Crociata della sofferenza  

B225-A12

Anno XIX - Lettera N. 78 - Ottobre 1982

« E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male » ( Mt 6,13 ).

Fratelli,

l'ultima invocazione che rivolgiamo al Padre è quasi un grido di soccorso di chi, cosciente della sua condizione umana, ricorda al Padre i pericoli che lo circondano: la tentazione e il male.

Ed è un grido di cui la Sacra Scrittura risuona sovente da parte dell'uomo che sente in sé l'aspirazione alla libertà, alla felicità ma si trova circondato da mille insidie.

Pare di risentire in queste invocazioni il grido del bimbo che, alle prese con problemi e pericoli più grandi di lui, si rivolge con fiducia a chi sa che lo può aiutare perché gli vuoi bene: al papa o alla mamma.

« Ascolta la voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché ti prego, Signore! ».

« Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia: dalle angosce mi hai liberato; pietà di me, ascolta la mia preghiera! ».

« Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto: Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene ».

« A te, Signore, elevo l'anima mia, Dio mio in tè confido: non sia confuso!

Non trionfino su di me i miei nemici! Chiunque spera in te non resti deluso ».

« Salvami o Dio: l'acqua mi giunge alla gola.

Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque profonde e l'onda mi travolge.

Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio ».

« La mia voce sale a Dio e grido aiuto; la mia voce sale a Dio finché mi ascolti.

Nel giorno dell'angoscia io cerco il Signore, tutta la notte la mia mano è tesa e non si stanca; io rifiuto ogni conforto.

Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito ».

Queste invocazioni, tratte dai Salmi, e ve ne sono moltissime, sono in breve compendiate nella invocazione finale del Padre Nostro.

Più crude e realistiche, manifestano a Dio l'angoscia e il tormento di chi si trova nel pericolo e nella sofferenza e possono talora diventare preghiera, invocazione quotidiana.

Ma accanto a queste parole, la Parola di Dio ispira anche pensieri di grande fiducia, di grande speranza, di riconoscenza a Dio che ha ascoltato il gemito di chi a lui si rivolge.

« Tu Signore sei mia difesa, tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.

Al Signore innalzo la mia voce e mi risponde dal suo monte santo ».

« Il povero non sarà dimenticato, la speranza degli afflitti non resterà delusa ».

« Tu accogli Signore il desiderio dei miseri, rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio ».

« Gioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore che mi ha beneficato ».

« Il Signore è la mia forza e il mio scudo, ho posto in lui la mia fiducia: mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore, con il mio canto gli rendo grazie ».

« Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato e su di me non hai lasciato esultare i nemici.

Signore mio Dio a te ho gridato e mi hai guarito », « Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato ».

« Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiniti affranti ».

« Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido ».

« Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le sue colpe, guarisce tutte le tue malattie ».

« Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore.

Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe ».

« Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera.

Verso di me ha teso l'orecchio nel giorno in cui lo invocavo ».

« Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore: Ti prego Signore, salvami. Ero misero ed egli mi ha salvato ».

« Ritorna anima mia alla tua pace, poiché il Signore ti ha beneficato, ha liberato i miei occhi dalle lacrime ».

Come numerose sono nella Sacra Scrittura le invocazioni di aiuto e di liberazione dal male, così sono numerose le espressioni di rendimento di grazia a Dio che ha ascoltato la voce di chi invocava.

In questo alternarsi di invocazioni e di risposte, riscopriamo il nostro rapporto con il Padre.

Sentiamo in noi e attorno a noi la presenza del male e della sofferenza, sentiamo lo stimolo della tentazione che ci vuole allontanare da Dio con il peccato, con lo sconforto, con la sfiducia, con la disperazione, con l'abbandono di Dio.

Quella tentazione che ci fa sentire tremendamente soli, dimenticati, immersi in un mare di problemi, di sofferenze, di preoccupazioni di cui non vediamo soluzione: Dio è così lontano, non pensa a me.

Gesù l'ha provata sulla croce questa tentazione quando « alle tre, gridò con voce forte: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? » ( Mc 15,36 ), ma ci ha anche insegnato come vincerla quando « gridando a gran voce, disse: « Padre nelle tue mani confido il mio spirito! » ( Lc 23,46 ).

Il tentatore è attorno a noi, come fu accanto a Gesù dopo il digiuno nel deserto, e Gesù permise che si facesse ardito con le proposte più allettanti a cui oppone la Parola di Dio e, fatto forte di quella, alla fine risponde: « Vattene satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto! ».

S. Pietro ci ammonisce: « Vigilate. Il vostro nemico il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.

Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi ».

