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La vita è la scoperta della reversibilità

La vita è la scoperta della reversibilità, del ricominciare, del rifare in ogni momento delle scelte per vivere meglio.

È la tesi rivoluzionaria proposta da questo libricino.65

Se non comprendiamo e crediamo che questo è assolutamente possibile, è vero non stiamo vivendo ma stiamo morendo.

Infatti per un uomo, una donna, vivere non può essere "un apparecchio alla morte" ( se non inteso in termini di capacità nell'affrontare anche quel passaggio ), cioè prima una ricerca di ottimizzazione del divertimento e poi un lotta contro l'alienazione da frustrazione e poi la difesa dall'invecchiamento e dalla malattia.

Se capiamo che non è questo vivere, ma questo è morire, allora possiamo ricominciare a vivere.

Si tratta di una nuova mentalità da ricostruire.66

In ogni momento, fosse anche l'ultimo fisicamente percepibile, possiamo guarire dalla malattia mentale o fisica che ci ha trascinato ad una morte e passare più che mai "sani e belli" in quel mondo invisibile al quale nasciamo come un giorno nascemmo a questo visibile da un atto d'amore sensuale di un padre e di una madre.

È un altro amore che ci può far nascere ancora.

Quanta gioia portammo alla nostra nascita, quanta gioia portiamo alla nostra nuova nascita.

Certo come non ricordiamo quel tempo, così non possiamo capire questo nuovo tempo; ma sono entrambi logicamente tanto reali da non poter essere discussi da un uomo, se è tale fino in fondo e ha compreso interamente la sua vera realtà complessa e non solamente materiale ma anche intellettuale e spirituale, e questo tutto insieme.

Questa proposta "rivoluzionaria" è fondata, si innesta nella vita di Gesù Cristo.

Forse si può essere subito bollati di integralismo religioso, ma invece la proposta è laicissima e parte dal presupposto che Gesù non è stato il fondatore di una religione ma è via, verità e vita per ogni persona.

Noi siamo i nostri artefici ma per ricominciare sempre abbiamo bisogno del protagonista della nostra vita: "IO AMANTE, AMATO DA GESÙ".

Ecco l'uomo intero, l'uomo eterno, che ricomincia sempre per vivere meglio.

Che senso avrebbe vivere per sempre senza vivere sempre meglio?

Proviamo ad affrontare questa proposta e mettiamo tutto in rapporto a questo IO-GESÙ, senza preoccupazioni di presunzione o di rischio di banalità.

Abbiamo coinvolto il più Uomo di tutta la Storia, e quindi possiamo solo non farcela a capire ma preghiamo di ascoltarlo, perché le cose che intende dirci ci siano chiare.67

Riprendiamo la frase di Pascal:

"... al di fuori di un rapporto stretto,
una relazione fisica carnale con Gesù Cristo,
non possiamo davvero capire
né la nostra vita
né la nostra morte
né Dio
né noi stessi".

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65 Don Primo Mazzolari, La Rivoluzione cristiana. "La rivoluzione è un fatto permanente e non la fa solo chi dice di farla, ma il medesimo che non la vuole e si proclama l'antirivoluzione. Tanto l'argine come la corrente sono elementi della rivoluzione; e chi tende a conservare è a suo modo rivoluzionario, come chi tende a mutare gli ordini stabiliti perché uno o l'altro oppongono alla realtà sociale un elemento di volontà e di forza in cui propriamente consiste la rivoluzione. L'animo è quasi sempre avviato alla rivolta da una particolare sofferenza o da una ingiustizia. Appena però ci accorgiamo di questo nostro interiore restringerci, bisogna che entriamo in una visione completa del problema umano, che ha sempre un carattere universale cui bisogna provvedere se vogliamo essere cristiani con animo universale"
66 Bruno Forte, Avvenire: "La sfida che si profila è quella di proporre non una sintesi tra ideologia e nichilismo che resterebbe ideologica ma un cambiamento di mentalità che aiuti a scoprire l'uomo al di là di ogni presuntuoso protagonismo e di ogni caduta verso il nulla come inquieto e problematico, aperto sul mistero, interpellato dall'Altro, sovrano e trascendente che entra nella storia e ci chiama nella libertà alla comunione con sé"
67 Jean Leclercq, Contemplazione di Cristo. "Non si tratta di un'imitazione puramente morale, esteriore o interiore dei comportamenti di Cristo ma di una partecipazione ai misteri che ha compiuto, al mistero stesso che egli è stato. Gesù è stato la "forma" cioè il modello che contiene tutta la realtà della salvezza e di conseguenza la mostra con tutto il suo stesso essere con tutta la sua esistenza; il cristiano deve lasciarsi "formare" da lui e secondo lui, e dato che è stato deformato dal peccato lasciarsi "riformare" a sua somiglianza mediante il suo Spirito, quello Spirito che era in Lui e che ha inviato alla Chiesa dopo la sua risurrezione ( ... ) comportarsi realmente come membra del suo corpo ( ... ) entrare e rimanere in comunione con lui e per mezzo di lui, con tutta la sua Chiesa, di diventare "figli nel Figlio"