Itinerario catecumenale

Leandro Pierbattisti

Carissimi Catechisti,

nella nostra diocesi di Torino, e in diverse altre diocesi d'Italia, si parla sempre più frequentemente della necessità di itinerari catecumenali per ragazzi, giovani e adulti.

Un argomento questo che ci riguarda direttamente, dal momento che ci stiamo preparando o perfezionando alla missione di Catechisti.

Si tratta di cogliere i nuovi orientamenti che ci vengono dall'Ufficio Catechistico diocesano che, in quanto Catechisti docili alle direttive della Chiesa, siamo tenuti a conoscere, ad approfondire e ad attuare.

L'itinerario catecumenale è un modello di iniziazione cristiana, utilizzato in passato dalla Chiesa e tuttora attivo in molti Paesi di missione.

Storicamente il catecumenato si occupava di formare cristianamente i candidati al battesimo e poi via via della formazione e della preparazione al ricevimento degli altri sacramenti.

Oggi in una società fortemente secolarizzata, qual è la nostra, in cui i valori dello Spirito sono sempre più ampiamente emarginati, occorre ritornare a questo antico modello di formazione cristiana, sia pure in una forma adattata alla società e alla mentalità contemporanee.

La crisi religiosa di oggi non deriva, come un tempo, da un contrasto aperto verso la religione o verso il senso della vita secondo l'insegnamento evangelico, ma è caratterizzata dalla indifferenza e superficialità verso ogni valore dello Spirito.

Tali valori vengono considerati da molti come scelte dei singoli e non come valori da proporre e vivere nella famiglia e nella società.

La religione, si dice, è un fatto strettamente personale, da non imporre a nessuno: i bambini faranno le loro scelte quando saranno diventati adulti.

Con questa mentalità, sempre più estesa, l'identità cristiana rischia di sbiadirsi o anche di scomparire, qualora non venga rimotivata da principi di fede.

Il risultato del diffondersi di tale mentalità riduce spesso la fede ad una serie di pratiche esteriori, che non incidono nella vita, pratiche fatte solo per tradizione e con grande superficialità.

Noi sappiamo, però, che l'essere battezzati non ci potrà salvare se si respinge la salvezza, compiendo opere contrarie all'insegnamento di Cristo e della Chiesa e se le scelte di ogni giorno non sono coerenti con il battesimo ricevuto.

Ecco dunque la necessità e l'urgenza di una più puntuale formazione cristiana, perché la fede si traduca con maggiore incisività nella vita e nelle scelte di ogni giorno.

Il percorso catecumenale per ragazzi dai sette ai quattordici anni, dei quali prevalentemente desideriamo occuparci, è la proposta di un cammino più maturo e responsabile verso il coinvolgimento della loro vita con Cristo, nella Chiesa, insieme alle loro famiglie.

Riporto a questo riguardo uno stralcio di riflessioni sul catecumenato di Don Andrea Fontana, responsabile del Servizio diocesano per il catecumenato di Torino e membro del Gruppo nazionale di lavoro:

"L'itinerario catecumenale è un modello antico e nuovo di iniziazione cristiana: non è tanto il suo sviluppo pratico che vogliamo promuovere, ma lo spirito che lo anima, quello spirito che sta alla base della presenza della Chiesa nel mondo contemporaneo.

Né sono le decisioni pastorali che bisognerà prendere a preoccuparci quanto piuttosto i criteri che ispirano le decisioni, le quali in situazioni diverse potranno anche spingere su strade diverse.

Mi permetto solo di rifiutare le obiezioni fatte nel nome di una prassi pastorale immobilistica che aggancia i sospetti verso qualsiasi cambiamento al "si è sempre fatto così", sia perché non è vero (infatti nella storia della Chiesa le prassi pastorali sono state in ogni epoca molto diverse …), sia perché dobbiamo avere il coraggio di aprirci all'azione dello Spirito che ci interpella attraverso le nuove culture e situazioni sociali del mondo contemporaneo.

Nessuno di noi può prevedere quale sarà la pastorale del futuro, ma abbiamo il dovere di costruirla cercando nuove strade e abbandonando strutture che non sono affatto "dogmatiche" né consolidate da una prassi eterna e universale nella Chiesa né adeguate alle situazioni delle nostre parrocchie".

Con la proposta del catecumenato non si intende in alcun modo declassare le benemerite schiere di Catechisti che hanno cresciuto i ragazzi nella fede fino ai nostri giorni; il loro impegno, la loro dedizione, le loro fatiche sono stati un ottimo, valido ed efficace aiuto per la crescita dei battezzati nella fede in un determinato contesto familiare e sociale ora fortemente cambiato.

Quel determinato modo di educare alla fede oggi non incide più perché è cambiata la società e quindi le famiglie.

Da questa realtà nasce l'esigenza e l'urgenza di un cambiamento.

Ma che cosa fare in concreto? Occorre innanzitutto prendere coscienza che l'apprendimento e la traduzione nella vita dei contenuti della fede con le precedenti metodologie oggi non è più sufficiente e, pur non rigettandole in blocco, occorre individuare e provare vie nuove che risultino più efficaci e adatte ai ragazzi dell'odierna società e alle famiglie così come sono oggi.

Chi pensa che nulla debba cambiare, rifiuta in partenza l'impegno di trovare vie nuove, più efficaci, per la trasmissione della fede.

Oggi occorre una catechesi che coinvolga maggiormente la famiglia, perché sia essa a sostenere la formazione cristiana dei figli, in stretta collaborazione con il parroco, con il responsabile della catechesi e con i Catechisti.

Da dove partire allora per dare un giro diverso alla nostra azione formativa?

Non ci sono ricette risolutive, tocca a noi inventare e provare modi nuovi di fare catechesi in grado di coinvolgere congiuntamente bambini, famiglie e parrocchia.

Se non si coinvolgeranno le famiglie soprattutto, le nostre catechesi rischieranno di tradursi in un "buco nell'acqua".

Prima di avviare qualsiasi proposta innovativa, occorre tenere presente che nessun cambiamento potrà essere attuato se prima non ne sarà condivisa la necessità, sia da parte del parroco, come pure del responsabile delle catechesi, del catechista e della famiglia.

Per questo occorre innanzitutto chiarirci le idee per poi proporle con carità e fermezza negli ambiti decisionali e operativi.

La proposta di un diverso itinerario catecumenale per ragazzi non deve in ogni caso consistere in una rivoluzione formativa e metodologica che sconvolga le nostre parrocchie.

Non è infatti possibile né opportuno un cambiamento totale e istantaneo della formazione Catechistica di una parrocchia.

Si tratta di un cambiamento graduale, attenendosi a quanto suggerito dall'Ufficio Catechistico diocesano.

Costituzione dei gruppi

La prudenza consiglia di iniziare questa nuova esperienza solo in uno o due gruppi "pilota" di ogni parrocchia e di riunire in questi gruppi solo bambini o ragazzi i cui genitori accettino di essere parte attiva nella formazione cristiana dei figli, in stretta collaborazione con la parrocchia.

Tali gruppi saranno costituiti da genitori e ragazzi insieme, con momenti formativi congiunti e distinti.

Prima dell'avvio di questo importante cammino, i genitori di questi ragazzi dovranno essere sufficientemente informati e trovarsi concordi che la data per il ricevimento di un determinato sacramento non potrà essere prefissata all'inizio del percorso formativo, ma che dovrà essere stabilita di comune accordo con i responsabili delle catechesi, quando il gruppo abbia raggiunto una adeguata formazione spirituale e dottrinale.

Ipotesi operativa di itinerario catecumenale

A titolo esemplificativo, suggerisco una procedura che potrà ovviamente essere cambiata, modificata e adattata alle esigenze locali, sempre in pieno accordo con il parroco e con il responsabile della catechesi.

A. Incontro di inizio anno con tutti i genitori dei ragazzi di un determinato gruppo, precedentemente contattati e consenzienti al nuovo itinerario formativo.

B. Incontro di inizio anno con i genitori dei bambini o dei ragazzi insieme.

C. Ogni due mesi ripetere i due incontri come quello di inizio anno, e cioè quello solo con i genitori e quello con genitori e ragazzi insieme.

Nel corso dell'anno prevedere almeno cinque pomeriggi di spiritualità in cui si trovino insieme genitori e ragazzi per:

- lo sviluppo di temi formativi legati al nuovo percorso formativo dei ragazzi

- la verifica del cammino intrapreso

- lavori di gruppo

- celebrazioni liturgiche o paraliturgiche

- momenti di festa

- altro

La traccia proposta non è che un suggerimento per cominciare ad interiorizzare un possibile cambiamento e a muovere i primi passi.

Come già detto, si tratta di un cammino che potrà essere successivamente perfezionato in base alle difficoltà incontrate e ai risultati raggiunti.

Cambiare comporterà certamente qualche fatica in più, ma anche maggiori future consolazioni.

Non scoraggiamoci! Non siamo soli, Gesù è con noi.

Per riuscire ci occorre tanta preghiera, perché lo Spirito di Gesù riempia i nostri cuori e li renda capaci di intraprendere quelle vie nuove e più impegnative che oggi "i segni dei tempi" ci suggeriscono.

Che il Signore ci aiuti in questo faticoso, ma entusiasmante, cammino per giungere, insieme ai nostri ragazzi e in ogni nostra attività, ad una sempre più perfetta comunione con Dio e con i fratelli, che è il fine per cui siamo stati creati.

Con fraterno affetto e con i migliori auguri di buon cammino