Catechismo della Chiesa Cattolica

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VII. Gli atti del penitente

1451 La contrizione

Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto.

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Essa è « il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire ».36

1452 Quando proviene dall'amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta « perfetta » ( contrizione di carità ).

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Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale.37

1453 La contrizione detta « imperfetta » ( o « attrizione » ) è, anch'essa, un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo.

Nasce dalla considerazione della bruttura del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene la cui minaccia incombe sul peccatore (contrizione da timore).

Quando la coscienza viene così scossa, può aver inizio un'evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l'azione della grazia, dall'assoluzione sacramentale.

Da sola, tuttavia, la contrizione imperfetta non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo nel sacramento della Penitenza.38

1454 È bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un esame di coscienza fatto alla luce della Parola di Dio.

I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nel Decalogo e nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli: il Discorso della montagna, gli insegnamenti apostolici. ( Rm 12-15; 1 Cor 12-13; Gal 5; Ef 4-6 )

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36 Concilio di Trento
37 Concilio di Trento
38 Concilio di Trento