Crociata della sofferenza  

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Anno XVII - Lettera N. 67 - Gennaio 1980

Tra le varie forme di sofferenza che riempiono il mondo, non per nulla chiamato valle di lacrime, ce n'è una che Gesù ha esaltato nel suo discorso programmatico della montagna, l'unica che richiama due volte: quella che si patisce per la giustizia.

Il Signore aveva già detto beati coloro che piangono, ma questa beatitudine è più propriamente di coloro che si convertono dai propri peccati: un pianto sempre accompagnato dalla consolazione di sapersi perdonati.

Altra cosa è la beatitudine dei perseguitati per la giustizia, i quali soffrono a motivo della loro rettitudine e fedeltà a Dio e perciò hanno una specialissima partecipazione alla passione di Gesù, che è morto appunto per compiere ogni giustizia.

Gli aderenti alla nostra crociata hanno parte a questa beatitudine, perché uniti alla passione di Gesù, e devono essere ben attenti a che le loro sofferenze non siano mai causate da qualche mancanza, ma solo dall'esercizio del dovere o comunque da motivi graditi a Dio.

Nessuno ha patito per la giustizia come il Salvatore.

L'anima sua fu immersa in un mare di dolori e di angoscio, fino a sudare sangue e fino a prorompere in quel misterioso grido: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Soltanto Lui, agnello di Dio innocente e mite, che prende su di sé tutti i peccati del mondo, era in grado di darvi una adeguata soddisfazione.

Anzi la sua riparazione non fu soltanto piena, ma sovrabbondante, di valore infinito.

Eppure S. Paolo dice di sé ( e lo dice a nome di tutti ) che deve compiere nella sua carne ciò che manca alla passione di Cristo.

Vi manca infatti la partecipazione delle membra alle sofferenze del capo.

Come possono godere le membra se il capo soffre?

Questo non è certo un discorso astratto.

Nulla di più attuale, di più perenne, di più universale.

Ce ne ha avvisati molto esplicitamente Gesù stesso: « chi vuoi venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua ».

La croce è la premessa e la base di ogni vita cristiana.

Una prima persecuzione per la giustizia viene dunque sofferta nella propria persona, ad opera di quella legge già denunziata da S. Paolo, che nelle proprie membra contraddice alla legge di Cristo, cioè di quella inclinazione al male, che è frutto del peccato originale e contro la quale è indispensabile esercitare la mortificazione.

In derivazione poi da questa legge del peccato vi sono tutti i contrasti che gli uomini oppongono nella vita sociale al regno di Dio, contrasti che giungono fino alla persecuzione più spietata ed implacabile contro i fedeli di Gesù.

L'era dei martiri inaugurata da S. Stefano è arrivata fino a noi e non accenna a finire.

Tutt'altro. Questo è il clima in cui la Chiesa svolge la sua missione, dalla sua fondazione fino alla fine del mondo.

Gesù l'aveva predetto molto esplicitamente: « Guardatevi dagli uomini … vi trascineranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno … per cagion mia ».

Una persecuzione cruenta è in atto oggi nei paesi di oltre cortina.

Il nemico numero uno di questi regimi, l'obiettivo centrale non è il capitalismo, ma la religione, e il fine ultimo, più che la giustizia sociale è l'ateismo più squallido.

La lotta per estirparla è condotta con tutti i mezzi e senza sosta.

Una caratteristica di questi regimi è l'ipocrisia.

Ufficialmente si dicono regimi di libertà, hanno firmato tutti gli accordi internazionali che garantiscono il rispetto della persona umana e dei suoi diritti naturali inalienabili.

In pratica sono delle tirannie, tanto più crudeli e intolleranti, quanto maggiori sono i mezzi di cui dispongono e l'importanza della causa che combattono.

Nei paesi soggetti al controllo comunista ogni manifestazione di fede religiosa è considerata un reato e premurosamente soffocato.