Ma subito aggiunge la parola di forza e l'invito a ricorrere a chi solo può liberarci dalla tentazione: « Il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà; dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi » ( 1 Pt 5,8-10 ).

La tentazione è anche dentro di noi: « Dal cuore infatti provengono i propositi malvagi » ci ammonisce Gesù ( Mt 15,19 ) e Paolo, con molta sincerità, ci confessa: « lo so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio », e dopo alcune altre considerazioni, conclude amaramente: « Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? ».

Brancola nell'incertezza, nella disperazione, ma la voce della speranza lo richiama alla realtà, all'insegnamento di Gesù ed esclama, dopo la pessimistica constatazione: « Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!

lo dunque con la mente servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato » ( Rm 7,18-25 ).

La tentazione più grave e più pericolosa che può insidiare la nostra anima e condurci al male peggiore, è quella che tende ad allontanarci da Dio: quella che fa vacillare la nostra fede, offusca la nostra speranza e porta al crollo della carità e cioè dell'amore verso Dio e verso il prossimo.

Se ben riflettiamo, l'atto che noi chiamiamo « peccato » comporta in sé questi tre aspetti: così per i peccati della carne come per quelli dello spirito.

Ma se per i primi siamo più consci del male, per i secondi siamo più indulgenti e meno attenti.

Per questo il tentatore più facilmente ci insidia assalendo il nostro spirito, sconvolgendo la nostra mente, orientando i nostri pensieri.

L'orgoglio, l'odio, l'egoismo, la dimenticanza di Dio, la disperazione, il giudizio cattivo, la condanna malevola che sfocia in parole offensive, la ribellione a situazioni dolorose: tutte queste manifestazioni sono il più grave male da cui chiediamo al Padre di essere liberati, proprio perché meno ce ne rendiamo conto.

Questo è il male, queste le tentazioni che possono indurci al male, ed è da queste tentazioni che chiediamo al Padre di essere salvati, è da questo male che chiediamo al Padre di essere liberati.

Il compendio della legge che Gesù ci indica nell'amore di Dio e del prossimo è proprio quello contro il quale più facilmente siamo tentati e più facilmente trasgrediamo.

Questo ci spiega perché sentiamo talvolta così triste il nostro spirito, così vuoto il nostro cuore, ci sentiamo così demoralizzati, così avviliti: è questa la massima sofferenza.

Preghiamo quindi con vero cuore il Padre di vegliare su di noi, di allontanare da noi la tentazione di chiuderci nel nostro egoismo, di aiutarci a vincere il male che è dentro di noi e quello che ci circonda, mediante la lettura e la meditazione della sua Parola , la pratica dei Sacramenti, e la preghiera filiale di ogni giorno.

Offriamo, per le anime consacrate che più sentono la tentazione e il tormento del male, il nostro sforzo e la nostra lotta perché anche essi, col nostro contributo, siano preservati dalla tentazione e siano liberati dal male.

La Vergine Madre, sempre vigile e premurosa, ci conforti, sani le nostre ferite, ci sostenga nel cammino della vita, così insidiato dal male.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo per i nostri fratelli più deboli e più bisognosi di difesa contro il male: Dio, Padre buono, dia loro maggior forza e più fiducioso coraggio.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenza le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato educativo e all'Unione Catechisti;

- la perseveranza di due Catechisti del Perù che si sono consacrati a Dio con l'offerta totale di se stessi;

- le intenzioni degli iscritti: F.G.L. ( To ) per intenzioni spirituali; P.C. v. B. ( Comiso-RG ) per i suoi cari vivi e defunti; I.V. ( Cn ) per la salute dell'anima e del corpo; A.S. ( Ct ) per la guarigione; M.N. ( Ud ) per la salute; M.S. e P.C. per il ritorno alla famiglia e a Dio dei figlioli; C.W. ( Ve ) per grazia particolare; V.Z. ( Melbourne ) per la famiglia e tutte le intenzioni degli iscritti alla Crociata.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- le anime buone di Fr. Angelo Borgogno, Fr. Ilario Massasso, Fr. Vitale Porta delle Scuole Cristiane chiamate alla casa del Padre dopo lunga vita di apostolato educativo;

- l'anima eletta del Catechista Claudio Brusa, che fu tra i primi iscritti alla Crociata, per cui tanto operò e tanto offrì di preghiera e di sofferenza, in unione all'amabilissimo Signore Gesù Crocifisso;

- le anime buone di Olga Ruffinello ( Avigliana-To ), di Giuseppe Rotando, dei genitori di V.C. ( Licata ), dei defunti di N.G. ( Roma ) e tutte le anime dei defunti della famiglia della Crociata.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza