Crociata della sofferenza  

B229-A10

Anno XX - Lettera N. 82 - Ottobre 1983

« Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio » ( 2 Cor 5,20 )

Fratelli,

la supplica che Paolo rivolge ai Cristiani di Corinto, conserva tutta la sua attualità e validità e il Papa se ne è fatto convinto assertore e umile supplicante.

É la supplica che non cessa di rivolgere a ogni gruppo, in ogni incontro, ad ogni uomo.

Proclamando l'Anno Santo ha parlato addirittura di una « vocazione » alla riconciliazione cui ogni cristiano deve rispondere.

L'Anno Santo è un « tempo forte » dice il Papa « durante il quale ogni cristiano è chiamato a realizzare più profondamente la sua vocazione alla riconciliazione con il Padre nel Figlio ».

L'Anno Santo « raggiungerà pienamente il suo scopo soltanto se sfocerà in un nuovo impegno di ciascuno e di tutti al servizio della riconciliazione non solo tra tutti i discepoli di Cristo, ma anche fra tutti gli uomini, al servizio della pace fra tutti i popoli ».

La vocazione alla riconciliazione comincia in primo luogo in noi stessi.

Solo se sappiamo realizzarla in noi possiamo pensare di allargarla a chi ci circonda e all'umanità intera.

Non è possibile parlare ad altri di riconciliazione se non ne abbiamo fatto esperienza noi stessi dentro di noi.

Il primo atto della riconciliazione personale consiste nella accettazione e nella realizzazione della Redenzione in noi stessi.

« Tutta la vita della Chiesa è immersa nella Redenzione, respira la Redenzione ».

Tutta la vita del cristiano, per essere veramente tale, deve essere immersa nella Redenzione, deve respirare la Redenzione.

La Redenzione non solo rivela Dio all'uomo, ma rivela anche l'uomo a se stesso, fa scoprire all'uomo le radici profonde della sua persona, ferita dal peccato.

La grazia specifica dell'Anno Santo della Redenzione è dunque una rinnovata scoperta dell'amore di Dio che si dona, e un approfondimento delle ricchezze imperscrutabili del mistero pasquale di Cristo, fatte proprie mediante la quotidiana esperienza della vita cristiana in tutte le sue forme.

Dobbiamo sforzarci, in qualunque stato o condizione di vita, di rinnovare la scoperta dell'amore di Dio che si dona a ognuno di noi.

Le citazioni della Sacra Scrittura che tante volte abbiamo sentito e che non ci impressionano più devono ridiventare, nella vita, motivi di speranza, di consolazione, di amore.

Soprattutto quando la sofferenza si fa sentire più forte e più demoralizzante, allora quelle frasi devono acquistare maggior vigore e darci maggior forza di convinzione.

Ed invece è proprio nei periodi di maggior desolazione che siamo portati a meno riconoscerne la forza e l'efficacia.

La sofferenza, lo stato di depressione ci dominano: la parola che ci viene comunicata perde ogni significato.

Ci pare parola senza aggancio alla nostra realtà depressa.

É allenamento continuo di volontà quello che allora si richiede alla nostra già provata esistenza.

Sentiamo, in questo stato assai più valide, le espressioni della nostra commiserazione, della nostra disperazione, del nostro autocompatimento: quelle espressioni che ci deprimono ancora di più, che partendo da uno stato di vita priva di speranza chiudono le porte ad ogni spiraglio di luce, ad ogni progetto di rinascita.

Considerazioni che ci chiudono nella visuale puramente umana della nostra esistenza, a cui tante, troppe cose mancano, in cui tante, troppe cose servono solo a demoralizzarci.

Ma l'annuncio della Redenzione è annuncio di speranza, è parola che solleva a sfere più alte, è pensiero che distoglie dalle preoccupazioni quotidiane in una visione più serena della vita.

Riportiamo qui alcune di queste espressioni per farne oggetto di riflessione.

Non leggiamole superficialmente quali testi noti o meno noti ufficiali di una dottrina staccata dalla vita.

Nella ripetizione e nella riflessione proviamo a farne oggetto di applicazione alla nostra esistenza e motivo di sollievo alla nostra sofferenza.

Forse molte passeranno senza lasciare segno, ma una almeno, ci aiuti Dio, penetri viva e attiva nella nostra mente e diventi punto di riferimento nei momenti più bui della nostra esistenza.

Sull'amore del Padre ci è detto: « Ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna » ( Gv 3,16 ).

E applichiamola a noi: « Ha tanto amato me, da dare il suo Figlio unigenito, perché credendo in lui non abbia a morire, ma abbia la vita eterna! ».

Per te è stato tanto grande l'amore del Padre.

Per te ha dato il suo Figlio.

Per te ha promesso la vita.

Sì, anche nella tribolazione questo amore così grande non viene meno, questo Figlio che è stato donato non ti è tolto, questa promessa di vita non è cancellata.

Le parabole della misericordia traducono in termini più concreti gli aspetti di questo grande amore: la pecorella smarrita, il figliol prodigo, la peccatrice, la Samaritana … quanti esempi di amore grande in situazioni così diverse e quanta sollecitudine del Padre verso chi ne ha più necessità.

In ogni situazione tua personale, in ogni stato di vita tua, questo amore grande agisce, si manifesta, opera.

Sono solo, ho tante tribolazioni, la sofferenza mi accoglie il mattino e mi accompagna giorno e notte in una successione che non pare avere fine: in tutto è presente l'amore grande del Padre; anche se non ne sento visibile la presenza.

Sull'amore del Figlio ci è detto: « Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici » ( Gv 15,13 ).

E anche tu sei tra gli amici di Gesù.

Questo è stato il prezzo della Redenzione: l'amore che paga con la vita.

Gesù muore per amor tuo, per « ricuperare » quell'amore fedele che anche tu avevi perduto e, pagandolo di persona, ti ha restituito quell'amore che non potevi certamente meritare a causa del peccato.

San Paolo che esprime con tanta forza di convinzione questa sua fede nell'opera della Redenzione e di Riconciliazione col Padre nel Figlio, giunge ad affermare: « Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me … ( Egli ) che mi ha amato e ha dato se stesso per me » ( Gal 2,20 ).

Per lui lo stato di sofferenza è diventato assimilazione alla sofferenza di Cristo in Croce: crocifisso con Lui.

La sua vita di martirio non è più vita sua personale: è vita di Cristo in lui.

Così accetta la sua sofferenza, non solo, ma la assimila, la unisce a quella di Cristo, tanto che afferma: « Non vivere più per se stesso ma per Colui che è morto e risuscitato per noi » ( 2 Cor 5,14 ).

Cristo non manca ogni giorno di venire incontro all'uomo per manifestargli, nella Croce, il suo amore.

Attende però che gli apriamo le porte della nostra anima: « Lasciatevi riconciliare con Dio! »

Attende un impegno, certo non facile ne improvvisato, di penitenza e di rinnovamento, mosso da convinzione che lentamente viene maturando in noi.

Attende che ci facciamo noi stessi strumento di riconciliazione, che da parte nostra ci sia disponibilità a lasciarci riconciliare.

Se non rimarremo su due opposte posizioni: da un lato Dio che ci tende la mano in Gesù; dall'altro noi con la nostra sofferenza senza scopo, chiusi nel buio delle nostre tristi giornate senza spiraglio di luce e di speranza.

Si tratta, fratelli e sorelle, di muovere il primo passo, con fiducia.

La mano di Dio è tesa verso di noi per la riconciliazione: l'Anno Santo ci aiuti a tendere la nostra verso Dio con fiducia.

La sofferenza non verrà tolta, ma diventerà mezzo di riconciliazione e risposta di amore oltre che a Dio anche ai nostri fratelli più bisognosi, per quelli che non vogliono riconoscere la mano tesa di Dio o che se la riconoscano, stentano a porgere la loro.

Santificati in Cristo e fedeli alla chiamata alla Riconciliazione, offriamo gioie e preghiere, privazioni e sofferenze a vantaggio della Chiesa e specialmente a vantaggio delle vocazioni sacerdotali e religiose, in unione a Cristo sofferente.

Vivremo così più intensamente la « Comunione dei Santi »: « completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa ».

La Chiesa che non è lontana da noi: è già accanto a noi nei fratelli che ci circondano.

Nel nostro itinerario Giubilare di Conciliazione e di Redenzione, Maria Santissima, Madre del Redentore, ci conduca sicuramente alle sorgenti della salvezza.

Ella ci insegna che il solo modo giusto per salvare la vita è di donarla a Dio per amore dei fratelli.

Redenti dal Sangue di Cristo, riconciliati con Dio pur nella sofferenza, e proprio perché nella sofferenza, daremo un volto nuovo alla nostra vita che diverrà essa stessa redenzione dei fratelli e riconciliazione dei fratelli con Dio, in Cristo Gesù.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché ogni uomo riscopra il grande tesoro della Redenzione e accetti di lasciarsi riconciliare con Dio.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le intenzioni degli iscritti: E. P. ( Biella ) sue intenzioni; G. W. ( Vercelli ) per ottenere una grazia; S.C. ( Vibo Valentia ) per ottenere una grazia; A.P. ( Gazoldo degli Ippoliti ) per una grazia; A.G. ( Chivasso ) per i suoi parenti; G.A. ( Busto Arsizio ) per le sue necessità; G.L. e G.G. ( Roma ) per la salute; P. e M. ( Bra ); R.P. ( Catania ) per il figlio e per tutta la famiglia; V.M. ( Pedara ); C. R. ( Grugliasco ) per la sua salute; S. M. ( Caltanissetta ) per la salute e la salvezza delle anime; V.S. ( Australia ) per la sua famiglia; C. F. A. ( Torino ); N. L. ( Collegno ) per i Missionari del CIAD; Suor T. C. ( Cengio ); A. P. ( Gazoldo degli Ippoliti ); C. R. ( Grugliasco ) per sé e per la figlia ammalata; C. F. ( Vibo Valentia ) per i familiari; R. O. ( Borgo d'Ale ) per la salute; L. B. M. ( Portese ) per la salute del figlio.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- Prof. Mario Conti, fratello del Presidente Generale dell'Unione, dott Domenico Conti;

- Fratel Giovenale Rodolfo Gallone e Fratel Ermete Giuseppe Rosso;

- I familiari defunti di M. C. ( Torino ) e di F. A. ( Catania );

- i genitori di V. G. ( Licata );

- il figlio Adriano e il marito Alfredo di Z. V. ( Melbourne ) e tutte le anime dei defunti della famiglia della Crociata della Sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza