L'Evangelizzazione del mondo contemporaneo

Parte I - Situazione dell'Italia rispetto alla evangelizzazione

1. - Evangelizzare significa annunziare il messaggio della salvezza all'uomo non in maniera qualsiasi, ma in modo che lo ascolti, lo comprenda e lo accolga.

Perciò, affinché l'evangelizzazione sia efficace, è necessario conoscere l'uomo a cui essa è rivolta, la situazione storica in cui vive, i condizionamenti culturali e socio logici a cui è sottoposto, in modo da adattare il messaggio alle sue capacità di ascolto e di comprensione.

2. - Chi è l'uomo « italiano » a cui la Chiesa italiana rivolge il messaggio di salvezza?

In quale situazione storica egli vive e a quali condizionamenti culturali e sociologici egli è soggetto?

L'Italia, sotto il profilo culturale, sociologico ed economico si iscrive in un'area più ampia: quella dell'Europa occidentale e della civiltà occidentale.

Ora questa civiltà è caratterizzata da alcuni grandi fenomeni che condizionano la vita, il pensiero, i sentimenti e le aspirazioni degli uomini che a quella civiltà appartengono.

3. - Tali fenomeni sotto l'aspetto socio-economico sono

l'accelerata industrializzazione,

l'urbanizzazione,

la diffusione del benessere,

il crescente influsso dei mass-media,

il consumismo fino allo spreco,

la diffusione d'una mentalità e d'un costume sempre più « permissivi », specialmente nel campo della sessualità.

4. - Sotto l'aspetto culturale:

il pluralismo delle concezioni della vita e del mondo,

la tolleranza reciproca,

lo storicismo con il conseguente relativismo della verità,

la sfiducia nella capacità dell'uomo di raggiungere la verità assoluta e quindi la disistima della metafisica,

la fiducia nella scienza e nel progresso scientifico-tecnico, ritenuto capace di risolvere tutti i problemi dell'uomo,

il rifiuto delle forme autoritarie del potere e la preferenza per le forme democratiche ed egualitarie,

la percezione del valore assoluto della libertà,

la coscienza di vivere in un mondo radicalmente ingiusto e il conseguente desiderio di un mondo più giusto e più umano.

5. - Sotto il profilo religioso:

la diffusione dell'ateismo teorico e pratico,

l'espandersi dell'indifferenza religiosa,

la crescente secolarizzazione della vita, del costume e delle situazioni,

la sfiducia, specialmente da parte dei giovani, nelle Chiese « istituzionali »

e la simpatia con cui si guarda ai movimenti religiosi « liberi » ed alle religioni orientali.

6. - Sia pure in misura differente degli altri Paesi occidentali, questi fenomeni si verificano anche in Italia e condizionano l'atteggiamento degli italiani nei confronti dell'evangelizzazione.

7. - Infatti: sotto il profilo socio-economico, l'Italia diviene

un Paese sempre più industrializzato ( dal 1952 al 1970 hanno abbandonato l'agricoltura per passare all'industria ed ai servizi 4.223.000 persone ed oggi l'industria occupa il 40% degli occupati );

le città crescono enormemente ogni anno ( nel 1972 sono passate dalle campagne alle città e dai piccoli ai grandi centri oltre 1.400.000 persone ) mentre le campagne si spopolano:

l'emigrazione italiana all'interno e all'estero è un fenomeno di proporzioni gigantesche ( dal 1946 al 1971 hanno emigrato all'estero 6.880.000 italiani, in massima parte dal Sud e dalle Isole );

il benessere è diffuso, sia pure in maniera assai ineguale ( ad un reddito pro-capite di 1.266.200 lire nel Centro-Nord corrispondeva, nel 1971, un reddito di 683.700 nel Sud ).

Se la stampa quotidiana è poco letta, sono invece molto diffuse le riviste illustrate ed anche assai diffusi gli apparecchi radio e televisivi ( nel 1971 gli abbonati alla RAI-TV erano 11.850.487 );

i consumi sono molto alti ( nel 1971 su un reddito nazionale di 62.913 miliardi di lire le spese per consumi privati furono di 40.240 miliardi );

sono molto diffusi i mali sociali propri delle società industrializzate, come la pornografia, specialmente nella stampa e nel cinema, la prostituzione, il traffico della droga, gli aborti clandestini, il costante aumento della criminalità ( in un anno c'è stato un aumento di 181.000 reati ),

la crisi dell'istituto familiare (dopo la prima ondata del 1971 sono diminuite le richieste di divorzio, ma sono aumentate le separazioni legali, che sono l'anticamera del divorzio, e nelle città sono molto cresciuti i matrimoni civili ).

8. - Sotto il profilo culturale, anche in Italia si diffonde un pluralismo ideologico che dà diritto di cittadinanza a tutte le ideologie ed alla libera manifestazione del pensiero;

nella cultura sono molto diffusi lo storicismo ed il relativismo, cosicché si guarda con sospetto la ricerca della verità assoluta e si accusa di integrismo chi afferma di possedere verità assolute;

c'è nelle grandi masse popolari una fiducia cieca nella scienza ed un grande ottimismo circa la sua capacità di risolvere tutti i problemi, mentre gli scienziati si mostrano più cauti e più coscienti dei limiti e dei pericoli della scienza e della tecnica;

è molto forte il senso della libertà e dell'eguaglianza; specialmente tra i giovani è viva la coscienza che il mondo di oggi è radicalmente ingiusto e deve essere cambiato.

9. - Sotto il profilo religioso, in Italia

l'ateismo teorico, con l'aperta negazione di Dio, è poco diffuso ( forse il 5% degli italiani adulti e l'8% dei giovani sono atei ), ma è più diffuso nella forma del materialismo pratico;

invece, è molto diffusa l'indifferenza religiosa ( secondo recenti statistiche il 55-60% degli italiani sarebbero religiosamente indifferenti, cioè non praticherebbero affatto o solo sporadicamente, mentre i partecipanti alla Messa ogni domenica sarebbero tra il 25-30% e quelli saltuari sarebbero il 10-15%: la situazione sarebbe migliore nelle campagne, dove andrebbero alla Messa ogni domenica il 59% dei coltivatori diretti );

la mentalità, la vita, il costume e le istituzioni ( scuole, ospedali, ecc. ) vanno sempre più secolarizzandosi e laicizzandosi, mentre la religione perde spazio e terreno e diviene sempre più un fatto personale e privato.

C'è verso la Chiesa un atteggiamento molto complesso che va dall'ammirazione per la grandezza e la forza della Chiesa e dalla stima profonda per alcuni sacerdoti ed alcune istituzioni religiose

all'accusa alla Chiesa di essere ricca, di fare politica e di ricavare vantaggi dalla situazione politica ed alle accuse al clero di essere troppo attaccato al denaro ed alle comodità della vita, troppo autoritario;

non manca chi accusa la Chiesa di godere di una situazione di privilegio,

chi l'accusa di essere arroccata su posizioni tradizionali e, quindi, nonostante certe aperture conciliari che sono servite solo a dar fumo negli occhi, di essere nemica del progresso civile e culturalmente arretrata, quindi incapace di adattarsi alle esigenze del mondo moderno specialmente nel campo della sessualità ( limitazione delle nascite, divorzio, aborto );

specialmente tra i giovani incontrano favore i movimenti religiosi « liberi », che sono però d'importazione americana, e suscitano entusiasmo certi aspetti delle religioni orientali ( induismo, buddismo, zen, yoga ).

10. - Quest'insieme di fatti determinano l'atteggiamento del popolo italiano nei riguardi dell'evangelizzazione: di fronte a questa esso non è una carta bianca, non è « neutro », ma per alcuni aspetti è chiuso all'evangelizzazione e per altri è aperto ( i termini di « chiusura » e di « apertura » devono intendersi non in senso assoluto, ma relativo ).

11. - L'uomo italiano è chiuso all'evangelizzazione per la mentalità laicista, che gli fa considerare la religione come inutile, frutto di superstizione, ed anche dannosa per lo sviluppo, l'equilibrio e la felicità dell'uomo.

Questa mentalità è rafforzata,

da una parte, dalla diffusione dell'umanesimo laicista ( cfr. Il laicismo. Lettera pastorale dell'Episcopato italiano al clero, 25 marzo 1960 ), secondo il quale la religione lede la dignità dell'uomo con i suoi dogmi ed asservisce l'intelligenza umana e con la sua morale oscurantista ed arretrata ostacola il pieno esercizio della libertà ed impedisce lo sviluppo dell'uomo;

dall'altra, è rafforzata dal crescente processo di secolarizzazione, perché questa, anche quando non sfocia nel secolarismo, crea attorno all'uomo una atmosfera di assenza di Dio e di naturalismo agnostico, che non solo non aiuta l'ascolto del messaggio evangelico, ma positivamente lo impedisce.

Infatti, la secolarizzazione è tendenzialmente antropocentrica, mondana e profana:

cioè tende a mettere l'uomo al primo posto e ad affermare la piena autonomia da Dio e da ogni verità e norma morale trascendenti ed a considerare Dio e la religione come nonvalori e come « irrilevanti » per la vita dell'uomo sulla terra;

tende a concentrare l'uomo su questo mondo e sui valori mondani, ritenuti come gli unici valori dell'esistenza,

tende ad escludere Dio da tutti i settori della vita e a tener ben distinti e separati l'ambito profano e l'ambito religioso, escludendo ogni influsso di questo su quello.

Perciò, quanto più si laicizza e si secolarizza, l'uomo italiano diviene chiuso ed estraneo al problema religioso ed al messaggio evangelico.

12. - Anche per la sua mentalità materialistica ed edonistica l'uomo italiano è chiuso all'evangelizzazione: infatti, chi fa del denaro e del piacere i suoi ideali, chi fissa la sua attenzione su questa terra in maniera così piena da rifiutare ogni prospettiva di un'« altra» vita non può né comprendere né accogliere e neppure ascoltare un messaggio che è centrato sull'amore di Dio e del prossimo, sul distacco dal denaro, sui valori della povertà e della verginità, sulla rinunzia e sulla comunione con Dio nella vita eterna.

Questa mentalità materialistica ed edonistica è rafforzata, sul piano pratico, dalle spinte al consumismo ed all'erotismo che vengono dai mass-media, e sul piano teorico, è rafforzata dalla diffusione capillare del marxismo e del freudismo, che godono in Italia di grande prestigio non solo tra gli intellettuali, ma anche nelle masse popolari.

13. - Altro motivo di chiusura dell'uomo italiano all'evangelizzazione è la sua mentalità positivista e scientista: questa infatti, da una parte, lo rende poco interessato all'argomentazione razionale, anzi scettico nei riguardi di tutto ciò che non si vede e non si tocca e non si può dimostrare con argomenti scientifici; dall'altra lo rende inetto e incapace di percepire la dimensione del « mistero ».

Ora, il messaggio evangelico, da una parte ha una dimensione « razionale », senza la quale esso viene a poggiare sul terreno del « sentimento » che "è estremamente labile o sul fideismo, dall'altra ha una dimensione « misterica », inaccessibile alla verifica scientifica, che si deve accettare con spirito di fede.

Inoltre, lo spirito scientista gli fa riporre tutta la sua fiducia nella scienza, dalla quale egli attende la sua salvezza, e lo spirito positivista gli fa desiderare la salvezza, non dal peccato che per lui non ha senso, ma dai mali di questo mondo.

Ora egli ha la sensazione che il messaggio evangelico non serva gran che a liberare l'uomo dalla fame, dalle malattie, dalle ingiustizie, ma che sia piuttosto un impedimento alla liberazione dell'uomo dai suoi mali, come quando condanna il divorzio, la limitazione delle nascite, l'eutanasia, ed una remora allo sviluppo dell'uomo, come quando « pretende » imporre limiti morali alla ricerca ed alla sperimentazione scientifica.

14. - Infine l'uomo italiano appare chiuso all'evangelizzazione per le condizioni in cui egli vive concretamente: infatti,

egli vive nel chiasso, nel rumore, assillato dal dover far tutto in fretta: non ha perciò la possibilità di raccogliersi in silenzio per riflettere ed ascoltare Dio che parla « dentro »;

vive assillato dai problemi economici, dalla paura di perdere il posto di lavoro, dall'insicurezza per il futuro cosicché non ha voglia e tempo per pensare ai problemi spirituali;

fa un lavoro monotono o massacrante che lo stanca e lo abbrutisce e talvolta per recarsi al lavoro deve fare un lungo viaggio, che aggiunge fatica a fatica, cosicché quando torna a casa stanco cerca solo una facile evasione nel giuoco o nei mass-media.

15. - Ma se per certi aspetti l'uomo italiano è chiuso al messaggio evangelico, per altri è o può essere aperto e disposto all'ascolto.

Infatti, la crisi dei grandi « miti » del nostro tempo - il benessere, il progresso, la scienza, la libertà - nei quali l'uomo poneva la sua fiducia, può aiutarlo a porsi il problema religioso.

Così, egli si accorge che il benessere non ha portato all'uomo la felicità e che, anzi, col crescere del benessere materiale è cresciuto il malessere spirituale dell'uomo: malessere fatto di angoscia, di solitudine, di ansia, di sentimenti di inutilità e di insoddisfazione tanto che i Paesi in cui maggiore è il benessere sono i Paesi in cui maggiore è il numero dei suicidi e maggiore è l'uso della drogà.

Si accorge che al progresso scientifico e tecnico non ha corrisposto un progresso culturale e morale:

col progresso gli uomini non sono diventati più buoni, più umani e più fraterni, ma al contrario

è cresciuto l'egoismo individuale e di gruppo,

sono aumentate l'indifferenza e la chiusura alle sofferenze ed ai bisogni degli altri;

col progresso sono nate forme di crudeltà orrende.

Si accorge che la scienza non ha mantenuto le sue promesse, perché, se ha risolto certi problemi, ne ha creato altri più gravi e terribili: infatti, proprio in virtù della scienza, è nato lo spettro della distruzione totale dell'uomo e della vita per mezzo delle armi atomiche.

Si accorge, infine, che la libertà assoluta, svincolata cioè da ogni rapporto a Dio ed alla legge morale, diventa sfrenato libertinaggio e degenera nel trionfo dell'egoismo più spietato e chiuso agli altri.

Di fronte al crollo di questi « miti » che davano senso alla sua vita ed al suo lavoro, l'uomo di oggi può sentirsi disposto a porsi il problema del senso della vita e quindi il problema religioso.

L'inquietudine che questa crisi dei suoi valori suscita in lui può fargli chiedere se, per caso, i veri valori della vita, capaci di un senso, non siano i valori religiosi, evangelici.

16. - L'uomo di oggi ha fortissima

l'aspirazione alla giustizia,

alla fraternità ed alla concordia tra gli uomini,

alla solidarietà ed alla pace tra i popoli;

sente il bisogno di creare un mondo più umano e più giusto, in cui l'uomo non sia sacrificato alla produzione ed al profitto, in cui il lavoro sia umanizzato,

in cui scompaiano le tremende disparità ed ingiustizie attuali,

le oppressioni politiche ed economiche, le torture, il razzismo,

le discriminazioni a motivo della religione, della cultura e del paese di appartenenza, in cui nazioni e popoli minori non siano sacrificati alla volontà di dominio e di potenza dei « grandi »:

infatti, la grande parola d'ordine del mondo di oggi è la « liberazione ».

Eppure, insieme con questa aspirazione alla liberazione, l'uomo di oggi sperimenta l'incapacità pratica in cui si trova di costruire un mondo più giusto e più pacifico.

Poiché mai ci sono state tante guerre e guerriglie, come in questi anni;

il razzismo prospera vigoroso anche in paesi e zone in cui era sconosciuto;

le torture sono all'ordine del giorno;

i « piccoli » vengono sacrificati agli interessi dei « grandi »;

il divario tra i « popoli della fame » e i « popoli dell'opulenza », invece di diminuire cresce, perché i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Di fronte all'incapacità di realizzare le sue aspirazioni, l'uomo di oggi

può chiedersi se questa sua incapacità non dipenda dall'aver imboccato una strada sbagliata e se la via indicata dal messaggio evangelico e dalla Chiesa per risolvere i problemi del mondo attuale non sia la via giusta;

può chiedersi se la salvezza dell'uomo e del mondo - non solo eterna ma anche temporale - non debba essere cercata nella persona e nel messaggio di Gesù: se, cioè, il vero e totale Liberatore dell'uomo non sia Gesù Cristo.

17. - Nelle crisi di tutte le « speranze » umane, nella crisi delle ideologie e dei sistemi politici, sociali ed economici, che si sono dimostrati incapaci di mantenere le loro promesse - crisi del liberalismo capitalista, crisi dei sistemi marxisti, riformisti o rivoluzionari -

c'è nel mondo di oggi, specialmente presso i giovani, l'attesa di una speranza che non deluda, l'attesa di soluzioni nuove che veramente risolvano gli angosciosi problemi di oggi e diano coraggio a coloro che vogliono impegnarsi a costruire un mondo nuovo:

questa attesa genera negli uomini di oggi, in particolare nei giovani, una certa disponibilità ad accogliere il Vangelo che è un messaggio di speranza, a vedere in Cristo morto e risorto colui che può fondare, proprio perché ha vinto il male e la morte, la speranza degli uomini su basi veramente solide.

18. - Per quanto laico e secolarizzato sia, l'uomo di oggi ha delle aspirazioni ed esigenze che almeno in una certa misura sono « religiose ».

Ciò è dimostrato dal pullulare di forme di religiosità degradata, come l'astrologia, la divinazione, lo spiritismo.

Tra gli stessi cattolici, la caduta del ritualismo e del devozionismo spinge alla ricerca di una esperienza religiosa più autentica ed essenziale.

19. - Un elemento che rimane di fondamentale importanza per cogliere l'apertura dell'italiano al messaggio di salvezza è la tradizione cristiana, che ha permeata profondamente la mentalità, la cultura e la storia d'Italia.

Questa realtà non va né dimenticata, né sottovalutata, perché testimonia la presenza di solide tradizioni religiose, di cui sarebbe errato non prendere atto.

D'altro lato questa tradizione plurisecolare di segni e consuetudini religiose comporta tuttora la presenza di forme sociologiche e culturali, che influiscono, specialmente nel mondo rurale, in modo considerevole sia sul costume che sulla mentalità della gente.

Il nostro è un Paese di battezzati, immerso per secoli - ed anche oggi - nella realtà della grazia.

Si potrà lamentare che molte volte ci si accosta ai sacramenti più per un fatto di tradizione che per una scelta e una convinzione di fede, ma il fatto resta e deve essere considerato come un motivo di speranza ed un appello ad una evangelizzazione piena e continua del messaggio cristiano.

20. - Altro elemento che indica una apertura all'evangelizzazione in mezzo al popolo italiano è il pullulare di gruppi spontanei, di comunità di base, di gruppi di contestazione.

Possiamo certamente essere rammaricati perché forze cosi vive promuovono molte volte più la disgregazione che la comunione ecdesiale, l'assolutizzazione di alcune verità cristiane, anziché l'accoglienza umile e generosa dell'intero messaggio cristiano.

Però come non scorgere in questi fenomeni così tipici dell'ora presente un anelito di autenticità ed un richiamo a tutta la Chiesa ad una fedeltà sempre più radicale al Vangelo?

21. - Se questa è la situazione italiana oggi, che cosa deve fare la Chiesa?

Il suo compito essenziale è l'evangelizzazione, cioè l'annunzio del messaggio evangelico.

Ma, prima di evangelizzare, è necessario disporre gli animi all'ascolto della Parola di salvezza, far desiderare la salvezza che Cristo ha portato al mondo.

Perciò, se è urgente per la Chiesa evangelizzare - « Vae mihi si non evangelizavero » - non è meno importante ed urgente per essa fare opera di pre-evangelizzazione, sull'esempio di Paolo nel suo discorso agli Ateniesi.

22. - Questa opera di pre-evangelizzazione deve consistere nel rompere e scardinare le « chiusure » che l'uomo di oggi oppone all'evangelizzazione anzitutto,

facendo opera di bonifica intellettuale, col combattere le filosofie materialiste ed atee e col mostrare la falsità dei pregiudizi antireligiosi, presentando una concezione della vita spiritualista, aperta a Dio ed ai valori trascendenti: questo dovrebbe essere il compito della cultura cattolica e questa dovrebbe essere la funzione dell'Università cattolica e delle scuole cattoliche secondarie;

poi facendo opera di bonifica morale, col combattere l'edonismo, la pornografia, il culto del denaro che è all'origine della grave corruzione morale che oggi esiste a livello professionale, amministrativo e politico, il permissivismo morale che ritiene tutto lecito;

facendo, infine, opera di bonifica sociale, col combattete le condizioni disumanizzanti in cui l'uomo di oggi vive, per quanto riguarda il lavoro, l'abitazione, la scuola, l'assistenza sanitaria, i minori senza famiglia, gli anziani e gli handicappati.

23. - L'impegno di pre-evangelizzazione deve consistere anche nel favorire e sviluppare le « aperture » che l'uomo di oggi ha o può avere al messaggio evangelico,

col fargli prendere coscienza che la sua « inquietudine » di fronte al crollo dei suoi miti è di natura metafisica e religiosa, secondo l'esperienza di un grande « deluso » della terra e del mondo, sant'Agostino: « Fecisti nos, Domine, ad Te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te »;

col fargli comprendere che la sua aspirazione ad un mondo più giusto e fraterno resterà sempre inappagata finché non si convince che il male sta nel cuore dell'uomo e che solo Cristo è capace di guarire l'uomo e di liberarlo dal peccato e dalle sue conseguenze, che sono appunto i mali di questo mondo;

col fargli prendere coscienza che nella crisi di tutte le speranze umane solo Cristo può dare all'uomo la speranza che non delude: « spes quae non confundit »; che la sua ricerca di « qualche cosa » al di là di quello che si vede e si tocca, di una « esperienza religiosa » può essere appagata solo dalla conoscenza e dall'amore di Dio e di Cristo.

24. - Ma per poter pre-evangelizzare, la Chiesa deve farsi ascoltare, deve essere « credibile ».

Purtroppo, ci sono oggi molti pregiudizi contro la Chiesa, che ne infirmano gravemente la credibilità e che fanno sì che essa non sia ascoltata e, anzi, talvolta, sia respinta a priori.

Alcuni di questi pregjudizi sono dovuti alle lotte che nel passato ci sono state tra la Chiesa e la società civile: diffusi dalla cultura « ufficiale » italiana, essi sono profondamente radicati specialmente negli ambienti intellettuali, cosicché sradicarli è molto difficile.

Altri pregiudizi sono nati in questi anni, a causa dell'intervento della Chiesa nel campo politico, dovuto a necessità storiche contingenti: cosicché, per molti italiani, oggi la Chiesa fa politica o è una Chiesa « di parte », perché appoggia un partito contro altri.

25. - Perciò, per poter fare opera di pre-evangelizzazione, la Chiesa italiana deve sforzarsi di eliminare dalla sua vita tutto ciò che favorisce il persistere di questi pregiudizi e di mostrarsi, perciò, sempre più « credibile » ed autentica.

In particolare,

deve sempre più chiaramente prendere le sue distanze dalla politica concreta e militante, pur dovendo intervenire in campo politico quando sono in giuoco le esigenze del Regno di Dio ed i diritti della persona umana, per denunziare le ingiustizie e proporre le vie da percorrere per costruire un mondo più umano e più fraterno; soprattutto,

deve mostrarsi distaccata dal denaro e dagli interessi economici o di prestigio, evitando tutto ciò che può far pensare alla ricerca del lucro anche nell'amministrazione dei sacramenti;

deve purificare la sua religiosità da forme « superstiziose » o folcloristiche che impressionano negativamente.

26. - Positivamente, la Chiesa italiana deve mostrare in se stessa che il Vangelo è veramente capace di creare un mondo nuovo di fraternità, di libertà, di amore: deve, cioè, divenire l'« icona del mondo futuro ».

Perciò, essa deve eliminare dal suo seno ogni forma di ingiustizia, ogni mancanza di rispetto della dignità delle persone, ogni divisione « classista » nel clero e nei fedeli, ogni fermento « razzista », mostrandosi sempre più quello che la Chiesa è nella sua essenza profonda: una « comunione » o, come diceva il martire sant'Ignazio, una « agàpe », non chiusa in se stessa in spirito di difesa, ma aperta a tutti, credenti e non credenti, rispettosa della libertà di tutti, capace di apprezzare tutto ciò che di buono, di bello e di grande, tutto ciò che di autenticamente umano c'è nel mondo di oggi, nel quale, nonostante la presenza di tanto male, Dio è all'opera e silenziosamente costruisce il suo Regno.

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