Catechista Giovanni Baiano

B94-A4

3 Giugno 1911 - 4 Febbraio 1941

Giovanni Baiano fu legato all'Unione Catechisti fin dai primi anni della sua adolescenza, quando cioè, allievo della Scuola Consolata dei Fratelli delle Scuole Cristiane, venne accettato come Aspirante Catechista.

« Dai registri scolastici risulta chiaro - afferma il Fr. Teodoreto delle S. C. - che egli era tra i più diligenti della Scuola e i suoi Maestri e compagni lo ricordano affabile di modi, cortese con tutti, ma riservato nel tratto e silenzioso ».

Ordinariamente buono ed ubbidiente, fu sensibilissimo ai richiami della sua buona mamma, che un giorno lo batté per redarguirlo di sua disubbidienza.

« Mamma, perdonami non lo farò più - proferì Giovanni con le lagrime agli occhi - non è il colpo che mi fa male, ma è nell'interno che io soffro.

Ti ubbidirò ugualmente ».

Terminata la scuola primaria passò ai corsi professionali municipali, dove la sua spiccata tendenza al disegno l'aveva portato a guardare con predilezione al lavoro tecnico.

Il cambiamento dell'ambiente scolastico lo sconcertò alquanto nei primordi della scuola media, ma affermatosi per superiorità di studio dinanzi a tutti i compagni, fu anche sempre rispettato per le sue conosciute idee religiose.

Figlio di un ottimo mobiliere - ex allievo delle Scuole Salesiane - imparò dal padre l'amore alla fatica santificata da una fede viva e operosa.

Continuò peraltro a frequentare l'Unione e si affezionò sempre più ai Catechisti, dai quali fu ricambiato di pari affetto.

Stabilitosi nel contempo il primo nucleo di Catechisti Congregati, Giovanni per profondo spirito di umiltà si attardò a decidersi ad entrare in Noviziato, anche perché gli impegni erano per lui cosa sacra, e solo quando fu certo della chiamata di Dio fu accolto con giubilo nella nuova famiglia religiosa.

Qui incominciò la sua vera ascesa spirituale.

Puntualissimo all'orario dei Novizi, non perdeva una sillaba di quanto gli si faceva conoscere sulla vita interiore e, scrivendo con cura ogni predica e conferenza, ci ha lasciato un diario completo della vita religiosa dei suoi due anni di Noviziato, di ogni ritiro mensile e dei santi spirituali esercizi.

Dopo sì accurata preparazione, la sua professione religiosa non poteva essere che uno slancio d'amore verso Gesù.

Essa fu emessa il giorno 15 Agosto 1936 nella quiete della « Casa della Pace » di Chieri, durante gli Esercizi Spirituali.

Dio però volle ben presto saggiare la fede del suo giovane servo e lo provò con la repentina scomparsa del padre, proprio quando l'azienda famigliare stava per trasformarsi in piccola industria.

Giovanni, giovane d'anni - 26 circa - ma rafforzato da una fede sentita e vissuta, con l'anima addolorata per l'inaspettato distacco, abbracciò il nuovo stato e divenne capo d'azienda.

Difficoltà d'ordine pratico, inesperienza di comando, sempre crescenti esigenze di amministrazione e di lavoro lo trovarono sempre uguale a sé stesso e fedele al programma tracciatosi nel giorno della morte del genitore: « Superare con l'aiuto di Dio tutte le difficoltà ».

E così non solo si sostenne nella lotta, ma animò altresì la mamma e i fratelli, che giorno per giorno videro ampliarsi e consolidarsi l'industria paterna sotto l'infaticabile direzione di Giovanni.

Non si pensi però che gli affari distogliessero Giovanni dalla sua vita interiore, che al contrario tutto serviva a lui per avvicinarsi al suo Dio.

Era diventato a lui famigliare il seguente detto: « La vita e lavoro, la vita è sacrificio ».

In una data circostanza in cui fu palese ai suoi famigliari d'essere stati menomati nei loro diretti interessi, Giovanni pronunciò questa frase rivelatrice: « Meno roba da rendere conto a Dio ».

Affabile con i suoi operai, fu loro esempio di rettitudine e di laboriosità e nell'occasione di qualche inevitabile divergenza sapeva riunirli attorno al suo tavolo di lavoro e dir loro la parola convincente che ritornava il sereno negli animi anche dei più riottosi.

« È la persona più buona ch'io abbia conosciuto in Piemonte » affermava un operaio che dal Veneto era capitato a lavorare presso la famiglia Baiano.

Né l'assillo del lavoro, né le difficoltà dell'azienda gli fecero dimenticare i doveri figliali e fraterni, che anzi con ogni santa industria si prodigava per rendere comoda la vita della mamma e dei fratelli dimenticando se stesso perché nulla loro mancasse.

Poche sue parole bastavano a dare alla famiglia la gioia più serena: « Oh mamma, vedrai che il Signore ci aiuterà!

Sono appena due anni che è morto Papa e abbiamo già migliorato molto l'azienda e diamo il lavoro ad un numero triplo di operai.

Il Signore vuole però che andiamo avanti con a vita di sacrificio e di lavoro ».

La stessa cordialità, Giovanni l'ebbe con tutti i Confratelli Catechisti, e non si può pensare a lui senza vederlo sorridente e pio.

Dotato di rari disposizioni per il disegno, aveva frequentato l'Accademia di Belle Arti conseguendo il diploma di Arte Decorativa con 100/100 e la lode dello stesso Senatore Edoardo Rubino e di tutti i suoi Professori che l'avevano consigliato a proseguire gli studi.

Mise la sua arte a disposizione dell'Azione Cattolica e contribuì, finché l'azienda glielo permise, a collaborare con disegni a vari giornali e riviste.

La sua stessa clientela era ammirata delle sue virtù e della sua arte.

Insegnante provetto ed affettuoso, fu riamato dai suoi allievi come un fratello che con loro condivideva le fatiche della domenica per avviarli a buoni risultati nello studio e nella virtù.

La sua dipartita fu un dolore per tutti, e conoscendo il suo più intimo desiderio, fecero nello stesso giorno una colletta di Lire … per la erigenda Casa di Carità Arti Mestieri.

Tali virtù conosciute dagli uomini e quelle note solo al Signore, non potevano non attirare lo sguardo di Dio, che trovandolo maturo per il Cielo lo chiamò a Sé.

Un morbo mortale in pochi giorni lo portò alla tomba.

Sottoposto all'operazione dell'otite, fece meravigliare i medici Dott. Stuardi e Dott. Solero per il suo contegno sereno e tranquillo, e al Catechista che gli chiedeva se non aveva sentito dolore diede questa sublime risposta: « Mi sono unito a Gesù ».

Durante la sua infermità chiese lui stesso più volte il suo Confessore e quando ebbe ricevuto con piena lucidità di mente i SS. Sacramenti e la Benedizione Papale, esclamò rassegnato e contento: « Deo gratias! Deo gratias! ».

Poi si assopì. Il mondo non era più per lui che un ricordo.

Nel delirio richiamò la sua Scuola … i suoi allievi … l'ordine … la bontà … indi il suo respiro si fece più affannoso, finché la sua bell'anima si unì al suo Dio che aveva formato l'ideale della sua vita.

* * *

Ed ora, caro Baiano, tu che primo dei Catechisti Congregati hai lasciato con serenità la terra per il Cielo, con gioia il fugace per l'eterno, l'esilio per la Patria beata, lascia che ti speriamo e invochiamo novello nostro protettore in Cielo.

Sorreggi la tua Mamma, guida i tuoi fratelli, prega per tutti i tuoi cari parenti.

Tu vivesti ogni giorno i nostri stessi ideali, conoscesti per quotidiana esperienza le nostre difficoltà, misurasti tutta la portata dei nostri gravosi impegni assunti.

Prega per noi.

L'Unione ha tanta messe, intercedi presso Dio di concedergli Catechisti della tua tempra, umili, pazienti e zelanti in ogni opera di bene.

Tu, nel giorno dell'onomastico del nostro Presidente, gli avevi apprestato con mano maestra un grandioso bozzetto per la nuova Casa di Carità, questa era la manifestazione della tua fede perché abbracciavi in quel giorno tutti gli allievi presenti e futuri per catechizzarli, istruirli, educarli al vero amor di Dio e della Patria; continua la tua opera, consolida la nostra opera!

Tramanda a noi e ai nostri giovani Aspiranti il tuo spirito e fa che tutti i Catechisti vivano il tuo programma: « La vita di sacrificio e di lavoro ».

Richiamaci sovente alla mente il tuo repentino trapasso e distaccaci dalla terra e fa che ci serviamo delle cose passeggere solo in quanto servano per la gloria del Signore.

Solo così noi saremo meno indegni di te che ci precedesti col segno della Fede e raggiungesti già la palma della vittoria ed il guiderdone degli eletti.

I tuoi Confratelli Catechisti.

Il rimpianto degli Allievi

« … ci considerava come suoi fratelli, non risparmiando tempo e fatica per darci sempre buoni consigli per il bene dell'anima.

Nella nostra classe sarà sempre presente ».

( Valle Lorenzo ).

« Un giorno chiamatomi alla cattedra per certi errori in un disegno, incoraggiandomi mi disse che col tempo dovevo riuscire bene perché dimostravo buona volontà.

Ciò fu per me un viatico ».

( De Biasi Giovanni ).

« È stato per noi un grande esempio di fede e i suoi insegnamenti non saranno più dimenticati ».

( Gilardi Antonio ).

« Fu per noi un maestro più che amorevole e i suoi insegnamenti resteranno per noi una cosa memoranda ».

( Andrioletti Vittorio ).

« Sono stato colpito dall'entusiasmo con cui spiegava il Catechismo, dal suo contegno raccolto con cui faceva recitare le preghiere e dall'atteggiamento, direi mistico, mentre si accostava alla S. Comunione.

La sua prematura scomparsa mi priva di uno dei più desiderati Insegnanti ».

( Giachino Valentino ).

« Aveva un rispetto e una dolcezza da rimanerci per sempre scolpita nei nostri cuori ».

( Giuliano Gio Batt. ).