Vi ho chiamato amici

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Il nostro cuore è inquieto

"Tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te": chi può dire di non sentire questa misteriosa inquietudine?

È la confessione di sant'Agostino che, dopo un'adolescenza e una giovinezza tormentata dalla passione per la verità, trova veramente Dio.

Molti uomini spinti dal desiderio della verità, hanno incontrato Dio; altri, apparentemente, soffocano la sete di Dio nel loro cuore.

Il denaro e il potere, soprattutto, diventano idoli che hanno un fascino potente sull'uomo e possono spegnere in lui il senso di Dio.

È il rischio di farsi un Dio a propria immagine e somiglianza, invece di vivere nella continua ricerca di lui.

È il desiderio del piacere immediato che impedisce di rientrare in se stessi, per ascoltare la voce di Dio.

Spesso la scienza, il progresso e l'organizzazione sociale creano l'illusione che l'uomo possa fare da sé, senza Dio.

Secondo alcuni, poi, traguardi importanti come la giustizia, le conquiste sociali e la pace si possono raggiungere senza Dio, semplicemente attraverso l'azione e la lotta politica.

In realtà, nella vita di ogni uomo, Dio parla.

La sua voce risuona nella coscienza: per udirla è necessario mettersi in ascolto.

Perché una persona non riesce a chiamare per nome Dio e non crede in lui?

Nessuno può giudicare; non possiamo sapere quale nostalgia è nascosta nel suo cuore.

Chi non crede non va guardato con diffidenza.

Se tanta gente dichiara di non credere, ciò dipende anche dal comportamento incoerente dei cristiani.

"L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni" ( Paolo VI ).

Credenti e non credenti possono lavorare insieme, insieme affrontano la fatica di servire ogni giorno progetti di vita nella ricerca della verità e dell'amore per l'uomo.

La fede in Dio dà senso pieno alla vita ed è fondamento della giustizia e della pace.

La dignità dell'uomo

La Chiesa crede che il riconoscimento di Dio non si oppone in alcun modo alla dignità dell'uomo, dato che questa dignità trova proprio in Dio il suo fondamento e la sua perfezione: l'uomo riceve da Dio creatore le doti d'intelligenza e di libertà ed è costituito libero nella società, ma soprattutto egli è chiamato a comunicare con Dio stesso in qualità di figlio e a partecipare alla sua stessa felicità.

Il rimedio all'ateismo lo si deve attendere sia dalla esposizione conveniente della dottrina della Chiesa, sia da tutta la vita di essa e dei suoi membri.

La Chiesa infatti ha il compito di rendere presenti e quasi visibili Dio Padre e il Figlio suo incarnato, rinnovando se stessa e purificandosi senza posa sotto la guida dello Spirito Santo. ( Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes21 )

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