Crociata della sofferenza  

B208-A13

Anno XVI - Lettera N. 62 - Ottobre 1978

Fratelli,

la cronaca di questi ultimi tempi ci ha presentato due avvenimenti che hanno richiamato l'attenzione di tutto il mondo e che continuano ad attirare l'interesse di tutti.

Essi si sono presentati con una coincidenza che non possiamo non rilevare.

Il primo avvenimento, quello previsto da mesi, è l'Ostensione della Sacra Sindone a Torino dal 26 agosto all'8 ottobre: su di esso abbiamo già fermata la nostra riflessione nella precedente lettera.

Il secondo, segnato solo nel « calendario di Dio » e inatteso dalle previsioni umane, è la morte del Santo Padre Paolo VI e l'elezione del nuovo Papa Giovanni Paolo I.

La lettura di questi avvenimenti ha avuto le più diverse e disparate interpretazioni, che abbiamo avuto modo di sentire e di leggere attraverso i mezzi di comunicazione sociale e attraverso i commenti fioriti attorno ad essi.

Sovente sono interpretazioni che ne colgono solo gli aspetti più appariscenti, più esterni, più umani, nella ricerca dei piccoli o grandi fatti che possono soddisfare la curiosità o mettere in evidenza non la loro vera essenza, ma quello che è solo contorno.

A chi crede nella continua assistenza dello Spirito Santo alla sua Chiesa, a chi crede nella Provvidenza Divina che tutto regola e dispone nella vita dell'Umanità, essi si presentano come quei « segni dei tempi » a cui la Chiesa ci richiama e che ci invita a leggere alla luce della fede, « perché la nostra fede cresca e perché le nostre comunità cristiane diventino più vere e autentiche ».

( Mons. A. Ballestrero ).

Ci pare il rinnovarsi, in chiave moderna, del richiamo di Gesù a Tommaso quando lo invita a guardare ai « segni » del suo Corpo Crocifisso e risorto, che sono le sue piaghe delle mani, dei piedi, del costato.

Questo richiamo ha la sua finalità espressa nell'invito: « Non essere più incredulo, ma credente! ».

Tommaso, dalla contemplazione di quei « segni », trae la sua grande professione di fede: « Mio Signore e mio Dio! ».

Ma allora era la presenza reale di Gesù che sollecitava la adesione di fede.

Per noi i « segni » e la « presenza » non sono così evidenti, così manifesti.

Per questo Gesù, dopo aver preso atto della testimonianza di Tommaso, pensa a tutti quelli che verranno, anche a noi, e proclama: « beati quelli che pur non avendo visto, crederanno! ».

Grande forza è questa fede che è « fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono! » ( Eb 11,1 ).

Essa è la vita dell'uomo che « deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corre con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede ». ( Eb 12,1-2 ).

Tutto siamo invitati a illuminare con la fede: i grandi avvenimenti della storia, i piccoli avvenimenti della nostra vita, le realtà talvolta misteriose e incomprensibili che costituiscono la vita di ogni giorno e i desideri e le speranze che proiettiamo nel futuro con ansia e attesa.

Alla luce della fede, l'estensione della Sindone ci presenta « nuovi stimoli di meditazione e di adorazione dell'inesauribile fonte di vita, nascosta nei patimenti di Gesù Cristo », ci aiuta « a riscoprire la molteplice fecondità insita nello "scandalo della croce" di Cristo » e a trarre « rinnovato vigore per il nostro pellegrinare terreno, così da essere partecipi allo stesso modo della beata risurrezione ». ( Paolo VI ).

Alla luce della fede, la quasi improvvisa morte del santo e amato Papa Paolo VI proprio nella domenica ( 6 agosto ) in cui la Liturgia ricorda la Trasfigurazione di Gesù, ci richiama il pensiero della Chiesa sulla morte: « Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata, e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo ».

Alla luce della fede viene illuminata anche la elezione così rapida del Santo Padre Papa Giovanni Paolo I, proprio nel giorno, ( 26 agosto ) e nell'ora in cui a Torino incomincia l'Ostensione della Sindone, e alla vigilia della domenica ( 27 agosto ) in cui la Liturgia presenta il brano evangelico della professione di fede di Pietro: « Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! » e della elezione di Pietro a fondamento e capo della Chiesa: « Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa ». ( Mt 16,16-18 ).

Non sono coincidenze casuali.

Chi vive di fede, vi può scorgere un disegno provvidenziale e ne sa trarre gli insegnamenti che esso comporta.

Alla luce della fede il Signore ci invita a guardare anche agli avvenimenti della nostra vita.

Nel Vangelo, la Parola e l'insegnamento di Gesù illuminano sempre con la luce della fede persone, fatti, incontri.

Anche per noi quelle parole devono essere di guida e di luce.

Con esse nel cuore e sulle labbra affrontiamo sofferenze, dolori, incomprensioni, malattie, solitudine, tristezza: questi compagni delle nostre giornate, a volte così monotone e all'apparenza prive di significato.

Ci aiuteranno a trasformare in preghiera di fiducia, di serenità, di offerta anche le pene più dolorose.

Nella fede saremo certi che la nostre preghiere e le nostre sofferenze offerte a Dio, in unione a Gesù Crocifisso e nella contemplazione e adorazione delle sue sacratissime Piaghe, sono dono prezioso che Dio trasforma in Grazia per la sua Chiesa.

Preghiamo, fratelli, per questa Chiesa, che siamo anche noi: preghiamo soffriamo per le sue grandi necessità di oggi e soprattutto per la più urgente e preoccupante: la crisi di vocazioni sacerdotali e religiose, la crisi di sacerdoti e di religiosi, la crisi di santità.

Preghiamo nella certezza che Dio prepara la sua Chiesa, nella sofferenza e nella difficoltà, a una rinnovata primavera, che ci sarà sicuramente, che forse è già iniziata anche con i « segni » che il Signore ci ha dato in questi nostri tempi.

A questa primavera portiamo anche noi la nostra nota di speranza, piccola nota ignorata dagli uomini ma certo conosciuta da Dio.

Come si allarga il nostro piccolo orizzonte!

La mia povera giornata di solitudine, la mia rassegnata inattività, la mia dolorosa Via Crucis su una carrozzella o in un letto, la umiliante incomprensione, la deprimente ostilità non sono più i piccoli casi di una vita tribolata.

Diventano il « piccolo obolo » della vedova evangelica che « ha dato più di tutti gli altri, perché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva ». ( Mc 12,43-44 ).

La Vergine Immacolata, che fu proclamata « beata perché ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore » ( Lc 1,45 ) ci accompagni nelle vie della fede, illumini, sostenga e conforti il nostro cammino.

Intenzione generale per il prossimo trimetre:

Preghiamo affinché il Signore aumenti la fede in noi, nei sacerdoti e religiosi, nella sua Chiesa, nei giovani.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenza le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato catechistico

- la santità del clero e dei religiosi;

- la nostra Crociata della Sofferenza affinché gli amici che vi aderiscono ne vivano sempre più profondamente lo spirito;

- alcune vocazioni sacerdotali e religiose in crisi;

- un gruppo di giovani impegnati affinché il Signore vi susciti vocazioni di perfezione;

- il sorgere di nuove vocazioni per l'Unione Catechisti;

- un gruppo di famiglie spiritualmente impegnate affinché il Signore vi susciti delle vocazioni;

le intenzioni degli iscritti M.P.P. ( Lentini ) per la sua famiglia; R.M. per la guarigione del suocero Salvatore, P.R. per sé e i suoi figli e nipoti che hanno malati in famiglia ( Acireale ); L.C. e V.S. ( Catania ); L.G.C. ( Vibo Valentia ) per la salute; C.M.A., P.V., T., ( Aci Bonaccorsi ) per grazie; M.F.M. ( Rivarolo - GE ); S.L.B. ( Comiso ) per grazie; L.P.R. ( Torino ) per una difficile 'situazione; F.G.L. ( Torino ) per intenzioni particolari; F.R.S. ( Grugliasco ) per la guarigione; tutte le altre intenzioni che ci sono state raccomandate.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

l'anima buona di Fr. Abele Alessandro Morello ( Torino ) chiamato da Dio dopo una lunga vita di apostolato;

le anime buone di Ignazio, Alfio, Stefano fratelli di A.A. ( Aci Bonaccorsi );

della defunta Reitano Giovanna; degli suoceri di D.M.C. ( Viagrande ); dei defunti della famiglia F.L. e L.S. ( Torino ); delle anime più abbandonate del Purgatorio e di tutti i defunti della famiglia della Crociata.

Fate conoscere a persone particolarmente sofferenti nello spirito, la Crociata: è un'opera di apostolato anche questa.

Ricordiamo a questo proposito che la Crociata ha carattere esclusivamente spirituale: l'adesione non comporta nessun altro obbligo oltre quello della offerta settimanale delle sofferenze per le Vocazioni Sacerdotali e Religione mediante la pratica della Adorazione a Gesù Crocifisso; inoltre richiede la recita di una "Ave Maria" per le intenzioni particolari raccomandate dal Centro.

É quindi un impegno da prendersi liberamente e coscientemente.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

Ringraziamo di cuore quanti ci aiutano a sostenere le spese dì stampa e di spedizione del materiale e della lettera della Crociata, utilizzando il C.C.P. 2/8395 intestato a Unione Catechisti.

Non se ne pubblicano i nomi perché solo da Dio abbiano la ricompensa.

La Presidenza