Impegno educativo - ecclesiale dei genitori della scuola … |
B244-A5
( Continuazione dal numero precedente )
Stante l'omogeneità di natura e di funzioni tra la scuola e la famiglia, la collaborazione di questa deve esercitarsi già a livello di progetto educativo, cioè nella proposta che connota e che muove l'organizzazione e lo svolgersi dell'attività didattica, e ciò con partecipazione sia nel suo impianto pedagogico che nella sua concreta applicazione.
Come richiamato dal magistero, la collaborazione dei genitori è particolarmente idonea a rendere vivo ed esplicito il clima familiare che deve caratterizzare la comunità educante.
Se ogni fatto educativo contiene, in certa misura, una valenza di generazione o di rigenerazione alla vita, l'esperienza educativa familiare resta fondamentale e primordiale.
Per essere più espliciti, i ruoli di padre e di madre, di figlio e di figlia, di fratello e di sorella, vanno tenuti costantemente presenti quali categorie vitali alle quali ispirare i vari rapporti umani, tra cui anche quelli scolastici.
L'importanza di questi temi ha portato l'Associazione ad una profonda riflessione a tutti i livelli.
Ricordiamo i vari contributi dell'AGESC per i progetti educativi ispirati alla vita, alla pace, ad un attivo apporto delle famiglie nella scuola e alla conoscenza delle proposte formative di vari istituti.
È un'opera che va continuata, e sempre più approfondita, procurando da un lato di realizzare un costante riferimento delle discipline scolastiche, pur nella loro autonomia didattica, all'ispirazione base dell'istituto e al carisma religioso che gli è proprio, dall'altro di rendere sempre più concrete e attuabili le conseguenze pratiche ed operative, sino a realizzare una confluenza della proposta educativa nella vita scolastica di tutti i giorni e nei suoi collegamenti con il mondo esterno.
Questi collegamenti con il mondo esterno ci portano a considerare la specifica collaborazione che le famiglie possono offrire per una sempre maggiore sensibilizzazione della scuola ai problemi della società, tra cui quelli del mondo del lavoro, anche se i limiti di questa relazione ci impongono di solamente accennare agli specifici obiettivi in cui si può articolare l'impegno dei genitori.
Nell'esigenza di una maggiore influenza della scuola nella società, per una umanizzazione di questa con i valori culturali, formativi e sociali di cui la scuola è portatrice, l'opera dei genitori deve tendere a facilitare agli studenti un inserimento attivo nei vari ambiti e settori, ed in modo tale che la loro personalità sia salvaguardata, a superamento di ogni forma di emarginazione o, peggio, di strumentalizzazione.
In tale ambito si collocano gli interventi specifici di una partecipazione dei genitori negli organismi rappresentativi scolastici del distretto e degli altri enti territoriali, per il collegamento con il territorio e, in modo specifico, per la collaborazione con la scuola di stato e con le altre scuole.
Tocchiamo quasi per inciso questo importante argomento, che pure ha tutta una sua rilevanza, essenzialmente per sottolineare come l'auspicato collegamento tra le varie scuole molto dipenda anche dall'opera dei genitori, indipendentemente dalla circostanza che abbiano figli nell'una o nell'altra.
È questo un settore da coltivare, specialmente nella prospettiva sperata di pervenire ad un nuovo sistema scolastico nazionale, denominato sistema scolastico integrato, che garantisca ad ogni scuola, statale e non, un'effettiva parità e una certa autonomia, secondo i lineamenti che saranno tracciati nella relazione sul nostro impegno civile.
Per i rapporti con il mondo del lavoro, anche qui nell'ambito di un nucleo ricchissimo di sviluppi informativi, culturali ed educativi, in buona parte ancora tutti da attuare, l'intervento dei genitori può facilitare l'orientamento dei giovani per l'occupazione e, in certa misura, delle stesse scuole nella scelta e predisposizione dei corsi curricolari.
L'esperienza di lavoro dei genitori può favorire l'analisi della situazione e delle tendenze evolutive in ordine al collocamento, specie giovanile, con riguardo alla situazione economica e produttiva sia generale, che dei singoli enti territoriali.
Con tali interventi si viene ad incidere, per lo meno sul piano della sensibilizzazione, proprio in uno di quei settori più direttamente investiti della crisi di cui abbiamo detto sopra in apertura, sicché non può sfuggire l'attualità e l'urgenza di un impegno in tal senso.
L'AGESC ha sempre sostenuto la partecipazione dei genitori nelle strutture sociali, con particolare riguardo a quelle scolastiche, perché fosse favorita quest'opera di reciproca animazione, e l'appartenenza alla scuola cattolica inducesse a collaborare con le altre scuole, segnatamente per il raccordo tra la famiglia e la scuola.
Particolare attenzione dovranno avere, per il futuro, gli interventi e la sensibilizzazione verso il settore del lavoro.
Anche quest'opera verso la società e il mondo del lavoro ha una valenza spiccatamente ecclesiale, perché volta a promuovere l'uomo, facendo leva su una proposta cattolica di formazione, che procede dall'istruzione e dall'insegnamento delle materie e delle discipline scolastiche.
Non per nulla il Magistero ripone a tale riguardo un'altra sua impellente attesa verso le famiglie, cioè che esse rappresentino il ponte più naturale tra la scuola cattolica e la realtà circostante, per sensibilizzare le comunità cristiane ai problemi relativi, per sostenere dinanzi alle pubbliche autorità la priorità del diritto educativo dei genitori e, più in generale, per collegare la scuola con l'esterno.
È condizione essenziale per la vita della scuola cattolica che si realizzi un reciproco dialogo e collaborazione con la comunità dei fedeli, ad ogni livello, diocesano, parrocchiale, familiare e associativo, in un cammino culturale coerente con la fede e attento alle esigenze umane.
Se ai genitori è affidato un ruolo particolare in questo dialogo, è perché viene ravvisata in esse, tra le varie componenti della scuola cattolica, quella più diffusamente inserita nella comunità ecclesiale e particolarmente qualificata in virtù del rilevato ministero educativo.
Ciò comporta una profonda riflessione e un grave impegno.
Sono molteplici le applicazioni sul piano operativo, alcune intrinseche alla stessa scuola, altre più specifiche delle comunità ed associazioni ecclesiali esterne.
Tra le prime ricordiamo l'interessamento e la partecipazione all'insegnamento religioso, alle assemblee eucaristiche, alle riunioni di preghiera e di riflessione della Sacra Scrittura nell'ambito scolastico.
Al riguardo vi è una feconda fioritura di attività articolata in varie scuole.
In altre invece si è tuttora in fase di orientamento, forse per la preoccupazione di non porre in essere forzature sul piano religioso, che potrebbero risultare controproducenti, specie nei confronti dei giovani.
Su tale delicato, ma vitale punto, affermiamo come Associazione, incoerenza con le indicazioni del Magistero, che la scuola cattolica, proponendo come modello educativo lo stesso Cristo Gesù, non può prescindere da un'espressa proposta di vita sacramentale ai giovani e alle famiglie.
La metodologia di tale proposta, per non coartare le coscienze, può essere un problema aperto, per la cui soluzione il dialogo tra scuola e famiglia risulta prezioso e talora decisivo.
Di certo però riteniamo che non si risolve il problema eliminandolo in radice, e limitando la proposta religiosa all'ora di insegnamento.
Problema di altro genere, pure delicato, è quello dell'interferenza che l'attività catechistica e sacramentale svolta nella scuola cattolica possa avere nei confronti della presenza che le famiglie devono pur realizzare in altre comunità ecclesiali, segnatamente in quelle parrocchiali.
Facendo nostre le indicazioni dell'Episcopato italiano circa la partecipazione, come regola generale, degli alunni alla catechesi e all'iniziazione sacramentale delle parrocchie, dobbiamo peraltro ribadire quanto dai Vescovi stessi affermato, cioè che la scuola cattolica è altresì luogo di catechesi e di pastorale sacramentale, segnatamente in alcune situazioni che ci coinvolgono direttamente, come la catechesi per gli adulti.
Va inoltre considerato che di fatto, nella situazione attuale, per molte famiglie l'unica occasione di evangelizzazione e di vita cristiana può essere offerta dalla scuola cattolica.
In questa costante apertura dei genitori verso la comunità ecclesiale si profilano vari campi di lavoro, ad alcuni dei quali si è già fatto cenno.
Ma più che fame una rassegna, ci preme indicare l'atteggiamento interiore cui ispirare tale azione.
A me pare che tra i vari ministeri ecclesiali propri del laicato, ai genitori della scuola cattolica dovrebbe essere particolarmente consono quello catechistico.
Esso infatti concerne più da vicino il servizio dei giovani e la loro educazione, e comporta una dedizione verso tutti, anche quelli che non frequentano le nostre scuole, e nei cui confronti va riposta costante attenzione.
In questa luce assume particolare intensità la cura per l'orientamento di vita, per la loro vocazione, per la vita sacerdotale e consacrata, e per intendere anche il matrimonio come una chiamata. Solo in questa prospettiva, presentando la vita come missione in risposta ad una chiamata, si realizza nella sua pienezza l'impegno educativo, superando le suggestioni che le concezioni individualistiche, consumistiche e totalitarie propinano.
Certo che queste mentalità non si improvvisano, ma sono frutto di una ascesi permanente.
Si parla di educazione permanente degli adulti nella scuola, ed è un provvidenziale segno dei tempi.
Essa è realtà operante in molte scuole, e le varie tematiche e motivazioni che abbiamo illustrato sono segno, e anche esperienza vissuta, del contributo che i genitori danno nelle nostre scuole in questa linea.
Ma nella scuola cattolica i genitori che siano animati da profonda intelligenza spirituale dei valori cui abbiamo cercato di riferirci, possono trovare altresì un itinerario di ascesi interiore, attraverso l'ispirazione e la pratica de temi informatori della scuola, e la perseveranza di vita in essi.
Questo itinerario procede dall'opera di servizio, non trionfalistica ma di fermento nascosto che la scuola cattolica, a imitazione della Chiesa, è chiamata a svolgere per il mondo, quasi identificandosi con esso.
Ma tale cammino ha pure il suo espresso e vivificante sbocco in Gesù, unico Maestro, e in Lui Crocifisso e Risorto, in cui è riposta l'unica sapienza, che tutto attrae a sé, che tutti libera e restaura in sé, da cui procede ogni insegnamento e fatto educativo.
Anche in questa direzione l'AGESC ha prospettato delle mete, ha reso dei servizi, ha realizzato delle esperienze di vita.
Abbiamo già ricordato i lavori sui progetti educativi per fare emergere i carismi dei vari Istituti attraverso la testimonianza dei santi fondatori, ognuno dei quali ha indicato un particolare metodo o una specifica visuale per meglio avvicinarsi e cogliere il tutto, per più intensamente incorporarsi in Cristo.
In questa luce dobbiamo sottolineare come i pellegrinaggi mariani a Lourdes siano animati dall'esigenza dei genitori di avvicinarsi di più alla paternità di Dio, attraverso la maternità di Maria, di ispirarsi alla divina Sapienza attraverso Colei che è la Sede della Sapienza.
Ma prima di concludere non può mancare un espresso riferimento all'urgenza di esercitare le opere di carità nella scuola e attraverso la scuola, in primo luogo con atti di solidarietà concreta verso i meno abbienti, che abbiano difficoltà a frequentare le nostre scuole per ragioni economiche.
Tali atti dovrebbero possibilmente essere dei fatti, cioè con effetti incidenti, e non solo dei segni, pur pregevoli e necessari.
In attesa degli auspicati e doverosi interventi pubblici per un'effettiva paritarietà della scuola non statale, spetta alle famiglie animare la solidarietà all'interno degli istituti e nella comunità ecclesiale.
Vi sono già varie iniziative e organismi al riguardo, come le cooperative di genitori, talora a sostegno delle difficoltà degli stessi istituti che, come noto, non sono solo di ordine economico.
Pullulano molteplici interventi, tenuti per lo più nascosti.
Penso sia nell'aspettativa di tutti che questi gesti vadano sviluppati e accentuati, magari con strumenti strutturali e organizzativi che possano essere di supporto organico per ovviare agli impedimenti che trova la scuola cattolica, alle sue difficoltà che, come abbiamo detto, non sono solamente di natura economica, ma anche talora di incertezza, pur comprensibile, a perseverare per la diminuzione delle vocazioni religiose, e in qualche caso anche degli stessi allievi.
È prospettabile che nel secondo decennio della sua attività l'AGESC si strutturi per più radicalmente affrontare tale problema, della cui portata e urgenza peraltro tutti ci rendiamo conto?
Non è questa una provocazione, ma l'interpretazione di un sentimento comune, pur consapevoli dei nostri limiti, operando la nostra Associazione sul volontariato.
Ma l'ansia di zelo e di solidarietà possono sviluppare energie impensate, per un impegno del largo respiro sul piano del servizio, anche a fronte di problemi economici e organizzativi non indifferenti.
È un'opera che coinvolgerebbe le comunità ecclesiali, ma attraverso l'impegno qualificato e responsabile dei genitori della scuola cattolica.
( Fine )
Vito Moccia