Crociata della sofferenza  

B230-A7

Anno XXI - Lettera N. 83 - Gennaio 1984

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. ( Gv 13,35 )

Fratelli,

l'Anno Santo ci rivela il cammino di salvezza e ci indica le tre tappe di questo cammino: la conversione, la riconciliazione, la comunione.

In questo nostro incontro ci soffermiamo su alcune considerazioni che ci illustrano queste tre tappe, richiamando gli spunti di riflessione che ci ha offerto l'arcivescovo di Torino, Cardinal Anastasio Ballestrero nella sua lettera: « Il dono dell'Anno Santo ».

La conversione ci fa incontrare il Signore mossi dalla consapevolezza del bisogno di essere salvati.

Non ci si converte se non si è convinti di non essere nella condizione giusta, di non essere come dovremmo essere e dove dovremmo essere.

Questa convinzione diventa cammino di ritorno, inversione di rotta.

« Mi alzerò e andrò » così dice il figliol prodigo.

E si tratta veramente di un cammino, anzi del cammino per eccellenza, perché esso ci conduce a Colui che ci salva.

È un cammino che vuole diventare incontro e non ha altra meta che una Persona, l'adorabile Persona del Signore Gesù.

Convertirsi significa accettare di camminare infaticabilmente verso Cristo e con Cristo, fermandosi solo quando Egli stesso si fermerà nel suo cammino di ritorno.

È questa una verità densissima della conversione che pone in primo piano la presenza del Redentore come Persona viva, presente sempre in mezzo a noi: « Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » ( Mt 28,20 ).

Non si può non camminare con un Gesù tanto nostro; non si può rifiutare l'invito a entrare nelle grandi esperienze della espiazione del peccato e del ritrovamento felice della casa del Padre.

La conversione porta alla riconciliazione.

La riconciliazione è un evento di formidabile portata personale:

essa coinvolge il peccatore con Dio e con tutti gli esistenti nel mondo;

annulla la categoria della inimicizia e perfino della distanza;

instaura una relazione viva di amore che tende a diventare la vita stessa;

si compie nel più soave dei modi, perché, se è vero che noi portiamo nella riconciliazione tutta la confessione del nostro peccato, è altrettanto vero che dobbiamo portarvi la perfetta fiducia di essere accolti da quelle braccia paterne che sono restate fedeli e che nel perdono, ci riconciliano, cancellando ogni precedente di morte e di peccato ed accogliendoci in una festa che solo Dio comprende in tutta la sua gioiosità, ma nella quale siamo chiamati a fermamente credere e sperare.

Riconciliati con Dio sentiremo in noi il senso profondo della fraternità vedendo bene che tutti gli uomini ci sono fratelli.

Tutti i tentativi dei nostri egoismi e delle nostre superbie, nonché della nostra maldestra furbizia per tentare di discriminare la riconciliazione con Dio dalla riconciliazione con gli uomini sono aberranti: non rispettano il mistero della Redenzione perché Cristo è morto per tutti, ne rispettano la grazia e la vocazione ad essere riconciliati.

La riconciliazione con Dio e con gli uomini sarà apportatrice di tanta pace e di tanta serenità al nostro spirito.

In essa troveremo i motivi che ci aiuteranno a sopportare le avversità della vita, a sentire meno pesante le croci che ogni giorno dobbiamo portare.

Nelle nostre sofferenze troveremo quella pace inferiore che le renderà meno gravose.

Quante anime serene, pur in mezzo a difficoltà e pene fisiche e morali, trovano nella riconciliazione con Dio e con gli uomini, la forza di affrontare le situazioni più penose col sorriso sulle labbra e con la parola rasserenatrice per quelli che li circondano.

Così la conversione che ci fa incontrare il Signore e la riconciliazione che rinsalda tutti i rapporti con il Signore e con gli uomini intorno a noi, tendono a farsi comunione reale, sintesi definitiva nell'identità tra amore e vita.

« Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri » ( Gv 13,35 ).

Questo amore diventa il segno di riconoscimento del vero discepolo di Cristo, ed è un amore carico di esigenze talvolta difficili da soddisfare.

Esigenze di comprensione, di tolleranza, di sopportazione.

Ogni convivenza ha i suoi spigoli difficili da smussare.

Molte delle sofferenze che ci tormentano ci vengono da quelli con cui viviamo o da situazioni in cui ci troviamo.

Il macerare dentro di sé i motivi, le cause di queste sofferenze serve solo ad esasperare i nostri dolori a renderli più acuti, per cui prendono possesso del nostro cuore e della nostra mente.

Ci ricamiamo sopra e vi costruiamo dei grandi castelli.

È allora che il pensiero di comunione con Dio e con i fratelli diventa pensiero di conforto.

Pur nella più tragica situazione a nulla giovano i risentimenti interni, molto invece e spesso servono i sentimenti di comprensione e di sopportazione.

I nostri stessi dolori fisici e morali possono trovare nella comunione con Dio e con i fratelli, motivo di serenità, soprattutto nel pensiero che questi dolori concorrono e danno il loro apporto al mistero della Redenzione, completando quello che manca alla passione di Cristo, come dice S. Paolo.

« Conversione, riconciliazione e comunione si presentano dunque alla coscienza di tutti noi come momenti realizzatori della Redenzione e come segreto dinamismo del suo compiersi.

Non possono perciò non risuonare al nostro orecchio, in questa atmosfera di autentica rinascita, le struggenti espressioni della Parola di Dio che continuamente circondano la nostra libertà mediante una insistente domanda d'amore:

« È ormai tempo di risvegliarvi dal sonno » ( Rm 13,11 );

oppure « Vigilate … comportandovi non da stolti ma da uomini saggi, profittando del tempo presente » ( Ef 15,16 );

o ancora « Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio » ( 2 Cor 5,20 ).

Sono richiami che pretendono di entrare nelle nostre vicende quotidiane e di trovare la via nascosta della nostra buona coscienza, per convincerci della « necessità di vivere intensamente questo periodo molto importante dell'Anno Santo ».

« So bene, conclude il Cardinal Ballestrero, che la vita quotidiana continuerà nel suo aspetto feriale e drammatico, che sembra non consentire aperture di attenzione e di supplica a Dio; ma proprio questo dobbiamo realizzare noi credenti, in nome della nostra fede, la rinnovata scoperta dell'amore di Dio che si dona, e un approfondimento delle ricchezze imperscrutabili del mistero pasquale di Cristo, fatte proprie mediante la quotidiana esperienza della vita cristiana » ( Bolla n. 8 ).

Come abbiamo meditato, vedete fratelli e sorelle, che si tratta di un atto importante e decisivo della nostra vita perché questo Anno Santo non passi invano per noi.

Sarà necessario lo sforzo quotidiano di conversione per riconciliarci con Dio e i fratelli e per vivere in comunione con Dio e con i fratelli: una vita nuova ma quanto più serena e meno drammatica e soprattutto più fertile ed efficace per lo scopo della nostra Crociata: l'aiuto alle vocazioni sacerdotali e religiose.

Quanto più ci costerà il nostro sforzo, tanto più ampio sarà il nostro contributo per l'opera della Redenzione, soprattutto per le anime consacrate.

Conversione, riconciliazione, comunione: tre tappe del nostro cammino in questo Anno Santo: tre momenti decisivi della nostra vita.

Essi sono possibili in qualunque condizione ci troviamo, dipendono dalla nostra buona volontà, dal nostro desiderio di rendere la nostra vita conforme a quella di Gesù.

La Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre della Chiesa, ci aiuti e ci sostenga in questo sforzo per rendere sempre più pieno il vincolo di amore che unisce gli uomini con Cristo Crocifisso e tra di loro.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo affinché il cammino di conversione, riconciliazione e di comunione sia percorso da tutti i nostri fratelli.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le vocazioni che si trovano in crisi o nell'incertezza;

- le intenzioni degli iscritti: B. A. T. ( Coredo ) per la famiglia; S. T. ( Torino ); M. P. ( Torino ); S. R. ( Guardia Sanframondi ); F. S. e F. - L. A. ( Catania ); R. B. M. ( Bra ) per il marito; C. F. A. ( Torino ); O. T. S. ( Vercelli ) per la sua salute e per il figlio; G. P. ( Windsor ) per sé, per i figli e i nipoti; Sr. S. B. ( Osimo ); P. C. B. ( Comiso ) per sé e per i suoi cari vivi e defunti; M. C. ( Vibo Valentia ) per il fratello; B. M. ( Brusasco ); V. L. ( Torino ); S. C. ( Vibo Valentia ); R. M. S. ( Canalicchio ) per sé e per i suoi cari vivi e defunti; A. G. ( Torino ); M. F. ( Vibo Valentia ) per la sua salute; L. G. ( Torino ); L. M. ( Castel rosso ).

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio: G. R. ( Marina di Andora ) per i parenti defunti; N. G. ( Roma ) per i suoi cari defunti; suffragio di Virgilio Frignani; M. T. A. ( Vibo Valentia ) per i suoi defunti; R. B. M. ( Bra ) per i suoi cari defunti; suffragio Anita, Alessandro; suff. Margherita Franco ( Torino ); suffragio Olga e Zemelia; L. L. ( Torino ) in suffragio dei familiari; suffragio del geom. Cesare Grabbi; suffragio di Enzo Cavaliere.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza