale, dunque l'evangelizzazione nasce e si conclude, quindi sorge e ritorna nel mistero eucaristico, perché è Dio stesso che è venuto ad annunciarci questa grande realtà.

Una relazione che esiste tra Dio e l'uomo.

2) L'Eucaristia ci dimostra un Dio umile che si dona fino a farsi cibo per noi

La relazione più intuibile anche se resta sempre un mistero è quella della Eucaristia, perché mentre si potrebbe avere l'idea di un Dio giudice e tiranno, l'Eucaristia ci dimostra un Dio umile, che si dà totalmente fino a farsi cibo.

Allora la comunicazione in questo caso, il concetto che è alla base, può anche essere questo: Dio desidera far parte della nostra vita, in un modo che non si possa più distaccare.

La novità che Gesù è venuto a portare sulla terra, non una novità sull'ordine razionale o di conoscenza di dottrine misteriose, è una novità di vita, un'esperienza autentica di Dio che viene a far parte della nostra vita e vuole che questo far parte della nostra vita sia inscindibile.

Per questo egli si fa cibo, perché visibilmente sia chiaro questo concetto, che Dio vuole far parte di noi stessi in un modo che non ci sia più niente che ci può staccare da Lui.

Al tempo del giardino dell'Eden, il rapporto tra Dio e uomo era un rapporto amicale, di dialogo ecc., ma voi avete visto e noi tutti sappiamo che questo rapporto è stato interrotto, non da parte di Dio, beninteso, bensì da parte dell' uomo.

La nuova ed eterna alleanza, significa ultimo e definitivo patto, non ce ne sarà un altro, anche perché più di questo non si può immaginare niente: Dio che si fa mangiare per essere con noi una cosa sola.

3) L'omelia di san Giovanni Crisostomo sul pane

Allora è interessante notare per es. in questa omelia di san Giovanni Crisostomo, come viene riportatA in questa lettera enciclica.

Ecclesia de Eucaristia, paragrafo 23, dice questo: "Che cos'è infatti il pane?

È il corpo di Cristo. Cosa diventano quelli che lo ricevono?

Corpo di Cristo, ma non molti corpi bensì un solo corpo, infatti come il pane è tutt'uno pur essendo costituito di molti grani e questi pur non vedendosi, comunque si trovano in esso, sì che la loro differenza scompare in ragione della loro reciproca perfetta fusione, alla stessa maniera anche noi siamo uniti reciprocamente fra noi e tutti insieme con Cristo".

Il mistero eucaristico è il mistero della comunione più totale; è una comunione che coinvolge il nostro essere corpo di Cristo, comunemente uniti fra di noi cioè mettiamo in comune tutto quello che siamo e tutto ciò che Dio ci ha dato, ma una comune unione con, per, in Dio per mezzo del verbo che si è fatto carne.

Allora qual è la straordinarietà di questo messaggio?

4) Dio si è fatto uomo perché noi potessimo partecipare di quello che lui stesso è nella gloria

Dio è venuto per essere dalla nostro parte ossia Lui si è fatto uomo perché noi potessimo partecipare di quello che Lui stesso è nella gloria.

Questa verità, questo annuncio straordinario, dovrebbe essere veramente ciò che coinvolge, stravolge, evangelizza il maggior numero di persone, perché Dio non è colui che punta il dito contro di te, ma è colui che allarga le braccia per accoglierti nella sua situazione.

Ora perché tutto questo possa avvenire è necessario un itinerario; San Paolo dirà: nella pienezza dei tempi Dio mandò suo figlio nato da donna, nato sotto la legge.

Cosa significa nella pienezza dei tempi?

5) C'è un cammino, c'è un tempo per ogni cosa

Significa che c'è un itinerario, c'è un cammino, c'è un tempo per ogni cosa; allora questo tempo per ogni cosa significa proprio questo: c'è il tempo in cui noi viviamo qui sulla terra e siamo chiamati a costruire questa comunione col Signore, nel Signore, per il Signore, ma è solo la prima parte di tutto il cammino, come?

Quando un bimbo viene concepito non nasce il giorno dopo, è necessario che ci sia un tempo di formazione, di costruzione della integrale persona, prima di poter venire alla luce.

E così l'itinerario potrebbe essere simile, quanto al significato, noi siamo concepiti nella mente di Dio, nasciamo qui sulla terra e c'è tutto un tempo di costruzione, formazione.

Ora come per il bimbo c'è il tempo per il nutrimento che riceve dalla sua mamma, così per noi c'è il tempo della costruzione della integrale persona umana.

Non possiamo essere delle vere persone umane, se non ci mettiamo in relazione con ciò che ci fa essere umani ossia il riconoscimento dell'aldilà, dell'eternità, dell'alterità.

6) Cos'è che rende l'essere umano differente da qualunque altra creatura? La sua trascendentalità

Che cos'è che rende l'essere umano differente da qualunque altra creatura?

Il suo essere chiamato all'eternità, in una parola difficile, la sua trascendentalità, l'essere qui, ma proiettati verso l'eternità e non esiste un'altra creatura in tutto l'universo che abbia in sé questa potenzialità.

Ossia noi nasciamo in maniera totalmente naturale e materiale, ma questo nostro essere naturali e materiali non è destinato a consumazione e dissoluzione, tutto è chiamato a una trasformazione in Cristo e noi diventiamo veramente esseri umani, se ci consideriamo nel controluce di questo prospetto di eternità e di infinito.

L'essere umano diventa veramente umano non se pensa solo ai valori sociali e comuni che riguardano tutto il globo terrestre, ma l'essere umano diventa tale nella misura in cui considera sé stesso nel controluce del prospetto dell'aldilà.

Per dirlo in parole più semplici, considerando i "novissimi" di cui si parla poco, ma che sono le cose più importanti, perché sono quelli che ci costituiscono veramente come persone umane. I novissimi, viene dal latino dove novum vuol dire una cosa ultima e cosa ultima vuol dire perfetta, vuol dire definitiva, vuol dire che non cambia più.

7) Nei novissimi l'essere umano è pensato da Dio come chiamato alla vita eterna

I novissimi, le cose ultime, sono quelle che danno il significato di quello che siamo, perché nei novissimi c'è il prospetto e c'è l'affermazione, com'è scritto nel Vangelo, che noi siamo chiamati da Dio a vivere con Lui per sempre, ossia l'essere umano è pensato da Dio come un essere chiamato alla vita eterna.

Non si può scindere questo aspetto della persona umana, diversamente la persona umana diventa solo carne da macello; quello che sta accadendo con tutte queste discussioni che stiamo affrontando sulla abrogazione della legge 40 che sappiamo tutti non essere una legge perfetta, ma che in qualche modo cerca di garantire qualche diritto del concepito.

Allora tutte queste riflessioni devono confluire in un pensiero molto forte: l'Eucaristia ci rende veramente umani, perché ci apre il prospetto dell'eternità, nessuna persona è mai così umana, se non quando scopre e intuisce che il proprio destino è eterno.

L'eternità, l'aldilà non è l'oppio dei popoli, come veniva detto della Chiesa, del Cristianesimo, da parte di alcuni pensatori del 19° e 18°secolo.

L'annuncio del Vangelo è la rivelazione di ciò che l'uomo è in se stesso, della sua dignità, la dignità che è talmente grande che per valorizzarla Dio si è fatto come noi, come dice quel famoso canto, perché noi fossimo come Lui.

Allora il mistero eucaristico è proprio questo pane spezzato i cui chicchi sono composti da tutti coloro che compongono il corpo di Cristo, certamente in primo luogo Gesù Cristo, ma anche tutto il resto del corpo mistico che sono i battezzati.

Allora su questo altro aspetto, quest'altra riflessione consideriamo davvero la nostra chiamata come un grande dono e anche come una grande responsabilità; il vostro essere qui come catechisti che si vogliono formare è sicuramente un progetto che Dio mette di fronte a voi perché collaboriate con Lui nell'estendere il suo regno e il suo regno non è questione di territorio, ma di cuori che devono entrare nella comunione con il Signore.