L'educazione sessuale nella scuola

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Introduzione

1. - Tra i numerosi problemi che la scuola italiana si trova oggi ad affrontare, quello dell'introduzione dell'educazione sessuale, previsto da alcune proposte di legge, riveste un'importanza tutta particolare, sia per la complessità del problema in se stesso, sia anche perché esso viene a incontrarsi con una serie di fatti e di situazioni che hanno coinvolto, in senso positivo o negativo, oltre la scuola, anche la famiglia, e in generale la cultura e la società contemporanea.

La situazione culturale e sociale

2. - Rientrano in quest'ordine di fatti e di situazioni, sul versante positivo:

- una migliore conoscenza della sessualità umana, nei suoi aspetti personale e sociale;

- una accresciuta coscienza dell'importanza della dimensione sessuale per una crescita armonica ed equilibrata della persona;

- una più chiara consapevolezza del valore personalistico del matrimonio;

- una più diffusa esigenza di autenticità, di sincerità e di semplicità nei rapporti interpersonali e l'appello alla responsabilità individuale;

- una particolare sensibilità per il significato sociale e - sia pure in misura minore - anche spirituale e religioso della sessualità;

- una maggiore serenità ed equilibrio educativo nel modo di affrontare questo problema da parte degli educatori;

- la presenza di un più ampio numero di specialisti nei vari settori più direttamente attinenti all'educazione sessuale.

3. - Sul versante negativo, invece, è doveroso rilevare:

- la « crisi della famiglia », e in particolare la diffusa abdicazione al dovere dell'educazione o la delega di essa ad altri enti educativi; in ogni caso, i gravi condizionamenti e le crescenti difficoltà che la famiglia incontra nella sua azione educativa;

- l'offuscamento e anche il rifiuto di valori etico-religiosi, nella scia del processo di secolarizzazione della cultura e di laicizzazione delle strutture sociali;

- la violenza suggestiva e demolitrice, soprattutto nei confronti dei giovani, dei miti propri di una società consumistica ed edonistica;

- la pressione crescente, e difficilmente contrastabile, dei mezzi di comunicazione di massa, soprattutto della televisione e del cinema;

- l'irruzione, praticamente incontrollata, della stampa erotica e pornografica;

- l'esaltazione dell'assoluta libertà sessuale, presentata come conquista di liberazione, e persino di nuova e più alta civiltà;

- la riduzione del sesso a cosa ( oggetto ), usato come merce di consumo, con grave perdita del suo significato morale, personale e sociale;

- l'illusione di presunti esiti comunque positivi di una « scientifica » istruzione o informazione sessuale, staccata da una adeguata prospettiva dei valori etici e spirituali della persona.

Nella realtà della scuola

4. - Sul piano più strettamente scolastico, almeno tre considerazioni debbono essere tenute presenti.

La prima è data dal moltiplicarsi incontrollato, nella scuola, di iniziative particolari e locali di educazione sessuale, disorganiche, condotte all'insegna del semplicismo o addirittura dell'incompetenza scientifica e pedagogica, con scarsità di mezzi, senza legittimi riconoscimenti, talvolta in termini di irresponsabilità, e spesso senza adeguato rispetto della persona dell'alunno e della sua sensibilità, nonché dei diritti educativi della famiglia.

Questa confusa situazione esige, da una parte, un intervento ufficiale dell'autorità scolastica per una normativa competente e responsabile e, dall'altra, una consapevole azione educativa integratrice da parte della scuola.

La seconda considerazione riguarda l'esistenza di diverse ed eterogenee proposte di legge, presentate al Parlamento italiano da vari partiti politici, per l'introduzione di una « informazione o istruzione » o « educazione » sessuale, diversamente intese nella scuola.

La terza considerazione, infine, riguarda più direttamente i cristiani presenti e operanti all'interno della scuola.

Sono sempre più numerose le richieste di genitori, d'insegnanti e di studenti, in particolar modo di quelli eletti nei vari organi collegiali, di avere indicazioni di criteri e orientamenti operatvi comuni, con i quali dare una risposta seria e responsabile ai complessi interrogativi posti da questo problema.

I quesiti posti dall'educazione sessuale

5. - I quesiti, infatti, che l'introduzione dell'educazione sessuale pone agli operatori della scuola sono numerosi:

- l'educazione sessuale è un compito e un dovere solo della famiglia ( e - per i credenti - anche della Chiesa ), o lo è pure della scuola?

- è possibile, in quest'ultima, distinguere tra « informazione » sessuale, definita « scientifica » e « neutra », ed educazione sessuale, implicante il necessario riferimento a una concezione dell'uomo e della vita?

- come stabilire i contenuti, i modi, le forme e i limiti dell'intervento scolastico in questo settore?

- dovrà trattarsi di un'educazione sessuale semplicemente « curricolare » ( affidata cioè all'insieme delle varie discipline scolastiche ), oppure potrà avvalersi anche di interventi specifici e programmati « extracurricolari »?

- chi sono gli operatori specificamente preparati per le iniziative a extracurricolari »?

- esistono garanzie da offrire e da richiedere per assicurarne la serietà scientifica e la correttezza pedagogica e morale?

Nella prospettiva dell'educazione permanente

6. - A simili quesiti, strettamente connessi tra loro, occorre dare una risposta.

Non si può ignorare infatti che una corretta impostazione ed una giusta soluzione del problema sessuale influiscono profondamente su tutto il processo educativo della persona e spesso lo condizionano.

Non solo: l'educazione sessuale non si esaurisce in un singolo intervento, fatto una volta per sempre, ma deve accompagnare in modo permanente i processi evolutivi e formativi della persona, lungo l'intero arco della vita, secondo modalità adeguate alle esigenze delle singole età e alle situazioni socio-ambientali.

Come qualsiasi altro aspetto dell'educazione, essa va quindi considerata nella prospettiva dell'educazione permanente.

Scopo, destinatari e ispirazione del documento

7. - Scopo di questo documento è pertanto quello di suggerire degli orientamenti sui criteri, i modi, i mezzi, e anche i limiti in cui una corretta educazione sessuale può essere proposta all'interno della scuola, in modo scientificamente e pedagogicamente valido, rispettoso dei ritmi e delle caratteristiche di crescita dell'alunno, e delle responsabilità educative delle famiglie.

8. - Il documento è rivolto a tutti gli operatori scolastici ( insegnanti, genitori, studenti ); in particolare a quelli eletti nei consigli di classe, di circolo didattico e d'istituto, spesso chiamati a pronunciarsi e a decidere su iniziative in questo campo.

La prospettiva è intenzionalmente limitata alla scuola; non già perché questa possa rivendicare il monopolio dell'educazione sessuale, ma perché, rapportato ad altri ambienti ( famiglia, movimenti giovanili, Chiesa) il discorso coinvolgerebbe necessariamente altri fattori e riferimenti.

9. - È doveroso affermare, infine, che la concezione dell'uomo che sottende tutto il documento e ispira gli orientamenti proposti, è quella propria di un' « antropologia cristiana », e cioè di una visione dell'uomo e del suo destino fondata sui dati della ragione e delle scienze e illurninata dalla rivelazione cristiana.

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