L'ostentata libertà religiosa, sottoscritta anche in accordi internazionali, è una spudorata menzogna.

Negli anni della così detta primavera di Praga, sotto il governo di Dubcek, la Chiesa ebbe un po' di respiro e non solo ripresero le funzioni religiose, ma furono pubblicate molte denunce della precedente persecuzione, che ne offrono abbastanza un'idea.

Una raccolta di episodi, rigorosamente storici, a cura di Slovàk e Innovecky, venne tradotta in italiano e stampata dalla Pro Fratribus di Roma ( L. 1.800 ).

Suggeriamo vivamente ai nostri lettori di leggerla, come anche altre pubblicazioni, che filtrano qualche notizia dagli orrori di Arcipelago Gulag e di simili istituzioni.

Purtroppo la primavera di Praga ebbe una esistenza effimera, perché soffocata dai carri armati russi e ormai la Chiesa, sia cattolica che ortodossa nei paesi comunisti è praticamente morta.

Molti nostri lettori ricorderanno il calvario dei cardinali Beran, Trochta, Mindszenty, Stepinac …

Oggi la gerarchia è esiliata o paralizzata, il clero disperso, i fedeli intimoriti devono stare attenti a non lasciarsi scoprire se non vogliono morire di fame per mancanza di lavoro.

Ma queste cose possono lasciare indifferenti i cristiani dei paesi liberi?

É proprio questo il rischio: il tempo fa fare l'abitudine.

Ma le vittime che sono in catene non fanno l'abitudine.

E le loro famiglie rimaste nella miseria, nemmeno.

L'indifferenza dei cristiani d'oggi per i loro martiri è uno scandalo, anche se questi sono paesi lontani, accresce le loro sofferenze e fa mancare ad essi quel potente mezzo di difesa che è l'opinione pubblica.

Di fronte alle tremende prove di questi cristiani, le nostre difficoltà quotidiane si ridimensionano.

Cerchiamo almeno di ricordarli spesso e preghiamo per loro, come facevano i primi cristiani: « mentre Pietro era custodito in prigione, dalla Chiesa si facevano incessanti preghiere per lui ».

La preghiera fervente, che allora ottenne la miracolosa liberazione di Pietro, può ancora fare molto per le vittime della odierna persecuzione.

Intenzione generale per il prossimo trimestre:

Perché i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi agiscano e parlino sempre in perfetta unione con il Sommo Pontefice, Vicario di Cristo in terra.

Intenzioni personali:

L.B. e M. Enna - F.t.B. Asti - C.R. Quistello - E.G.E. Vibo Valentia - M.C. Vibo Valentia, per i suoi cari - S.A. Vibo Valentia - S.C. Vibo Valentia - D.G.R. Cerami - G.C. Torino - P.R. Torino - S.A. Genova - Mons. B. - A. e G. Faenza - E.E. Vibo Valentia - C.G. Torino, per una famiglia - G.L. e G. Salice Terme, per la salute - G.T. Trecastagni, per una grazia particolare - F. G., D.S.M., C.G., N.C. Catania, per il bene spirituale loro e dei loro cari.

Suffragio defunti

L.O. Acireale - V.A. Vibo Valentia - G.C. Aci Bonaccorsi, per il marito - E.E. Vibo Valentia - R.M. Catania, in suffragio del marito Vittorio.

Fate conoscere a persone particolarmente sofferenti nello spirito, la Crociata: è un'opera di apostolato anche questa.

Ricordiamo a questo proposito che la Crociata ha carattere esclusivamente spirituale: l'adesione non comporta nessun altro obbligo oltre quello della offerta settimanale delle sofferenze per le Vocazioni Sacerdotali e Religiose mediante la pratica della Adorazione a Gesù Crocifisso; inoltre richiede la recita di una "Ave Maria" per le intenzioni particolari raccomandate dai Centro.

É quindi un impegno da prendersi liberamente e coscientemente.

Le Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza