Amos

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Introduzione

Contenuti

Il libro di Amos contiene oracoli e visioni, quasi sempre dominati dalla prospettiva del peccato e dell'inevitabile castigo.

Gli oracoli sono, in genere, brevi.

Vengono utilizzate più volte alcune formule caratteristiche della predicazione profetica, come "Oracolo del Signore"; "Così dice il Signore …"; "Guai a …"; "Ascoltate …!".

Le parole di Amos hanno un tono di denuncia e di minaccia, annunciando un castigo che sembra inevitabile.

La conclusione del libro ( 9,11-15 ) si apre tuttavia alla speranza: Dio ristabilirà la "capanna di Davide" ( 9,11 ).

Schema

Oracoli contro le nazioni ( 1,1-2,16 )

Oracoli contro Israele ( 3,1-6,14 )

Le visioni ( 7,1-9,15 ).

Caratteristiche

In Amos emerge la coscienza del ministero profetico come dovere di proclamare la parola, che non può essere taciuta: "Il Signore Dio ha parlato: chi non profeterà?" ( 3,8 ).

Egli si scaglia soprattutto contro l'ingiustizia che domina i rapporti umani, sia all'interno d'Israele ( l'aspetto su cui Amos insiste di più ), sia nelle relazioni internazionali ( nei primi capitoli del libro ).

Questo vivere nell'ingiustizia rende insignificanti le celebrazioni religiose, che non sono più un incontro con Dio, ma un'altra manifestazione di egoismo ( 2,8 ).

Per sradicare la falsa sicurezza d'Israele, Amos arriva a contestare l'idea stessa della "elezione" d'Israele ( 9,7 ) o, meglio, le interpretazioni distorte che di essa si davano, quasi si trattasse di una "garanzia" indipendente dalla fedeltà e dalla giustizia.

Origine

Amos era originario di Tekòa, piccola città non lontana da Betlemme, in Giuda, ma la sua predicazione si svolse nel regno del Nord.

Secondo la datazione presente in 1,1 si deve pensare agli anni intorno al 760 a.C.

In 7,14 Amos proclama di non essere un profeta di professione; l'attività che gli dava da vivere, prima della chiamata del Signore, era l'allevamento del bestiame.

I destinatari delle parole di Amos sono gli abitanti del regno settentrionale, in particolare le persone più ricche e i nobili.

Dal racconto di 7,10-17 sembra che la predicazione di Amos si svolgesse soprattutto a Betel, presso uno dei due santuari nazionali del regno d'Israele.

I suoi oracoli furono raccolti da qualche suo discepolo.

Nel libro si trovano tracce di qualche adattamento, che si pensa risalga al VI sec., ad opera della scuola deuteronomistica.

Commento di G. Rinaldi

Amos è il più antico dei profeti di cui abbiamo gli scritti: per un certo tempo gli poté essere contemporaneo Osea, poiché ambedue hanno sviluppato la loro missione al tempo di Geroboamo II; ma la predicazione di Amos cessò sotto Geroboamo II, mentre Osea conobbe anche l'epoca di anarchia succeduta alla morte di Geroboamo II e, forse, vide la fine di Samaria ( 722 ).

Il tempo di Amos si può fissare, almeno a titolo di tentativo, al 760-50 ca. a. C.

Amos era un pastore, forse solo un guardiano di pecore al servizio di proprietari di gregge; e un « coltivatore » di sicomori (? 7,14: può significare anche « raccoglitore » di sicomori, oppure : « uno che si ciba di sicomori », e quindi « povero » ).

Ma è una delle personalità più robuste di tutti gli scrittori della Bibbia.

Era un « meridionale », di Tekoa, piccolo villaggio non lontano da Betlemme; ma quando fu chiamato - forse non con fenomeni esterni, ma per il richiamo di una voce divina nella coscienza ( 7,15 ) - si recò nel regno del nord.

Parlò a Samaria, nei pressi dei grandi centri religiosi, specialmente Bethel e certamente anche altrove.

Nella capitale la sua critica si volgeva specialmente ad argomenti morali ( lusso, gozzoviglie ), nei centri di culto ad argomenti religiosi e morali insieme e dappertutto deplorava le ingiustizie dei signori contro i poveri.

La sua parola, quando tocca questo argomento, diventa incandescente.

In lui parla una coscienza morale eccezionalmente robusta, l'austerità di un uomo all'antica, tendenzialmente rigido, ma pieno anche di buon senso, di zelo, di compassione per gli umili e i sofferenti.

In materia di religione, nei culti di Samaria vede una deviazione dal culto unitario di Jahve, e un'occasione per le deviazioni anche morali.

Ha uno stile tagliente, in genere sintetico, preciso, che va all'essenziale e trascura tutti gli elementi accessori.

L'episodio di 7,14ss sembra mostrare che la sua censura a certe forme cultuali fu intesa o fatta passare come contraria agli interessi nazionali, al prestigio della casa regnante, alla tranquillità pubblica e con un provvedimento ufficiale fu allontanato e messo a tacere.

Il profeta mandriano sarebbe allora tornato in Giuda, dove avrà atteso a sistemare almeno parzialmente la raccolta dei suoi detti ( libro di Amos ).

Conferenze

Don Federico Tartaglia

Libro di Amos

Card. Gianfranco Ravasi

Il Profeta Amos

Don Claudio Doglio

Amos

M. Nobile

Amos il Profeta

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