Crociata della sofferenza  

B228-A8

Anno XX - Lettera N. 81 - Luglio 1983

Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine. ( Gv 13,1 )

Fratelli,

Anno del Giubileo! Anno della Redenzione e redenzione significa amore fino al sacrificio.

Le continue esortazioni del Santo Padre, in questo anno di grazia, ci invitano a riflettere sulla Redenzione, sul sacrificio, sull'Amore.

Amore di Dio per noi che sacrifica Suo Figlio sulla Croce, amore dell'uomo per Dio che, nella croce di ogni giorno, sacrifica se stesso per Dio.

L'amore di Dio per l'uomo è misericordia; l'amore dell'uomo per Dio è riparazione.

Fermiamo il nostro pensiero, fratelli e sorelle carissimi, su queste grandi verità.

Dovrebbero essere per noi compagne nelle sofferenze che sovente ci tormentano e che su un piano solo umano non riusciamo a comprendere.

Due sono i punti sui quali vogliamo fissare la nostra attenzione: La sofferenza della croce è amore - La vocazione alla sofferenza è salvezza per tutta l'umanità

Ci accompagnano nelle nostre riflessioni i pensieri del Santo Padre.

La sofferenza della croce è amore:

« Nella sua opera di riconciliazione, il Figlio di Dio incarnato ha preso volontariamente su di sé la sofferenza e la morte, che gli uomini avevano meritato per i loro peccati.

Ma non ci ha esonerati da questa sofferenza e da questa morte perché vuole farci partecipare al suo sacrificio redentore.

Egli ha cambiato il senso del dolore: esso avrebbe dovuto essere un castigo per le colpe commesse; ora invece, nel Signore crocifisso, è diventato materia di una possibile offerta all'amore divino per la formazione di una nuova umanità.

Gesù ha corretto l'opinione che considerava la sofferenza unicamente come punizione del peccato.

Per comprendere i! senso della sofferenza, non si deve guardare tanto all'uomo peccatore, quanto piuttosto a Cristo Gesù, suo Redentore.

Il Figlio di Dio, che non aveva meritato la sofferenza e che avrebbe potuto esimersene, per amore nostro, si è invece impegnato a fondo nella via della sofferenza.

Egli ha sopportato dolori di ogni specie, sia di ordine fisico che di ordine morale.

Tra le sofferenze morali non ci furono soltanto gli oltraggi, le false accuse e il disprezzo dei nemici, insieme con la delusione per la viltà dei discepoli; vi fu anche la misteriosa afflizione provata nell'intimo dell'animo a causa dell'abbandono del Padre.

La sofferenza invase ed avvolse tutto l'essere umano del Figlio incarnato.

Gesù appare come l'uomo oppresso dal dolore, dalla violenza, dallo scherno e ridotto all'impotenza.

In quel momento egli impersonava le sofferenze più profonde dell'umanità.

Mai uomo ha sofferto cosi intensamente, ne così completamente e quest'uomo è il Figlio di Dio ».

Egli impersonava le sofferenze di ognuno di noi; se passiamo in rassegna le sofferenze morali e fisiche da cui siamo travagliati nella nostra esistenza, di nessuna possiamo dire: « Ma questa Gesù non l'ha provata! ».

« Gesù da valore alla sofferenza per l'amore che essa esprime.

Nelle sofferenze che ci toccano personalmente e che non possiamo evitare, Gesù ci invita a cogliere la possibilità di un amore più grande.

Gesù non è venuto a instaurare un paradiso terrestre, dal quale sia escluso il dolore.

Quelli che sono più intimamente uniti al suo destino, devono aspettarsi la sofferenza.

Questa tuttavia si concluderà nella gioia.

La sofferenza è sempre un breve passaggio verso una gioia duratura e questa gioia è fondata sull'ammirabile fecondità del dolore.

Nel piano divino ogni dolore è dolore di nuova nascita: esso contribuisce alla nascita di una nuova umanità.

Possiamo affermare pertanto che, riconciliando l'uomo con Dio mediante il suo sacrificio, Cristo lo ha riconciliato con la sofferenza, perché ha fatto di essa una testimonianza di amore e un atto fecondo per la creazione di un mondo migliore » ( Giovanni Paolo II - 27 aprile 1983 ).

Lo scopo della nostra Crociata è proprio quello di trasformare le nostre sofferenze in atto di amore e di amore redentivo per la trasformazione del mondo e particolarmente del mondo consacrato.

Ogni nostra sofferenza può trasformarsi in atto di amore per le anime consacrate che più sentono il peso umano della loro miseria e della loro incertezza, per le anime che Dio chiama più particolarmente al suo servizio e che sentono tutto il peso umano del « Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che hai, poi vieni e seguimi! ».

Quali saranno queste anime? Forse non le conosceremo mai in questa vita ma siamo certi che, come il dolore di Cristo è atto di amore redentivo, anche il nostro dolore unito al suo si trasforma sicuramente in àncora di salvezza per le anime.

Siamo anche noi seminatori di buona semente: la crescita del buon grano è affidata a Dio ma noi siamo certi che anche nella oscurità della notte il buon seme acquista vigore per il nuovo stelo.

« La vocazione alla sofferenza è salvezza per tutta l'umanità.

La sofferenza è infatti una vocazione: è una chiamata ad accettare il peso del dolore per trasformarlo in sacrificio di purificazione e di pacificazione offerto al Padre in Cristo e con Cristo, per la propria e per l'altrui salvezza.

Gesù ha affermato di essere stato mandato per consolare tutti gli afflitti ( Is 61,2 ).

Lui che ha voluto patire e morire in croce, piagato, assetato, dissanguato può capire il nostro stato d'animo, esserci vicino nei momenti bui, dire al nostro cuore la parola che illumina e consola.

Insieme con Cristo, anche noi possiamo recare conforto a chi soffre, se saremo animati dal suo Spirito.

E la consolazione che viene dallo Spirito si sviluppa e si trasforma fino a divenire gioia del cuore.

Forse sembrerà un paradosso: infatti come può fiorire il sorriso o la letizia dal dolore o dal travaglio di una carne o di uno spirito martoriato?

Solo la fede da risposta.

L'afflizione diventa una prova permessa da Dio in vista di un bene più grande; essa è fonte di merito, e una breve parentesi, che si apre sulla prospettiva della definitiva salvezza.

Il dolore, per chi sa accettarlo con fede e sopportarlo con amore, unisce a Cristo « Uomo dei dolori » e diventa strumento prezioso di redenzione per i fratelli.

Quale sconfinato orizzonte si apre dinanzi agli occhi di chi, nella fede e nell'amore, sa capire, accettare, offrire!

Quale ruolo di decisiva importanza nella storia dell'umanità è attribuito a chi soffre!

In questa prospettiva si capisce allora, come la fede riesca a conciliare e a far coesistere l'afflizione di un multiforme dolore e la consolazione di un intimo gaudio ». ( Giovanni Paolo II - 5 giugno 1983 ).

Gioiosi e sereni nella sofferenza, perché sicuri di rispondere alla vocazione alla sofferenza con animo generoso e mosso dall'amore!

Ci saranno pure i giorni più tetri e più bui, quelli scanditi dalla monotonia più esasperante e dalla oscurità a cui pare preclusa ogni alba all'orizzonte, quelli in cui non troveremo in noi stessi e nelle parole udite o lette alcuno spiraglio di luce.

Allora più alta sarà la nostra invocazione all'Uomo dei dolori e più meritevole sarà la nostra accettazione; più generosa sarà l'offerta di ogni dolore e più gradita a Dio per le anime a cui vogliamo offrire il contributo del nostro aiuto per superare le loro difficoltà nella via della consacrazione.

