Il coraggio della sofferenza

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Leandro Pierbattisti - Giugno 2004

Con Gesù il Crocifisso Risorto

Carissimi amici di Gesù Crocifisso, a tutti il mio fraterno saluto, unito all'augurio di un rinnovato slancio apostolico nell'ambito delle vostre famiglie e tra la gente dei vostri quartieri.

La coraggiosa offerta delle sofferenze giornaliere di quanti si uniscono alle sofferenza di Gesù per intercedere con Lui presso il Padre il prezioso dono delle vocazioni, rientra nelle finalità del Movimento Adoratori di Gesù Crocifisso i cui membri adorano ogni giorno, come fa la Chiesa nel Venerdì Santo, le Piaghe sanguinanti e gloriose del Signore.

Mossi da uno stupore sempre nuovo per l'amore infinito con il quale Gesù ha sopportato l'acerbo dolore della crocifissione per la nostra salvezza, quanti hanno il coraggio di soffrire con Lui, uniti a Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, gli dicono, ogni giorno, con tutto l'amore di cui sono capaci, il loro più sincero e gioioso grazie e, con infantile confidenza, gli chiedono tutto ciò di cui hanno bisogno.

Questi generosi adoratori del Signore, dei quali facciamo parte, formano il suo esercito apostolico.

Non si tratta di un esercito che s'impone per vistose e roboanti iniziative, ma di un esercito invisibile.

Vi si arruolano le persone che nel silenzio adorante, noto solo a Dio, e in ascolto dell'invito di Gesù: "Pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe", offrono a Lui, in unione al suo sacrificio, le gioie e le sofferenze di ogni giorno per il prezioso dono delle vocazioni; "La messe - infatti - è molta, ma gli operai sono pochi".

Le vocazioni, già lo sappiamo, non siamo noi a suscitarle, esse sono opera dello Spirito Santo, nostro compito è quello di assecondare la sua azione attraverso la preghiera e l'offerta delle nostre gioie e delle nostre sofferenze, perché i chiamati, sostenuti dalla Sua forza, abbiano a rispondere al suo invito con un "sì" pronto e gioioso.

La nostra preghiera però sarà tanto più efficace presso Dio quanto più sarà umile, fiduciosa e tutta amore; solo nelle preghiera potremo scoprire cos'è l'amore e quale deve essere la sua direzione per essere totalmente fedeli a Dio e ai fratelli.

Nella Pentecoste Dio effonde il suo Spirito

Lo Spirito Santo, effuso nei nostri cuori, non è un attributo di Dio, ma è Dio stesso: la terza persona della SS. Trinità.

Effuso in noi nei sacramenti della Chiesa e soprattutto nel battesimo e nella cresima, lo Spirito Santo ha il compito di modellarci ad immagine del Figlio di Dio per renderci cioè sempre più simili a Gesù.

Essere rivestiti di potenza dall'alto significa essere riempiti dell'amore di Dio, dell'amore che è Dio.

Senza lo Spirito Santo siamo come un corpo senz'anima, incapaci di operare secondo Dio.

Lo Spirito Santo da noi ricevuto non potrà però renderci simili a Gesù se lo ignoriamo o se non lo lasciamo agire liberamente.

È dunque importante rivolgersi a Lui con animo libero, soprattutto all'inizio di ogni giornata e all'inizio di ogni nostra apostolica attività.

Occorre ricevere questo amore divino se vogliamo produrre frutti di vita; ma per riceverlo occorre desiderarlo, occorre aspettarlo, occorre invocarlo, occorre chiederlo – occorre fare tutto ciò perché questo amore arrivi e si trovi bene dentro di noi.

La comunione è l'essenza della Trinità

Gesù ci dice: "Io sto alla porta e busso, se uno mi apre verremo in lui e ceneremo insieme".

"Verremo a lui" indica la comunione, lo stare insieme è l'essenza della Trinità, che è comunione e amore: una donazione talmente grande che Dio, pur essendo in tre Persone è uno solo.

La realtà dello Spirito Santo e la sua presenza in noi è un mistero spaventosamente e meravigliosamente grande, un mistero che ci coinvolge.

Tutto quello che possiamo immaginare di grandioso, di più splendido, di più maestoso, di più glorioso, potente e luminoso, Dio lo ha preparato per noi nello Spirito Santo.

La misericordia è un dono prezioso del Dio amore

L'insulto più grande contro lo Spirito Santo è il non credere all'amore di Dio, il non credere allo Spirito Santo che è l'amore di Dio, cioè Dio.

Anteporre i nostri severi giudizi sui fatti, all'amore di Dio, equivale al non accettare ciò che Dio dice di se stesso: "Io sono misericordia, misericordia voglio e non sacrifici".

La misericordia è un dono prezioso, è una perla preziosa che è nascosta in un campo, è una gemma che un mercante ha trovato e vende tutto per avere quella gemma.

Riceve la misericordia chi riconosce di essere peccatore e desidera essere salvato.

La misericordia non può essere data a chi la rifiuta, Gesù dice: "Non date le perle ai porci".

La misericordia è dunque un dono infinito dato a chi lo desidera, a chi lo cerca ed è disposto a uscire da se stesso per tendere con tutte le proprie forze alla perfezione della carità.

Lo Spirito Santo, mistero imperscrutabile, grandioso e luminoso che ci pervade, è l'anima della nostra anima, è luce nel più intimo di noi stessi, è una Persona delicatissima, fortissima, rispettosissima, che nell'intimo del nostro spirito attende continuamente di santificarci.

Il Signore ci chiede di dilatare il cuore per accogliere questo prezioso dono che è il suo Spirito.

Privi di questa potenza dall'alto, non saremo capaci di parlare di Gesù con cuore ardente e generoso, né saremo capaci di affrontare i sacrifici che la fedeltà al suo amore richiede.

Senza lo Spirito Santo nessuno avrà il coraggio di rispondere generosamente alla chiamata del Signore, senza lo Spirito Santo si spegne l'ardore missionario e le nostre parole risulteranno prive di efficacia.

Come possiamo sapere se amiamo o non amiamo il Signore?

La prova dell'amore è la disponibilità al sacrificio e alla rinuncia, per far piacere alla persona amata.

Noi amiamo il Signore se siamo disposti ad affrontare il sacrificio ed il martirio ( se ci sarà richiesto ) per rimanere nel suo amore.

La fedeltà a Dio costa alla nostra debole natura, ma con la forza dello Spirito Santo, accolto e amato, saremo vincitori e resi capaci di sostenere anche i fratelli nelle prove della vita.

La santità, fine della nostra esistenza, richiede di fare tutto nello Spirito Santo, di fare tutto con amore, anche quando questo costa generose rinunce; pertanto in presenza di difficoltà.

Non desistiamo e andiamo avanti!

Offriamo generosamente al Signore le fatiche e le gioie che la fedeltà al suo Spirito richiede, offriamole per il prezioso dono delle vocazioni.

Aiutiamo i fratelli a guardare le Piaghe sanguinanti e gloriose di Gesù perché non dubitino mai del suo amore.

Gran pare degli uomini ignora che Gesù è salvezza per chiunque crede in lui, ignora il senso della vita e che Dio ha un preciso progetto su ognuno di loro; lo ignora perché nessuno glielo ha detto.

Tocca anche a noi, carissimi amici, dire loro che Dio li ama, dire loro che sono importanti per lui e che Egli tutti ci attende nella sua Casa in Cielo.

Perché sostenuti dalla forza dello Spirito Santo, diventiamo capaci di fare tutto questo, offriamo preghiere e sacrifici al Signore, cosicché i loro e i nostri cuori si dilatino e diventino capaci di accogliere il suo amore e fare tutto quello che Egli ci chiederà.

Con fraterno affetto i miei più cari saluti, uniti agli auguri più belli per un'estate serena e piena di luce.