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Beati gli invitati alla Cena del Signore

La Messa è una grande esperienza di fraternità: piccoli e grandi, poveri e ricchi, siamo tutti figli dello stesso Padre.

Una sola è la fede, una sola è la speranza, unico è l'amore che ci unisce, quello del Signore Gesù.

Nel suo nome diciamo: Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Il sacerdote continua: Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.

Dobbiamo fare la pace.

Non possiamo ricevere Gesù senza avere la pace con Dio e con i nostri fratelli.

Per questo il sacerdote dice a tutti: Scambiatevi un segno di pace.

È la pace di Gesù che arriva a noi.

Lui ha promesso: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace".

Ciascuno si impegna davanti al Signore a portare la pace in casa, a scuola, nel lavoro, dappertutto.

La Cena del Signore è pronta: tutti sono invitati al banchetto della festa.

Chi è ben disposto nel cuore, si accosta alla mensa.

Per ricevere degnamente la Comunione, dobbiamo: essere in grazia di Dio, riconoscere con il nostro "amen" il corpo e il sangue di Gesù, osservare il digiuno di un'ora.

Facciamo la Comunione al corpo e al sangue di Cristo: Gesù è in noi e noi in lui.

Il Padre ancora una volta ci unisce a Sé in una alleanza nuova e per sempre.

Insieme a Gesù vogliamo amare i nostri fratelli ed essere uniti nella carità.

A ricevere il corpo del Signore si va in processione come pellegrini in cammino verso la casa del Padre; là è preparato il banchetto della festa eterna.

Il nostro pane e le nostre forze non bastano per una strada così lunga C'è tanto bisogno di perdono, di amore, di giustizia e di pace nel mondo.

Gesù è il vero cibo, la sua forza diventa la nostra forza, il suo Spirito si trasmette a noi per guidare la nostra vita.

Una presenza che continua La celebrazione dell'Eucaristia è grande festa per tutta la comunità cristiana.

E coloro che non hanno potuto partecipare alla Messa perché malati o anziani?

La comunità non li dimentica: li ricorda nella preghiera comune; per essi conserva nel tabernacolo il pane consacrato; invia i suoi ministri a visitarli, confortarli e portare loro l'Eucaristia perché sia sostegno e speranza nella sofferenza.

A volte nella casa del malato il sacerdote celebra la Messa.

I parenti e gli amici si uniscono con lui per offrire il sacrificio di Gesù.

Quando la malattia è grave l'Eucaristia viene data come viatico ( cioè come cibo per il cammino verso il Signore ).

La presenza permanente di Gesù nel segno del pane consacrato, nelle nostre chiese, è per tutti invito a sostare in ascolto e in preghiera.

Lo ringraziamo, lo adoriamo, gli parliamo di noi e dei nostri cari, gli offriamo la nostra giornata, lo preghiamo per la Chiesa e per il mondo intero.

Nel sacramento dell'Eucaristia Gesù è realmente presente sotto le specie del pane e del vino.

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