Il mondo ha bisogno immenso di anime consacrate: diminuiscono sempre più i sacerdoti e i religiosi.

Forse anche per questo Dio chiede alle anime più generose un contributo più grande di fede e di amore che faccia risuonare ancora il grido degli apostoli: « Salvaci, Signore, siamo perduti » per ripeterci la sua parola rassicurante: « Perché avete paura, uomini di poca fede? » ( Mt 8,25-26 ).

Il Papa ci ricorda che « La Redenzione parte dalla Croce e si compie nella Risurrezione! » e ci invita a pregare: « O Cristo, che sulla tua Croce hai accolto il nostro mondo umano - il mondo di ieri, di oggi e di domani: il vecchio mondo del peccato - fa' che esso diventi nuovo nella tua Risurrezione; fa' che esso diventi nuovo mediante ogni cuore dell'uomo visitato dalla potenza della Redenzione.

O Cristo risorto, nelle tue piaghe glorificate accogli tutte le piaghe dolenti dell'uomo contemporaneo, quelle di cui tanto si parla nei mezzi di comunicazione sociale; ed anche quelle che silenziosamente dolgono nel segreto nascosto dei cuori.

Esse siano curate nel mistero della tua Redenzione.

Esse siano cicatrizzate e rimarginate mediante l'Amore, che è più forte della morte ». ( Giovanni Paolo II - Pasqua 1983 ).

La Vergine Immacolata ci aiuti a scoprire nella sofferenza l'amore e la vocazione per la salvezza dell'uomo.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Perché tutti i cristiani nell'Anno della Redenzione riscoprano il valore della sofferenza-amore e vocazione.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le intenzioni degli iscritti: C. V. ( Catania ); N. G. ( Roma ); V. A., P. M., F. e C. C., F. e L, M. D'A. e i suoi cari ( Catania ); R. T, V, B. ( Vibo Valentia ); M. N. ( Udine ) per la sua salute e per la nipote disoccupata; C. G. ( Giaveno ); D. M. A. ( Aci Bonaccorsi ); C. R. ( Aci S. Antonio ) per la pace nel mondo; R. R. ( S. Venerina ) per la salute; R. A. ( Aci S. Antonio ) per la pace nelle famiglie e per le sue intenzioni; R. G. ( S. Venerina ) per le sue intenzioni; C. G. ( S. Venerina ) per tutti i peccatori; R. R. ( S. Venerina ) per ottenere grazie; R. A. ( Vinchio ) per grazia ricevuta; G. L. e G. ( Casalnoceto ) per la salute; da Catania: C. C., B. G., R. A., C. V., D. S. V., per la conversione dei familiari; N. N., per la buona riuscita del Suo matrimonio.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio: Maria Maddalena e Clementina ( Torino ); R. M. B. ( Bra ) in suffragio del marito.

Aimée Buffa di Ferrerò; Fr. Jean Pierre Schuiler; Fr. Corradino Ottone; Fr. Cesare Astori; Fr. Edesio Gambino; Fr. Raffaele Trecate; Fr. Evasio Bellora; Agnese Biamonte.

Da Catania: in suffragio di Bruno Natalu, Musumeci Salvatore, Caruso Anna, Mineo Giuseppe, V. F. per il marito.

Fate conoscere a persone particolarmente sofferenti nello spirito, la Crociata della sofferenza: è un'opera di apostolato anche questa.

Ricordiamo a questo proposito che la Crociata ha carattere esclusivamente spirituale: l'adesione non comporta nessun altro obbligo oltre quello della offerta settimanale delle sofferenze per le Vocazioni Sacerdotali e Religiose mediante la pratica dell'Adorazione a Gesù Crocifisso; inoltre richiede la recita di una « Ave Maria » per le intenzioni particolari raccomandate dal Centro.

É quindi un impegno da prendersi liberamente e coscientemente.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza