Catechismo maggiore Compendio della dottrina cristiana prescritto da Sua Santità Papa Pio X alle diocesi della provincia di Roma Roma, Tipografia Vaticana, 1905 Al signor Cardinale Pietro Respighi, nostro Vicario Generale Signor Cardinale, La necessità di provvedere per quanto è possibile alla religiosa istituzione della tenera gioventù Ci ha consigliato la stampa di un Catechismo, che esponga in modo chiaro i rudimenti della santa fede, e quelle divine verità, alle quali deve informarsi la vita d'ogni cristiano. Pertanto fatti esaminare i molti libri di testo già in uso nelle Diocesi d'Italia, Ci parve opportuno di adottare con lievi ritocchi il testo da vari anni approvato dai Vescovi del Piemonte, della Liguria, della Lombardia, della Emilia e della Toscana. L'uso di questo testo sarà obbligatorio per l'insegnamento pubblico e privato nella Diocesi di Roma e in tutte le altre della Provincia Romana; e confidiamo che anche le altre Diocesi vorranno adottarlo per arrivare cosi a quel testo unico, almeno per tutta l'Italia, che è nell'universale desiderio. Con questa dolce speranza impartiamo di tutto cuore a Lei, Signor Cardinale, l'Apostolica Benedizione. Dal Vaticano, li 14 Giugno 1905. Pius PP. X Lezione preliminare Della dottrina cristiana e delle sue parti principali 1. Siete voi cristiano? Si, io sono cristiano per grazia di Dio. 2. Perché dite voi: per grazia di Dio? Io dico per grazia di Dio, perché l'essere cristiano è un dono tutto gratuito di Dio, che noi non abbiamo potuto meritare. 3. Chi è vero cristiano? Vero cristiano è colui che è battezzato, che crede e professa la dottrina cristiana e obbedisce ai legittimi Pastori della Chiesa. 4. Che cosa è la dottrina cristiana? La dottrina cristiana è la dottrina che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato per mostrarci la strada della salute. 5. È necessario imparare la dottrina insegnata da Gesù Cristo? È certamente necessario imparare la dottrina insegnata da Gesù Cristo e mancano gravemente quelli che trascurano di farlo. 6. I genitori e i padroni sono obbligati a mandare al catechismo i loro figliuoli e dipendenti? I genitori e i padroni sono obbligati a procurare che i loro figliuoli e dipendenti imparino la dottrina cristiana, e si rendono colpevoli dinanzi a Dio se trascurano quest'obbligo. 7. Da chi dobbiamo noi ricevere e imparare la dottrina cristiana? Noi dobbiamo ricevere e imparare la dottrina cristiana dalla santa Chiesa cattolica. 8. Come siamo certi che la dottrina cristiana che noi riceviamo dalla santa Chiesa cattolica è proprio vera? Siamo certi che la dottrina cristiana che noi riceviamo dalla Chiesa cattolica è vera, perché Gesù Cristo autore divino di questa dottrina, l'ha affidata per mezzo de' suoi Apostoli alla Chiesa da sè fondata e costituita maestra infallibile di tutti gli uomini; promettendole la sua divina assistenza fino alla fine dei secoli. 9. Vi sono altre prove della verità della dottrina cristiana? La verità della dottrina cristiana è dimostrata pure dalla santità eminente di tanti che la professarono e la professano, dall'eroica fortezza dei martiri, dalla rapida e mirabile sua propagazione nel mondo, e dalla sua piena conservazione attraverso tanti secoli di lotte varie e continue. 10. Quante e quali sono le parti principali e più necessarie della dottrina cristiana? Le parti principali e più necessarie della dottrina cristiana sono quattro: il Credo, il Pater noster, i Comandamenti, e i Sacramenti. 11. Che cosa c'insegna il Credo? Il Credo c'insegna i principali articoli della nostra santa fede. 12. Che cosa c'insegna il Pater noster? Il Pater noster c'insegna tutto quello che dobbiamo sperare da Dio e tutto quello che dobbiamo a Lui domandare. 13. Dite cosa c'insegnano i Comandamenti? I Comandamenti c'insegnano tutto quello che dobbiamo fare per piacere a Dio: il che tutto si compendia nell'amar Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi, per amor di Dio. 14. Che cosa c'insegna la dottrina dei Sacramenti? La dottrina dei Sacramenti ci fa conoscere la natura e il buon uso di quei mezzi che Gesù Cristo ha istituito per rimetterci i peccati, comunicarci la sua grazia, e infondere e accrescere in noi le virtù della fede, della speranza e della carità. Parte prima - Il Credo o Simbolo apostolico Del « Credo » in generale 15. Qual'è la prima parte della dottrina cristiana? La prima parte della dottrina cristiana è il simbolo degli Apostoli, detto volgarmente il Credo. 16. Perché chiamate voi il Credo: Simbolo degli Apostoli? Il Credo si chiama simbolo degli Apostoli, perché è un compendio delle verità della fede insegnate dagli Apostoli. 17. Quanti articoli sono nel Credo? Nel Credo vi sono dodici articoli. 18. Recitateli 1 - Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. 2 - Ed in Gesù Cristo suo Figliuolo unico, Signor nostro. 3 - Il quale fu concepito di Spirito Santo: nacque di Maria Vergine. 4 - Patì sotto Ponzio Pilato: fu crocifisso, morto e seppellito. 5 - Discese all'inferno: il terzo di risuscitò da morte. 6 - Salì al cielo: siede alla destra di Dio Padre onnipotente. 7 - Di là ha da venire a giudicare i vivi ed i morti. 8 - Credo nello Spirito Santo. 9 - La santa Chiesa cattolica; la comunione dei santi. 10 - La remissione dei peccati. 11 - La risurrezione della carne. 12 - La vita eterna. Amen. 19. Che cosa vuoi dire la parola Credo, che dite in principio del Simbolo? La parola Credo vuol dire: io tengo per verissimo tutto quello che in questi dodici articoli si contiene: e credo più fermamente queste cose, che se le vedessi cogli occhi miei, perché le ha rivelate Iddio, che non può ingannarsi, né ingannare, alla santa Chiesa cattolica e per mezzo di essa le rivela anche a noi. 20. Che cosa contengono gli articoli del Credo? Gli articoli del Credo contengono tutto quello che principalmente si ha da credere di Dio, di Gesù Cristo e della Chiesa sua sposa. 21. E cosa molto utile il recitare spesso il Credo? E cosa utilissima recitare spesso il Credo per imprimere sempre più nel cuore le verità della fede. Del primo articolo del Simbolo Di Dio Padre e della creazione 22. Che cosa c'insegna il primo articolo: Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Il primo articolo del Credo c'insegna che vi è un Dio solo, che è onnipotente, e ha creato il cielo, la terra e tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, cioè l'universo mondo. 23. Come sappiamo noi che vi è Dio? Noi sappiamo che vi è Dio, perché la nostra ragione ce lo dimostra, e la fede ce lo conferma. 24. Perché si dice che Dio è Padre? Si dice che Dio è Padre, 1° perché è Padre per natura della seconda Persona della Santissima Trinità, cioè del Figliuolo da lui generato: 2° perché Dio è Padre di tutti gli uomini, che egli ha creato, conserva e governa: 3° perché finalmente è Padre per grazia di tutti i buoni cristiani, i quali perciò si chiamano figliuoli di Dio adottivi. 25. Perché il Padre è la prima Persona della Santissima Trinità? Il Padre è la prima Persona della Santissima Trinità, perché non procede da altra persona, ma è il principio delle altre due persone, cioè del Figliuolo e dello Spirito Santo. 26. Che vuoi dire la parola onnipotente? La parola onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole. 27. Dio non può peccare né morire; come dunque si dice ch'egli può far tutto? Si dice che Dio può far tutto, quantunque non possa né peccare né morire, perché il poter peccare o morire non è effetto di potenza, ma di debolezza, che non può essere in Dio, il quale è perfettissimo. 28. Che cosa vuol dire: Creatore del cielo e della terra? Creare vuoi dire fare dal niente; perciò Dio si dice creatore del cielo e della terra perché ha fatto dal niente il cielo e la terra e tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, cioè l'universo mondo. 29. Il mondo è stato creato solamente dal Padre? Il mondo è stato creato ugualmente da tutte e tre le persone divine, perché tutto ciò che fa una persona riguardo alle creature, lo fanno con uno stesso atto anche le altre. 30. Perché dunque la creazione si attribuisce particolarmente al Padre? La creazione si attribuisce particolarmente al Padre, perché la creazione è effetto della divina onnipotenza, la quale si attribuisce specialmente al Padre, come si attribuisce la sapienza al Figliuolo, e la bontà allo Spirito Santo, benché tutte e tre le persone abbiano la stessa onnipotenza, sapienza e bontà. 31. Dio ha egli cura del mondo e delle cose tutte che ha create? Sì, Iddio ha cura del mondo e delle cose tutte che ha create, le conserva e le governa con la sua infinita bontà e sapienza, e nulla succede quaggiù, senza che Dio lo voglia o lo permetta. 32. Perché dite che nulla succede senza che Dio lo voglia o lo permetta? Si dice che nulla succede quaggiù senza che Dio lo voglia o lo permetta, perché vi sono delle cose che Dio vuole e comanda, altre poi che egli non impedisce, come il peccato. 33. Perché Iddio non impedisce il peccato? Dio non impedisce il peccato, perché anche dall'abuso che l'uomo fa della libertà che gli ha concesso, sa cavare un bene e far sempre più risplendere la sua misericordia, o la sua giustizia. Degli Angeli 34. Quali sono le creature più nobili che Dio ha creato? Le creature più nobili create da Dio sono gli Angeli. 35. Chi sono gli Angeli? Gli Angeli sono creature intelligenti e puramente spirituali. 36. Per qual fine Iddio ha creato gli Angeli? Dio ha creato gli Angeli per essere da essi onorato e servito e per renderli eternamente felici. 37. Quale forma e figura hanno gli Angeli? Gli Angeli non hanno né forma, né figura alcuna sensibile, perché sono puri spiriti, creati da Dio per sussistere senza dover essere uniti a corpo alcuno. 38. Perché dunque gli Angeli si rappresentano sotto forme sensibili? Gli Angeli si rappresentano sotto forme sensibili: 1° per aiuto della nostra immaginazione; 2° perché sono cosi apparsi molte volte agli uomini, come leggiamo nella Sacra Scrittura. 39. Gli Angeli furono tutti fedeli a Dio? No, gli Angeli non furono tutti fedeli a Dio, ma molti di essi per superbia pretesero essere uguali a Lui e da Lui indipendenti; e per questo peccato, furono esclusi per sempre dal paradiso e condannati all'inferno. 40. Come si chiamano gli Angeli esclusi per sempre dal paradiso e condannati all'inferno? Gli Angeli esclusi per sempre dal paradiso e condannati all'inferno si chiamano demoni, e il loro capo si chiama Lucifero o Satana. 41. I demoni possono farci alcun male? Si, i demoni possono farci molto male e nell'anima e nel corpo, se però Dio ne dà loro il permesso, col tentarci a peccare. 42. Perché ci tentano? I demoni ci tentano per l'invidia che ci portano, la quale fa loro desiderare la nostra eterna dannazione, e per odio a Dio, la cui immagine risplende in noi. Iddio poi permette le tentazioni, affinché noi, vincendole con la sua grazia, esercitiamo le virtù ed acquistiamo meriti pel paradiso. 43. Come possiamo vincere le tentazioni? Le tentazioni si vincono colla vigilanza, colla preghiera, e colla mortificazione cristiana. 44. Gli Angeli rimasti fedeli a Dio come si chiamano? Gli Angeli rimasti fedeli a Dio si chiamano Angeli buoni, Spiriti celesti, o semplicemente Angeli. 45 Che cosa avvenne degli Angeli rimasti fedeli a Dio? Gli Angeli rimasti fedeli a Dio furono confermati in grazia, godono per sempre la vista di Dio, lo amano, lo benedicono, e lo lodano eternamente. 46 Dio si serve degli Angeli come suo ministri? Si, Dio si serve degli Angeli come suoi ministri, e specialmente affida a molti di essi l'ufficio di nostri custodi e protettori. 47 Dobbiamo noi avere particolare devozione verso l'Angelo nostro custode? Si, noi dobbiamo avere particolare devozione verso l'Angelo nostro custode, onorarlo, invocarne l'aiuto, seguirne le inspirazioni ed essergli riconoscenti per l'assistenza continua ch'egli ci presta. Dell'uomo 48. Qual'è la creatura più nobile che Dio ha posto sulla terra? La creatura più nobile che Dio ha posto sulla terra é l'uomo. 49. Che cosa è l'uomo? L'uomo é una creatura ragionevole composta d'anima e di corpo. 50. Dite cosa è l'anima? L'anima é la parte più nobile dell'uomo, perché è sostanza spirituale, dotata d'intelletto e di volontà, capace di conoscere Dio e di possederlo eternamente. 51. L'anima umana si può vedere e toccare? L'anima nostra non si può né vedere né toccare perché è spirito. 52. L'anima umana muore col corpo? L'anima umana non muore mai: la fede e la stessa ragione provano che essa è immortale. 53. L'uomo è libero nelle sue azioni? Si, l'uomo è libero nelle sue azioni; e ciascuno sente dentro se stesso che può fare una cosa e non farla, o farne una piuttosto che un'altra. 54. Spiegate con un esempio la libertà umana Se io dico volontariamente una bugia, sento che potrei non dirla e tacere, e che potrei anche parlare diversamente, dicendo la verità. 55. Perché si dice che l'uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio? Si dice che l'uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio, perché l'anima umana è spirituale e ragionevole, libera nel suo operare, capace di conoscere e di amare Dio e di goderlo eternamente: perfezioni che rispecchiano in noi un raggio dell'infinita grandezza del Signore. 56. In quale stato pose Dio i nostri primi progenitori Adamo ed Eva? Dio pose Adamo ed Eva nello stato di innocenza e di grazia; ma presto ne decaddero per il peccato. 57. Oltre l'innocenza e la grazia santificante conferì Dio altri doni ai nostri progenitori? Oltre l'innocenza e la grazia santificante Iddio conferì altri doni ai nostri progenitori, che essi dovevano trasmettere insieme con la grazia santificante ai loro discendenti ed erano: l'integrità, cioè la perfetta soggezione del senso alla ragione; l'immortalità; l'immunità da ogni dolore e miseria; e la scienza proporzionata al loro stato. 58. Quale fu il peccato di Adamo? Il peccato di Adamo fu un peccato di superbia e di grave disobbedienza. 59. Quali fu il castigo del peccato di Adamo ed Eva? Adamo ed Eva perdettero la grazia di Dio e il diritto che avevano al cielo, furono cacciati dal paradiso terrestre, sottoposti a molte miserie nell'anima e nel corpo, e condannati a morire. 60. Se Adamo ed Eva non avessero peccato, sarebbero stati esenti dalla morte? Se Adamo ed Eva non avessero peccato, ma si fossero mantenuti fedeli a Dio, dopo una dimora felice e tranquilla su questa terra, senza morire sarebbero stati trasferiti da Dio nel Cielo a godere una vita eterna e gloriosa. 61. Erano questi doni dovuti all'uomo? Questi doni non erano dovuti in verun modo all'uomo, ma erano assolutamente gratuiti e soprannaturali; e perciò, disubbidendo Adamo al divino precetto, poté Iddio senza ingiustizia privarne Adamo e tutta la sua posterità. 62. Questo peccato è proprio solamente di Adamo? Questo peccato non è solo di Adamo, ma è anche nostro, sebbene diversamente. È proprio di Adamo, perché questi lo commise con un atto di sua volontà e perciò in lui fu personale. È proprio nostro, perché, avendo Adamo peccato come capo e fonte di tutto il genere umano, viene trasfuso per naturale generazione in tutti i suoi discendenti, e perciò per noi è peccato originale. 63. Com'è possibile che il peccato originale si trasfonda in tutti gli uomini? Il peccato originale si trasfonde in tutti gli uomini, perché avendo Iddio conferito all'uman genere in Adamo la grazia santificante e gli altri doni soprannaturali, a condizione che Adamo non disobbedisse; avendo questi disobbedito nella sua qualità di capo e padre del genere umano, rese l'umana natura ribelle a Dio. Perciò la natura umana viene trasfusa a tutti i discendenti di Adamo in uno stato di ribellione a Dio, priva della divina grazia e degli altri doni. 64. Quali danni ci ha dunque cagionato il peccato originale? I danni del peccato originale sono: la privazione della grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, tutte le miserie di questa vita, e infine la morte. 65. Tutti gli uomini contraggono il peccato originale? Si, tutti gli uomini contraggono il peccato originale, eccetto la santissima Vergine, che ne fu preservata da Dio per singolare privilegio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore. 66. Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero più potuto salvarsi? Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero più potuto salvarsi, se Dio non avesse loro usato misericordia. 67. Quale fu la misericordia usata da Dio al genere umano? La misericordia usata da Dio al genere umano fu di promettere subito ad Adamo il Redentore divino, o Messia, e di mandano poi a suo tempo, per liberare gli uomini dalla schiavitù del demonio, e del peccato. 68. Chi è il Messia promesso? Il Messia promesso è Gesù Cristo, come c'insegna il secondo articolo del Credo. Del secondo articolo del Simbolo 69. Che cosa c'insegna il secondo articolo: E in Gesù Cristo suo Figliuolo unico, Signor nostro? Il secondo articolo del Credo c'insegna che il Figliuolo di Dio è la seconda persona della santissima Trinità: che egli è Dio eterno, onnipotente, Creatore e Signore, come il Padre: che egli si è fatto uomo per salvarci: e che il Figliuolo di Dio fatto uomo si chiama Gesù Cristo. 70. Perché la seconda persona chiamasi Figliuolo? La seconda persona chiamasi Figliuolo perché è generata dal Padre per via d'intelletto da tutta l'eternità; e per questo si chiama anche Verbo eterno del Padre. 71. Essendo anche noi figliuoli di Dio, perché Gesù Cristo si chiama Figliuolo unico di Dio Padre? Gesù Cristo si chiama Figliuolo unico di Dio Padre, perché Egli solo é per natura suo Figliuolo e noi siamo suoi figliuoli per creazione e per adozione. 72. Perché Gesù Cristo si chiama Signor nostro? Gesù Cristo si chiama Signor nostro perché oltre l'averci creati insieme al Padre e allo Spirito Santo in quanto è Dio, ci ha pure redenti in quanto Dio ed uomo. 73. Perché il Figliuolo di Dio fatto uomo si chiama Gesù? Il Figliuolo di Dio fatto uomo si chiama Gesù che vuol dire Salvatore, perché ci ha salvati dalla morte eterna meritata per i nostri peccati. 74. Chi ha dato il nome di Gesù al Figliuolo di Dio fatto uomo? Il nome di Gesù al Figliuolo di Dio fatto uomo l'ha dato lo stesso eterno Padre per mezzo dell'arcangelo Gabriele, quando questi annunziò alla Vergine il mistero dell'Incarnazione. 75. Perché il Figliuolo di Dio fatto uomo si chiama anche Cristo? Il Figliuolo di Dio fatto uomo si chiama anche Cristo, che vuoi dire unto e consacrato, perché anticamente si ungevano i re, i sacerdoti, e i profeti; e Gesù è re dei re, sommo sacerdote e sommo profeta. 76. Gesù Cristo fu veramente unto e consacrato con unzione corporale? L'unzione di Gesù Cristo non fu corporale, come quella degli antichi re, sacerdoti e profeti, ma tutta spirituale e divina perché la pienezza della divinità abita in lui sostanzialmente. 77. Di Gesù Cristo prima della sua venuta, ebbero gli uomini cognizione alcuna? Si, gli uomini ebbero cognizione di Gesù Cristo prima della sua venuta, per la promessa del Messia che Iddio fece ai nostri progenitori Adamo ed Eva, e che rinnovò ai santi Patriarchi; e per le profezie e le molte figure che lo designavano. 78. Donde sappiamo noi che Gesù Cristo è veramente il Messia e Redentore promesso? Noi sappiamo che Gesù Cristo è veramente il Messia e Redentore promesso dall'essersi adempito in lui, 1° tutto ciò che annunziavano le profezie; 2° tutto ciò che rappresentavano le figure dell'antico Testamento. 79. Le profezie che cosa predicevano del Redentore? Le profezie predicevano del Redentore la tribù e la famiglia, dalla quale doveva uscire; il luogo e il tempo della nascita; i suoi miracoli e le più minute circostanze della sua passione e morte; la sua risurrezione ed ascensione al cielo; il suo regno spirituale, universale e perpetuo, che è la santa Chiesa cattolica. 80. Quali sotto le principali figure del Redentore nell'antico Testamento? Le principali figure del Redentore nell'antico Testamento sono l'innocente Abele, il sommo sacerdote Melchisedecco, il sacrificio d'Isacco; Giuseppe venduto dai fratelli, il profeta Giona, l'agnello pasquale, e il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto. 81. Donde sappiamo noi che Gesù Cristo è vero Dio? Noi sappiamo che Gesù Cristo è vero Dio: 1° dalla testimonianza del Padre allorché disse: Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo; 2° dall'attestazione di Gesù Cristo stesso, confermata coi più stupendi miracoli; 3° dalla dottrina degli Apostoli; 4° dalla tradizione costante della Chiesa cattolica. 82. Quali sono i principali miracoli operati da Gesù Cristo? I principali miracoli operati da Gesù Cristo sono, oltre la sua risurrezione, la sanità resa agli infermi, la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la vita ai morti. Del terzo articolo del Simbolo 83. Che cosa c'insegna il terzo articolo: Il quale fu concepito di Spirito Santo; nacque di Maria Vergine Il terzo articolo del Credo c'insegna che il Figliuolo di Dio ha preso un corpo e un'anima, come abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, e che è nato da questa Vergine. 84. Il Padre e il Figliuolo concorsero anche essi a formare il corpo e a creare l'anima di Gesù Cristo? Si, a formare il corpo e a creare l'anima di Gesù Cristo concorsero tutte le tre Persone divine. 85. Perché si dice solo: fu concepito di Spirito Santo? Si dice solo: fu concepito di Spirito Santo, perché l'incarnazione del Figliuolo di Dio è opera di bontà e di amore, e le opere di bontà e amore si attribuiscono allo Spirito Santo. 86. Il Figlio di Dio facendosi uomo cessò di esser Dio? No, il Figlio di Dio si fece uomo, senza cessare di esser Dio. 87. Dunque Gesù Cristo è Dio e uomo insieme? Sì, il Figlio di Dio incarnato, cioè Gesù Cristo, è Dio e uomo insieme, perfetto Dio e perfetto uomo. 88. Sono dunque in Gesù Cristo due nature? Si, in Gesù Cristo, che è Dio e uomo, sono due nature: la divina e l'umana. 89. Sono in Gesù Cristo anche due persone, la divina e l'umana? No, nel Figlio di Dio fatto uomo non vi ha che una sola persona, cioè la divina. 90. Quante volontà sono in Gesù Cristo? In Gesù Cristo sono due volontà: l'una divina, l'altra umana. 91. Gesù Cristo aveva volontà libera? Si, Gesù Cristo aveva volontà libera, ma non poteva fare il male, perché poter fare il male è difetto, non perfezione della libertà. 92. Il Figliuolo di Dio e il Figliuolo di Maria, sono la medesima persona? Il Figliuolo di Dio e il Figliuolo di Maria sono la medesima persona, cioè Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. 93. Maria Vergine è Madre di Dio? Si, Maria Vergine è Madre di Dio, perché è Madre di Gesù Cristo, che è vero Dio. 94. In qual modo Maria divenne Madre di Gesù Cristo? Maria divenne Madre di Gesù Cristo unicamente per opera e virtù dello Spirito Santo. 95. È di fede che Maria fu sempre Vergine? Si, è di fede che Maria santissima fu sempre Vergine, ed è chiamata la Vergine per eccellenza. Del quarto articolo del Simbolo 96. Che cosa c'insegna il quarto articolo: Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morto e sepolto? Il quarto articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo per redimere il mondo col suo Sangue prezioso, patì sotto Ponzio Pilato governatore della Giudea, e morì sul legno della croce, dalla quale deposto, fu seppellito. 97. Che cosa vuol dire la parola patì? La parola patì esprime tutte le pene sofferte da Gesù Cristo nella sua passione. 98. Gesù Cristo patì come Dio, o come uomo? Gesù Cristo patì come uomo solamente, perché come Dio non poteva né patire né morire. 99. Qual sorta di supplizio era quello della croce? Il supplizio della croce era in quei tempi il più crudele e ignominioso di tutti i supplizi. 100. Chi fu che condannò Gesù Cristo ad essere crocifisso? Colui che condannò Gesù Cristo ad essere crocifisso fu Ponzio Pilato governatore della Giudea, il quale aveva riconosciuta la innocenza di Lui; ma cedette vilmente alla minacciosa insistenza del popolo di Gerusalemme. 101. Non avrebbe potuto Gesù Cristo liberarsi dalle mani dei giudei e di Pilato? Si, Gesù Cristo avrebbe potuto liberarsi dalle mani dei giudei e di Pilato, ma conoscendo che la volontà del suo Eterno Padre era che Egli patisse e morisse per la nostra salute, vi si sottomise volontariamente, anzi andò Egli stesso incontro ai suoi nemici, e si lasciò spontaneamente prendere e condurre alla morte. 102. Dove fu crocifisso Gesù Cristo? Gesù Cristo fu crocifisso sul monte Calvario. 103. Che cosa operò Gesù Cristo sopra la croce? Gesù Cristo sopra la croce pregò per i suoi nemici; diede per madre al discepolo san Giovanni e in persona di lui a noi tutti, la sua stessa madre Maria santissima: offrì la sua morte in sacrificio, e soddisfece alla giustizia di Dio per i peccati degli uomini. 104. Non sarebbe bastato che venisse un Angelo a soddisfare per noi? No, non sarebbe bastato che venisse un Angelo a soddisfare per noi, perché l'offesa fatta a Dio per il peccato era, sotto un certo aspetto, infinita, e per soddisfarla si richiedeva una persona che avesse un merito infinito. 105. Per soddisfare alla divina Giustizia era necessario che Gesù Cristo fosse Dio e uomo insieme? Si, bisognava che Gesù Cristo fosse uomo per poter patire e morire, e bisognava che fosse Dio perché i suoi patimenti fossero d'un valore infinito. 106. Perché era necessario che i meriti di Gesù Cristo fossero di un valore infinito? Era necessario che i meriti di Gesù Cristo fossero di un valore infinito, perché la maestà di Dio, offesa col peccato, è infinita. 107. Era necessario che Gesù patisse tanto? No, non era assolutamente necessario che Gesù patisse tanto, perché il minimo dei suoi patimenti sarebbe stato sufficiente alla nostra redenzione, essendo ciascun suo atto di infinito valore. 108. Perché dunque volle Gesù patir tanto? Gesù volle patir tanto per soddisfare più abbondantemente alla divina giustizia, per dimostrarci maggiormente il suo amore, e per ispirarci il più grande orrore al peccato. 109. Accaddero prodigi alla morte di Gesù? Si, alla morte di Gesù si oscurò il sole, tremò la terrà, si aprirono i sepolcri e molti morti risuscitarono. 110. Dove fu sepolto il corpo di Gesù Cristo? Il corpo di Gesù Cristo fu sepolto in un sepolcro nuovo, scavato nella pietra del monte, poco lontano dal luogo dove era stato crocifisso. 111. Nella morte di Gesù Cristo si separò la divinità dal corpo e dall'anima? Nella morte di Gesù Cristo la divinità non si separò né dal corpo né dall'anima, ma solamente si separò l'anima dal corpo. 112. Per chi è morto Gesù Cristo? Gesù Cristo é morto per la salute di tutti gli uomini ed ha soddisfatto per tutti. 113. Se Gesù Cristo è morto per la salute di tutti, perché non tutti si salvano? Gesù Cristo é morto per tutti, ma non tutti si salvano, perché non tutti lo vogliono riconoscere, non tutti osservano la sua legge, non tutti si valgono dei mezzi di santificazione che ci ha lasciati. 114. Per essere salvi basta che Gesù Cristo sia morto per noi? Per essere salvi non basta che Gesù Cristo sia morto per noi, ma é necessario che siano applicati a ciascun di noi il frutto e i meriti della sua passione e morte, il che avviene sopratutto per mezzo dei sacramenti istituiti a questo fine dal medesimo Gesù Cristo; e siccome molti o non ricevono i sacramenti o non li ricevono bene, perciò rendono a se stessi inutile la morte di Gesù Cristo. Del quinto articolo del Simbolo 115. Che cosa c'insegna il quinto articolo: Discese all'inferno, il terzo di risuscitò da morte? Il quinto articolo del Credo c'insegna: che l'anima di Gesù Cristo, separata che fu dal corpo, andò al Limbo dei santi Padri, e che nel terzo giorno si unì di nuovo al corpo suo, per non separarsene mai più. 116. Che cosa s'intende qui per inferno? Per inferno s'intende qui il Limbo dei santi Padri cioè quel luogo dove erano trattenute le anime dei giusti aspettando la redenzione di Gesù Cristo. 117. Perché le anime dei santi Padri non furono introdotte nel paradiso prima della morte di Gesù Cristo? Le anime dei santi Padri non furono introdotte nel paradiso prima della morte di Gesù Cristo, perché per il peccato di Adamo il paradiso era chiuso, e conveniva che Gesù Cristo, il quale con la sua morte lo riaprì, fosse il primo ad entrarvi. 118. Perché Gesù Cristo volle differire sino al terzo giorno la propria risurrezione? Gesù Cristo volle differire sino al terzo giorno la propria risurrezione per manifestare ad evidenza che era veramente morto. 119. La risurrezione di Gesù cristo fu simile alla risurrezione degli altri uomini risuscitati? No, la risurrezione di Gesù Cristo non fu simile alla risurrezione degli altri uomini risuscitati, perché Gesù Cristo risuscitò per virtù propria, e gli altri furono risuscitati per virtù di Dio. Del sesto articolo del Simbolo 120. Che cosa c'insegna il sesto articolo: Salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente? Il sesto articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo, quaranta giorni dopo la sua risurrezione, alla presenza dei suoi discepoli, ascese da se stesso al cielo, e che essendo, come Dio, eguale al Padre nella gloria, come uomo é stato innalzato sopra tutti gli Angeli e tutti i Santi, e costituito Signore di tutte le cose. 121. Perché Gesù Cristo dopo la sua risurrezione stette quaranta giorni sulle terra prima di salire al cielo? Gesù Cristo dopo la sua risurrezione stette quaranta giorni sulla terra, prima di salire al cielo, per provare con varie apparizioni che era veramente risorto, e per istruire sempre più e confermare gli Apostoli nelle verità della fede. 122. Perché Gesù Cristo è salito al cielo? Gesù Cristo è salito al cielo: 1° per prendere possesso del suo regno meritato colla sua morte; 2° per preparare il nostro posto di gloria e per essere nostro Mediatore ed Avvocato appresso il Padre; 3° per mandare lo Spirito Santo ai suoi Apostoli. 123. Perché si dice di Gesù Cristo che salì al cielo, e della Madre sua santissima che fu assunta? Si dice di Gesù Cristo che salì al cielo, e della Madre sua santissima che fu assunta, perché Gesù Cristo, essendo Uomo-Dio, per virtù propria salì al cielo, ma la Madre che era creatura, sebbene la più degna di tutte, salì al cielo per virtù di Dio. 124. Spiegatemi le parole; siede alla destra di Dio Padre onnipotente La parola: siede significa il pacifico possesso, che Gesù Cristo ha della sua gloria, e le parole: alla destra di Dio Padre onnipotente esprimono che Egli ha il posto d'onore sopra tutte le creature. Del settimo articolo del Simbolo 125. Che cosa c'insegna il settimo articolo: Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti? Il settimo, articolo del Credo c'insegna che alla fine del mondo Gesù Cristo pieno di gloria e maestà verrà dal cielo per giudicare tutti gli uomini, buoni e cattivi, e per dare a ciascuno il premio o la pena che avrà meritato. 126. Se ciascuno, subito dopo morte, dovrà essere giudicato da Gesù Cristo nel giudizio particolare, perché dovremo essere giudicati tutti nel giudizio universale? Dovremo essere giudicati tutti nel giudizio universale per più ragioni: 1° per gloria di Dio; 2° per gloria di Gesù Cristo; 3° per gloria dei Santi; 4° per confusione dei cattivi; 5° finalmente affinché il corpo abbia con l'anima la sua sentenza di premio o di pena. 127. Nel giudizio universale come si manifesterà la gloria di Dio? Nel giudizio universale si manifesterà la gloria di Dio, perché tutti conosceranno con quanta giustizia Dio governi il mondo, sebbene ora si vedano qualche volta i buoni in afflizione e i cattivi in prosperità. 128. Nel giudizio universale come si manifesterà la gloria di Gesù Cristo? Nel giudizio universale si manifesterà la gloria di Gesù Cristo, perché essendo Egli stato dagli uomini ingiustamente condannato, comparirà allora in faccia a tutto il mondo giudice supremo di tutti. 129. Nel giudizio universale come si manifesterà la gloria dei Santi? Nel giudizio universale si manifesterà la gloria dei Santi, perché molti di essi, che sono morti disprezzati dai cattivi, saranno glorificati in presenza di tutto il mondo. 130. Nel giudizio universale quale sarà la confusione dei cattivi? Nel giudizio universale la confusione dei cattivi sarà grandissima, massime per quelli che oppressero i giusti e per quelli che si studiarono in vita di essere stimati per uomini di virtù e bontà, vedendo manifestati a tutto il mondo i peccati da loro commessi, anche i più segreti. Dell'ottavo articolo del Simbolo 131. Che cosa c'insegna l'ottavo articolo: Io credo nello Spirito Santo? L'ottavo articolo del Credo c'insegna che vi è lo Spirito Santo, terza Persona della santissima Trinità, che Egli è Dio eterno, infinito, onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose, come il Padre e il Figliuolo. 132. Da chi procede lo Spirito Santo? Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliuolo per via di volontà e di amore, come da un solo principio. 133. Se il Figliuolo procede dal Padre, e lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliuolo, pare che il Padre e il Figliuolo siano prima dello Spirito Santo: come dunque si dice che sono eterne tutte e tre le Persone? Si dice che sono eterne tutte e tre le Persone, perché il Padre ab eterno ha generato il Figliuolo; e dal Padre e dal Figliuolo ab eterno procede lo Spirito Santo. 134. Perché la terza Persona della santissima Trinità si chiama particolarmente col nome di Spirito Santo? La terza Persona della santissima Trinità si chiama particolarmente col nome di Spirito Santo perché Essa procede dal Padre e dal Figliuolo per modo di spirazione e d'amore. 135. Quale opera viene attribuita specialmente allo Spirito Santo? Allo Spirito Santo viene attribuita specialmente la santificazione delle anime. 136. Il Padre e il Figliuolo ci santificano egualmente che lo Spirito Santo? Sì, tutte e tre le divine Persone ci santificano egualmente. 137. Se così è, perché la santificazione delle anime si attribuisce in particolare allo Spirito Santo? La santificazione delle anime si attribuisce in particolare allo Spirito Santo perché essa è opera d'amore, e le opere d'amore si attribuiscono allo Spirito Santo. 138. Quando discese lo Spirito Santo sopra gli Apostoli? Lo Spirito Santo discese sopra gli Apostoli nel giorno della Pentecoste, cioè cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Gesù Cristo, e dieci dopo la sua Ascensione. 139. Dov'erano gli Apostoli nei dieci giorni prima della Pentecoste? Gli Apostoli erano riuniti nel cenacolo in compagnia di Maria Vergine e degli altri discepoli, e perseveravano nell'orazione, aspettando lo Spirito Santo, che Gesù Cristo aveva loro promesso. 140. Quali effetti produsse lo Spirito Santo negli Apostoli? Lo Spirito Santo confermò nella fede gli Apostoli, li riempì di lumi, di forza, di carità e dell'abbondanza di tutti i suoi doni. 141. Lo Spirito Santo è egli stato mandato per i soli Apostoli? Lo Spirito Santo è stato mandato per tutta la Chiesa, e per ogni anima fedele. 142. Che cosa opera lo Spirito Santo nella Chiesa? Lo Spirito Santo, come l'anima nel corpo, vivifica la Chiesa con la sua grazia e coi suoi doni; vi stabilisce il regno della verità e dell'amore; e l'assiste perché conduca sicuramente i suoi figliuoli per la via del cielo. Del nono articolo del Simbolo Della Chiesa in generale 143. Che cosa c'insegna il nono articolo: la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi? Il nono articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo ha fondato sulla terra una società visibile che si chiama Chiesa cattolica e che tutte le persone che fanno parte di questa Chiesa sono in comunione tra loro. 144. Perché dopo l'articolo che tratta dello Spirito Santo si parla subito della Chiesa cattolica? Dopo l'articolo che tratta dello Spirito Santo si parla subito della Chiesa cattolica per indicare che tutta la santità della Chiesa medesima deriva dallo Spirito Santo, il quale è l'autore di ogni santità. 145. Che cosa vuoi dire questa parola Chiesa? La parola Chiesa vuol dire convocazione o adunanza di molte persone. 146. Chi ci ha convocati o chiamati alla Chiesa di Gesù Cristo? Noi siamo stati chiamati alla Chiesa di Gesù Cristo da una grazia particolare di Dio, affinché col lume della fede e l'osservanza della divina legge gli rendiamo il debito culto e perveniamo alla vita eterna. 147. Dove si trovano i membri della Chiesa? I membri della Chiesa si trovano parte in cielo, e formano la Chiesa trionfante; parte nel purgatorio, e formano la Chiesa purgante; parte sulla terra e formano la Chiesa militante. 148. Queste diverse parti della Chiesa costituiscono una sola Chiesa? Si, queste diverse parti della Chiesa costituiscono una sola Chiesa ed un solo corpo, perché hanno il medesimo capo che è Gesù Cristo, il medesimo spirito che le anima e le unisce, e il medesimo fine che è la felicità eterna, la quale si gode già dagli uni e si aspetta dagli altri. 149. A qual parte della Chiesa si riferisce principalmente questo nono articolo? Questo nono articolo del Credo si riferisce principalmente alla Chiesa militante, che è la Chiesa nella quale noi siamo attualmente. Della Chiesa in particolare 150. Che cosa è la Chiesa cattolica? La Chiesa cattolica è la società o congregazione di tutti i battezzati che, vivendo sulla terra, professano la stessa fede e legge di Cristo, partecipano agli stessi sacramenti, e obbediscono ai legittimi Pastori, principalmente al Romano Pontefice. 151. Dite distintamente che cosa è necessario per esser membro della Chiesa? Per esser membro della Chiesa è necessario esser battezzato, credere e professare la dottrina di Gesù Cristo, partecipare ai medesimi sacramenti, riconoscere il Papa e gli altri legittimi Pastori della Chiesa. 152. Chi sono i legittimi Pastori della Chiesa? I legittimi Pastori della Chiesa, sono il Romano Pontefice, cioè il Papa, che è il Pastore universale, ed i Vescovi. Inoltre, sotto la dipendenza dei Vescovi e del Papa, hanno parte nell'ufficio di pastori gli altri sacerdoti e specialmente i parrochi. 153. Perché dite che il Romano Pontefice è il Pastore universale della Chiesa? Perché Gesù Cristo disse a san Pietro, primo Papa: « Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa, e darò a te le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato anche in cielo, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche in cielo ». E gli disse ancora: « Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle ». 154. Non appartengono dunque alla Chiesa di Gesù Cristo tante società di uomini battezzati che non riconoscono il Romano Pontefice per loro capo? No, tutti coloro che non riconoscono il Romano Pontefice per loro capo, non appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo. 155. Come si può distinguere la Chiesa di Gesù Cristo da tante società o sette fondate dagli uomini e che si dicono cristiane? Da tante società o sette fondate dagli uomini, che si dicono cristiane, si può facilmente distinguere la vera Chiesa di Gesù Cristo per quattro contrassegni. Essa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica. 156. Perché la Chiesa si dice Una? La vera Chiesa si dice Una, perché i suoi figli, di qualunque tempo e luogo, sono uniti fra loro nella medesima fede, nel medesimo culto, nella medesima legge e nella partecipazione dei medesimi sacramenti, sotto un medesimo capo visibile, il Romano Pontefice. 157. Non vi potrebbero essere più Chiese? No, non vi possono essere più Chiese, perché siccome vi è un solo Dio, una sola Fede e un solo Battesimo, così non vi è, e non vi può essere che una sola vera Chiesa. 158. Ma non si chiamano Chiese anche i fedeli uniti insieme di una nazione, o di una diocesi? Si chiamano Chiese anche i fedeli uniti insieme di una nazione o di una diocesi, ma sono sempre porzioni della Chiesa universale e formano con essa una Chiesa sola. 159. Perché la vera Chiesa si dice Santa? La vera Chiesa si dice Santa, perché santo è il suo capo invisibile, che è Gesù Cristo, santi sono molti suoi membri, santi sono la sua fede, la sua legge, i suoi sacramenti, e fuori di essa non vi è né vi può essere vera santità. 160. Perché la Chiesa si chiama Cattolica? La vera Chiesa si chiama Cattolica, che vuol dire universale, perché abbraccia i fedeli di tutti i tempi, di tutti i luoghi, di ogni età e condizione, e tutti gli uomini del mondo sono chiamati a farne parte. 161. Perché la Chiesa si chiama inoltre Apostolica? La vera Chiesa si chiama inoltre Apostolica, perché rimonta senza interruzione fino agli Apostoli; perché crede ed insegna tutto ciò che hanno creduto e insegnato gli Apostoli; e perché è guidata e governata dai loro legittimi successori. 162. E perché la vera Chiesa si chiama anche Romana? La vera Chiesa si chiama anche Romana, perché i quattro caratteri dell'unità, santità, cattolicità e apostolicità si riscontrano solo nella Chiesa che riconosce per capo il Vescovo di Roma, successore di san Pietro. 163. Come è costituita la Chiesa di Gesù Cristo? La Chiesa di Gesù Cristo è costituita come una vera e perfetta società; ed in essa, come in una persona morale possiamo distinguere l'anima e il corpo. 164. In che consiste l'anima della Chiesa? L'anima della Chiesa consiste in ciò che essa ha d'interno e spirituale, cioè la fede, la speranza, la carità, i doni della grazia e dello Spirito Santo e tutti i celesti tesori che le sono derivati per i meriti di Cristo Redentore e dei Santi. 165. Il corpo della Chiesa in che consiste? Il corpo della Chiesa consiste in ciò che essa ha di visibile e di esterno, sia nella associazione dei congregati, sia nel culto e nel ministero d'insegnamento, sia nel suo esterno ordine e governo. 166. Per salvarsi basta l'essere comunque membro della Chiesa cattolica? No, non basta per salvarsi l'essere comunque membro della Chiesa cattolica, ma bisogna esserne membro vivo. 167. Quali sono i membri vivi della Chiesa? I membri vivi della Chiesa sono tutti e solamente i giusti, quelli cioè, che sono attualmente in grazia di Dio. 168. E quali ne sono i membri morti? Membri morti della Chiesa sono i fedeli che trovansi in peccato mortale. 169. Può alcuno salvarsi fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana? No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa. 170. Come dunque si sono salvati gli antichi Patriarchi, i Profeti e tutti gli altri giusti dell'antico Testamento? Tutti i giusti dell'antico Testamento si sono salvati in virtù della fede che avevano in Cristo venturo, per mezzo della quale essi già appartenevano spiritualmente a questa Chiesa. 171. Ma chi si trovasse, senza sua colpa, fuori della Chiesa, potrebbe salvarsi? Chi, trovandosi senza sua colpa, ossia in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il Battesimo, o ne avesse il desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità e compisse la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa, sarebbe unito all'anima di lei e quindi in via di salute. 172. E chi essendo pur membro della Chiesa cattolica non mettesse in pratica gl'insegnamenti di essa, si salverebbe? Chi, essendo pur membro della Chiesa cattolica, non mettesse in pratica gli insegnamenti di essa, ne sarebbe membro morto e perciò non si salverebbe, perché per la salute di un adulto si richiede non solo il battesimo e la fede, ma le opere altresì conformi alla fede. 173. Siamo noi obbligati a credere tutte le verità che la Chiesa c'insegna? Si, noi siamo obbligati a credere tutte le verità che la Chiesa c'insegna, e Gesù Cristo dichiara che chi non crede è già condannato. 174. Siamo altresì obbligati a fare tutto quello che la Chiesa comanda? Si, siamo obbligati a fare tutto quello che la Chiesa comanda, perché Gesù Cristo ha detto ai Pastori della Chiesa: « Chi ascolta voi, ascolta me, e chi disprezza voi, disprezza me ». 175. Può sbagliare la Chiesa nelle cose che ci propone a credere? No, nelle cose che ci propone a credere, la Chiesa non può sbagliare, perché secondo la promessa di Gesù Cristo ella è perennemente assistita dallo Spirito Santo. 176. La Chiesa cattolica è dunque infallibile? Si, la Chiesa cattolica è infallibile, epperò quelli che rifiutano le sue definizioni perdono la fede e diventano eretici. 177. La Chiesa cattolica può essere distrutta o perire? No; la Chiesa cattolica può essere perseguitata, ma non può essere distrutta, né perire. Ella durerà sino alla fine del mondo, perché sino alla fine del mondo Gesù Cristo sarà con lei, come ha promesso. 178. Perché è tanto perseguitata la Chiesa cattolica? La Chiesa cattolica è tanto perseguitata perché fu cosi perseguitato anche il suo divin Fondatore e, perché riprova i vizi, combatte le passioni e condanna tutte le ingiustizie e tutti gli errori. 179. Vi sono altri doveri dei cattolici verso la Chiesa? Ogni cattolico deve avere per la Chiesa un amore illimitato, riputarsi infinitamente onorato e felice di appartenerle, e adoprarsi alla gloria e all'incremento di lei con tutti quei mezzi che sono in suo potere. Della Chiesa docente e della Chiesa discente 180. Vi è distinzione alcuna fra i membri che compongono la Chiesa? Fra i membri che compongono la Chiesa vi è distinzione notevolissima, perché vi è chi comanda e chi obbedisce, chi ammaestra e chi è ammaestrato. 181. Come si chiama quella parte della Chiesa che ammaestra? La parte della Chiesa che ammaestra si chiama docente ossia insegnante. 182. La parte della Chiesa che viene ammaestrata come si chiama? La parte della Chiesa che viene ammaestrata si chiama discente. 183. Chi ha stabilito questa distinzione nella Chiesa? Questa distinzione nella Chiesa l'ha stabilita Gesù Cristo medesimo. 184. La Chiesa docente e la Chiesa discente sono dunque due Chiese distinte? La Chiesa docente e la Chiesa discente sono due parti distinte di una sola e medesima Chiesa come nel corpo umano il capo è distinto dalle altre membra e tuttavia forma con esse un corpo solo. 185. Di chi si compone la Chiesa docente? La Chiesa docente si compone di tutti i Vescovi con a capo il Romano Pontefice, sia che si trovino dispersi, sia che si trovino congregati in Concilio. 186. E la Chiesa discente di chi è composta? La Chiesa discente è composta di tutti i fedeli. 187. Quali persone adunque hanno nella Chiesa l'autorità d'insegnare? L'autorità d'insegnare nella Chiesa l'hanno il Papa e i Vescovi, e sotto la loro dipendenza, gli altri sacri ministri. 188. Siamo noi obbligati ad ascoltare la Chiesa docente? Si, senza dubbio, siamo tutti obbligati ad ascoltare la Chiesa docente sotto pena di eterna condanna, perché Gesù Cristo disse ai Pastori della Chiesa, nella persona degli Apostoli: « Chi ascolta voi, ascolta me, e chi disprezza voi disprezza me ». 189. Oltre l'autorità d'insegnare, ha la Chiesa qualche altro potere? Si, oltre l'autorità d'insegnare, la Chiesa ha specialmente il potere di amministrare le cose sante, di far leggi e di esigerne l'osservanza. 190. Il potere che hanno i membri della gerarchia ecclesiastica viene dal popolo? Il potere che hanno i membri della gerarchia ecclesiastica non viene dal popolo, e sarebbe eresia il dirlo, ma viene unicamente da Dio. 191. A chi spetta l'esercizio di questi poteri? L'esercizio di questi poteri spetta unicamente al ceto gerarchico, vale a dire al Papa e ai Vescovi a lui subordinati. Del Papa e dei Vescovi 192. Chi è il Papa? Il Papa, che noi chiamiamo pure il Sommo Pontefice, o anche il Romano Pontefice, è il successore di san Pietro nella Cattedra di Roma, il Vicario di Gesù Cristo sulla terra e il capo visibile della Chiesa. 193. Perché il Romano Pontefice è successore di san Pietro? Il Romano Pontefice è successore di S. Pietro, perché S. Pietro nella sua persona riunì la dignità di Vescovo di Roma e di capo della Chiesa; stabilì in Roma per divina disposizione la sua sede e ivi morì, perciò chi viene eletto vescovo di Roma è anche l'erede di tutta la sua autorità. 194. Perché il Romano Pontefice è il Vicario di Gesù Cristo? Il Romano Pontefice è il Vicario di Gesù Cristo, perché lo rappresenta sopra la terra e ne fa le veci nel governo della Chiesa. 195. Perché il Romano Pontefice è capo visibile della Chiesa? Il Romano Pontefice è il capo visibile della Chiesa, perché egli la regge visibilmente coll'autorità medesima di Gesù Cristo, che ne è il capo invisibile. 196. Qual'è dunque la dignità del Papa? La dignità del Papa è la massima fra tutte le dignità della terra, e gli dà potere supremo ed immediato sopra tutti e singoli i Pastori e i fedeli. 197. Può errare il Papa nell'ammaestrare la Chiesa? Il Papa non può errare, ossia è infallibile nelle definizioni che riguardano la fede e i costumi. 198. Per qual motivo il Papa è infallibile? Il Papa è infallibile per la promessa di Gesù Cristo e per la continua assistenza dello Spirito Santo. 199. Quando è che il Papa è infallibile? Il Papa è infallibile allora soltanto che nella sua qualità di Pastore e Maestro di tutti i cristiani, in virtù della suprema sua apostolica autorità, definisce una dottrina intorno alla fede o ai costumi da tenersi da tutta la Chiesa. 200. Chi non credesse alle solenni definizioni del Papa, quali peccato commetterebbe? Chi non credesse alle definizioni solenni del Papa, o anche solo ne dubitasse, peccherebbe contro la fede, e se rimanesse ostinato in questa incredulità, non sarebbe più cattolico, ma eretico. 201. Per qual fine Dio ha concesso al Papa il dono della infallibilità? Dio ha concesso al Papa il dono della infallibilità affinché tutti siamo certi e sicuri della verità che la Chiesa insegna. 202. Quando fu definito che il Papa è infallibile? Che il Papa è infallibile fu definito dalla Chiesa nel Concilio Vaticano, e se alcuno presumesse di contraddire a questa definizione sarebbe eretico e scomunicato. 203. La Chiesa nel definire che il Papa è infallibile ha forse stabilito una nuova verità di fede? No, la Chiesa nel definire che il Papa è infallibile non ha stabilito una nuova verità di fede, ma solo, per opporsi a nuovi errori, ha definito che l'infallibilità del Papa, contenuta già nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, è una verità rivelata da Dio, e quindi da credersi come dogma o articolo di fede. 204. Come deve comportarsi ogni cattolico verso il Papa? Ogni cattolico deve riconoscere il Papa, qual Padre, Pastore e Maestro universale e stare a lui unito di mente e di cuore. 205. Dopo il Papa, quali sono per divina istituzione i personaggi più venerandi nella Chiesa? Dopo il Papa, per divina istituzione i personaggi più venerandi della Chiesa sono i Vescovi. 206. Chi sono i Vescovi? I Vescovi sono i pastori dei fedeli, posti dallo Spirito Santo a reggere la Chiesa di Dio nelle sedi a loro affidate, sotto la dipendenza del Romano Pontefice. 207. Che cosa è il Vescovo nella propria diocesi? Il Vescovo nella propria diocesi è il Pastore legittimo, il Padre, il Maestro, il superiore di tutti i fedeli, ecclesiastici e laici, che appartengono alla diocesi stessa. 208. Perché il Vescovo si chiama Pastore legittimo? Il Vescovo si chiama Pastore legittimo perché la giurisdizione, ossia il potere che ha di governare i fedeli della propria diocesi, gli è stato conferito secondo le norme e le leggi della Chiesa. 209. Di chi sono successori il Papa ei Vescovi? Il Papa è il successore di S. Pietro principe degli Apostoli, e i Vescovi sono i successori degli Apostoli, in ciò che riguarda il governo ordinario della Chiesa. 210. Deve il fedele stare unito al proprio vescovo? Si, ogni fedele, ecclesiastico e laico, deve stare unito di mente e di cuore al proprio Vescovo in grazia e comunione con la Sede Apostolica. 211. Come deve comportarsi il fedele col proprio Vescovo? Ogni fedele, ecclesiastico e laico, deve riverire, amare e onorare il proprio Vescovo, e prestargli obbedienza in tutto ciò che si riferisce alla cura delle anime e al governo spirituale della diocesi. 212. Da chi è aiutato il Vescovo nella cura delle anime? Il Vescovo nella cura delle anime è aiutato dai sacerdoti, e principalmente dai parrochi. 213. Chi è il Parroco? Il Parroco è un sacerdote deputato a presiedere e dirigere, sotto la dipendenza del Vescovo, una porzione della diocesi che chiamasi parrocchia. 214. Quali doveri hanno i fedeli verso il loro parroco? I fedeli devono tenersi uniti al loro parroco, ascoltarlo docilmente e professargli rispetto e sommissione in tutto ciò che riguarda la cura della parrocchia. Della comunione dei santi 215. Che cosa c'insegna il nono articolo del Credo con quelle parole: la comunione dei santi? Con le parole: la comunione dei santi, il nono articolo del Credo c'insegna che nella Chiesa, per l'intima unione che esiste tra tutti i suoi membri, sono comuni i beni spirituali, così interni come esterni, che le appartengono. 216. Quali sono nella Chiesa i beni comuni interni? I beni comuni interni nella Chiesa sono: la grazia che si riceve nei sacramenti, la fede, la speranza, la carità, i meriti infiniti di Gesù Cristo, i meriti sovrabbondanti della Vergine e dei Santi, e il frutto di tutte le opere buone che in essa Chiesa si fanno. 217. Quali sono i beni esterni comuni nella Chiesa? I beni esterni comuni nella Chiesa sono: i sacramenti, il sacrificio della santa Messa, le pubbliche preghiere, le funzioni religiose e tutte le altre pratiche esteriori che uniscono insieme i fedeli. 218. In questa comunione di beni entrano tutti i figli della Chiesa? Nella comunione dei beni interni entrano i cristiani, i quali sono in grazia di Dio; quelli poi che sono in peccato mortale non partecipano di questi beni. 219. Perché non partecipano di questi beni quelli che sono in peccato mortale? Perché la grazia di Dio é quella che unisce i fedeli con Dio e tra loro: e perciò quelli che sono in peccato mortale, essendo senza la grazia di Dio, sono esclusi dalla comunione dei beni spirituali. 220. Dunque i cristiani che sono in peccato mortale non hanno alcun vantaggio dai beni interni e spirituali della Chiesa? I cristiani che sono in peccato mortale hanno ancora qualche vantaggio dai beni interni e spirituali della Chiesa dei quali son privi, in quanto essi conservano il carattere del cristiano che è indelebile, e sono aiutati dalle orazioni e dalle buone opere dei fedeli ad ottenere la grazia di convertirsi a Dio. 221. Quelli che sono in peccato mortale possono partecipare dei beni esterni della Chiesa? Quelli che sono in peccato mortale possono partecipare dei beni esterni della Chiesa, se pure non siano separati dalla Chiesa con la scomunica. 222. Perché i membri di questa comunione presi insieme, si chiamano santi? I membri di questa comunione si chiamano santi perché tutti sono chiamati alla santità e furono santificati per mezzo del Battesimo, e molti di essi sono già pervenuti alla perfetta santità. 223. La comunione dei santi si estende ella anche al cielo e al purgatorio? Si, la comunione dei santi si estende anche al cielo e al purgatorio, perché la carità unisce le tre Chiese: trionfante, purgante e militante; e i Santi pregano Iddio per noi e per le anime del purgatorio, e noi diamo onore e gloria ai Santi e possiamo sollevare le anime del purgatorio, applicando in loro suffragio Messe, elemosine, indulgenze e altre opere buone. Di coloro che sono fuori della Chiesa 224. Chi sotto quelli che non appartengono alla comunione dei santi? Non appartengono alla comunione dei santi nell'altra vita i dannati ed in questa coloro che si trovano fuori della vera Chiesa. 225. Chi sono quelli che si trovano fuori della vera Chiesa? Si trovano fuori della vera Chiesa gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati. 226. Chi sono gl'infedeli? Gl'infedeli sono quelli che non hanno il Battesimo e non credono in Gesù Cristo; sia perché credono e adorano false divinità, come gl' idolatri; sia perché pure ammettendo l'unico vero Dio, non credono in Cristo Messia; né come venuto nella persona di Gesù Cristo, né come venturo, tali sono i maomettani ed altri somiglianti. 227. Chi sono gli ebrei? Gli ebrei sono quelli che professano la legge di Mosè; non hanno ricevuto il battesimo e non credono in Gesù Cristo. 228. Chi sono gli eretici? Gli eretici sono i battezzati che ricusano con pertinacia di credere qualche verità rivelata da Dio e insegnata come di fede dalla Chiesa cattolica, per esempio gli ariani, i nestoriani, e le varie sette dei protestanti. 229. Chi sono gli apostati? Gli apostati sono coloro che abiurano, ossia rinnegano con atto esterno la fede cattolica, che prima professavano. 230. Chi sono gli scismatici? Gli scismatici sono i cristiani che, non negando esplicitamente alcun dogma, si separano volontariamente dalla Chiesa di Gesù Cristo, ossia dai legittimi pastori. 231. Chi sono gli scomunicati? Gli scomunicati sono quelli che per mancanze gravissime vengono colpiti di scomunica dal Papa, o dal Vescovo, e sono quindi, siccome indegni, separati dal corpo della Chiesa, la quale aspetta e desidera la loro conversione. 232. Si deve temere la scomunica? La scomunica si deve temere grandemente, perché è la pena più grave e più terribile che la Chiesa possa infliggere ai suoi figli ribelli ed ostinati. 233. Di quali beni rimangono privi gli scomunicati? Gli scomunicati rimangono privi delle preghiere pubbliche, dei sacramenti, delle indulgenze e della sepoltura ecclesiastica. 234. Possiamo noi giovare in qualche modo agli scomunicati? Noi possiamo giovare in qualche modo agli scomunicati e a tutti gli altri che sono fuori della vera Chiesa, con salutari avvisi, colle orazioni e colle buone opere, supplicando Iddio che per sua misericordia conceda loro la grazia di convertirsi alla fede e di entrare nella comunione dei Santi. Del decimo articolo del Simbolo 235. Che cosa ci insegna il decimo articolo: La remissione dei peccati? Il decimo articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo ha lasciato alla sua Chiesa la potestà di rimettere i peccati. 236. La Chiesa può rimettere ogni sorta di peccati? Si, la Chiesa può rimettere tutti i peccati per quanto siano molti e gravi, perché Gesù Cristo le ha data piena potestà di sciogliere e legare. 237. Chi sono coloro che nella Chiesa esercitano questa potestà di rimettere i peccati? Coloro che nella Chiesa esercitano la potestà di rimettere i peccati sono in primo luogo il Papa, il quale solo possiede la pienezza di tale potestà; poi i Vescovi, e, sotto la dipendenza dei Vescovi, i sacerdoti. 238. Come rimette la Chiesa i peccati? La Chiesa rimette i peccati pei meriti di Gesù Cristo, conferendo i sacramenti da esso istituiti a questo fine, principalmente il Battesimo e la Penitenza. Dell'undecimo articolo del Simbolo 239. Che cosa c'insegna l'undecimo articolo: La risurrezione della carne? L'undecimo articolo del Credo c'insegna che tutti gli uomini risusciteranno, ripigliando ogni anima il corpo che ebbe in questa vita. 240. Come avverrà la risurrezione dei morti? La risurrezione dei morti avverrà per virtù di Dio onnipotente, a cui nulla è impossibile. 241. Quando avverrà la risurrezione dei morti? La risurrezione di tutti i morti avverrà alla fine del mondo, e allora seguirà il giudizio universale. 242. Perché vuole Iddio la risurrezione dei corpi? Dio vuole la risurrezione dei corpi, perché, avendo l'anima operato il bene o il male unita al corpo, sia ancora insieme con esso premiata o punita. 243. Gli uomini risorgeranno tutti alla stessa maniera? No, vi sarà grandissima differenza tra i corpi degli eletti e i corpi dei dannati, perché i soli corpi degli eletti, avranno a somiglianza di Gesù Cristo risorto le doti dei corpi gloriosi. 244. Quali sono queste doti che adorneranno i corpi degli eletti? Le doti che adorneranno i corpi gloriosi degli eletti sono: 1° la impassibilità, per cui non potranno più essere soggetti a mali, a dolori di veruna sorta, né a bisogno di cibo, di riposo o d'altro; 2° la chiarezza, per cui risplenderanno a guisa del sole e d'altrettante stelle; 3° l'agilità per cui potranno passare in un momento e senza fatica da un luogo all'altro e dalla terra al cielo; 4° la sottigliezza, per cui senza ostacolo potranno penetrare qualunque corpo, come fece Gesù Cristo risorto. 245. I corpi dei dannati come saranno? I corpi dei dannati saranno privi delle doti dei corpi gloriosi dei Beati, e porteranno l'orribile marchio dell'eterna riprovazione. Del dodicesimo articolo del Simbolo 246. Che cosa c'insegna l'ultimo articolo: La vita eterna? L'ultimo articolo del Credo c'insegna che dopo la vita presente vi è un'altra vita o eternamente beata per gli eletti in paradiso, o eternamente infelice pei dannati all'inferno. 247. Possiamo noi comprendere la felicità del paradiso? No, noi non possiamo comprendere la felicità del paradiso, perché supera le cognizioni della nostra mente limitata, e perché i beni del cielo non possono paragonarsi ai beni di questo mondo. 248. In che consiste la felicità degli eletti? La felicità degli eletti consiste nel vedere, amare e possedere per sempre Dio, fonte di ogni bene. 249. In che consiste la infelicità dei dannati? L'infelicità dei dannati consiste nell'essere sempre privi della vista di Dio e puniti da eterni tormenti nell'inferno. 250. I beni del paradiso e i mali dell'inferno sono solamente per le anime? I beni del paradiso e i mali dell'inferno sono adesso solamente per le anime, perché solo le anime sono adesso in paradiso o nell'inferno; ma dopo la risurrezione della carne, gli uomini, nella pienezza di loro natura, cioè in anima e in corpo, saranno o felici o tormentati per sempre. 251. Saranno uguali per i beati i beni del paradiso, e per i dannati i mali dell'inferno? I beni del paradiso per i beati, e i mali dell'inferno per i dannati, saranno uguali nella sostanza e nella eterna durata; ma nella misura, ossia nei gradi, saranno maggiori o minori, secondo i meriti, o demeriti di ciascuno. 252. Che vuoi dire la parola Amen in fine del Credo? La parola Amen in fine delle preghiere significa: Così sia; in fine del Credo significa: Cosi è; vale a dire: credo essere verissimo tutto quello che in questi dodici articoli si contiene, ed io ne sono più certo che se lo vedessi cogli occhi miei. Parte seconda - Dell'orazione Dell'orazione in generale 253. Di che cosa si tratta nella seconda parte della Dottrina cristiana? Nella seconda parte della Dottrina cristiana si tratta dell'orazione in generale e del Pater Noster in particolare. 254. Che cosa è l'orazione? L'orazione è una elevazione della mente a Dio per adorarlo, per ringraziarlo, e per domandargli quello che ci abbisogna. 255. Come si distingue l'orazione? L'orazione si distingue in mentale e vocale. L'orazione mentale è quella che si fa con la sola mente; l'orazione vocale è quella che si fa con le parole accompagnate dall'attenzione della mente e dalla divozione del cuore. 256. Si può distinguere in altro modo l'orazione? L'orazione si può anche distinguere in privata e pubblica. 257. Qual'è l'orazione privata? L'orazione privata è quella che ciascuno fa in particolare per sé o per altri. 258. Qual'è l'orazione pubblica? L'orazione pubblica è quella che si fa dai sacri ministri, a nome della Chiesa, e per la salvezza del popolo fedele. Si può chiamare pubblica anche l'orazione fatta in Comune e pubblicamente dai fedeli, come nelle processioni, nei pellegrinaggi e nel sacro tempio. 259. Abbiamo noi speranza fondata di ottenere per mezzo della orazione, gli aiuti e le grazie di cui abbiamo bisogno? La speranza di ottenere da Dio le grazie, di cui abbiamo bisogno, è fondata nelle promesse di Dio onnipotente, misericordioso e fedelissimo, e nei meriti di Gesù Cristo. 260. In nome di chi dobbiamo domandare a Dio le grazie che ci sono necessarie? Noi dobbiamo domandare a Dio le grazie che ci sono necessarie in nome di Gesù Cristo, come Egli medesimo ci ha insegnato e come pratica la Chiesa la quale termina sempre le sue preghiere con queste parole: per Dominum nostrum Jesum Christum, cioè: per il nostro Signore Gesù Cristo. 261. Perché dobbiamo domandare a Dio le grazie in nome di Gesù Cristo? Noi dobbiamo domandare le grazie in nome di Gesù Cristo, perché essendo Egli il nostro mediatore, solo per mezzo di lui noi possiamo avvicinarci al trono di Dio. 262. Se l'orazione ha tanta virtù, che vuol dire che molte volte non sono esaudite le nostre preghiere? Molte volte le nostre preghiere non sono esaudite, o perché domandiamo cose che non convengono alla nostra eterna salute, o perché non preghiamo come si deve. 263. Quali sono le cose che dobbiamo principalmente domandare a Dio? Dobbiamo principalmente domandare a Dio la sua gloria, la nostra eterna salute e i mezzi per conseguirla. 264. Non è lecito il domandare anche beni temporali? Si, è lecito domandare a Dio anche i beni temporali, ma sempre con la condizione che siano conformi alla sua santissima volontà, e non siano d'impedimento alla nostra eterna salute. 265. Se Iddio sa tutto ciò che ci è necessario, perché si deve pregare? Sebbene Iddio sappia tutto ciò che ci è necessario, pure vuole che noi lo preghiamo, per riconoscerlo come datore d'ogni bene, per attestargli la nostra umile sommissione e per meritarci i suoi favori. 266. Qual'è la prima e migliore disposizione per rendere efficaci le nostre preghiere? La prima e miglior disposizione per rendere efficaci le nostre preghiere è di essere in istato di grazia, o non essendovi, almeno desiderare di rimettersi in tale stato. 267. Quali altre disposizioni si richiedono per ben pregare? Per ben pregare si richiedono specialmente il raccoglimento, l'umiltà, la fiducia, la perseveranza e la rassegnazione. 268. Che vuol dire pregare con raccoglimento? Vuol dire pensare che parliamo con Dio, e perciò dobbiamo pregare con tutto il rispetto e la divozione, evitando per quanto è possibile le distrazioni, cioè ogni pensiero estraneo all'orazione. 269. Le distrazioni diminuiscono il merito dell'orazione? Si, quando noi stessi le procuriamo, ovvero non le respingiamo con diligenza. Se poi facciamo quanto è possibile per essere raccolti in Dio, allora le distrazioni non diminuiscono il merito della nostra orazione, ma anzi lo possono accrescere. 270. Che cosa si richiede per fare orazione con raccoglimento? Dobbiamo prima della preghiera allontanare tutte le occasioni di distrazione, e dobbiamo durante la preghiera pensare che siamo alla presenza di Dio il quale ci vede e ci ascolta. 271. Che vuol dire pregare con umiltà? Vuol dire riconoscere sinceramente la propria indegnità, impotenza e miseria, accompagnando la preghiera con la compostezza del corpo. 272. Che vuol dire pregare con fiducia? Vuol dire che dobbiamo avere ferma speranza di essere esauditi, se da ciò deriva la gloria di Dio ed il nostro vero bene. 273. Che vuol dire pregare con perseveranza? Vuol dire che non dobbiamo stancarci di pregare, se Iddio subito non ci esaudisce, ma che dobbiamo seguitare anzi a pregare con più fervore. 274. Che vuol dire pregare con rassegnazione? Vuol dire che dobbiamo conformarci al volere di Dio, il quale conosce meglio di noi quanto è necessario alla nostra eterna salute, pur anche nel caso in cui le nostre preghiere non fossero esaudite. 275. Dio esaudisce sempre le orazioni ben fatte? Si, Dio esaudisce sempre le orazioni ben fatte; ma nella maniera che egli sa essere più utile per la nostra eterna salute, e non sempre secondo la nostra volontà. 276. Quali effetti produce in noi l'orazione? L'orazione ci fa riconoscere la nostra dipendenza da Dio supremo Signore in tutte le cose, ci fa pensare alle cose celesti, ci fa progredire nella virtù, ci ottiene da Dio misericordia, ci fortifica contro le tentazioni, ci conforta nelle tribolazioni, ci aiuta nei nostri bisogni, e ci ottiene la grazia della perseveranza finale. 277. Quand'è che noi dobbiamo specialmente pregare? Noi dobbiamo pregare specialmente nei pericoli, nelle tentazioni e in punto di morte; inoltre dobbiamo pregare frequentemente, ed è bene che ciò si faccia la mattina e la sera e al principio delle azioni importanti della giornata. 278. Per chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare per tutti; cioè per noi stessi, per i nostri parenti, superiori, benefattori, amici e nemici; per la conversione dei poveri peccatori, di quelli che sono fuori della vera Chiesa, e per le anime sante del purgatorio. Dell'orazione domenicale Dell'orazione domenicale in genere 279. Qual'è l'orazione vocale più eccellente? L'orazione vocale più eccellente è quella che Gesù Cristo medesimo ci ha insegnato, cioè il Pater noster. 280. Perché il Pater noster è l'orazione più eccellente? Il Pater noster è l'orazione più eccellente perché l'ha composta e ce l'ha insegnata Gesù Cristo medesimo; perché contiene chiaramente in poche parole tutto quello che possiamo sperare da Dio; ed è la regola e il modello di tutte le altre orazioni. 281. Il Pater noster é anche l'orazione più efficace? Il Pater noster è anche l'orazione più efficace, perché è la più accetta a Dio, facendo noi orazione con le stesse parole che ci ha dettate il suo divin Figliuolo. 282. Perché il Pater noster si chiama orazione domenicale? Il Pater noster si chiama orazione domenicale, che vuol dire preghiera del Signore, appunto perché ce l'ha insegnata Gesù Cristo di propria bocca. 283. Quante domande sono nel Pater noster? Nel Pater noster sono sette domande, precedute da un proemio. 284. Recitate il Pater noster. Padre nostro, che sei nei cieli 1 - Sia santificato il nome tuo. 2 - Venga il regno tuo. 3 - Sia fatta la volontà tua, come in cielo, così in terra. 4 - Dacci oggi il nostro pane quotidiano. 5 - E rimetti a noi i nostri debiti, siccome noi li rimettiamo ai nostri debitori. 6 - E non c'indurre in tentazione. 7 - Ma liberaci dal male. Così sia. 285. Perché, invocando Dio in principio dell'orazione domenicale, lo chiamiamo nostro Padre? In principio dell'orazione domenicale chiamiamo Dio nostro Padre per risvegliare la nostra fiducia nella sua infinita bontà, essendo noi suoi figliuoli. 286. Perché possiamo noi dire che siamo figliuoli di Dio? Noi siamo fìgliuoli di Dio: 1 - Perché Egli ci ha creato a immagine sua e ci conserva e governa colla sua provvidenza; 2 - Perché ci ha, per ispeciale benevolenza, adottati nel Battesimo come fratelli di Gesù Cristo e coeredi insieme con lui dell'eterna gloria. 287. Perché chiamiamo Dio Padre nostro e non Padre mio? Chiamiamo Dio Padre nostro e non Padre mio, perché tutti siamo suoi figliuoli e però dobbiamo riguardarci ed amarci tutti come fratelli, e pregare gli uni per gli altri. 288. Essendo Dio in ogni luogo, perché gli diciamo: che sei nei cieli? Dio è in ogni luogo; ma diciamo: Padre nostro, che sei nei cieli, per sollevare i nostri cuori al cielo, dove Dio si manifesta nella gloria ai suoi figliuoli. Della prima petizione 289. Che cosa chiediamo noi nella prima domanda: Sia santificato il nome tuo? Nella prima domanda: Sia santificato il nome tuo noi chiediamo che Dio sia conosciuto, amato, onorato e servito da tutto il mondo, e da noi in particolare. 290. Che cosa intendiamo chiedendo che Dio sia conosciuto, amato e servito da tutto il mondo? Noi intendiamo di chiedere che gli infedeli giungano alla cognizione del vero Dio, gli eretici riconoscano i loro errori, gli scismatici ritornino all'unità della Chiesa, che i peccatori si ravvedano e che i giusti siano perseveranti nel bene. 291. Perché prima d'ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio? Prima d'ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio, perché la gloria di Dio ci deve stare più a cuore che tutti i nostri beni e vantaggi. 292. In qual modo possiamo noi procurare la gloria di Dio? Noi possiamo procurare la gloria di Dio con la preghiera, col buon esempio, e con l'indirizzare a Lui tutti i pensieri, gli affetti e le opere nostre. Della seconda petizione 293. Che cosa intendiamo noi per regno di Dio? Per regno di Dio intendiamo un triplice regno spirituale; cioè il regno di Dio in noi, ossia il regno della grazia; il regno di Dio in terra, cioè la santa Chiesa cattolica; e il regno di Dio nei cieli, ovvero il paradiso. 294. Che cosa chiediamo noi con le parole: venga il regno tuo, in ordine alla grazia? In ordine alla grazia noi chiediamo che Dio regni in noi con la sua grazia santificante per la quale Egli si compiace di risiedere in noi come re nella sua reggia; e di tenerci uniti a Lui con le virtù della fede, della speranza e della carità per le quali regna sul nostro intelletto, sul nostro cuore, e sulla nostra volontà. 295. Che cosa chiediamo con le parole: venga il regno tuo, in ordine alla Chiesa? In ordine alla Chiesa chiediamo che questa sempre più si dilati e si propaghi per tutto il mondo a salvezza degli uomini. 296. Che cosa chiediamo con le parole: venga il regno tuo in ordine alla gloria? In ordine alla gloria noi chiediamo di potere un giorno essere ammessi nel santo paradiso, per il quale fummo creati, dove saremo pienamente felici. Della terza petizione 297. Che cosa chiediamo nella terza domanda: sia fatta la volontà tua, come in cielo, così in terra? Nella terza domanda: sia fatta la volontà tua, come in cielo, cosi in terra, chiediamo la grazia di fare in ogni cosa la volontà di Dio con ubbidire ai suoi santi comandamenti cosi prontamente, come gli angeli e i santi gli ubbidiscono in cielo. Chiediamo inoltre la grazia di corrispondere alle divine ispirazioni, e di vivere rassegnati alla volontà di Dio quando Egli ci manda delle tribolazioni. 298. È necessario eseguire la volontà di Dio? È necessario eseguire la volontà di Dio quanto è necessario il conseguire l'eterna salute, perché Gesù Cristo ha detto che entrerà nel regno dei cieli soltanto chi avrà fatto la volontà del Padre suo. 299. In qual modo possiamo conoscere la volontà di Dio? Noi possiamo conoscere la volontà di Dio specialmente per mezzo della Chiesa e dei nostri superiori spirituali stabiliti da Dio per guidarci nella via della salute. Possiamo anche conoscere questa santissima volontà dalle divine ispirazioni e dalle stesse circostanze nelle quali il Signore ci ha posti. 300. Dobbiamo sempre riconoscere la volontà di Dio nelle cose prospere od avverse della vita? Nelle cose sia prospere che avverse della vita presente dobbiamo sempre riconoscere anche la volontà di Dio, il quale tutto dispone o permette per il nostro bene. Della quarta petizione 301. Che cosa chiediamo nella quarta domanda: dacci oggi il nostro pane quotidiano? Nella quarta domanda: dacci oggi il nostro pane quotidiano, chiediamo a Dio ciò che ci è necessario ciascun giorno e per l'anima e pel corpo. 302. Che cosa domandiamo a Dio per l'anima nostra? Per l'anima nostra domandiamo a Dio il sostentamento della vita spirituale: cioè preghiamo il Signore che ci doni la sua grazia, di cui abbiamo continuamente bisogno. 303. Come si nutrisce la vita dell'anima nostra? La vita dell'anima si nutrisce specialmente col cibo della divina parola e col Santissimo Sacramento dell'altare. 304. Che cosa domandiamo a Dio per il nostro corpo? Per il nostro corpo domandiamo ciò che è necessario al sostentamento della vita temporale. 305. Perché diciamo: dacci oggi il nostro pane, e non piuttosto: dacci oggi il pane? Diciamo dacci oggi il nostro pane, e non piuttosto: dacci oggi il pane, per escludere ogni desiderio della roba d'altri; perciò preghiamo il Signore che ci aiuti nei guadagni giusti e leciti, affinché ci procuriamo il vitto con le nostre fatiche, senza furti ed inganni. 306. Perché diciamo: dacci il pane, e non dammi? Diciamo: dacci invece di dammi per rammentarci che, siccome le sostanze ci vengono da Dio, così se Egli ce ne dà in abbondanza, lo fa a questo fine che ne dispensiamo il superfluo ai poveri. 307. Perché aggiungiamo quotidiano? Aggiungiamo quotidiano, perché dobbiamo desiderare quello che ci è necessario alla vita, e non l'abbondanza dei cibi e dei beni della terra. 308. Che cosa significa di più la parola oggi nella quarta domanda? La parola oggi significa che non dobbiamo essere troppo solleciti dell'avvenire, ma domandare quello che ci è necessario al presente. Della quinta petizione 309. Che cosa chiediamo nella quinta domanda: e rimetti a noi i nostri debiti, siccome noi li rimettiamo ai nostri debitori? Nella quinta domanda: e rimetti a noi i nostri debiti, siccome noi li rimettiamo ai nostri debitori, chiediamo a Dio che ci perdoni i nostri peccati, siccome noi perdoniamo ai nostri offensori. 310. Perché i nostri peccati, si chiamano debiti? I nostri peccati si chiamano debiti perché per essi dobbiamo soddisfare alla divina giustizia o in questa vita o nell'altra. 311. Quelli che non perdonano al prossimo, possono sperare che Dio loro perdoni? Quelli che non perdonano al prossimo non hanno nessuna ragione di sperare che Dio loro perdoni, tanto più che si condannano da se stessi, dicendo a Dio, che perdoni loro, come essi perdonano al prossimo. Della sesta petizione 312. Che cosa chiediamo nella sesta domanda: e non c'indurre in tentazione? Nella sesta domanda: e non c'indurre in tentazione, chiediamo a Dio che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che siamo tentati, o dandoci grazia di non essere vinti. 313. Che cosa sono le tentazioni? Le tentazioni sono un incitamento al peccato che ci viene dal demonio, o dai cattivi, o dalle nostre passioni. 314. È peccato aver tentazioni? No, non è peccato aver tentazioni, ma è peccato acconsentirvi, o esporsi volontariamente al pericolo di acconsentirvi. 315. Perché Iddio permette che siamo tentati? Iddio permette che siamo tentati per provare la nostra fedeltà, per far aumentare le nostre virtù e per accrescere i nostri meriti. 316. Che cosa dobbiamo fare per evitare le tentazioni? Per evitare le tentazioni dobbiamo fuggire le occasioni pericolose, custodire i nostri sensi, ricevere spesso i santi sacramenti, e far uso della preghiera. Della settima petizione 317. Che cosa chiediamo nella settima domanda: ma liberaci dal male? Nella settima domanda, ma liberaci dal male, chiediamo a Dio, che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dall'eterna dannazione, che ne è la pena. 318. Perché diciamo: liberaci dal male e non dai mali? Diciamo: liberaci dal male e non dai mali, perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli, che non sono espedienti all'anima nostra, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male. 319. Non è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, per esempio da una malattia? Si, è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, ma sempre rimettendoci alla volontà di Dio, il quale può anche ordinare quella tribolazione a vantaggio dell'anima nostra. 320. A che cosa ci giovano le tribolazioni che Dio ci manda? Le tribolazioni ci giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per esercitare le virtù, e sopratutto per imitare Gesù Cristo nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nei patimenti, se vogliamo aver parte nella sua gloria. 321. Che vuol dire Amen in fine del Pater? Amen vuol dire: così sia, così desidero, così prego il Signore e così spero. 322. Per ottenere le grazie domandate nel Pater noster basta recitarlo in qualsivoglia maniera? Per ottenere le grazie domandate nel Pater noster bisogna recitarlo senza fretta, con attenzione e accompagnarlo col cuore. 323. Quando dobbiamo noi dire il Pater? Il Pater dobbiamo dirlo ogni giorno, perché abbiamo bisogno ogni giorno dell'aiuto di Dio. Dell'« Ave Maria » 324. Quale orazione siamo noi soliti dire dopo il Pater? Dopo il Pater, diciamo la salutazione angelica, cioè l'Ave Maria, per mezzo della quale ricorriamo alla santissima Vergine. 325. Perché l'Ave Maria si chiama salutazione angelica? L'Ave Maria si chiama salutazione angelica perché comincia col saluto che fece a Maria Vergine l'arcangelo Gabriele. 326. Di chi sono le parole dell'Ave Maria? Le parole dell'Ave Maria parte sono dell'arcangelo Gabriele, parte di S. Elisabetta, e parte della Chiesa. 327. Quali sono le parole dell'arcangelo Gabriele? Le parole dell'arcangelo Gabriele sono: « Dio ti salvi, piena di grazia: il Signore è teco: tu sei benedetta fra le donne ». 328. Quando fu che l'Angelo disse a Maria queste parole? L'Angelo disse a Maria queste parole, quando andò ad annunziarle da parte di Dio il mistero dell'Incarnazione che in lei doveva operarsi. 329. Che intendiamo noi di fare nel salutare la santissima Vergine con le stesse parole dell'Arcangelo? Nel salutare la santissima Vergine con le parole dell'Arcangelo, noi ci rallegriamo con lei, facendo memoria dei singolari privilegi e doni, che Iddio le ha conceduti a preferenza di tutte le altre creature. 330. Quali sono le parole di santa Elisabetta? Le parole di santa Elisabetta sono: « Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno ». 331. Quando fu che santa Elisabetta disse queste parole? Santa Elisabetta disse queste parole, inspirata da Dio, quando tre mesi prima che desse alla luce S. Giovanni Battista, fu visitata dalla santissima Vergine, che già portava nel seno il suo divin Figliuolo. 332. Che cosa facciamo noi nel dire queste parole? Nel dire le parole di santa Elisabetta ci rallegriamo con Maria SS.ma della sua eccelsa dignità di Madre di Dio, e benediciamo Dio e lo ringraziamo di averci dato Gesù Cristo per mezzo di Maria. 333. Di chi sono le altre parole dell'Ave Maria? Tutte le altre parole dell'Ave Maria sono state aggiunte dalla Chiesa. 334. Che cosa domandiamo noi con le ultime parole dell'Ave Maria? Con le ultime parole dell'Ave Maria domandiamo la protezione della santissima Vergine nel corso di questa vita, e specialmente nell'ora della nostra morte, nella quale ne avremo maggior bisogno. 335. Perché dopo il Pater diciamo piuttosto l'Ave Maria, che qualunque altra orazione? Perché la SS.ma Vergine è l'Avvocata più potente appresso Gesù Cristo, epperciò dopo avere detta l'orazione insegnataci da Gesù Cristo, preghiamo la SS.ma Vergine che ci ottenga le grazie, che abbiamo domandate. 336. Per qual motivo la Vergine santissima è così potente? La santissima Vergine è così potente perché è Madre di Dio, ed è impossibile che non sia da Lui esaudita. 337. Che c'insegnano i Santi sulla devozione a Maria? Sulla devozione a Maria i Santi c'insegnano che i veri suoi devoti sono da Lei amati e protetti con amore di tenerissima Madre e per mezzo di Lei sono certi di trovare Gesù e di ottenere il paradiso. 338. Qual divozione a Maria la Chiesa ci raccomanda in modo speciale? La divozione che la Chiesa ci raccomanda in modo speciale verso Maria santissima è la recita del santo Rosario. Dell'invocazione dei Santi 339. È cosa buona ed utile il ricorrere alla intercessione dei Santi? È cosa utilissima pregare i Santi, e deve farsi da ogni cristiano. Dobbiamo pregare particolarmente i nostri Angeli Custodi, S. Giuseppe Patrono della Chiesa, i santi Apostoli, i Santi di cui portiamo il nome, e i Santi Protettori della diocesi e della parrocchia. 340. Che differenza passa tra le preghiere che facciamo a Dio e quelle che facciamo ai Santi? Tra le preghiere che facciamo a Dio e quelle che facciamo ai Santi passa questa differenza, che Dio lo preghiamo affinché, come autore delle grazie, ci dia i beni e ci liberi dai mali, e i Santi li preghiamo perché, come avvocati presso Dio, intercedano per noi. 341. Quando diciamo che un Santo ha fatto una grazia, che cosa intendiamo dire? Quando diciamo che un Santo ha fatto una grazia, intendiamo dire che quel Santo ha ottenuto da Dio quella grazia. Parte terza - Dei comandamenti di Dio e della Chiesa Dei comandamenti di Dio in generale 342. Di che cosa si tratta nella terza parte della Dottrina cristiana? Nella terza parte della Dottrina cristiana si tratta dei comandamenti di Dio e della Chiesa. 343. Quanti sono i comandamenti della legge di Dio? I comandamenti della legge di Dio sono dieci: Io sono il Signore Iddio tuo 1 - Non avrai altro Dio avanti di me. 2 - Non nominare il nome di Dio invano. 3 - Ricordati di santificare le feste. 4 - Onora il padre e la madre. 5 - Non ammazzare. 6 - Non fornicare. 7 - Non rubare. 8 - Non dire il falso testimonio. 9 - Non desiderare la donna d'altri. 10 - Non desiderare la roba d'altri. 344. I comandamenti di Dio perché hanno questo nome? I comandamenti di Dio hanno questo nome perché lo stesso Dio li ha impressi nell'anima di ogni uomo, li ha promulgati sul monte Sinai nell'antica legge scolpiti sopra due tavole di pietra, e Gesù Cristo li ha confermati nella legge nuova. 345. Quali sono i comandamenti della prima tavola? I comandamenti della prima tavola sono i primi tre, che riguardano direttamente Dio, e i doveri che abbiamo verso di Lui. 346. Quali sono i comandamenti della seconda tavola? I comandamenti della seconda tavola sono i sette ultimi, che riguardano il prossimo e i doveri che abbiamo verso di esso. 347. Siamo noi obbligati ad osservare i comandamenti? Si, siamo tutti obbligati ad osservare i comandamenti, perché tutti dobbiamo vivere secondo la volontà di Dio che ci ha creati, e basta trasgredirne gravemente uno solo per meritare l'inferno. 348. Possiamo noi osservare i comandamenti? Noi possiamo senza dubbio osservare i comandamenti di Dio, perché Iddio non ci comanda alcuna cosa impossibile e dà la grazia di osservarli a chi la domanda come si deve. 349. Che cosa si deve considerare generalmente in ciascun comandamento? In ciascun comandamento si deve considerare la parte positiva e la parte negativa; cioè quello che ci viene comandato e quello che ci viene proibito. Dei comandamenti che riguardano Dio Del primo comandamento 350. Perché si dice in principio: Io sono il Signore Iddio tuo? In principio dei comandamenti si dice: Io sono il Signore Iddio tuo, perché conosciamo che Dio, essendo il nostro Creatore e Signore, può comandare quello che vuole, e noi, sue creature, siamo tenuti ad obbedirgli. 351. Che cosa Iddio ci ordina colle parole del primo comandamento: Non avrai altro Dio avanti di me? Con le parole del primo comandamento: Non avrai altro Dio avanti di me, Iddio ci ordina di riconoscere, di adorare, di amare e servire Lui solo, come nostro supremo Signore. 352. Come si adempie il primo comandamento? Il primo comandamento si adempie coll'esercizio del culto interno ed esterno. 353. Che cosa è il culto interno? Il culto interno è l'onore che si rende a Dio con le sole facoltà dello spirito, ossia con la mente e con la volontà. 354. Che cosa è il culto esterno? Il culto esterno è l'omaggio che si rende a Dio per mezzo di atti esteriori e di oggetti sensibili. 355. Non basta adorar Dio solo col cuore internamente? No, non basta adorar Dio solo col cuore internamente, ma bisogna adorarlo anche esternamente, collo spirito insieme e col corpo, perché Egli è Creatore e Signore assoluto dell'uno e dell'altro. 356. Può stare il culto esterno, senza l'interno? No, non può stare in verun modo il culto esterno senza l'interno, perché quello scompagnato da questo rimane privo di vita, di merito e di efficacia, come corpo senz'anima. 357. Che cosa ci proibisce il primo comandamento? Il primo comandamento ci proibisce l'idolatria, la superstizione, il sacrilegio, l'eresia ed ogni altro peccato contro la religione. 358. Che cosa é l'idolatria? Si chiama idolatria il dare a qualche creatura, per esempio ad una statua, ad un'imagine, ad un uomo, il culto supremo di adorazione dovuto a Dio solo. 359. Come si trova espressa nella Sacra Scrittura questa proibizione? Nella Sacra Scrittura si trova espressa questa proibizione con le parole: Tu non ti farai scultura, né rappresentazione alcuna di quel che è lassù nel cielo e quaggiù in terra. E non adorerai tali cose, né ad esse presterai culto. 360. Proibiscono queste parole ogni sorta d'immagini? No certamente; ma soltanto quelle delle false divinità, fatte a scopo di adorazione, come facevano gl'idolatri. Ciò è tanto vero che Iddio stesso comandò a Mosè di farne alcune, come le due statue di cherubini sull'arca, e il serpente di bronzo nel deserto. 361. Che cosa è la superstizione? Si chiama superstizione qualunque devozione contraria alla dottrina e all'uso della Chiesa, come anche l'attribuire ad un'azione o ad una cosa qualunque una virtù soprannaturale che non ha. 362. Che cosa è il sacrilegio? Il sacrilegio è la profanazione di un luogo, di una persona o di una cosa consacrata a Dio e destinata al suo culto. 363. Che cosa è l'eresia? L'eresia è un errore colpevole dell'intelletto, per cui si nega con pertinacia qualche verità della fede. 364. Quali altre cose proibisce il primo comandamento? Il primo comandamento ci proibisce altresì qualunque commercio col demonio e l'aggregarsi alle sètte anticristiane. 365. Chi ricorresse al demonio o lo invocasse, commetterebbe grave peccato? Chi ricorresse al demonio o lo invocasse commetterebbe un peccato enorme, perché il demonio è il più perverso nemico di Dio e dell'uomo. 366. È lecito interrogare le tavole così dette parlanti o scriventi, o consultare in qualunque modo le anime dei trapassati mediante lo spiritismo? Tutte le pratiche dello spiritismo sono illecite, perché superstiziose, e spesso non immuni da intervento diabolico, e perciò furono dalla Chiesa giustamente proibite. 367. Il primo comandamento proibisce forse di onorare ed invocare gli Angeli e i Santi? No, non è proibito onorare ed invocare gli Angeli e i Santi; anzi dobbiamo farlo, perché è cosa buona e utile, e dalla Chiesa altamente raccomandata, essendo essi gli amici di Dio e i nostri intercessori presso di Lui. 368. Essendo Gesù Cristo il nostro unico Mediatore presso Dio, perché ricorriamo anche alla mediazione di Maria santissima e dei Santi? Gesù Cristo è il nostro Mediatore presso Dio, inquantoché, essendo vero Dio e vero Uomo, Egli solo in virtù dei propri meriti ci ha riconciliati con Dio e ce ne ottiene tutte le grazie. La Vergine poi e i Santi in virtù dei meriti di Gesù Cristo e per la carità che li unisce a Dio ed a noi, ci aiutano con la loro intercessione ad ottenere le grazie che domandiamo. E questo è uno dei grandi beni della comunione dei Santi. 369. Possiamo onorare anche le sacre immagini di Gesù Cristo e dei Santi? Si, perché l'onore che si rende alle sacre immagini di Gesù Cristo e dei Santi si riferisce alle loro stesse persone. 370. E le reliquie dei Santi si possono onorare? Si, anche le reliquie dei Santi si debbono onorare, perché i loro corpi furono vivi membri di Gesù Cristo, e templi dello Spirito Santo, e debbono risorgere gloriosi all'eterna vita. 371. Che differenza vi è tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi? Tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi vi è questa differenza, che Iddio lo adoriamo per la sua infinita eccellenza, e i Santi invece non li adoriamo, ma li onoriamo e veneriamo come amici di Dio e nostri intercessori presso di Lui. Il culto che si rende a Dio si chiama latria cioè di adorazione, ed il culto che si rende ai Santi si chiama dulia cioè di venerazione ai servi di Dio; il culto poi particolare, che prestiamo a Maria santissima, si chiama iperdulia, cioè di specialissima venerazione, come a Madre di Dio. Del secondo comandamento 372. Che cosa ci proibisce il secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano? Il secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano, ci proibisce: di nominare il nome di Dio senza rispetto; di bestemmiare contro Dio, contro la santissima Vergine e contro i Santi; di fare giuramenti falsi o non necessari, o in qualunque modo illeciti. 373. Che vuol dire nominare il nome di Dio senza rispetto? Nominare il nome di Dio senza rispetto vuol dire pronunziare questo santo nome e tutto ciò che si riferisce in modo speciale a Dio stesso, come il nome di Gesù, di Maria e dei Santi, nella collera, per ischerzo, o in altro modo poco riverente. 374. Che cosa è la bestemmia? La bestemmia è un orribile peccato che consiste in parole o atti di disprezzo o di maledizione contro Dio, la Vergine, i Santi, o contro le cose sante. 375. Vi è differenza tra la bestemmia e l'imprecazione? V'è differenza perché con la bestemmia si maledice, o si desidera il male a Dio, alla Madonna, ai Santi: mentre con la imprecazione si maledice o si desidera il male a sé stesso, o al prossimo. 376. Che cosa è il giuramento? Il giuramento è il chiamare Dio in testimonio della verità di ciò che si dice, o si promette. 377. È sempre proibito il giurare? Non è sempre proibito il giurare, ma è lecito anzi onorevole a Dio quando vi sia necessità e il giuramento sia fatto con verità, con giudizio e con giustizia. 378. Quando non si giura con verità? Quando si afferma con giuramento ciò che si sa, o si crede che sia falso, e quando con giuramento si promette di fare ciò che non si ha intenzione di eseguire. 379. Quando non si giura con giudizio? Quando si giura senza prudenza e senza matura considerazione, ovvero per cose di poca importanza. 380. Quando non si giura con giustizia? Quando si giura di fare una cosa che non sia giusta o lecita, come vendicarsi, rubare ed altre cose simili. 381. Siamo noi obbligati di mantenere il giuramento di fare cose ingiuste od illecite? Non solo non siamo obbligati, ma peccheremmo facendole, perché proibite dalla legge di Dio, o della Chiesa. 382. Chi giura il falso che peccato commette? Chi giura il falso commette peccato mortale, perché disonora gravemente Dio verità infinita, chiamandolo in testimonio del falso. 383. Che cosa ci ordina il secondo comandamento? Il secondo comandamento ci ordina di onorare il nome santo di Dio e di adempiere oltre i giuramenti anche i voti. 384. Che cosa è il voto? Il voto è una promessa che si fa a Dio di una cosa buona e a noi possibile e migliore della cosa contraria, alla quale ci obblighiamo come se ci fosse comandata. 385. Se la osservanza del voto riuscisse in tutto o in parte molto difficile, che si dovrebbe fare? Si può domandare la commutazione o la dispensa al proprio Vescovo, od al Sommo Pontefice, secondo la qualità del voto. 386. È peccato trasgredire i voti? Il trasgredire i voti è peccato, e perciò non dobbiamo far voti senza matura riflessione e, ordinariamente, senza il consiglio del confessore, o d'altra persona prudente, per non esporci al pericolo di peccare. 387. Si possono fare i voti alla Madonna ed ai Santi? I voti si fanno solamente a Dio: si può però promettere a Dio di far qualche cosa in onore della Madonna, o dei Santi. Del terzo comandamento 388. Che cosa ci ordina il terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste? Il terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste, ci ordina di onorare Dio con opere di culto nei giorni di festa. 389. Quali sono i giorni di festa? Nell'antica legge erano i sabati ed altri giorni particolarmente solenni per il popolo ebreo; nella legge nuova sono le domeniche ed altre festività stabilite dalla Chiesa. 390. Perché nella legge nuova si santifica la domenica invece del sabato? La domenica, che significa giorno del Signore, fu sostituita al sabato perché in tal giorno Gesù Cristo Signor nostro risuscitò. 391. Quale opera di culto ci viene comandata nei giorni di festa? Ci viene comandato di assistere divotamente al santo sacrificio della Messa. 392. Con quali altre opere un buon cristiano santifica le feste? Il buon cristiano santifica le feste: 1° coll'intervenire alla Dottrina cristiana, alle prediche ed ai divini uffizi; 2° col ricevere spesso, con le dovute disposizioni i sacramenti della Penitenza e dell' Eucaristia; 3° coll'esercitarsi nell'orazione e nelle opere di cristiana carità verso il prossimo. 393. Che cosa ci proibisce il terzo comandamento? Il terzo comandamento ci proibisce le opere servili e qualunque opera che ci impedisca il culto di Dio. 394. Quali sono le opere servili proibite nei giorni di festa? Le opere servili proibite nei giorni di festa sono le opere dette manuali, cioè quei lavori materiali in cui ha parte più il corpo che lo spirito; come quelle che ordinariamente si fanno dai servi, dagli operai e dagli artieri. 395. Quale peccato si commette lavorando in giorno di festa? Lavorando in giorno di festa si commette peccato mortale: scusa però dalla colpa grave la brevità del tempo che si occupa. 396. Non vi è alcuna opera servile che sia permessa nei giorni di festa? Nei giorni di festa sono permesse quelle opere che sono necessarie alla vita, o al servizio di Dio; e quelle che si fanno per una causa grave domandando licenza, se si può, al proprio parroco. 397. Per qual fine nelle feste sono proibite le opere servili? Sono proibite nelle feste le opere servili, affinché possiamo meglio attendere al divin culto e alla salute dell'anima nostra; e riposarci dalle fatiche. Per questo non è proibito qualche onesto divertimento. 398. Quali altre cose dobbiamo schivare sovrattutto nelle feste? Nelle feste dobbiamo schivare sopra tutto il peccato e tutto ciò che può indurci al peccato, come i divertimenti e i ritrovi pericolosi. Dei comandamenti che riguardano il prossimo Del quarto comandamento 399. Che cosa ci ordina il quarto comandamento: Onora il padre e la madre? Il quarto comandamento: Onora il padre e la madre, ci ordina di rispettare il padre e la madre, di obbedire loro in tutto ciò che non è peccato, e di aiutarli nei loro bisogni spirituali e temporali. 400. Che cosa ci proibisce il quarto comandamento? Il quarto comandamento ci proibisce di offendere i genitori con le parole, con le opere e in qualsiasi altro modo. 401. Sotto il nome di padre e di madre, quali altre persone comprende questo comandamento? Questo comandamento, sotto il nome di padre e di madre comprende ancora tutti i superiori, così ecclesiastici, come secolari, ai quali perciò dobbiamo obbedire e portare rispetto. 402. Donde viene ai genitori l'autorità di comandare ai figliuoli, e l'obbligo ai figliuoli di obbedire loro? L'autorità che i genitori hanno di comandare ai figliuoli, e l'obbligo ai figliuoli di obbedire, viene da Dio che costituì ed ordinò la famiglia, acciocché in essa l'uomo trovi i primi mezzi necessari al suo perfezionamento materiale e spirituale. 403. I genitori hanno dei doveri verso i loro figli? I genitori hanno il dovere di amare, alimentare e mantenere i loro figliuoli, di provvedere alla loro educazione religiosa e civile, di dar loro buono esempio, di allontanarli dall'occasione di peccato, correggerli delle loro mancanze, ed aiutarli ad abbracciare lo stato al quale sono chiamati da Dio. 404. Ci diede Iddio l'esempio di famiglia perfetta? Iddio ci diede l'esempio di famiglia perfetta nella Sacra Famiglia, nella quale Gesù Cristo visse soggetto a Maria santissima e a S. Giuseppe fino ai trent'anni, cioè fino a quando incominciò ad esercitare la missione affidatagli dall'Eterno Padre di predicare il Vangelo. 405. Se le famiglie vivessero da sole, separate una dall'altra, potrebbero provvedere a tutti i propri bisogni materiali e morali? Se le famiglie vivessero da sole, separate una dall'altra, non potrebbero provvedere ai propri bisogni, ed è necessario che si siano unite in società civile, a fine di aiutarsi a vicenda per il perfezionamento e la felicità comune. 406. Che cosa è la società civile? La società civile è l'unione di molte famiglie dipendenti dall'autorità di un capo, per aiutarsi scambievolmente a conseguire il mutuo perfezionamento e la felicità temporale. 407. Donde viene alla società civile l'autorità che la governa? L'autorità che governa la società civile viene da Dio, che la vuole costituita a bene comune. 408. Vi è obbligo di rispettare e di obbedire l'autorità che governa la società civile? Si, tutti quelli che appartengono alla società civile hanno l'obbligo di rispettare e di obbedire l'autorità perché viene da Dio, e perché cosi è richiesto dal bene comune. 409. Si debbono rispettare tutte le leggi che sono imposte dall'autorità civile? Si debbono rispettare tutte le leggi che l'autorità civile impone, purché esse non siano contrarie alla legge di Dio, secondo il comando e l'esempio di nostro Signor Gesù Cristo. 410. Oltre il rispetto e l'obbedienza alle leggi imposte dall'autorità, coloro che fanno parte della società civile hanno altri doveri? Coloro che fanno parte della società civile, hanno, oltre l'obbligo del rispetto e dell'obbedienza alle leggi, il dovere di vivere concordi e di adoperarsi ciascuno coi mezzi e con le forze proprie affinché essa sia virtuosa, pacifica, ordinata e prospera a comune vantaggio. Del quinto comandamento 411. Che cosa proibisce il quinto comandamento: Non ammazzare? Il quinto comandamento: Non ammazzare, proibisce di dar morte, battere, ferire o fare qualunque altro danno al prossimo nel corpo, sia per sé, sia per mezzo d'altri; come pure di offenderlo con parole ingiuriose e di volergli male. In questo comandamento Iddio proibisce anche il dar morte a se stesso, ossia il suicidio. 412. Perché è peccato grave uccidere il prossimo? Perché l'uccisore si usurpa temerariamente il diritto che ha Dio solo sulla vita dell'uomo; perché distrugge la sicurezza dell'umano consorzio, e perché toglie al prossimo la vita, che è il più gran bene naturale che ha sulla terra. 413. Vi sono dei casi nei quali sia lecito uccidere il prossimo? È lecito uccidere il prossimo quando si combatte in una guerra giusta, quando si eseguisce per ordine dell'autorità suprema la condanna di morte in pena di qualche delitto; e finalmente quando trattasi di necessaria e legittima difesa della vita contro un ingiusto aggressore. 414. Dio, nel quinto comandamento, proibisce anche di nuocere alla vita spirituale del prossimo? Si, Iddio nel quinto comandamento proibisce anche di nuocere alla vita spirituale del prossimo con lo scandalo. 415. Che cosa è lo scandalo? Lo scandalo è qualunque detto, fatto o omissione, che è occasione ad altri di commettere peccati. 416. È peccato grave lo scandalo? Lo scandalo è un peccato grave, perché tende a distruggere la più grande opera di Dio, che è la redenzione, con la perdita delle anime; dà al prossimo la morte dell'anima togliendogli la vita della grazia, che è più preziosa della vita del corpo; è causa di una moltitudine di peccati. Perciò Iddio minaccia agli scandalosi i più severi castighi. 417. Perché nel quinto comandamento, Dio proibisce il dar morte a se stesso, ossia il suicidio? Nel quinto comandamento, Dio proibisce il suicidio perché l'uomo non è padrone della sua vita, come non lo è di quella degli altri. La Chiesa poi punisce il suicida colla privazione della sepoltura ecclesiastica. 418. È proibito nel quinto comandamento anche il duello? Si, nel quinto comandamento è proibito anche il duello, perché il duello partecipa della malizia del suicidio e dell'omicidio, ed è scomunicato chiunque volontariamente vi ha parte, anche di semplice spettatore. 419. È anche proibito il duello quando sia escluso il pericolo di morte? È anche proibito questo duello perché non solamente non possiamo uccidere, ma neanche ferire volontariamente noi stessi e gli altri. 420. La difesa dell'onore può scusare il duello? No: perché non è vero, che nel duello si ripara l'offesa; e perché non si può riparare l'onore con un azione ingiusta, irragionevole e barbara, quale è il duello. 421. Che cosa ci ordina il quinto comandamento? Il quinto comandamento ci ordina di perdonare ai nostri nemici, e di voler bene a tutti. 422. Che cosa deve fare chi ha danneggiato il prossimo nella vita del corpo, o in quella dell'anima? Chi ha danneggiato il prossimo non basta che si confessi, ma deve anche riparare al male che ha fatto col risarcire al prossimo i danni arrecati, col ritrattare gli errori insegnati, e col dar buoni esempi. Del sesto e del nono comandamento 423. Che cosa ci proibisce il sesto comandamento: Non fornicare? Il sesto comandamento: Non fornicare, ci proibisce ogni atto, ogni sguardo, ogni discorso contrario alla castità, e l'infedeltà nel matrimonio. 424. Che cosa proibisce il nono comandamento? Il nono comandamento proibisce espressamente ogni desiderio contrario alla fedeltà che i coniugi si sono giurata nel contrarre matrimonio: e proibisce pure ogni colpevole pensiero o desiderio di azione vietata dal sesto comandamento. 425. É un gran peccato l'impurità? È un peccato gravissimo ed abominevole innanzi a Dio ed agli uomini; avvilisce l'uomo alla condizione dei bruti, lo trascina a molti altri peccati e vizi, e provoca i più terribili castighi in questa vita e nell'altra. 426. Sono peccati tutti i pensieri che ci vengono in mente contro la purità? I pensieri che ci vengono in mente contro la purità, per se stessi non sono peccati, ma piuttosto tentazioni e incentivi al peccato. 427. Quando è che sono peccati i pensieri cattivi? I pensieri cattivi, ancorché siano inefficaci, sono peccati quando colpevolmente diamo loro motivo, o vi acconsentiamo, o ci esponiamo al pericolo prossimo di acconsentirvi. 428. Che cosa ci ordinano il sesto e nono comandamento? Il sesto comandamento ci ordina di essere casti e modesti negli atti, negli sguardi, nel portamento e nelle parole. Il nono comandamento ci ordina di essere casti e puri anche nell'interno, cioè nella mente e nel cuore. 429. Che cosa ci convien fare per osservare il sesto e il nono comandamento? Per ben osservare il sesto e il nono comandamento, dobbiamo pregare spesso e di cuore Iddio, essere divoti di Maria Vergine Madre della purità, ricordarci che Dio ci vede, pensare alla morte, ai divini castighi, alla passione di Gesù Cristo, custodire i nostri sensi, praticare la mortificazione cristiana e frequentare colle dovute disposizioni i sacramenti. 430. Che cosa dobbiamo fuggire per mantenerci casti? Per mantenerci casti conviene fuggire l'ozio, i cattivi compagni, la lettura dei libri e dei giornali cattivi, l'intemperanza, il guardare le immagini indecenti, gli spettacoli licenziosi, le conversazioni pericolose, e tutte le altre occasioni di peccato. Del settimo comandamento 431. Che cosa ci proibisce il settimo comandamento: Non rubare? Il settimo comandamento: Non rubare, proibisce di prendere e di ritenere ingiustamente la roba altrui e di recar danno al prossimo nella roba in qualunque altro modo. 432. Che cosa vuol dire rubare? Vuol dire prendere ingiustamente la roba altrui contro la volontà del padrone, quando cioè egli ha tutta la ragione ed il diritto di non volerne essere privato. 433. Perché si proibisce il rubare? Perché si pecca contro la giustizia, e si fa ingiuria al prossimo, prendendo e ritenendo contro il suo diritto e la sua volontà ciò che gli appartiene. 434. Che cosa é la roba d'altri? È tutto ciò che appartiene al prossimo, che ne ha la proprietà o l'uso, o lo tiene in deposito. 435. In quanti modi si prende ingiustamente la roba degli altri? In due modi: col furto e con la rapina. 436. Il furto come si commette? Il furto si commette prendendo occultamente la roba degli altri. 437. La rapina come si commette? La rapina si commette prendendo con violenza e manifestamente la roba degli altri. 438. In quali casi si può prendere la roba degli altri senza far peccato? Quando il padrone non fosse contrario, ovvero quando ingiustamente non volesse, come accadrebbe di uno che avesse estrema necessità, purché prendesse soltanto quanto gli è strettamente necessario per sovvenire all'urgente ed estremo bisogno. 439. Solamente col furto e con la rapina si danneggia il prossimo nella roba? Si danneggia anche con la frode, con l'usura e con qualunque altra ingiustizia contro i suoi beni. 440. Come si commette la frode? La frode si commette ingannando il prossimo nel commercio con pesi, misure o monete false e con merci cattive; falsificando scritture e documenti; in somma facendo inganni nelle compere, nelle vendite ed in qualsiasi altro contratto ed anche quando non si vuol dare il giusto ed il convenuto. 441. In qual modo si commette l'usura? L'usura si commette con l'esigere senza legittimo titolo un illecito interesse per una somma prestata, abusando del bisogno e dell'ignoranza altrui. 442. Quali altre ingiustizie si commettono contro i beni del prossimo? Col fargli perdere ingiustamente ciò che ha, col danneggiarlo nelle possessioni, non lavorare conforme al dovere, non pagare per malizia i debiti e le dovute mercedi, col ferire od uccidere animali che gli appartengono, col mandare a male le cose avute in custodia, con l'impedire ad alcuno di fare un giusto guadagno, col tenere mano ai ladri, col ricevere, nascondere o comprare la roba rubata. 433. È peccato grave rubare? È un peccato grave contro la giustizia quando trattasi di materia grave, essendo cosa molto importante che sia rispettato il diritto che ciascuno ha sulla roba propria, e ciò per il bene degli individui, delle famiglie e della società. 444. Quando è grave la materia del furto? È grave quando si toglie cosa rilevante, ed anche quando, togliendosi cosa di poco momento, il prossimo ne patisce grave danno. 445. Che cosa ci ordina il settimo comandamento? Il settimo comandamento ci ordina di rispettare la roba degli altri, dare la giusta mercede agli operai, ed osservare la giustizia in tutto quello che riguarda la proprietà altrui. 446. Chi ha peccato contro il settimo comandamento basta che se ne confessi? Chi ha peccato contro il settimo comandamento non basta che se ne confessi, ma bisogna che faccia quello che può per restituire la roba d'altri e risarcire i danni. 447. Che cosa è il risarcimento dei danni? Il risarcimento dei danni è il compenso che si deve dare al prossimo dei frutti e dei guadagni perduti a cagione del furto e delle altre ingiustizie commesse a suo danno. 448. A chi si deve restituire la roba rubata? A chi si è rubato; ai suoi eredi, se egli fosse morto; e se ciò fosse veramente impossibile, si deve erogarne il valore a beneficio dei poveri e di pie opere. 449. Che cosa si deve fare quando si trova qualche cosa di grande valore? Devesi usare grande diligenza per trovarne il padrone, e restituirgliela fedelmente. Dell'ottavo comandamento 450. Che cosa ci proibisce l'ottavo comandamento: Non dire falso testimonio? L'ottavo comandamento: Non dire il falso testimonio, ci proibisce di attestare il falso in giudizio: e proibisce ancora la detrazione o mormorazione, la calunnia, l'adulazione, il giudizio ed il sospetto temerario ed ogni sorta di bugia. 451. Che cos'è la detrazione o mormorazione? La detrazione o mormorazione è un peccato che consiste nel manifestare, senza giusto motivo, i peccati e difetti altrui. 452. Che cos'è la calunnia? La calunnia è un peccato che consiste nell'attribuire malignamente al prossimo colpe e difetti che non ha. 453. Che cos'è l'adulazione? L'adulazione è un peccato che consiste nell'ingannare taluno col dire falsamente bene di lui o di altri, allo scopo di averne vantaggio. 454. Che cos'è il giudizio o sospetto temerario? Il giudizio o sospetto temerario è un peccato che consiste nel giudicare o sospettare male degli altri senza un giusto fondamento. 455. Che cos'è la bugia? La bugia è un peccato che consiste nell'asserire per vero o per falso, con parole o con fatti, ciò che non si crede tale. 456. Di quante specie è la bugia? La bugia è di tre specie: giocosa, officiosa e dannosa. 457. Qual è la bugia giocosa? La bugia giocosa è quella con cui si mentisce per giuoco, e senza pregiudizio di alcuno. 458. Qual è la bugia officiosa? La bugia officiosa è l'asserzione del falso per la propria o per l'altrui utilità, senza pregiudizio di alcuno. 459. Qual è la bugia dannosa? La bugia dannosa è l'asserzione del falso con pregiudizio del prossimo. 460. E mai lecito dir la bugia? Non è mai lecito dir la bugia né per giuoco, né per proprio, né per altrui vantaggio, essendo cosa per se stessa cattiva. 461. Che peccato è la bugia? La bugia quando è giocosa od officiosa è peccato veniale; quando poi è dannosa è peccato mortale, se il danno che reca è grave. 462. È necessario sempre dir tutto come si pensa? Non è sempre necessario, specialmente quando chi interroga non ha il diritto di sapere ciò che domanda. 463. Chi ha peccato contro l'ottavo comandamento, basta che se ne confessi? Chi ha peccato contro l'ottavo comandamento, non basta che se ne confessi, ma obbligato anche a ritrattare quanto disse calunniando il prossimo, e a riparare, nel miglior modo che può, i danni che gli ha cagionato. 464. Che cosa ci ordina l'ottavo comandamento? L'ottavo comandamento ci ordina di dire a tempo e luogo la verità, è di interpretare in bene, per quanto possiamo, le azioni del nostro prossimo. Del decimo comandamento 465. Che cosa ci proibisce il decimo comandamento: Non desiderare la roba d'altri? Il decimo comandamento: Non desiderare la roba d'altri, proibisce il desiderio di privare altri della sua roba e il desiderio di acquistar roba con mezzi ingiusti. 466. Perché proibisce Iddio anche il desiderio della roba altrui? Dio ci proibisce i desideri sregolati della roba altrui, perché Egli vuole che noi anche internamente siamo giusti e ci teniamo sempre più lontani dalle opere ingiuste. 467. Il decimo comandamento che cosa ci ordina? Il decimo comandamento ci ordina di contentarci dello stato in cui Dio ci ha posti e di soffrire con pazienza la povertà, quando Iddio ci voglia in tale stato. 468. Come può il cristiano essere contento nello stato di povertà? Il cristiano può essere contento anche nello stato di povertà, considerando che massimo bene è la coscienza pura e tranquilla, che la nostra vera patria é il cielo, e che Gesù Cristo si fece povero per amor nostro e ha promesso un premio speciale a tutti quelli che sopportano con pazienza la povertà. Dei precetti della Chiesa Dei precetti della Chiesa in generale 469. Oltre i comandamenti di Dio, che altro dobbiamo noi osservare? Oltre i comandamenti di Dio noi dobbiamo osservare i precetti della Chiesa. 470. Siamo noi obbligati ad obbedire alla Chiesa? Senza dubbio siamo obbligati ad obbedire alla Chiesa, perché Gesù Cristo medesimo lo comanda, e perché i precetti della Chiesa aiutano ad osservare i comandamenti di Dio. 471. Quando comincia l'obbligo di osservare i precetti della Chiesa? L'obbligo di osservare i precetti della Chiesa generalmente incomincia dall'uso di ragione. 472. È peccato trasgredire un precetto della Chiesa? Il trasgredire avvertitamente un precetto della Chiesa in materia grave è peccato mortale. 473. Chi può dispensare da un precetto della Chiesa? Da un precetto della Chiesa può dispensare solamente il Papa, e chi da lui ne ha ricevute le facoltà. 474. Quanti e quali sono i precetti della Chiesa? I precetti della Chiesa sono cinque: 1 - Udir la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate. 2 - Digiunare la Quaresima, le quattro tempora e le vigilie comandate; non mangiar carne nei giorni proibiti. 3 - Confessarsi almeno una volta l'anno, e comunicarsi alla Pasqua di Risurrezione, ciascuno alla propria parrocchia. 4 - Pagare le decime dovute alla Chiesa, secondo le usanze. 5 - Non celebrare le nozze nei tempi vietati, cioè dalla prima domenica dell'Avvento fino all'Epifania, e dal primo giorno di Quaresima fino all'ottava di Pasqua. Del primo precetto della Chiesa. 475. Che cosa ci ordina il primo precetto o comandamento della Chiesa: Ascoltare la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate? Il primo precetto della Chiesa: Ascoltare la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate, ci ordina di assistere con divozione alla santa Messa in tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto. 476. Qual'è la Messa alla quale la Chiesa desidera che si assista nelle domeniche e nelle altre feste di precetto? La Messa alla quale la Chiesa desidera che possibilmente si assista nelle domeniche e nelle altre feste di precetto è la Messa parrocchiale. 477. Perché la Chiesa raccomanda ai fedeli di assistere alla Messa parrocchiale? La Chiesa raccomanda ai fedeli di assistere alla Messa parrocchiale: 1 - affinché quelli che appartengono alla stessa parrocchia si uniscano a pregare insieme col parroco che è loro capo; 2 - affinché i parrocchiani partecipino maggiormente al santo sacrificio, che è applicato principalmente per loro; 3 - affinché ascoltino le verità del Vangelo che i parrochi hanno obbligo di esporre nella santa Messa; 4 - affinché vengano a conoscere le prescrizioni e gli avvisi che si pubblicano in detta Messa. 478. Che cosa vuol dire: domenica? Domenica vuol dire giorno del Signore, cioè giorno specialmente consacrato al divino servizio. 479. Perché nel primo comandamento della Chiesa si fa menzione speciale della domenica? Nel primo comandamento della Chiesa si fa menzione speciale della domenica, perché essa é la festa principale presso i cristiani come il sabato era la festa principale presso gli ebrei, istituita da Dio stesso. 480. Quali altre feste ha istituito la Chiesa? La Chiesa ha istituito anche le feste di nostro Signore, della SS.ma Vergine, degli Angeli e dei Santi. 481. Perché la Chiesa ha istituito altre feste di nostro Signore? La Chiesa ha istituito altre feste di nostro Signore in memoria dei suoi divini misteri. 482. Le feste della SS.ma Vergine, degli Angeli e dei Santi perché sono state istituite? Le feste della santissima Vergine, degli Angeli e dei Santi, sono state istituite 1° in memoria delle grazie che Dio loro ha fatte, e per ringraziarne la divina bontà; 2° affinché noi li onoriamo, imitiamo i loro esempi e siamo aiutati dalle loro preghiere. Del secondo precetto della Chiesa. 483. Che cosa ci ordina il secondo precetto della Chiesa con le parole: Digiunare i giorni comandati? Il secondo precetto della Chiesa con le parole: Digiunare i giorni comandati, ci ordina di osservare il digiuno: 1 - nella Quaresima; 2 - in alcuni giorni dell'Avvento, dove ciò è prescritto; 3 - nelle quattro tempora; 4 - in alcune vigilie. 484. In che consiste il digiuno? Il digiuno consiste nel fare un solo pasto al giorno e nell'astenersi dai cibi vietati. 485. Nei giorni di digiuno, si può fare la sera una piccola refezione? Per condiscendenza della Chiesa si può, nei giorni di digiuno, fare un po' di refezione alla sera. 486. A che serve il digiuno? Il digiuno serve a meglio disporci all'orazione, a fare penitenza dei peccati commessi e preservarci dal commetterne dei nuovi. 487. Chi è obbligato al digiuno? Al digiuno sono obbligati tutti i cristiani, che hanno compiuto ventun anni e che non sono o dispensati o scusati da legittimo impedimento. 488. Quelli che non hanno l'obbligo del digiuno sono affatto esenti dalla mortificazione? Quelli che non hanno l'obbligo del digiuno non sono affatto esenti dalla mortificazione, perché siamo tutti obbligati a fare penitenza. 489. Per qual fine è stata istituita la Quaresima? La Quaresima è stata istituita per imitare in qualche modo il rigoroso digiuno di quaranta giorni che Gesù Cristo fece nel deserto, e per prepararci col mezzo della penitenza a celebrare santamente la Pasqua. 490. Per qual fine è stato istituito il digiuno dell'Avvento? Il digiuno dell'Avvento è stato istituito per disporci a celebrare santamente il Natale di N. S. Gesù Cristo. 491. Per qual fine è stato istituito il digiuno delle quattro tempora? Il digiuno delle quattro tempora, è stato istituito per consacrare ogni stagione dell'anno con la penitenza di alcuni giorni; per domandare a Dio la conservazione dei frutti della terra; per ringraziarlo dei frutti già dati, e per pregarlo di dare alla sua Chiesa dei buoni ministri, dei quali si fa l'ordinazione nei sabati delle quattro tempora. 492. Per qual fine é stato istituito il digiuno delle vigilie? Il digiuno delle vigilie è stato istituito per prepararci a celebrare santamente le feste principali. 493. Che cosa ci è proibito nel venerdì e nel sabato non dispensato? Nel venerdì e nel sabato non dispensato, ci è proibito il mangiar carne, eccettuato il caso di necessità. 494. Perché la Chiesa ha voluto che ci asteniamo dal mangiar carne in questi giorni? Acciocché facciamo penitenza in ogni settimana, e massime il venerdì in onore della Passione, ed il sabato in memoria della sepoltura di Gesù Cristo, e in onore di Maria SS.ma. Del terzo precetto della Chiesa 495. Che cosa ci comanda la Chiesa colle parole del terzo precetto: Confessarsi almeno una volta l'anno? Con le parole del terzo precetto: Confessarsi almeno una volta l'anno, la Chiesa obbliga tutti i cristiani, che sono giunti all'uso di ragione, ad accostarsi almeno una volta l'anno al sacramento della Penitenza. 496. Qual è il tempo più opportuno per soddisfare ai precetto della Confessione annuale? Il tempo più opportuno per soddisfare al precetto della confessione annuale é la Quaresima secondo l'uso introdotto e approvato da tutta la Chiesa. 497. Perché la Chiesa dice che ci confessiamo almeno una volta l'anno? La Chiesa dice: almeno, per farci conoscere il suo desiderio che ci accostiamo più spesso ai santi sacramenti. 498. È dunque cosa utile confessarsi spesso? È cosa utilissima confessarsi spesso, massimamente perché é difficile che si confessi bene e si tenga lontano dal peccato mortale chi si confessa di rado. 499. Che cosa ci prescrive la Chiesa con le altre parole del terzo precetto: Comunicarsi almeno alla Pasqua di Risurrezione, ciascuno nella propria parrocchia? Con le altre parole del terzo precetto: Comunicarsi almeno alla Pasqua di Risurrezione, ciascuno nella propria parrocchia, la Chiesa obbliga tutti i cristiani che sono arrivati all'età della discrezione, a ricevere ogni anno la santissima Eucaristia nella propria parrocchia durante il tempo pasquale. 500. Siamo in altro tempo, fuori di Pasqua, obbligati a comunicarci? Siamo obbligati a comunicarci anche in pericolo di morte. 501. Perché si dice che ci comunichiamo almeno alla Pasqua? Perché la Chiesa desidera vivamente che non solo alla Pasqua di Risurrezione, ma il più spesso possibile ci accostiamo alla santa Comunione, che é il divino nutrimento delle anime nostre. 502. Si soddisfa questo precetto con una confessione, o comunione sacrilega? Chi facesse una confessione e comunione sacrilega non soddisfa al terzo precetto della Chiesa, perché l'intenzione della Chiesa é che si ricevano questi sacramenti pel fine per cui furono istituiti, cioè per la nostra santificazione. Del quarto precetto della Chiesa 503. Come si osserva il quarto precetto dalla Chiesa: Pagar le decime dovute alla Chiesa? Il quarto precetto: Pagar le decime dovute alla Chiesa, si osserva col pagare quelle offerte o prestazioni che sono state stabilite per riconoscere il supremo dominio che Iddio ha sopra tutte le cose, e per provvedere all'onesta sussistenza dei suoi ministri. 504. Come si devono pagare le decime? Le decime si devono pagare di quelle cose e in quel modo che porta la consuetudine dei luoghi. Del quinto precetto della Chiesa 505. Che cosa ci proibisce la Chiesa nel quinto precetto: Non celebrare le nozze nei tempi proibiti? Nel quinto precetto la Chiesa non vieta la celebrazione del sacramento del Matrimonio; ma soltanto la solennità delle nozze dalla prima domenica dell'Avvento sino all'Epifania, e dal primo giorno di Quaresima sino all'ottava di Pasqua. 506. Quale è la solennità delle nozze proibita? La solennità proibita da questo precetto consiste nella Messa propria degli sposi, nella benedizione nuziale, e nella pompa straordinaria delle nozze. 507. Perché le dimostrazioni di pompa non convengono nell'Avvento e nella Quaresima? Le dimostrazioni di pompa non convengono nell'Avvento e nella Quaresima, perché questi sono tempi specialmente consacrati alla penitenza e all'orazione. Dei doveri particolari del proprio stato e dei consigli evangelici Dei doveri dei proprio stato 508. Che cosa sono i doveri del proprio stato? Per doveri del proprio stato s'intendono quelle particolari obbligazioni che ciascuno ha per causa dello stato, della condizione e dell'officio in cui si trova. 509. Chi ha imposto ai vari stati i particolari loro doveri? Dio stesso ha imposto ai vari stati i particolari loro doveri, perché questi derivano dai suoi divini comandamenti. 510. Spiegatemi con qualche esempio come i doveri particolari derivino dai dieci comandamenti. Nel quarto comandamento sotto il nome di padre e di madre, s'intendono anche tutti i nostri superiori, e perciò da quel comandamento derivano tutti i doveri di obbedienza, di amore e di rispetto degli inferiori verso i loro superiori, e tutti i doveri di vigilanza che hanno i superiori verso i loro inferiori. 511. Da quali comandamenti derivano i doveri degli artigiani, dei commercianti, degli amministratori di roba altrui e simili? I doveri di fedeltà, di sincerità, di giustizia, di equità, che essi hanno, derivano dal settimo, dall'ottavo e dal decimo comandamento che proibiscono ogni frode, ingiustizia, negligenza e doppiezza. 512. I doveri delle persone consacrate a Dio, da quale comandamento derivano? I doveri delle persone consacrate a Dio derivano dal secondo comandamento che ordina di adempiere i voti e le promesse fatte a Dio, essendosi tali persone obbligate in tal modo alla osservanza di tutti o di alcuni consigli evangelici. Dei consigli evangelici 513. Che cosa sono i consigli evangelici? I consigli evangelici sono alcuni mezzi suggeriti da Gesù Cristo nel santo Vangelo per giungere alla cristiana perfezione. 514. Quali sono i consigli evangelici? I consigli evangelici sono: la povertà volontaria, la castità perpetua, e l'obbedienza in ogni cosa che non sia peccato. 515. A che servono i consigli evangelici? I consigli evangelici servono a facilitare l'osservanza dei comandamenti e ad assicurar meglio la eterna salute. 516. Perché i consigli evangelici facilitano l'osservanza dei comandamenti? I consigli evangelici facilitano l'osservanza dei comandamenti, perché ci aiutano a distaccare il cuore dall'amor della roba, dai piaceri, e dagli onori, e cosi ci allontanano dal peccato. Parte quarta - Dei sacramenti Dei sacramenti in generale Natura dei sacramenti. 517. Di che cosa si tratta nella quarta parte della Dottrina cristiana? Nella quarta parte della Dottrina cristiana si tratta dei sacramenti. 518. Che cosa s'intende con la parola sacramento? Con la parola sacramento s'intende un segno sensibile ed efficace della grazia, istituito da Gesù Cristo per santificare le anime nostre. 519. Perché chiamate voi i sacramenti segni sensibili ed efficaci della grazia? Chiamo i sacramenti segni sensibili ed efficaci della grazia, perché tutti i sacramenti significano, per mezzo di cose sensibili, la grazia divina che essi producono nell'anima nostra. 520. Spiegate con un esempio come i sacramenti siano segni sensibili ed efficaci della grazia. Nel Battesimo, il versar l'acqua sul capo della persona, e le parole: io ti battezzo, cioè ti lavo, nel nome del Padre, del Figliuolo, e dello Spirito Santo, sono un segno sensibile di quello che il Battesimo opera nell'anima; perché siccome l'acqua lava il corpo, cosi la grazia data dal Battesimo monda l'anima dal peccato. 521. Quanti e quali sono i sacramenti? I sacramenti sono sette, cioè: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine Sacro, Matrimonio. 522. Quante cose si richiedono per fare un sacramento? Per fare un sacramento si richiedono la materia, la forma ed il ministro, il quale abbia l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa. 523. Che cosa è la materia dei sacramenti? La materia dei sacramenti è la cosa sensibile che si adopera per farlo: come per esempio l'acqua naturale nel Battesimo; l'olio ed il balsamo nella Cresima. 524. Che cosa è la forma dei sacramenti? La forma dei sacramenti sono le parole che si proferiscono per farlo. 525. Chi è il ministro dei sacramenti? Il ministro dei sacramenti è la persona che fa o conferisce il sacramento. Dell'effetto principale dei sacramenti, che è la grazia. 526. Che cosa è la grazia? La grazia di Dio è un dono interno, soprannaturale, che ci vien dato senza alcun merito nostro, ma per i meriti di Gesù Cristo in ordine alla vita eterna. 527. Come si distingue la grazia? La grazia si distingue in grazia santificante, che si chiama anche abituale, e in grazia attuale. 528. Che cosa è la grazia santificante? La grazia santificante è un dono soprannaturale inerente all'anima nostra, che ci rende giusti, figliuoli adottivi di Dio ed eredi del Paradiso. 529. Di quante sorta è la grazia santificante? La grazia santificante è di due sorta: grazia prima e grazia seconda. 530. Qual'è la grazia prima? La grazia prima è quella per cui l'uomo passa dallo stato di peccato mortale allo stato di giustizia. 531. E la grazia seconda qual'è? La grazia seconda è un accrescimento della grazia prima. 532. Che cosa è la grazia attuale? La grazia attuale è un dono soprannaturale, che illumina la nostra mente e muove e conforta la nostra volontà, affinché noi operiamo il bene e ci asteniamo dal male. 533. Possiamo noi resistere alla grazia di Dio? Si, noi possiamo resistere alla grazia di Dio, perché essa non distrugge il nostro libero arbitrio. 534. Con le sole nostre forze possiamo noi fare alcuna cosa che ci giovi per la vita eterna? Senza il soccorso della grazia di Dio, con le sole nostre forze, noi non possiamo fare alcuna cosa che ci giovi per la vita eterna. 535. Come ci viene da Dio comunicata la grazia? La grazia ci viene comunicata da Dio principalmente per mezzo dei santi sacramenti. 536. I sacramenti, oltre la grazia santificante, ci conferiscono altra grazia? I sacramenti, oltre la grazia santificante, conferiscono anche la grazia sacramentale. 537. Che cos'è la grazia sacramentale? La grazia sacramentale consiste nel diritto che si acquista ricevendo un sacramento qualunque, di aver a tempo opportuno le grazie attuali necessarie per adempiere gli obblighi che derivano dal sacramento ricevuto. Così noi quando fummo battezzati, ricevemmo il diritto di avere le grazie per vivere cristianamente. 538. I sacramenti dànno sempre la grazia a chi li riceve? I sacramenti dànno sempre la grazia, purché si ricevano con le necessarie disposizioni. 539. Chi ha dato ai sacramenti la virtù di conferire la grazia? La virtù di conferire la grazia l'ha data ai sacramenti Gesù Cristo con la sua passione e morte. 540. Quali sono i sacramenti che conferiscono la prima grazia santificante? I sacramenti che conferiscono la prima grazia santificante, che ci rende amici di Dio, sono due: il Battesimo e la Penitenza. 541. Come si chiamano perciò questi due sacramenti? Questi due sacramenti, cioè il Battesimo e la Penitenza, si chiamano perciò sacramenti dei morti, perché sono istituiti principalmente per ridare alle anime morte per il peccato la vita della grazia. 542. Quali sono i sacramenti che accrescono la grazia in chi la possiede? I sacramenti che accrescono la grazia in chi la possiede, sono gli altri cinque, cioè la Cresima, l'Eucaristia, l'Estrema Unzione, l'Ordine Sacro ed il Matrimonio, i quali conferiscono la grazia seconda. 543. Come si chiamano perciò questi cinque sacramenti? Questi cinque sacramenti, cioè la Cresima, l'Eucaristia, l'Estrema Unzione, l'Ordine Sacro ed il Matrimonio si chiamano sacramenti dei vivi, perché quelli che li ricevono, devono essere senza peccato mortale, cioè già vivi alla grazia santificante. 544. Qual peccato commette chi riceve uno dei sacramenti dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio? Chi riceve uno dei sacramenti dei vivi, sapendo di non essere in grazia di Dio, commette un grave sacrilegio. 545. Quali sono i sacramenti più necessari per salvarci? I sacramenti più necessari per salvarci sono due: il Battesimo e la Penitenza: il Battesimo è necessario a tutti, e la Penitenza è necessaria a tutti quelli che hanno peccato mortalmente dopo il Battesimo. 546. Qual'è il più grande di tutti i sacramenti? Il più grande di tutti i sacramenti è quello della Eucaristia, perché contiene non solo la grazia, ma anche Gesù Cristo, autore della grazia e dei sacramenti. Del carattere che imprimono alcuni Sacramenti. 547. Quali sacramenti sì possono ricevere una volta sola? I sacramenti che si possono ricevere una volta sola, sono tre: il Battesimo, la Cresima e l'Ordine Sacro. 548. Perché i tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro si possono ricevere una volta sola? I tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro, si possono ricevere una volta sola, perché ciascuno di essi imprime il carattere. 549. Che cosa è il carattere che ciascuno dei tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro imprime nell'anima? Il carattere che ciascuno dei tre sacramenti, Battesimo, Cresima, e Ordine Sacro imprime nell'anima è un segno spirituale, che non si cancella mai più. 550. A che serve il carattere che imprimono nell'anima questi tre sacramenti? Il carattere che imprimono nell'anima questi tre Sacramenti, serve per contrassegnarci nel Battesimo come membri di Gesù Cristo, nella Cresima come suoi soldati, nell'Ordine Sacro come suoi ministri. Del Battesimo Natura ed effetti del Battesimo 551. Che cosa e il sacramento del Battesimo? Il Battesimo è il sacramento, per il quale rinasciamo alla grazia di Dio e diventiamo cristiani. 552. Quali sono gli effetti del sacramento del Battesimo? Il sacramento del Battesimo conferisce la prima grazia santificante per la quale si cancella il peccato originale, ed anche l'attuale se vi è; rimette tutta la pena per essi dovuta; imprime il carattere di cristiani; ci fa figliuoli di Dio, membri della Chiesa ed eredi del paradiso, e ci rende capaci di ricevere gli altri sacramenti. 553. Qual'è la materia del Battesimo? La materia del Battesimo è l'acqua naturale che si versa sul capo di chi viene battezzato in tanta quantità che scorra. 554. Qual'è la forma del Battesimo? La forma del Battesimo è questa: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Ministro del Battesimo 555. A chi spetta dare il Battesimo? Il dare il Battesimo spetta per diritto ai Vescovi ed ai parrochi; ma, in caso di necessità, qualunque persona può darlo, sia uomo, sia donna, anche un eretico od un infedele, purché eseguisca il rito del Battesimo ed abbia l'intenzione di fare quello che fa la Chiesa. 556. Se vi fosse necessità di battezzare una persona, che è in pericolo di morire, e molti si trovassero presenti, chi dovrebbe dare il Battesimo? Se vi fosse necessità di battezzare una persona in pericolo di morte, e molti si trovassero presenti, dovrebbe battezzarla il sacerdote, se vi fosse, e in sua assenza un ecclesiastico di ordine inferiore, e in assenza di questo, l'uomo secolare a preferenza della donna, se pure la maggior perizia della donna, o la decenza, non richiedessero altrimenti. 557. Quale intenzione deve avere chi battezza? Chi battezza deve avere l'intenzione di fare quello che fa la santa Chiesa nel battezzare. Rito del Battesimo e disposizioni di chi lo riceve adulto 558. Come si fa a dare il Battesimo? Si dà il Battesimo versando dell'acqua sul capo del battezzando, e se non si può sul capo, su qualche altra parte principale del corpo, e dicendo nello stesso tempo: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. 559. Se uno versasse l'acqua e un altro proferisse le parole, la persona resterebbe battezzata? Se uno versasse l'acqua, e un altro proferisse le parole, la persona non resterebbe battezzata; ma è necessario che sia la stessa persona che versi l'acqua e pronunci le parole. 560. Quando si dubita se la persona sia morta, si deve tralasciare di battezzarla? Quando si dubita se la persona sia morta, si deve battezzarla sotto condizione, dicendo: Se tu sei vivo, io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. 561. Quando si devono portare alla chiesa i bambini perché siano battezzati? I bambini si devono portare alla chiesa perché siano battezzati, il più presto possibile. 562. Perché si deve avere tanta premura per far ricevere il Battesimo ai bambini? Si deve avere somma premura per far battezzare i bambini, perché essi per la loro tenera età sono esposti a molti pericoli di morire, e non possono salvarsi senza il Battesimo. 563. Peccano adunque i padri e le madri che per la loro negligenza lasciano morire i loro figliuoli senza Battesimo, o lo differiscono? Si, i padri e le madri che per la loro negligenza, lasciano morire i figliuoli senza battesimo, peccano gravemente, perché privano i loro figliuoli dell'eterna vita; e peccano pure gravemente col differirne a lungo il Battesimo, perché li espongono al pericolo di morire, senza averlo ricevuto. 564. Quando chi si battezza è adulto quali disposizioni deve avere? L'adulto che si battezza, deve oltre la fede avere il dolore almeno imperfetto dei peccati mortali, che avesse commessi. 565. Se un adulto si battezzasse in peccato mortale senza questo dolore che cosa riceverebbe? Se un adulto si battezzasse in peccato mortale senza questo dolore riceverebbe il carattere del Battesimo, ma non la remissione dei peccati, né la grazia santificante. E questi effetti rimarrebbero sospesi, finché non fosse tolto l'impedimento col dolore perfetto de' peccati o col sacramento della Penitenza. Necessità del Battesimo e doveri dei battezzati. 566. Il Battesimo è necessario per salvarsi? Il Battesimo è assolutamente necessario per salvarsi, avendo detto espressamente il Signore: Chi non rinascerà nell'acqua e nello Spirito Santo non potrà entrare nel regno dei cieli. 567. Si può supplire in qualche modo alla mancanza del Battesimo? Alla mancanza del sacramento del Battesimo può supplire il martirio, che chiamasi Battesimo di sangue, o un atto di perfetto amor di Dio o di contrizione, che sia congiunto col desiderio almeno implicito del Battesimo, e questo si chiama Battesimo di desiderio. 568. Chi riceve il Battesimo a che cosa resta obbligato? Chi riceve il Battesimo resta obbligato a professare sempre la fede, e ad osservare la legge di Gesù Cristo e della sua Chiesa. 569. A che cosa si rinuncia nel ricevere il santo Battesimo? Nel ricevere il santo Battesimo, si rinuncia per sempre al demonio, alle sue opere, ed alle sue pompe. 570. Che cosa s'intende per le opere o per le pompe del demonio? Per opere e pompe del demonio si intendono i peccati, e le massime del mondo contrarie alle massime del santo Vangelo. Nome e Padrini. 571. Perché s'impone il nome di un Santo a colui che si battezza? A colui che si battezza s'impone il nome di un Santo per porlo sotto la speciale protezione di un celeste patrono ed animano ad imitarne gli esempi. 572. Chi sono i padrini e le madrine del Battesimo? I padrini e le madrine del Battesimo sono quelle persone, che per disposizione della Chiesa tengono al sacro fonte i bambini, rispondono in vece loro e si rendono garanti in faccia a Dio della loro cristiana educazione, specialmente se vi mancassero i genitori. 573. Siamo noi obbligati a stare a quelle promesse e rinunzie che hanno fatto per noi i nostri padrini? Siamo obbligati senza dubbio a stare alle promesse e alle rinunzie che hanno fatto per noi i nostri padrini, perché Dio non ci ha ricevuti nella sua grazia che a queste condizioni. 574. Quali persone si debbono eleggere per padrini e madrine? Si debbono eleggere per padrini e madrine persone cattoliche, di buoni costumi e ossequenti alle leggi della Chiesa. 575. Quali sono le obbligazioni dei padrini e delle madrine? I padrini e le madrine sono obbligati a procurare che i loro figli spirituali siano istruiti nelle verità della fede, e vivano da buoni cristiani, edificandoli col buon esempio. 576. Quale vincolo contraggono i padrini del Battesimo? I padrini contraggono una parentela spirituale col battezzato e coi suoi genitori, la quale cagiona impedimento di matrimonio coi medesimi. Della Cresima o Confermazione 577. Che cosa è il sacramento della Cresima? La Cresima è un sacramento che ci dà lo Spirito Santo, imprime nell'anima nostra il carattere di soldato di Gesù Cristo, e ci fa perfetti cristiani. 578. In qual maniera il sacramento della Cresima ci fa perfetti cristiani? La Cresima ci fa perfetti cristiani, perché ci conferma nella fede e perfeziona le altre virtù e i doni che abbiamo ricevuti nel santo Battesimo; e perciò si chiama Confermazione. 579. Quali sono i doni dello Spirito Santo, che si ricevono nella Cresima? I doni dello Spirito Santo, che si ricevono nella Cresima sono questi sette: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio. 580. Qual'è la materia di questo sacramento? La materia di questo sacramento oltre l'imposizione delle mani del Vescovo, è la unzione fatta sulla fronte del battezzato col sacro Crisma; epperciò si chiama anche Cresima, cioè Unzione. 581. Che cosa è il sacro Crisma? Il sacro Crisma è olio mischiato con balsamo, che il Vescovo ha consacrato il giovedì santo. 582. Che cosa significano l'olio e il balsamo in questo sacramento? In questo sacramento, l'olio che si espande e fortifica, significa la grazia abbondante, che si sparge nell'anima del cristiano per confermarlo nella fede: e il balsamo, che è odoroso e difende dalla corruzione, significa che il cristiano fortificato da questa grazia, è atto a dare buon odore di cristiane virtù e a preservarsi dalla corruzione dei vizi. 583. Qual'è la forma del sacramento della Cresima? La forma del sacramento della Cresima è questa: Io ti segno col segno della Croce e ti confermo col crisma della salute in nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, così sia. 584. Chi è il ministro del sacramento della Cresima? Il ministro ordinario del sacramento della Cresima è il solo Vescovo. 585. Con qual rito il Vescovo amministra la Cresima? Il Vescovo per amministrare il sacramento della Cresima, prima stende le mani sopra i cresimandi, invocando sopra di loro lo Spirito Santo; poi fa un'unzione in forma di croce col sacro Crisma sulla fronte di ciascheduno, dicendo le parole della forma; indi con la sua destra dà un leggiero schiaffo sulla guancia del cresimato dicendogli: la pace sia teco; finalmente benedice solennemente tutti i cresimati. 586. Perché si fa l'unzione sulla fronte? Si fa l'unzione sulla fronte, dove appariscono i segni del timore e del rossore, affinché il cresimato intenda che non deve arrossire del nome e della professione di cristiano, né aver paura dei nemici della fede. 587. Perché si dà un leggero schiaffo al cresimato? Si dà un leggero schiaffo al cresimato perché sappia che deve esser pronto a soffrire ogni affronto e ogni pena per la fede di Gesù Cristo. 588. Devono tutti procurare di ricevere il sacramento della Cresima? Si, tutti devono procurare di ricevere il sacramento della Cresima e di farlo ricevere ai loro dipendenti. 589. In quale età è bene ricevere il sacramento della Cresima? L'età, in cui è bene ricevere il sacramento della Cresima, è quella di anni sette circa; perché allora sogliono cominciare le tentazioni, e si può abbastanza conoscere la grazia di questo sacramento, e ricordarsi d'averlo ricevuto. 590. Quali disposizioni si ricercano per ricevere degnamente il sacramento della Cresima? Per ricevere degnamente il sacramento della Cresima, bisogna essere in grazia di Dio, sapere i misteri principali di nostra santa fede e accostarvisi con riverenza e divozione. 591. Peccherebbe chi ricevesse la Cresima una seconda volta? Commetterebbe un sacrilegio, perché la Cresima è uno di quei sacramenti, che imprimono il carattere nell'anima, e che perciò si possono ricevere una volta sola. 592. Che cosa deve fare il cristiano per conservare la grazia della Cresima? Per conservare la grazia della Cresima, il cristiano deve spesso pregare, fare buone opere, e vivere secondo la legge di Gesù Cristo, senza rispetti umani. 593. Perché anche nella Cresima vi sono i padrini e le madrine? Affinché questi indirizzino con le parole e con gli esempi il cresimato nella via della salute e lo aiutino nella milizia spirituale. 594. Quali condizioni si richiedono nel padrino? Il padrino deve essere di età conveniente; cattolico, cresimato, istruito nelle cose più necessarie della religione, e di buoni costumi. 595. Il padrino della Cresima contrae alcuna parentela col cresimato e con i suoi genitori? Il padrino della Cresima contrae la medesima parentela spirituale di chi tiene a battesimo. Dell'Eucarestia Della natura di questo sacramento e della presenza reale di Gesù Cristo nel medesimo 596. Che cosa è il sacramento dell'Eucaristia? L'Eucaristia è un sacramento nel quale per l'ammirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo di Gesù Cristo e di quella del vino nel suo prezioso Sangue, si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del medesimo Gesù Cristo Signor Nostro sotto le specie del pane e del vino per essere nostro nutrimento spirituale. 597. Vi è nell'Eucaristia lo stesso Gesù Cristo che è nel cielo e che nacque in terra dalla santissima Vergine? Si, nell'Eucaristia vi è veramente lo stesso Gesù Cristo che è nel cielo e che nacque in terra dalla santissima Vergine. 598. Perché credete voi che nel sacramento della Eucaristia è veramente Gesù Cristo? Io credo che nel sacramento dell'Eucaristia è veramente presente Gesù Cristo, perché lo ha detto Egli stesso, e me lo insegna la santa Chiesa. 599. Qual'è la materia del sacramento dell'Eucaristia? La materia del sacramento dell'Eucaristia è quella adoperata da Gesù Cristo, cioè il pane di frumento ed il vino di vite. 600. Qual'è la forma del sacramento dell'Eucaristia? La forma del sacramento dell'Eucaristia consiste nelle parole usate da Gesù Cristo: questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue. 601. Che cosa é dunque l'ostia prima della consacrazione? L'ostia prima della consacrazione è pane. 602. Dopo la consacrazione che cosa è l'ostia? Dopo la consacrazione l'ostia è il vero Corpo di Nostro Signor Gesù Cristo sotto le specie del pane. 603. Nel calice prima della consacrazione che cosa vi è? Nel calice prima della consacrazione vi è del vino con alcune gocce d'acqua. 604. Dopo la consacrazione che cosa è nel calice? Dopo la consacrazione nel calice è il vero Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie del vino. 605. Quando si fa la conversione del pane nel Corpo, e del vino nel Sangue di Gesù Cristo? La conversione del pane nel Corpo, e del vino nel Sangue di Gesù Cristo si fa nell'atto stesso in cui il sacerdote, nella santa Messa, pronuncia le parole della consacrazione. 606. Che cosa è la consacrazione? La consacrazione è la rinnovazione, per mezzo del sacerdote, del miracolo operato da Gesù Cristo nell'ultima cena di mutare il pane ed il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue adorabile, dicendo: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. 607. Come è chiamata dalla Chiesa la miracolosa conversione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo? La miracolosa conversione, che ogni giorno si opera sui nostri altari, è chiamata dalla Chiesa transustanziazione. 608. Chi ha dato tanta virtù alle parole della consacrazione? Ha dato tanta virtù alle parole della consacrazione lo stesso Signor nostro Gesù Cristo, il quale è Dio onnipotente. 609. Dopo la consacrazione non resta niente del pane e del vino? Dopo la consacrazione restano soltanto le specie del pane e del vino. 610. Che cosa sono le specie del pane e del vino? Le specie sono la quantità e le qualità sensibili del pane e del vino, come la figura, il colore, il sapore. 611. In che maniera possono restare le specie del pane e del vino senza la loro sostanza? Le specie del pane e del vino restano mirabilmente senza la loro sostanza, per virtù di Dio onnipotente. 612. Sotto le specie del pane vi è solo il Corpo di Gesù Cristo, e sotto le specie del vino vi è solo il suo Sangue? Tanto sotto le specie del pane, quanto sotto le specie del vino vi è tutto Gesù Cristo vivente, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. 613. Mi sapreste dire perché tanto nell'ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo? Tanto nell' ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo, perché egli è nell'Eucaristia vivo ed immortale come nel cielo; perciò dove è il suo Corpo vi è anche il Sangue, l'Anima e la Divinità, e dove è il Sangue, vi è ancora il Corpo, l'Anima e la Divinità, essendo tutto questo inseparabile in Gesù Cristo. 614. Quando Gesù è nell'ostia, cessa di essere in cielo? Quando Gesù è nell' ostia, non cessa di essere in cielo, ma si trova nel medesimo tempo in cielo e nel santissimo Sacramento. 615. Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate del mondo? Sì, Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate. 616. Come può essere che Gesù Cristo si trovi in tutte le ostie consacrate? Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate, per onnipotenza di Dio, al quale niente è impossibile. 617. Quando si rompe l'ostia, si rompe il Corpo di Gesù Cristo? Quando si rompe l'ostia, non si rompe il Corpo di Gesù Cristo, ma si rompono solamente le specie del pane. 618. In quale parte dell'ostia resta il Corpo di Gesù Cristo? Il Corpo di Gesù Cristo, resta intiero in tutte le parti, nelle quali l'ostia è stata divisa. 619. Gesù Cristo è tanto in un'ostia grande, quanto nella particella di un'ostia? Tanto in un'ostia grande, quanto nella particella di un'ostia, vi è il medesimo Gesù Cristo. 620. Per qual motivo si conserva nelle chiese la santissima Eucaristia? La santissima Eucaristia si conserva nelle chiese affinché sia adorata dai fedeli, e portata agli infermi secondo il bisogno. 621. Si deve adorare l'Eucaristia? L'Eucaristia si deve adorare da tutti, perché contiene veramente, realmente e sostanzialmente lo stesso N. S. Gesù Cristo. Della istituzione e degli effetti del sacramento dell'Eucaristia. 622. In qual tempo Gesù Cristo ha istituito il sacramento dell'Eucaristia? Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Eucaristia nell'ultima cena, che fece con i suoi discepoli la sera avanti la sua passione. 623. Perché Gesù Cristo ha istituito la santissima Eucaristia? Gesù Cristo ha istituito la santissima Eucaristia per tre principali ragioni: 1 - Perché sia sacrificio della nuova legge. 2 - Perché sia cibo dell'anima nostra. 3 - Perché sia un perpetuo memoriale di sua passione e morte, ed un pegno prezioso dell'amor suo verso di noi, e della vita eterna. 624. Perché Gesù Cristo istituì questo sacramento sotto le specie del pane e del vino? Gesù Cristo istituì questo sacramento sotto le specie del pane e del vino, perché l'Eucaristia doveva essere nostro nutrimento spirituale, ed era perciò conveniente che ci venisse data in forma di cibo e di bevanda. 625. Quali effetti produce in noi la santissima Eucaristia? Gli effetti principali che la santissima Eucaristia produce in chi la riceve degnamente sono questi: 1 - conserva ed accresce la vita dell'anima che è la grazia, come il cibo materiale sostiene ed accresce la vita del corpo; 2 - rimette i peccati veniali e preserva dai mortali; 3 - produce spirituale consolazione. 626. La santissima Eucaristia non produce in noi altri effetti? Si, la santissima Eucaristia produce in noi altri tre effetti, cioè: 1 - indebolisce le nostre passioni, ed in ispecie ammorza in noi le fiamme della concupiscenza; 2 - accresce in noi il fervore della carità verso Dio e verso il prossimo e ci aiuta ad operare in uniformità ai desideri di Gesù Cristo; 3 - ci dà un pegno della gloria futura e della stessa risurrezione del nostro corpo. Delle disposizioni necessarie per ben comunicarsi. 627. Il sacramento dell'Eucaristia produce sempre in noi i suoi meravigliosi effetti? Il sacramento dell'Eucaristia produce in noi i suoi meravigliosi effetti, quando si riceve con le dovute disposizioni. 628. Quante cose sono necessarie per fare una buona Comunione? Per fare una buona Comunione sono necessarie tre cose; 1 - essere in grazia di Dio; 2 - essere digiuno dalla mezzanotte fino all'atto della Comunione; 3 - sapere che cosa si va a ricevere e accostarsi alla santa Comunione con divozione. 629. Che cosa vuol dire essere in grazia di Dio? Essere in grazia di Dio vuol dire: avere la coscienza pura e monda da ogni peccato mortale. 630. Chi sa di essere in peccato mortale, che cosa deve fare prima di comunicarsi? Chi sa di essere in peccato mortale, deve prima di comunicarsi fare una buona confessione; non bastando l'atto di contrizione perfetta, senza la confessione, a chi è in peccato mortale per Comunicarsi come conviene. 631. Perché non basta neppure l'atto di contrizione perfetta a chi sa di essere in peccato mortale, per potersi comunicare? Perché la Chiesa ha stabilito, per rispetto a questo sacramento, che chi é colpevole di peccato mortale non ardisca di fare la Comunione se prima non si e confessato. 632. Chi si comunicasse in peccato mortale riceverebbe Gesù Cristo? Chi si comunicasse in peccato mortale, riceverebbe Gesù Cristo, ma non la sua grazia, anzi commetterebbe sacrilegio e si farebbe meritevole della sentenza di dannazione. 633. Qual'è il digiuno che si richiede prima della Comunione? Prima della Comunione si richiede il digiuno naturale, il quale si rompe per ogni piccola cosa che si prenda per modo di cibo o di bevanda. 634. Se uno inghiottisce qualche cosa rimasta fra i denti o qualche goccia d'acqua entratagli in bocca, si può ancora comunicare? Chi inghiottisse qualche cosa rimasta fra i denti, o qualche goccia d'acqua nel lavarsi, si può ancora comunicare; perché allora queste cose o non si prendono per modo di cibo o di bevanda, o ne hanno già perduta la natura. 635. E mai permesso fare la Comunione senza essere digiuno? Il fare la Comunione senza essere digiuno è permesso agli infermi che sono in pericolo di morte e a chi ne ha ottenuta speciale facoltà dal Papa a cagione di prolungata infermità. La Comunione poi fatta dagli infermi in pericolo di morte, si chiama Viatico perché li sostenta nel viaggio che fanno da questa vita all'eternità. 636. Che cosa vuol dire: sapere ciò che si va a ricevere? Sapere ciò che si va a ricevere, vuoi dire: conoscere quelle cose che s'insegnano intorno a questo sacramento nella Dottrina cristiana, e crederle fermamente. 637. Che cosa vuol dire comunicarsi con divozione? Comunicarsi con divozione, vuol dire accostarsi alla santa Comunione con umiltà e modestia, si nella persona, come nel vestito; e fare la preparazione prima e il ringraziamento dopo la santa Comunione. 638. In che consiste la preparazione prima della Comunione? La preparazione prima della Comunione consiste in trattenersi per qualche tempo a considerare chi andiamo a ricevere e chi siamo noi; e in fare atti di fede, di speranza, di carità, di contrizione, di adorazione, di umiltà e di desiderio di ricevere Gesù Cristo. 639. In che consiste il ringraziamento dopo la Comunione? Il ringraziamento dopo la Comunione consiste nel trattenerci raccolti ad onorare dentro di noi stessi il Signore; rinnovando gli atti di fede, di speranza, di carità, di adorazione, di ringraziamento, di offerta e di domanda, sopratutto di quelle grazie che maggiormente sono necessarie per noi e per coloro pei quali siamo obbligati a pregare. 640. Che cosa si deve fare nel giorno della Comunione? Nel giorno della Comunione si deve stare raccolti per quanto è possibile, occuparsi in opere di pietà e adempiere con maggiore diligenza i doveri del proprio stato. 641. Dopo la santa Comunione quanto tempo resta in noi Gesù Cristo? Dopo la santa Comunione Gesù Cristo resta in noi con la sua grazia finché non si pecca mortalmente; e con la sua reale presenza resta in noi finché non si sono consumate le specie sacramentali. Della maniera di comunicarsi. 642. Come bisogna presentarsi nell'atto di ricevere la santa Comunione? Nell'atto di ricevere la santa Comunione bisogna essere inginocchiati, tenere la testa mediocremente alzata, gli occhi modesti e rivolti alla sacra particola, la bocca sufficientemente aperta e la lingua un poco avanzata sulle labbra. 643. Come bisogna tenere la tovaglia o la tavoletta della Comunione? La tovaglia o la tavoletta della Comunione bisogna tenerla in modo che raccolga la sacra particola qualora essa venisse a cadere. 644. Quando si deve inghiottire la sacra particola? Dobbiamo procurare d'inghiottire la sacra particola più presto che si può, e per qualche tempo astenerci dallo sputare. 645. Se la sacra particola si attaccasse al palato, che cosa si dovrebbe fare? Se la sacra particola si attaccasse al palato, la si dovrebbe distaccare con la lingua, e non mai col dito. Del precetto della Comunione. 646. Quando vi è l'obbligo di comunicarsi? Vi è l'obbligo di comunicarsi in ogni anno, alla Pasqua di risurrezione, ciascuno alla propria parrocchia; e inoltre in pericolo di morte. 647. In quale età comincia ad obbligare il comandamento della Comunione pasquale? Il comandamento della Comunione pasquale comincia ad obbligare nell'età in cui il fanciullo è capace di accostarvisi con le dovute disposizioni. 648. Peccano coloro che hanno l'età capace per essere ammessi alla comunione e non si comunicano? Coloro che, avendo l'età capace per essere ammessi alla Comunione, non si comunicano, o perché non vogliono, o perché non sono per loro colpa istruiti, peccano senza dubbio. Peccano altresì i loro genitori, o chi ne fa le veci, se la dilazione della Comunione avviene per loro colpa, e ne dovranno rendere gran conto a Dio. 649. E cosa buona ed utile comunicarsi spesso? È cosa ottima il comunicarsi spesso, purché si faccia con le disposizioni dovute. 650. Con quale frequenza si può andare alla Comunione? Ciascuno può andare alla Comunione con quella maggior frequenza che gli sia consigliata da un pio e dotto confessore. Del santo sacrificio della Messa Della essenza, della istituzione e dei fini del santo sacrificio della Messa. 651. L'Eucaristia si deve considerare solamente come sacramento? L'Eucaristia, oltre essere sacramento, è anche il sacrificio permanente della nuova legge, che Gesù Cristo lasciò alla sua Chiesa, da offrirsi a Dio per mano dei suoi sacerdoti. 652. In che consiste, in generale, il sacrificio? Il sacrificio, in generale, consiste nell'offerire una cosa sensibile a Dio, e distruggerla in qualche maniera per riconoscere il supremo dominio di lui sopra di noi e sopra tutte le cose. 653. Come si chiama questo sacrificio della nuova legge? Questo sacrificio della nuova legge si chiama la santa Messa. 654. Che cosa è dunque la santa Messa? La santa Messa è il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo offerto sui nostri altari sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio della Croce. 655. Il sacrificio della Messa è il medesimo della Croce? Il sacrificio della Messa è sostanzialmente il medesimo della Croce in quanto lo stesso Gesù Cristo, che si è offerto sopra la Croce, è quello che si offerisce per mano dei sacerdoti, suoi ministri, sui nostri altari; ma in quanto al modo con cui viene offerto il sacrificio della Messa differisce dal sacrificio della Croce, pur ritenendo con questo la più intima ed essenziale relazione. 656. Quale differenza dunque e relazione vi è tra il sacrificio della Messa e quello della Croce? Tra il sacrificio della Messa e quello della Croce vi è questa differenza e relazione; che Gesù Cristo sulla Croce si offrì spargendo il suo sangue e meritando per noi; invece sugli altari Egli si sacrifica senza spargimento di sangue e ci applica i frutti della sua Passione e Morte. 657. Quale altra relazione ha il sacrificio della Messa con quello della Croce? Un'altra relazione del sacrificio della Messa con quello della Croce è che il sacrificio della Messa rappresenta in modo sensibile lo spargimento del sangue di Gesù Cristo sulla Croce; perché in virtù delle parole della consacrazione si rende presente sotto le specie del pane il solo Corpo, e sotto le specie del vino il solo Sangue del nostro Salvatore; sebbene per naturale concomitanza e per l'unione ipostatica sia presente sotto ciascuna delle specie Gesù Cristo vivo e vero. 658. Non è forse il sacrificio della Croce l'unico sacrificio della nuova legge? Il sacrificio della Croce è l'unico sacrificio della nuova legge, inquantoché per esso il Signore placò la Divina Giustizia, acquistò tutti i meriti necessari a salvarci, e così compiè da parte sua la nostra redenzione. Questi meriti però Egli ci applica per i mezzi da lui istituiti nella sua Chiesa, tra i quali è il santo sacrificio della Messa. 659. Per quali fini dunque si offre il sacrificio della santa Messa. Il sacrificio della santa Messa si offerisce a Dio per quattro fini: 1 - per onorarlo come si conviene, e per questo si chiama latreutico; 2 - per ringraziarlo dei suoi benefizi, e per questo si chiama eucaristico; 3 - per placarlo, per dargli la dovuta soddisfazione dei nostri peccati e 4 - per suffragare le anime del purgatorio; e per questo si chiama propiziatorio; 5 - per ottenere tutte le grazie che ci sono necessarie, e per questo si chiama impetratorio. 660. Chi è che offre a Dio il sacrificio della santa Messa? Il primo e principale offerente del sacrificio della santa Messa è Gesù Cristo, e il sacerdote è il ministro che in nome di Gesù Cristo offre lo stesso sacrificio all'Eterno Padre. 661. Chi ha istituito il sacrificio della santa Messa? Il sacrificio della santa Messa lo istituì Gesù Cristo medesimo quando istituì il sacramento dell'Eucaristia; e disse che si facesse in memoria della sua Passione. 662. A chi si offre la santa Messa? La santa Messa si offre a Dio solo. 663. Se la santa Messa si offre a Dio solo, perché si celebrano tante Messe in onore della santissima Vergine e dei Santi? La Messa celebrata in onore della Vergine e dei Santi è sempre un sacrificio offerto a Dio solo: si dice però celebrata in onore della santissima Vergine e dei Santi per ringraziare Dio dei doni che loro ha fatti e ottenere da Lui con la loro intercessione più abbondantemente le grazie di cui abbiamo bisogno. 664. Chi è partecipe dei frutti della Messa? Tutta la Chiesa partecipa dei frutti della Messa, ma particolarmente: 1 - il sacerdote e quelli che assistono alla Messa, i quali si considerano uniti al sacerdote; 2 - quelli per cui si applica la Messa, che possono essere sì vivi che defunti. Del modo di assistere alla santa Messa. 665. Quali cose sono necessarie per ascoltare bene e con frutto la santa Messa? Per ascoltare bene e con frutto la santa Messa sono necessarie due cose: 1 - la modestia della persona; 2 - la divozione del cuore. 666. In che consiste la modestia della persona? La modestia della persona consiste in modo speciale nell'essere modestamente vestito; nell'osservare silenzio e raccoglimento, e nello stare, per quanto si può, ginocchioni, eccettuato il tempo dei due vangeli, che si ascoltano stando in piedi. 667. Nell'ascoltare la santa Messa qual'è il miglior modo di praticare la divozione del cuore? Il miglior modo di praticare la divozione del cuore nell'ascoltare la santa Messa è il seguente: 1 - Unire da principio la propria intenzione a quella del sacerdote, offerendo a Dio il santo sacrificio per i fini pei quali è stato istituito. 2 - Accompagnare il sacerdote in ciascuna preghiera e azione del sacrificio. 3 - Meditare la passione e morte di Gesù Cristo e detestare di cuore i peccati che ne sono stati la cagione. 4 - Fare la Comunione sacramentale, o almeno la spirituale, nel tempo che si comunica il sacerdote. 668. Che cosa è la Comunione spirituale? La Comunione spirituale é un gran desiderio di unirsi sacramentalmente a Gesù Cristo dicendo, per esempio: Signore mio Gesù Cristo, io desidero con tutto il cuore di unirmi a Voi adesso e per tutta l'eternità; e facendo i medesimi atti che si fanno avanti, e dopo la Comunione sacramentale. 669. La recita del rosario o di altre orazioni durante la Messa impedisce di ascoltarla con frutto? La recita di queste preghiere non impedisce di ascoltare con frutto la Messa, purché si procuri per quanto si può di seguire l'azione del santo sacrificio. 670. E cosa ben fatta il pregare anche per gli altri nell'assistere alla santa Messa? E cosa ben fatta il pregare anche per gli altri nell'assistere alla santa Messa: anzi il tempo della santa Messa è il più opportuno per pregar Dio per i vivi e per i morti. 671. Finita la Messa che cosa si dovrebbe fare? Finita la Messa, si dovrebbe ringraziar Dio della grazia d'averci fatto assistere a questo grande sacrificio, e domandargli perdono delle mancanze che abbiamo commesso nell'assistervi. Della Penitenza Della Penitenza in generale 672. Che cosa è il sacramento della Penitenza? La Penitenza detta anche Confessione, è il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo. 673. Perché a questo sacramento si dà il nome di Penitenza? A questo sacramento si dà il nome di Penitenza, perché ad ottenere il perdono dei peccati è necessario detestarli con pentimento, e perché chi ha commesso una colpa, deve sottoporsi alla pena che il sacerdote impone. 674. Perché questo sacramento si chiama anche Confessione? Questo sacramento si chiama anche Confessione, perché ad ottenere il perdono dei peccati non basta detestarli, ma è necessario accusarli al sacerdote, cioè farne la confessione. 675. Quando Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza? Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza il giorno della sua risurrezione, quando entrato nel cenacolo solennemente diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati. 676. Come Gesù Cristo diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati? Gesù Cristo diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati, soffiando sopra di loro, e dicendo: ricevete lo Spirito Santo: i peccati di coloro ai quali voi li rimetterete, saranno rimessi; ed i peccati di coloro ai quali voi li riterrete, saranno ritenuti. 677. Qual'è la materia del sacramento della Penitenza? La materia del sacramento della Penitenza si distingue in remota e prossima. La materia remota è costituita dai peccati commessi dal penitente dopo il Battesimo, e la materia prossima sono gli atti del penitente stesso, cioè la contrizione, l'accusa e la soddisfazione. 678. Qual'è la forma del sacramento della Penitenza? La forma del sacramento della Penitenza è questa: Io ti assolvo dai tuoi peccati. 679. Chi è il ministro del sacramento della Penitenza? Il ministro del sacramento della Penitenza è il sacerdote approvato dal Vescovo per ascoltare le confessioni. 680. Perché avete detto che il sacerdote deve essere approvato dal Vescovo? Il sacerdote deve essere approvato dal Vescovo ad ascoltare le confessioni, perché ad amministrare validamente questo sacramento non basta la potestà dell'ordine, ma è necessaria anche la potestà di giurisdizione, cioè la facoltà di giudicare, che deve essere data dal Vescovo. 681. Quante sono le parti del sacramento della Penitenza? Le parti del sacramento della Penitenza sono: 1 - la contrizione, 2 - la confessione e 3 - la soddisfazione del penitente, e 4 - l'assoluzione del sacerdote. 682. Che cosa è la contrizione, ossia il dolore dei peccati? La contrizione ossia il dolore dei peccati, é un dispiacere dell'animo, pel quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire. 683. Che cosa vuol dire questa parola contrizione? La parola contrizione, vuol dire rottura o spezzamento, come quando una pietra è pestata e ridotta in polvere. 684. Perché si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati? Si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati, per significare che il cuor duro del peccatore in certo modo si spezza per dolore di avere offeso Dio. 685. In che consiste la confessione dei peccati? La confessione consiste in un'accusa distinta dei nostri peccati fatta al confessore per averne l'assoluzione e la penitenza. 686. Perché la confessione si chiama accusa? La confessione si chiama accusa, perché non dev'essere un indifferente racconto, ma una vera e dolorosa manifestazione dei propri peccati. 687. Che cosa è la soddisfazione o penitenza? La soddisfazione o penitenza è quella preghiera o altra opera buona, che il confessore ingiunge al penitente in espiazione dei suoi peccati. 688. Che cosa è l'assoluzione? L'assoluzione è la sentenza, che il sacerdote pronunzia in nome di Gesù Cristo, per rimettere i peccati al penitente. 689. Delle parti del sacramento della Penitenza qual'è la più necessaria? Delle parti del sacramento della Penitenza la più necessaria è la contrizione, perché senza di essa non si può mai ottenere il perdono dei peccati, e con essa sola, quando sia perfetta, si può ottenere il perdono, purché sia congiunta col desiderio, almeno implicito, di confessarsi. Degli effetti e della necessità del sacramento della Penitenza e delle disposizioni per ben riceverlo. 690. Quanti sono gli effetti del sacramento della Penitenza? Il sacramento della Penitenza conferisce la grazia santificante con la quale sono rimessi i peccati mortali e anche i veniali che si sono confessati e dei quali si ha dolore; commuta la pena eterna nella temporale, della quale pure vien rimesso più o meno secondo le disposizioni; restituisce i meriti delle buone opere fatte prima di commettere il peccato mortale; dà all'anima aiuti opportuni per non ricadere nella colpa, e ridona la pace alla coscienza. 691. Il sacramento della Penitenza è necessario a tutti per salvarsi? Il sacramento della Penitenza è necessario per salvarsi a tutti quelli che dopo il Battesimo hanno commesso qualche peccato mortale. 692. E cosa buona confessarsi spesso? Il confessarsi spesso è cosa ottima, perché il sacramento della Penitenza, oltre al cancellare i peccati dà le grazie opportune per evitarli in avvenire. 693. Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano? Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano, purché si riceva con le dovute disposizioni. 694. Quante cose si richiedono per fare una buona confessione? Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose: 1 - esame di coscienza; 2 - dolore di avere offeso Iddio; 3 - proponimento di non più peccare; 4 - accusa dei propri peccati; 5 - soddisfazione o penitenza. 695. Che cosa dobbiamo noi fare prima di tutto per confessarci bene? Per confessarci bene dobbiamo prima di tutto pregare di cuore il Signore a darci lume per conoscere tutti i nostri peccati e forza per detestarli. Dell'esame 696. Che cos'è l'esame di coscienza? L'esame di coscienza è una diligente ricerca dei peccati che si sono commessi, dopo l'ultima confessione ben fatta. 697. Come si fa l'esame di coscienza? L'esame di coscienza si fa con il richiamare diligentemente alla memoria, innanzi a Dio, tutti i peccati commessi, non mai confessati, in pensieri, parole, opere ed omissioni, contro i Comandamenti di Dio e della Chiesa, e gli obblighi del proprio stato. 698. Sopra quali altre cose dobbiamo esaminarci? Dobbiamo esaminarci ancora sopra le abitudini cattive e sopra le occasioni del peccato. 699. Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati? Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati mortali. 700. Che cosa si richiede perché un peccato sia mortale? Perché un peccato sia mortale si richiedono tre cose: 1 - materia grave, 2 - piena avvertenza, e 3 - perfetto consenso della volontà. 701. Quand'è che vi ha materia grave? Vi ha materia grave quando si tratta di una cosa notabilmente contraria alla legge di Dio e della Chiesa. 702. Quand'è che vi ha piena conoscenza nel peccare? Vi ha piena conoscenza nel peccare, quando si conosca perfettamente di fare un grave male. 703. Quand'è che, nel peccato, si ha il perfetto consenso della volontà? Si ha, nel peccato, il perfetto consenso della volontà, quando si vuol fare deliberatamente una cosa, sebbene si conosca peccaminosa. 704. Qual diligenza si deve usare nell'esame di coscienza? Nell'esame di coscienza si deve usare quella diligenza che si userebbe in un affare di grande importanza. 705. Quanto tempo si deve impiegare nell'esame? Si deve impiegare nell'esame di coscienza più o meno tempo, secondo il bisogno, cioè secondo il numero e la qualità dei peccati che aggravano la coscienza e secondo il tempo scorso dalla ultima confessione ben fatta. 706. Come si può facilitare l'esame per la confessione? Si facilita l'esame per la confessione con fare ogni sera l'esame di coscienza sulle azioni della giornata. Del dolore 707. Che cosa il dolore dei peccati? Il dolore dei peccati consiste in un dispiacere ed in una sincera detestazione dell'offesa fatta a Dio. 708. Di quante sorta è il dolore? Il dolore è di due sorta: perfetto, ossia di contrizione; imperfetto, ossia di attrizione. 709. Qual è il dolore perfetto, o di contrizione? Il dolore perfetto è il dispiacere di avere offeso Dio, perché infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato. 710. Perché chiamate voi perfetto il dolore di contrizione? Chiamo perfetto il dolore di contrizione per due ragioni: 1 - perché riguarda esclusivamente la bontà di Dio, e non il nostro vantaggio o danno; 2 - perché ci fa subito ottenere il perdono dei peccati, restandoci però l'obbligo di confessarci. 711. Dunque il dolore perfetto ci ottiene il perdono dei peccati indipendentemente dalla confessione? Il dolore perfetto non ci ottiene il perdono dei peccati indipendentemente dalla confessione, perché sempre include la volontà di confessarsi. 712. Perché il dolore perfetto, o contrizione, produce questo effetto di rimetterci in grazia di Dio? Il dolore perfetto, o contrizione produce questo effetto, perché nasce dalla carità la quale non può trovarsi nell'anima insieme coi peccato mortale. 713. Qual'è il dolore imperfetto o di attrizione? Il dolore imperfetto o di attrizione è quello per cui ci pentiamo di avere offeso Dio, come sommo Giudice, cioè per timore dei castighi meritati in questa o nell'altra vita o per la stessa bruttezza del peccato. 714. Quali condizioni deve avere il dolore per essere buono? Il dolore per essere buono, deve avere quattro condizioni: 1 - deve essere interno, 2 - soprannaturale, 3 - sommo e 4 - universale. 715. Che cosa vuol dire che il dolore deve essere interno? Vuol dire che deve essere nel cuore e nella volontà e non nelle sole parole. 716. Perché il dolore dev'essere interno? Il dolore deve essere interno, perché la volontà che si è allontanata da Dio col peccato, deve ritornare a Dio detestando il peccato commesso. 717. Che cosa vuol dire che il dolore deve essere soprannaturale? Vuol dire che deve essere eccitato in noi dalla grazia del Signore e concepito per motivi di fede. 718. Perché il dolore dev'essere soprannaturale? Il dolore deve essere soprannaturale, perché è soprannaturale il fine a cui si dirige, cioè il perdono di Dio, l'acquisto della grazia santificante ed il diritto alla gloria eterna. 719. Spiegate meglio la differenza tra il dolore soprannaturale e il naturale? Chi si pente per avere offeso Dio infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato, per aver perduto il paradiso e meritato l'inferno, ovvero per la malizia intrinseca del peccato, ha un dolore soprannaturale perché questi sono motivi di fede: chi invece si pentisse solo per il disonore, o castigo che gli viene dagli uomini, o per qualche danno puramente temporale, avrebbe un dolore naturale, perché si pentirebbe solo per motivi umani. 720. Perché il dolore deve essere sommo? Il dolore deve essere sommo, perché dobbiamo riguardare e odiare il peccato come sommo di tutti i mali, essendo offesa di Dio sommo Bene. 721. Pel dolore dei peccati é forse necessario piangere, come alle volte si piange per le disgrazie di questa vita? Non è necessario che materialmente si pianga pel dolore dei peccati; ma basta che nel cuore si faccia più gran caso di avere offeso Dio, che di qualunque altra disgrazia. 722. Che vuol dire che il dolore deve essere universale? Vuol dire che deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi. 723. Perché il dolore deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi? Perché chi non si pente anche di un solo peccato mortale, rimane nemico di Dio. 724. Che cosa dobbiamo fare per avere il dolore dei nostri peccati? Per avere il dolore dei nostri peccati dobbiamo dimandarlo di cuore a Dio, ed eccitarlo in noi con la considerazione del gran male che abbiamo fatto peccando. 725. Come farete per eccitarvi a detestare i peccati? Per eccitarmi a detestare i peccati: 1 - considererò il rigore della infinita giustizia di Dio e la deformità del peccato che ha deturpato l'anima mia e mi ha reso meritevole delle pene eterne dell'inferno; 2 - considererò che ho perduta la grazia, l'amicizia, la figliuolanza di Dio e l'eredità del paradiso; 3 - che ho offeso il mio dentore che è morto per me, e che i miei peccati sono stati la cagione della sua morte; 4 - che ho disprezzato il mio Creatore, il mio Dio; 5 - che ho voltato le spalle a lui, mio sommo bene degno di essere amato sopra ogni cosa e servito fedelmente. 726. Dobbiamo noi essere grandemente solleciti, quando andiamo a confessarci, d'avere un vero dolore dei nostri peccati? Quando noi andiamo a confessarci, dobbiamo essere certamente molto solleciti di avere un vero dolore dei nostri peccati, perché questa è la cosa più importante di tutte: e se manca il dolore, la confessione non vale. 727. Chi si confessa di soli peccati veniali deve avere il dolore di tutti? Chi si confessa di soli peccati veniali, per confessarsi validamente basta che sia pentito di alcuno di essi; ma per ottenere il perdono di tutti è necessario che si penta di tutti quelli che riconosce di aver commesso. 728. Chi si confessa di soli peccati veniali, e non è pentito neppure di un solo, fa una buona confessione? Chi si confessa di soli peccati veniali e non è pentito neppure dì un solo, fa una confessione di nessun valore; la quale è inoltre sacrilega, se la mancanza del dolore è avvertita. 729. Che cosa convien fare per rendere più sicura la confessione di soli peccati veniali? Per rendere più sicura la confessione di soli peccati veniali, è cosa prudente accusare, con vero dolore, anche qualche peccato più grave della vita passata, benché già confessato altre volte. 730. E cosa buona fare spesso l'atto di contrizione? È cosa buona ed utilissima il fare spesso l'atto di contrizione, massime prima di andare a dormire, e quando uno si accorge o dubita di essere caduto in peccato mortale, per rimettersi più presto in grazia di Dio; e giova sopratutto per ottenere più facilmente da Dio la grazia di fare simile atto nel maggior bisogno, cioè nel pericolo di morte. Del proponimento 731. In che consiste il proponimento? Il proponimento consiste in una volontà risoluta di non commettere mai più il peccato e di usare tutti i mezzi necessari per fuggirlo. 732. Quali condizioni deve avere il proponimento per essere buono? Il proponimento, affinché sia buono, deve avere principalmente tre condizioni: 1 - deve essere assoluto, 2 - universale ed 3 - efficace. 733. Che cosa vuol dire: proponimento assoluto? Vuol dire che il proponimento deve essere senza alcuna condizione di tempo, di luogo, o di persona. 734. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere universale? Il proponimento deve essere universale, vuol dire che dobbiamo voler fuggire tutti i peccati mortali, tanto quelli già altre volte commessi, quanto altri che potremmo commettere. 735. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere efficace? Il proponimento deve essere efficace, vuol dire che bisogna avere una volontà risoluta di perdere prima ogni cosa che commettere un nuovo peccato, di fuggire le occasioni pericolose di peccare, di distruggere gli abiti cattivi, e di adempiere gli obblighi contratti in conseguenza dei nostri peccati. 736. Che s'intende per abito cattivo? Per abito cattivo s'intende la disposizione acquistata a cadere con facilità in quei peccati ai quali ci siamo assuefatti. 737. Che cosa si deve fare per correggere gli abiti cattivi? Per correggere gli abiti cattivi dobbiamo stare vigilanti sopra di noi, fare molta orazione, frequentare la confessione, avere un buon direttore stabile, e mettere in pratica i consigli e i rimedi che egli ci propone. 738. Che cosa s'intende per occasioni pericolose di peccare? Per occasioni pericolose di peccare s'intendono tutte quelle circostanze di tempo, di luogo, di persone, o di cose che per propria natura, o per la nostra fragilità ci inducono a commettere il peccato. 739. Siamo noi gravemente obbligati a schivare tutte le occasioni pericolose? Noi siamo gravemente obbligati a schivare quelle occasioni pericolose che d'ordinario ci inducono a commettere peccato mortale, le quali si chiamano le occasioni prossime del peccato. 740. Che cosa deve fare chi non può fuggire qualche occasione di peccato? Chi non può fuggire qualche occasione di peccato, lo dica al confessore e stia ai consigli di lui. 741. Quali considerazioni servono per fare il proponimento? Per fare il proponimento servono le stesse considerazioni, che valgono ad eccitare il dolore; cioè la considerazione dei motivi che abbiamo di temere la giustizia di Dio e di amare la sua infinità bontà. Dell'accusa dei peccati al confessore 742. Dopo di esservi ben disposto alla confessione con l'esame, col dolore e col proponimento, che cosa farete? Dopo di essermi ben disposto coll'esame, col dolore e col proponimento, andrò a fare al confessore l'accusa dei miei peccati per averne l'assoluzione. 743. Di quali peccati siamo obbligati a confessarci? Siamo obbligati a confessarci di tutti i peccati mortali; è bene però confessare anche i veniali. 744. Quali sono le condizioni che deve avere l'accusa dei peccati o confessione? Le condizioni principali che deve avere l'accusa dei peccati sono cinque: 1 - deve essere umile, 2 - intiera, 3 - sincera, 4 - prudente e 5 - breve. 745. Che vuol dire: l'accusa deve esser umile? L'accusa deve esser umile, vuol dire che il penitente deve accusarsi dinanzi al suo confessore, senza alterigia di animo o di parole, ma con i sentimenti di un reo, che riconosce la sua colpa e comparisce davanti al giudice. 746. Che vuol dire: l'accusa dev'essere intiera? L'accusa dev'essere intiera, vuol dire che si debbono manifestare con le loro circostanze e nel loro numero tutti i peccati mortali commessi dopo l'ultima confessione ben fatta e dei quali si ha coscienza. 747. Quali circostanze si devono manifestare, perché l'accusa sia intiera? Perché l'accusa sia intiera, si devono manifestare le circostanze che mutano la specie del peccato. 748. Quali sono le circostanze che mutano la specie del peccato? Le circostanze che mutano la specie del peccato, sono: 1 - quelle per le quali un'azione peccaminosa da veniale diventa mortale; 2 - quelle per le quali un'azione peccaminosa contiene la malizia di due o più peccati mortali. 749. Datemi l'esempio di una circostanza che faccia diventar mortale un peccato veniale. Chi per iscusarsi dicesse una bugia dalla quale venisse grave danno al prossimo, dovrebbe manifestare questa circostanza che cambia la bugia da officiosa in gravemente dannosa. 750. Datemi ora l'esempio di una circostanza per la quale una stessa azione peccaminosa contiene la malizia di due o più peccati. Chi avesse rubato una cosa sacra dovrebbe accusare questa circostanza che aggiunge al furto la malizia del sacrilegio. 751. Se taluno non fosse certo di aver commesso un peccato, deve confessarsene? Se taluno non fosse certo di aver commesso un peccato, non è obbligato a confessarsene; se però volesse accusarlo, dovrà aggiungere che non è certo di averlo commesso. 752. Chi non ricorda precisamente il numero dei suoi peccati, che cosa deve fare? Chi non ricorda precisamente il numero dei suoi peccati, deve accusarne il numero approssimativo. 753. Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona confessione? Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona confessione purché abbia usata la debita diligenza per ricordarsene. 754. Se un peccato mortale dimenticato nella confessione torna poi in mente, siamo obbligati ad accusarcene in un'altra confessione? Se un peccato mortale dimenticato nella confessione torna poi in mente, siamo obbligati senza dubbio ad accusarlo la prima volta che di nuovo ci confessiamo. 755. Chi per vergogna, o per qualche altro motivo tace colpevolmente nella confessione qualche peccato mortale, che cosa commette? Colui che per vergogna o per qualche altro motivo tace colpevolmente qualche peccato mortale in confessione, profana il sacramento e perciò si fa reo di un gravissimo sacrilegio. 756. Chi ha taciuto colpevolmente qualche peccato mortale nella confessione, come deve provvedere alla propria coscienza? Chi ha taciuto colpevolmente qualche peccato mortale nella confessione, deve esporre al confessore il peccato taciuto, dire in quante confessioni l'abbia taciuto e rifare tutte le confessioni dall'ultima ben fatta. 757. Che cosa deve considerare chi fosse tentato a tacere qualche peccato in confessione? Chi fosse tentato a tacere un peccato grave in confessione deve considerare: 1 - che non ha avuto rossore di peccare alla presenza di Dio, che tutto vede; 2 - che è meglio manifestare i propri peccati al confessore in segreto, che vivere inquieto nel peccato, fare una morte infelice ed essere perciò svergognato nel dì del giudizio universale in faccia a tutto il mondo; 3 - che il confessore è obbligato al sigillo sacramentale sotto gravissimo peccato e con la minaccia di severissime pene temporali ed eterne. 758. Che cosa vuoi dire: l'accusa deve essere sincera? L'accusa deve essere sincera, vuol dire che bisogna dichiarare i propri peccati quali sono, senza scusarli, diminuirli o accrescerli. 759. Che vuol dire: la confessione deve essere prudente? La confessione deve essere prudente, vuol dire che nel confessare i peccati dobbiamo servirci dei termini più modesti, e che dobbiamo guardarci dallo scoprire i peccati degli altri. 760. Che cosa significa: la confessione deve essere breve? La confessione deve essere breve, significa che non dobbiamo dire niente d'inutile al confessore. 761. Non è egli gravoso il dover confessare ad un altro i propri peccati, massimamente se sono assai vergognosi? Sebbene il confessare ad un altro i propri peccati possa essere gravoso, bisogna farlo, perché é di precetto divino e altrimenti non si può ottenere il perdono dei peccati commessi, e inoltre perché la difficoltà di confessarsi è compensata da molti vantaggi e da grandi consolazioni. Del modo di confessarsi 762. Come vi presenterete al confessore? Mi inginocchierò ai piedi del confessore e dirò: beneditemi, padre, perché ho peccato. 763. Che cosa farete mentre il confessore vi darà la benedizione? Mi inchinerò umilmente a ricevere la benedizione, e farò il segno della Croce. 764. Fatto il segno della Croce, che cosa deve dirsi? Fatto il segno della Croce, si deve dire: mi confesso a Dio onnipotente, alla beata Vergine Maria, a tutti i Santi, ed a voi, padre mio spirituale, perché ho peccato. 765. E poi che cosa bisogna dire? Poi bisogna dire: mi sono confessato nel tal tempo; per grazia di Dio ho ricevuto l'assoluzione, ho fatto la penitenza, e sono andato alla Comunione. Quindi si fa l'accusa dei peccati. 766. Finita l'accusa dei peccati che cosa farete? Finita l'accusa dei peccati dirà: mi accuso ancora di tutti i peccati della vita passata, specialmente contro la tale, o tale virtù - p. es. contro la purità, contro il quarto comandamento, ecc. 767. Dopo questa accusa che cosa si deve dire? Si deve dire: di tutti questi peccati e di quelli che non ricordo, domando perdono a Dio con tutto il cuore; ed a voi, mio padre spirituale, domando la penitenza e l'assoluzione. 768. Compiuta l'accusa dei peccati che cosa resta a farsi? Compiuta l'accusa dei peccati, bisogna ascoltare con rispetto quello che dirà il confessore; accettare la penitenza con sincera volontà di farla; e mentre egli darà l'assoluzione, rinnovare di cuore l'atto di contrizione. 769. Ricevuta l'assoluzione, che resta a fare? Ricevuta l'assoluzione, bisogna ringraziare il Signore; fare al più presto la penitenza; e mettere in pratica gli avvisi del confessore. Dell'assoluzione 770. Debbono i confessori dar sempre l'assoluzione a quelli che si confessano? I confessori debbono dare l'assoluzione solamente a quelli che essi giudicano ben disposti a riceverla. 771. Possono i confessori differire o negare qualche volta l'assoluzione? I confessori non solamente possono, ma debbono differire o negare l'assoluzione in certi casi, per non profanare il sacramento. 772. Quali sono i penitenti che debbono ritenersi mal disposti, e ai quali si deve d'ordinario negare o differire l'assoluzione? I penitenti che debbono ritenersi mal disposti sono questi principalmente: 1 - coloro che non sanno i misteri principali della fede o trascurano d'imparare le altre cose della Dottrina cristiana, che sono obbligati a sapere secondo il loro stato; 2 - coloro che sono gravemente negligenti nel fare l'esame di coscienza o non dànno segni di dolore e di pentimento coloro che non vogliono restituire, potendo, la roba altrui, o la riputazione tolta; 3 - coloro che non perdonano di cuore ai loro nemici; 4 - coloro che non vogliono praticare i mezzi necessari per emendarsi dei loro abiti cattivi; 5 - coloro che non vogliono lasciare le occasioni prossime del peccato. 773. Non è egli troppo rigoroso il confessore che differisce l'assoluzione al penitente, perché non lo crede ancora ben disposto? Il confessore che differisce l'assoluzione al penitente, perché non lo crede ancora ben disposto, non è troppo rigoroso, ma anzi molto caritatevole, regolandosi come un buon medico, che tenta tutti i rimedi, anche disgustosi e dolorosi, per salvare la vita all'ammalato. 774. Il peccatore al quale si differisce o si nega l'assoluzione, dovrà disperarsi, o affatto ritirarsi dalla confessione? Il peccatore, al quale si differisce, o si nega l'assoluzione, non deve disperarsi, o ritirarsi affatto dalla confessione; ma deve umiliarsi, riconoscere il suo deplorabile stato, profittare dei buoni consigli che il confessore gli dà, e così mettersi al più presto possibile in istato di meritare l'assoluzione. 775. Che cosa deve fare il penitente, quanto alla scelta del confessore? Il vero penitente deve raccomandarsi molto a Dio per la scelta di un confessore pio, dotto e prudente, poi mettersi nelle sue mani, e sottomettersi a lui, come a suo giudice e medico. Della soddisfazione ossia penitenza 776. Che cosa è la soddisfazione? La soddisfazione, che chiamasi anche penitenza sacramentale, è uno degli atti del penitente, col quale egli dà un qualche risarcimento alla giustizia di Dio per i peccati commessi, eseguendo quelle opere che il confessore gli impone. 777. Il penitente è obbligato ad accettare la penitenza ingiuntagli dal confessore? Il penitente è obbligato ad accettare la penitenza ingiuntagli dal confessore, se può farla; e se non può farla, deve dirlo umilmente al confessore stesso, e domandarne un'altra. 778. Quando si deve fare la penitenza? Se il confessore non ha prescritto verun tempo, la penitenza si deve fare al più presto, e procurare di farla in istato di grazia. 779. Come si deve fare la penitenza? La penitenza si deve fare intiera e con divozione. 780. Perché nella confessione s'ingiunge la penitenza? La penitenza s'ingiunge perché d'ordinario, dopo l'assoluzione sacramentale che rimette la colpa e la pena eterna, resta una pena temporale da scontarsi in questo mondo o nel purgatorio. 781. Per qual ragione ha voluto il Signore nel sacramento del Battesimo rimettere tutta la pena dovuta ai peccati e non nel sacramento della Penitenza? Il Signore ha voluto nel sacramento del Battesimo rimettere tutta la pena dovuta ai peccati, e non nel sacramento della Penitenza, perché i peccati dopo il Battesimo sono assai più gravi, essendo commessi con maggior cognizione e ingratitudine ai benefici di Dio, e anche perché l'obbligo di soddisfarli sia freno a non ricadere nel peccato. 782. Possiamo noi soddisfare da noi stessi a Dio? Noi, da noi stessi, non possiamo soddisfare a Dio; ma ben lo possiamo con l'unirci a Gesú Cristo, che col merito della sua passione e morte dà valore alle nostre azioni. 783. La penitenza che dà il confessore basta essa sempre a cancellare la pena che rimane dovuta ai peccati? La penitenza che dà il confessore d'ordinario non basta per scontare la pena che rimane dovuta ai peccati; perciò bisogna procurare di supplire con altre penitenze volontarie. 784. Quali sono le opere di penitenza? Le opere di penitenza si possono ridurre a tre specie: alla preghiera, al digiuno, alla elemosina. 785. Che cosa intendete per preghiera? Per la preghiera s'intende ogni sorta di esercizi di pietà. 786. Che cosa s'intende per digiuno? Per digiuno s'intende ogni sorta di mortificazione. 787. Che s'intende per elemosina? Per elemosina s'intende qualunque opera di misericordia spirituale e corporale. 788. Quale penitenza è più meritoria, quella che dà il confessare, o quella che facciamo di nostra elezione? La penitenza che ci dà il confessore è la più meritoria, perché, essendo parte del sacramento, riceve maggior virtù dai meriti della passione di Gesù Cristo. 789. Quelli che muoiono dopo d'avere ricevuta l'assoluzione, ma prima d'avere pienamente soddisfatto alla giustizia di Dio, vanno subito in paradiso? No; vanno in purgatorio per ivi soddisfare alla giustizia di Dio, e purificarsi interamente. 790. Le anime che sono nel purgatorio possono essere da noi sollevate nelle loro pene? Si, le anime, che sono nel purgatorio, possono essere sollevate con le preghiere, con le elemosine, con tutte le altre buone opere e con le indulgenze, ma sopratutto con il santo sacrificio della Messa. 791. Oltre la penitenza, che altro deve fare il penitente dopo la confessione? Il penitente, dopo la confessione, oltre la penitenza, se ha danneggiato ingiustamente il prossimo nella roba o nell'onore, o se gli ha dato scandalo, deve per quanto gli è possibile al più presto restituirgli la roba, ripararne l'onore e rimediare allo scandalo. 792. Come si può rimediare allo scandalo che si è cagionato? Si più rimediare allo scandalo che si è cagionato, facendone cessare l'occasione, ed edificando con le parole e col buon esempio quelli che abbiamo scandalizzati. 793. In qual maniera si dovrà soddisfare al prossimo, quando è stato da noi offeso? Si dovrà soddisfare al prossimo, quando è stato da noi offeso, con domandargli perdono o con dargli qualche altra conveniente riparazione. 794. Quali frutti produce in noi una buona confessione? Una buona confessione: 1 - ci rimette i peccati commessi, e 2 - ci dà la grazia di Dio; 3 - ci restituisce la pace e la quiete della coscienza; 4 - ci riapre le porte del paradiso, e cambia la pena eterna dell'inferno in pena temporale; 5 - ci preserva dalle ricadute e 6 - ci rende capaci del tesoro delle indulgenze. Delle indulgenze 795. Che cosa è l'indulgenza? L'indulgenza è la remissione della pena temporale dovuta per i nostri peccati, già rimessi quanto alla colpa; remissione che la Chiesa accorda fuori del sacramento della Penitenza. 796. Da chi ha ricevuto la Chiesa la facoltà di dare le indulgenze? La Chiesa ha ricevuto la facoltà di dare le indulgenze da Gesù Cristo. 797. In qual modo la Chiesa ci rimette la pena temporale per mezzo delle indulgenze? La Chiesa ci rimette la pena temporale per mezzo delle indulgenze, applicandoci le soddisfazioni sovrabbondanti di Gesù Cristo, di Maria SS.ma, e dei Santi, le quali formano ciò che dicesi il tesoro della Chiesa. 798. Chi ha il potere di concedere le indulgenze? Il potere di concedere le indulgenze lo ha solo il Papa in tutta la Chiesa, e il Vescovo nella sua diocesi, secondo la facoltà concessagli dal Papa. 799. Di quante specie sono le indulgenze? Le indulgenze sono di due specie: l'indulgenza plenaria e l'indulgenza parziale. 800. Qual'è l'indulgenza plenaria? L'indulgenza plenaria è quella con cui ci viene rimessa tutta la pena temporale dovuta per i nostri peccati. Perciò se taluno morisse dopo aver ricevuto tale Indulgenza, andrebbe subito in Paradiso, esente affatto dalle pene del purgatorio. 801. Qual'è l'indulgenza parziale? L'indulgenza parziale è quella con la quale ci viene rimessa soltanto una parte della pena temporale dovuta per i nostri peccati. 802. Che cosa intende di fare la Chiesa nel concedere le indulgenze? Nel concedere le indulgenze la Chiesa intende venire in aiuto alla nostra incapacità di espiare in questo mondo tutta la pena temporale, facendoci conseguire per mezzo di opere di pietà e di carità cristiana quello che nei primi secoli procurava che si ottenesse col rigore dei canoni penitenziali. 803. Che cosa s'intende per indulgenza di quaranta o cento giorni, ovvero di sette anni, e simili? Per indulgenza di quaranta o cento giorni ovvero di sette anni e simili, s'intende la remissione di tanta pena temporale, quanta se ne sconterebbe con quaranta o cento giorni ovvero sette anni della penitenza anticamente stabilita dalla Chiesa. 804. Che conto dobbiamo fare delle indulgenze? Delle indulgenze dobbiamo fare grandissimo conto, perché con esse si soddisfa alla giustizia di Dio e più presto e più facilmente si ottiene il possesso del cielo. 805. Che cosa si ricerca per acquistare le indulgenze? Per acquistare le indulgenze si ricerca: 1 - lo stato di grazia ( almeno nell'ultima opera che si compie ) e la mondezza anche da quelle colpe veniali, di cui vuolsi cancellare la pena; 2 - l'adempimento delle opere che la Chiesa prescrive per acquistare l'indulgenza; 3 - l'intenzione di acquistarla. 806. Le indulgenze possono applicarsi anche alle anime del purgatorio? Si, le indulgenze possono applicarsi anche alle anime del purgatorio, quando chi le accorda dichiari che si possono ad esse applicare. 807. Che cosa è il Giubileo? Il Giubileo, che ordinariamente si concede ogni venticinque anni, è un'indulgenza plenaria a cui sono annessi molti privilegi e particolari concessioni, come di poter ottenere l'assoluzione di alcuni peccati riservati e delle censure, e la commutazione di alcuni voti. Dell'Estrema Unzione 808. Che cosa è il sacramento dell'Estrema Unzione detto pure Olio Santo? L'Estrema Unzione detta pure Olio Santo, è il sacramento istituito per sollievo spirituale ed anche temporale degli infermi, in pericolo di morte. 809. Quali effetti produce il sacramento dell'Estrema Unzione? Il sacramento dell'Estrema Unzione produce i seguenti effetti: 1 - accresce la grazia santificante; 2 - cancella i peccati veniali, e anche i mortali che l'infermo pentito non potesse più confessare; 3 - toglie quella debolezza e languidezza per il bene, la quale rimane anche dopo di aver ottenuto il perdono dei peccati; 4 - dà la forza di sopportare pazientemente il male, di resistere alle tentazioni e di morire santamente; 5 - aiuta a ricuperare la sanità del corpo, se sia utile alla salute dell'anima. 810. In qual tempo si deve ricevere l'Olio Santo? L'Olio Santo si deve ricevere quando la malattia è pericolosa, e dopo che l'infermo ha ricevuto, se può, i sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia; anzi è bene riceverlo quando si è ancora sano di mente e con qualche speranza di vita. 811. Perché è bene ricevere l'Olio Santo, quando si è ancora di mente sana e con qualche speranza di vita? È bene ricevere l'Olio Santo, quando si è ancora di mente sana e con qualche speranza di vita, perché ricevendolo con miglior disposizione si può riceverne maggior frutto, e ancora perché, dando questo sacramento la sanità del corpo, se è espediente all'anima, con aiutare le forze della natura, non si deve aspettare che la salute sia disperata. 812. Con quali disposizioni si deve ricevere l'Olio Santo? Le principali disposizioni per ricevere l'Olio Santo sono: 1 - essere in grazia di Dio, 2 - confidare nella virtù del sacramento e nella divina misericordia, 3 - e rassegnarsi alla volontà del Signore. 813. Quali sentimenti deve provare l'infermo alla vista del sacerdote? Alla vista del sacerdote l'infermo deve provare sentimento di gratitudine a Dio per averglielo mandato, deve ricevere volentieri e chiedere, se può da sé stesso, i conforti della religione. Dell'Ordine Sacro 814. Che cosa è il sacramento dell'Ordine Sacro? L'Ordine Sacro è il sacramento che dà la potestà di esercitare i sacri ministeri che riguardano il culto di Dio e la salute delle anime, e che imprime nell'anima di chi lo riceve il carattere di ministro di Dio. 815. Perché si chiama Ordine? Si chiama Ordine perché consiste in vari gradi, l'uno subordinato all'altro, dai quali risulta la sacra Gerarchia. 816. Quali sono questi gradi? Supremo tra essi è l'Episcopato, che contiene la pienezza del sacerdozio; quindi il Presbiterato o Sacerdozio semplice, poi il Diaconato, e gli Ordini che diconsi minori. 817. Ha Gesù Cristo istituito immediatamente tutti i gradi dell'Ordine Sacro? Gesù Cristo ha istituito immediatamente i due gradi superiori dell'Ordine Sacro, che sono l'Episcopato e il Sacerdozio semplice; per mezzo degli Apostoli poi istituì il Diaconato, dal quale derivano gli altri Ordini inferiori. 818. Quando Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale? Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale nell'ultima Cena, quando conferì agli Apostoli e ai loro successori la potestà di consacrare la SS.ma Eucaristia. Il giorno poi della sua resurrezione conferì ai medesimi il potere di rimettere e di ritenere i peccati, costituendoli cosi i primi sacerdoti della nuova legge in tutta la pienezza della loro potestà. 819. Chi è il ministro di questo sacramento? Il ministro di questo sacramento è il solo Vescovo. 820. È dunque grande la dignità del Sacerdozio cristiano? La dignità del Sacerdozio cristiano è grandissima per la doppia potestà che ad esso ha conferito Gesù Cristo sul suo Corpo reale e sul suo Corpo mistico, che è la Chiesa; e per la divina missione affidata ai sacerdoti di condurre tutti gli uomini alla vita eterna. 821. Il Sacerdozio cattolico è necessario nella Chiesa? Il Sacerdozio cattolico è necessario nella Chiesa; perché senza di esso i fedeli sarebbero privi del santo sacrificio della Messa e della maggior parte dei sacramenti, non avrebbero chi li ammaestrasse nella fede, e resterebbero come pecore senza pastore in balia dei lupi, a dir breve non esisterebbe più la Chiesa come Gesù Cristo l'ha istituita. 822. Dunque il Sacerdozio cattolico non cesserà mai sulla terra? Il Sacerdozio cattolico, nonostante la guerra che gli muove contro l'inferno, durerà fino alla fine dei secoli; avendo Gesù Cristo promesso che le potestà dell'inferno non prevarranno giammai contro la sua Chiesa. 823. È peccato disprezzare i sacerdoti? È peccato gravissimo, perché il disprezzo e le ingiurie che si rivolgono contro i sacerdoti, ricadono sopra Gesù Cristo stesso, il quale ha detto ai suoi Apostoli: chi disprezza voi, disprezza me. 824. Quale deve essere il fine di chi abbraccia lo stato ecclesiastico? Il fine di chi abbraccia lo stato ecclesiastico deve essere unicamente la gloria di Dio e la salute delle anime. 825. Che cosa è necessario per entrare nello stato ecclesiastico? Per entrare nello stato ecclesiastico è necessaria, prima di tutto, la vocazione divina. 826. Che cosa si deve fare per conoscere se Dio chiama allo stato ecclesiastico? Per conoscere se Dio chiama allo stato ecclesiastico si deve: 1 - pregare con fervore il Signore che manifesti qual è la sua volontà; 2 - prendere consiglio dal proprio Vescovo o da un savio e prudente direttore; 3 - esaminare con diligenza se si abbia l'abilità necessaria agli studi, ai ministeri, ed agli obblighi di questo stato. 827. Chi entrasse nello stato ecclesiastico senza vocazione divina farebbe male? Chi entrasse nello stato ecclesiastico senza vocazione divina farebbe un grave male e si metterebbe in pericolo di perdizione. 828. Fanno male i genitori che per motivi temporali inducono i figliuoli ad abbracciare senza vocazione lo stato ecclesiastico? I genitori che per motivi temporali, inducono i figliuoli ad abbracciare senza vocazione lo stato ecclesiastico, commettono essi pure gravissima colpa, perché con ciò usurpano il diritto che Dio ha riservato a sé solo di scegliere i suoi ministri, e mettono i figliuoli in pericolo di eterna dannazione. 829. Quali sono i doveri dei fedeli verso coloro che sono chiamati agli Ordini sacri? I fedeli devono: 1 - lasciare ai loro figliuoli e dipendenti piena libertà di seguire la vocazione di Dio; 2 - pregar Iddio che si degni di concedere alla sua Chiesa buoni pastori e zelanti ministri, essendo anche a tal fine istituiti i digiuni delle quattro tempora; 3 - avere un singolare rispetto verso tutti quelli che sono, per mezzo degli Ordini, consacrati al servizio di Dio. Del Matrimonio Natura del sacramento del Matrimonio 830. Che cosa é il sacramento del Matrimonio? Il Matrimonio e un sacramento, istituito da nostro Signore Gesù Cristo, che stabilisce una santa ed indissolubile unione tra l'uomo e la donna, e dà loro la grazia di amarsi l'un l'altro santamente e di allevare cristianamente i figliuoli. 831. Da chi fu istituito il Matrimonio? Il Matrimonio fu istituito da Dio stesso nel paradiso terrestre, e nel nuovo Testamento fu elevato da Gesù Cristo alla dignità di sacramento. 832. Il sacramento del Matrimonio ha qualche speciale significato? Il sacramento del Matrimonio significa l'indissolubile unione di Gesù Cristo con la santa Chiesa sua sposa e nostra amantissima madre. 833. Perché si dice che il vincolo del matrimonio é indissolubile? Si dice che il vincolo del matrimonio è indissolubile ossia che non si può sciogliere se non per la morte di uno dei coniugi, perché così ha stabilito Dio fin da principio, e così ha solennemente proclamato Gesù Cristo Signor nostro. 834. Nel matrimonio cristiano si potrebbe dividere il contratto dal sacramento? No, nel matrimonio fra i cristiani non si può dividere il contratto dal sacramento, perché per essi il matrimonio non è altro che lo stesso contratto naturale elevato da Gesù Cristo alla dignità di sacramento. 835. Fra i cristiani dunque non vi può essere vero matrimonio che non sia sacramento? Fra i cristiani non vi può essere vero matrimonio che non sia sacramento. 836. Quali effetti produce il sacramento del Matrimonio? Il sacramento del Matrimonio: 1 - dà l'aumento della grazia santificante; 2 - conferisce la grazia speciale per adempiere fedelmente tutti doveri matrimoniali. Ministri, rito e disposizioni 837. Quali sono i ministri di questo sacramento? I ministri di questo sacramento sono gli stessi sposi, che vicendevolmente conferiscono e ricevono il sacramento. 838. In qual modo si amministra questo sacramento? Questo sacramento, conservando la natura di contratto, si amministra dagli stessi contraenti col dichiarare alla presenza del loro parroco, o di un suo delegato, e di due testimoni di unirsi in matrimonio. 839. A che serve dunque la benedizione che il parroco dà agli sposi? La benedizione che il parroco dà agli sposi non è necessaria per costituire il sacramento, ma si dà per sanzionare a nome della Chiesa la loro unione, e per chiamare sempre più sopra di essi le benedizioni di Dio. 840. Che intenzione deve avere chi contrae matrimonio? Chi contrae matrimonio deve avere l'intenzione: 1 - di fare la volontà di Dio, che lo chiama a tale stato; 2 - di operare in esso la salute dell'anima propria: 3 - di allevare cristianamente i figliuoli, se Dio concede di averne. 841. In qual maniera gli sposi devono disporsi per ricevere con frutto il sacramento del Matrimonio? Gli sposi, per ricevere con frutto il sacramento del Matrimonio devono: 1 - raccomandarsi di cuore a Dio per conoscere la sua volontà, e per ottenere da lui quelle grazie, che sono necessarie in tale stato; 2 - consultarsi coi propri genitori prima di farne la promessa, come lo esige l'ubbidienza e il rispetto dovuto ai medesimi; 3 - prepararsi con una buona confessione, anche generale, se fa bisogno, di tutta la vita; 4 - schivare ogni pericolosa familiarità di tratto e di parola nel conversare insieme. 842. Quali sono le principali obbligazioni delle persone congiunte in matrimonio? Le persone congiunte in matrimonio devono: 1 - custodire inviolata la fedeltà coniugale e diportarsi sempre cristianamente in tutto; 2 - amarsi scambievolmente sopportandosi a vicenda con pazienza, e vivere in pace e concordia; 3 - se hanno dei figliuoli, pensare seriamente a provvederli secondo il bisogno; 4 - dar loro una cristiana educazione; 5 - e lasciare ad essi la libertà di scegliere quello stato a cui da Dio sono chiamati. Condizioni e impedimenti 843. Che cosa è necessario per contrarre validamente il matrimonio cristiano? Per contrarre validamente il matrimonio cristiano è necessario esser libero da ogni impedimento matrimoniale dirimente, e prestare liberamente il proprio consenso al contratto del matrimonio dinanzi al proprio parroco o ad un sacerdote da lui delegato, e a due testimoni. 844. Che cosa è necessario per contrarre lecitamente il matrimonio cristiano? Per contrarre lecitamente il matrimonio cristiano è necessario esser libero dagli impedimenti matrimoniali impedienti, essere istruito nelle cose principali della religione, ed essere in istato di grazia, altrimenti si commetterebbe un sacrilegio. 845. Che cosa sono gli impedimenti matrimoniali? Gli impedimenti matrimoniali sono tali circostanze che rendono il matrimonio o invalido, o illecito. Nel primo caso si dicono impedimenti dirimenti, nel secondo impedimenti impedienti. 846. Datemi qualche esempio di impedimento dirimente. Impedimenti dirimenti sono, per esempio, la consanguineità fino al quarto grado, la parentela spirituale, il voto solenne di castità, la diversità di culto tra battezzati e non battezzati, ecc. 847. Datemi qualche esempio di impedimento impediente. Impedimenti impedienti sono, per esempio, il tempo proibito, il voto semplice di castità, ecc. 848. I fedeli sono obbligati a manifestare all'autorità ecclesiastica gl'impedimenti matrimoniali che conoscono? I fedeli sono obbligati a manifestare all'autorità ecclesiastica gl'impedimenti matrimoniali che conoscono; ed è perciò che dai parroci si fanno le pubblicazioni. 849. Chi ha la podestà di stabilire impedimenti matrimoniali, di dispensare da essi e di giudicare della validità del matrimonio cristiano? Solamente la Chiesa ha la podestà di stabilire impedimenti e di giudicare della validità del matrimonio fra i cristiani, come la Chiesa sola può dispensare da quelli impedimenti che essa ha stabiliti. 850. Perché solamente la Chiesa ha la podestà di stabilire impedimenti e di giudicare della validità del matrimonio? Solamente la Chiesa ha la podestà di stabilire impedimenti, di giudicare della validità lei matrimonio, e dispensare dagli impedimenti che essa ha posti, perché nel matrimonio cristiano non potendosi dividere il contratto dal sacramento, anche il contratto cade sotto la potestà della Chiesa, alla quale sola Gesù Cristo conferì il diritto di far leggi e decisioni nelle cose sacre. 851. Può l'autorità civile sciogliere col divorzio i vincolo del matrimonio cristiano? No, il vincolo del matrimonio cristiano non può essere sciolto dall'autorità civile, perché questa non può ingerirsi in materia di sacramenti, e separare ciò che Dio ha congiunto. 852. Che cosa è il matrimonio civile? Il matrimonio civile non è altro che una formalità prescritta dalla legge al fine di dare e di assicurare gli effetti civili ai coniugati e alla loro prole. 853. Basta per un cristiano fare il solo matrimonio ossia contratto civile? Per un cristiano, non basta fare il solo contratto civile, perché questo non è sacramento, e quindi non è vero matrimonio. 854. Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile, in che condizione si troverebbero? Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile sarebbero in istato di continuo peccato mortale, e la loro unione resterebbe sempre illegittima innanzi a Dio e alla Chiesa. 855. Si deve fare anche il matrimonio civile? Si deve fare anche il matrimonio civile, perché sebbene questo non sia sacramento, pur tuttavia serve per garantire ai contraenti e ai loro figliuoli gli effetti civili della società coniugale; e però di regola generale dall'autorità ecclesiastica non si permette il matrimonio religioso se non quando siano iniziati gli atti prescritti dalla legge civile. Parte quinta - Delle virtù principali e delle altre cose necessarie a sapersi del cristiano Delle virtù principali Delle virtù teologali 856. Che cosa è la virtù? La virtù è una qualità dell'anima, per la quale si ha propensione, facilità e prontezza a conoscere ed operare il bene. 857. Quante sono le principali virtù soprannaturali? Le principali virtù soprannaturali sono sette: cioè tre teologali e quattro cardinali. 858. Quali sono le virtù teologali? Le virtù teologali sono: la Fede, la Speranza e la Carità. 859. Perché la Fede, la Speranza e la Carità si chiamano virtù teologali? La Fede, la Speranza e la Carità si chiamano virtù teologali, perché hanno Dio per oggetto immediato e principale, e ci sono infuse da Lui. 860. In qual modo le virtù teologali hanno Dio per oggetto immediato? Le virtù teologali hanno Dio per oggetto immediato, perché con la Fede noi crediamo in Dio, e crediamo tutto ciò che Egli ha rivelato; con la Speranza speriamo di possedere Dio; con la Carità amiamo Dio e in Lui amiamo noi stessi e il prossimo. 861. Quando è che Dio ci infonde nell'anima le virtù teologali? Iddio per sua bontà ci infonde nell'anima le virtù teologali quando ci adorna della sua grazia santificante, e perciò quando ricevemmo il Battesimo fummo arricchiti di queste virtù, e con esse, dei doni dello Spirito Santo. 862. Basta per salvarsi, aver ricevuto nel Battesimo le virtù teologali? Per chi ha l'uso della ragione, non basta aver ricevuto nel Battesimo le virtù teologali; ma è necessario farne spesso gli atti. 863. Quando siamo obbligati di fare gli atti di Fede, di Speranza e di Carità? Siamo obbligati di fare gli atti di Fede, di Speranza e di Carità: giunti all'uso della ragione; spesse volte nel decorso della vita; in pericolo di morte. Della Fede 864. Che cosa è la Fede? La Fede è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale noi, appoggiati all'autorità di Dio stesso, crediamo esser vero tutto quello che Egli ha rivelato, e che per mezzo della Chiesa ci propone a credere. 865. In quale maniera sappiamo noi le verità rivelate da Dio? Noi sappiamo le verità rivelate da Dio per mezzo della santa Chiesa che è infallibile; cioè, per mezzo del Papa, successore di san Pietro e per mezzo dei Vescovi successori degli Apostoli, i quali furono ammaestrati da Gesù Cristo medesimo. 866. Siamo noi sicuri di quelle cose che la santa Chiesa c'insegna? Di quelle cose che la santa Chiesa c'insegna, noi siamo sicurissimi, perché Gesù Cristo ha impegnato la sua parola, che la Chiesa non si sarebbe mai ingannata. 867. Con qual peccato si perde la Fede? La Fede si perde con negare o dubitare volontariamente anche di un solo articolo propostoci a credere. 868. Come si riacquista la Fede perduta? La Fede perduta si riacquista con pentirsi del peccato commesso e con credere di nuovo tutto quello che crede la santa Chiesa. Dei misteri 869. Possiamo noi capire tulle le verità della Fede? No, noi non possiamo capire tutte le verità della Fede, perché alcune di queste verità sono misteri. 870. Che cosa sono i misteri? I misteri sono verità superiori alla ragione, che noi dobbiamo credere quantunque non le possiamo comprendere. 871. Perché dobbiamo credere i misteri? Dobbiamo credere i misteri, perché li ha rivelati Iddio, il quale essendo Verità e Bontà infinita, non può né ingannarsi né ingannare. 872. I misteri sono essi contrari alla ragione? I misteri sono superiori, ma non contrari alla ragione; è anzi la stessa ragione che ci persuade ad ammettere i misteri. 873. Perché i misteri non possono essere contrari alla ragione? I misteri non possono essere contrari alla ragione, perché è lo stesso Dio che ci ha dato il lume della ragione e rivelato i misteri, né Egli può contraddire a se stesso. Della Sacra Scrittura 874. Dove si contengono le verità che Dio ha rivelato? Le verità che Dio ha rivelato si contengono nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. 875. Che cosa è la Sacra Scrittura? La Sacra Scrittura è la collezione dei libri scritti dai Profeti ed Agiografi, dagli Apostoli, e dagli Evangelisti per ispirazione dello Spirito Santo, e ricevuti dalla Chiesa come ispirati. 876. In quante parti si divide la Sacra Scrittura? La Sacra Scrittura si divide in due parti: nell'antico e nel nuovo Testamento. 877. Che cosa contiene l'antico Testamento? L'antico Testamento contiene i libri ispirati, scritti innanzi alla venuta di Gesù Cristo. 878. Che cosa contiene il nuovo Testamento? Il nuovo Testamento contiene i libri ispirati, scritti dopo la venuta di Gesù Cristo. 879. Con qual nome si chiama comunemente la Sacra Scrittura? La Sacra Scrittura chiamasi comunemente col nome di Sacra Bibbia. 880. Che cosa vuol dire la parola Bibbia? La parola Bibbia vuol dire la collezione dei libri santi, il libro per eccellenza, il libro dei libri, il libro ispirato da Dio 881. Perché la Sacra Scrittura dicesi il libro per eccellenza? La Sacra Scrittura dicesi il libro per eccellenza, a motivo dell'eccellenza della materia di cui tratta e dell'Autore della medesima. 882. Non vi può essere errore nella Sacra Scrittura? Nella Sacra Scrittura non vi può essere errore alcuno, perché, essendo tutta ispirata, autore di tutte le sue parti è Dio medesimo. Ciò non toglie che nelle copie e traduzioni della stessa possa essere occorso qualche sbaglio o dei copisti o dei traduttori. Però nelle edizioni rivedute ed approvate dalla Chiesa cattolica non vi può essere errore in ciò che riguarda la fede o la morale. 883. È necessaria a tutti i cristiani la lettura della Bibbia? La lettura della Bibbia non è necessaria a tutti i cristiani, ammaestrati come sono dalla Chiesa, ma però è molto utile e raccomandata a tutti. 884. Si può leggere qualunque traduzione volgare della Bibbia? Si possono leggere quelle traduzioni volgari della Bibbia, che sono riconosciute fedeli dalla Chiesa cattolica, e sono accompagnate da spiegazioni approvate dalla Chiesa medesima. 885. Perché si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia, che sono approvate dalla Chiesa? Si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia che sono approvate dalla Chiesa, perché essa sola è legittima custode della Bibbia. 886. Per mezzo di chi possiamo noi conoscere il vero senso delle Sacre Scritture? Il vero senso delle Sacre Scritture noi possiamo conoscerlo solo per mezzo della Chiesa, perché solo la Chiesa non può errare nell'interpretarle. 887. Che dovrebbe fare il cristiano se gli venisse offerta la Bibbia da un protestante o da qualche emissario dei protestanti? Se ad un cristiano venisse offerta la Bibbia da un protestante, o da qualche emissario dei protestanti, egli dovrebbe rigettarla con orrore, perché proibita dalla Chiesa; che se l'avesse ricevuta senza badarvi, dovrebbe tosto gettarla alle fiamme, o consegnarla al proprio parroco. 888. Perché la Chiesa proibisce le Bibbie protestanti? La Chiesa proibisce la Bibbie protestanti perché o sono alterate e contengono errori, oppure, mancando della sua approvazione e delle note dichiarative dei sensi oscuri, possono nuocere alla Fede. Per questo la Chiesa proibisce eziandio le traduzioni della Sacra Scrittura già approvate da essa, ma ristampate senza le spiegazioni dalla medesima approvate. Della Tradizione 889. Ditemi: che cosa è la Tradizione? La Tradizione è la parola di Dio non scritta, ma comunicata a viva voce da Gesù Cristo dagli Apostoli, e giunta inalterata, di secolo in secolo per mezzo della Chiesa fino a noi. 890. Dove si contengono gli insegnamenti della Tradizione? Gli insegnamenti della Tradizione si contengono principalmente nei decreti dei Concili, negli scritti dei santi Padri, negli atti della Santa Sede, nelle parole e negli usi della sacra Liturgia. 891. In qual conto si deve tenere la Tradizione? La Tradizione si deve tenere in quel medesimo conto in che si tiene la parola di Dio rivelata, contenuta nella Sacra Scrittura. Della Speranza 892. Che cosa è la Speranza? La Speranza è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale desideriamo ed aspettiamo la vita eterna che Dio ha promesso ai suoi servi, e gli aiuti necessari per ottenerla. 893. Per qual motivo dobbiamo noi sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo? Noi dobbiamo sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo, perché Dio misericordiosissimo, per i meriti di N. S. Gesù Cristo, Io ha promesso a chi lo serve di cuore; ed essendo fedelissimo ed onnipotente, mantiene sempre la sua promessa. 894. Quali sono le condizioni necessarie per ottenere il paradiso? Le condizioni necessarie per ottenere il paradiso, sono la grazia di Dio, l'esercizio delle buone opere e la perseveranza nel santo amore di Lui fino alla morte. 895. Come si perde la speranza? Si perde la Speranza ogni qual volta si perde la Fede: si perde ancora per il peccato di disperazione o di presunzione. 896. Come si riacquista la Speranza perduta? La Speranza perduta si riacquista con pentirsi del peccato commesso, eccitando di nuovo la fiducia nella bontà divina. Della Carità 897. Che cosa è la Carità? La Carità è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale amiamo Dio per se stesso sopra ogni cosa, e il prossimo come noi stessi per amor di Dio. 898. Per quali motivi dobbiamo noi amare Dio? Noi dobbiamo amare Iddio perché Egli e il sommo bene, infinitamente buono e perfetto; e inoltre per il comando che Egli ce ne fa, e per i tanti benefici che da Lui riceviamo. 899. Come si deve amare Iddio? Dio si deve amare sopra tutte le cose, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima e con tutte le forze. 900. Che vuol dire amare Iddio sopra tutte le cose? Amare Iddio sopra tutte le cose vuol dire preferirlo a tutte le creature più care e più perfette, ed essere disposti a perdere tutto piuttosto che offenderlo e cessare di amarlo. 901. Che vuol dire amare Iddio con tutto il cuore? Amare Iddio con tutto il cuore vuoi dire consacrare a Lui tutti i nostri affetti. 902. Che vuol dire amare Iddio con tutta la mente? Amare Iddio con tutta la mente vuol dire indirizzare a Lui tutti i nostri pensieri. 903. Che vuol dire amare Iddio con tutta l'anima? Amare Iddio con tutta l'anima vuol dire consacrare a Lui l'uso di tutte le potenze dell'anima nostra. 904. Che vuol dire amare Iddio con tutte le nostre forze? Amare Iddio con tutte le nostre forze vuol dire procurare di crescere sempre più nell'amore di Lui e fare in modo che tutte le nostre azioni abbiano per motivo e per fine l'amore di Lui, ed il desiderio di piacergli. 905. Perché dobbiamo noi amare il prossimo? Noi dobbiamo amare il prossimo per amor di Dio, perché Egli ce lo comanda, e perché ogni uomo è immagine di Lui. 906. Siamo obbligati ad amare anche i nemici? Si, siamo obbligati ad amare anche i nemici, perché sono anch'essi nostro prossimo, e perché Gesù Cristo ce ne ha fatto un espresso comando. 907. Che vuol dire amare il Prossimo come se stesso? Amare il prossimo come se stesso vuol dire desiderargli e fargli, per quanto si può, quel bene che dobbiamo desiderare a noi stessi, e non desiderargli né fargli alcun male. 908. Quando è che noi amiamo noi stessi come si deve? Noi amiamo noi stessi come si deve, quando cerchiamo di servir Dio e mettere in Lui ogni nostra felicità. 909. Come si perde la Carità? La Carità si perde con qualunque peccato mortale. 910. Come si riacquista la Carità? La Carità si riacquista facendo atti di amor di Dio, pentendosi e confessandosi come si deve. Delle virtù cardinali 911. Quali sono le virtù cardinali? Le virtù cardinali sono la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza. 912. Perché la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza, e la Temperanza si chiamano virtù cardinali? La Prudenza, la Giustizia, la Fortezza, e la Temperanza si chiamano virtù cardinali, perché sono il cardine, e il fondamento delle virtù morali. 913. Che cosa è la Prudenza? La Prudenza è la virtù che dirige ogni azione al debito fine, e però cerca i mezzi convenienti affinché l' opera riesca in tutto ben fatta, e quindi accetta al Signore. 914. Che cosa è la Giustizia? La Giustizia è la virtù per cui diamo a ciascuno quello che gli si deve. 915. Che cosa è la Fortezza? La Fortezza è la virtù che ci rende coraggiosi a non temere alcun pericolo, neppure l'istessa morte, per servizio di Dio. 916. Che cosa è la Temperanza? La Temperanza è la virtù per la quale raffreniamo i desideri disordinati dei piaceri sensibili, e usiamo con moderazione dei beni temporali. Dei doni dello Spirito Santo 917. Quanti e quali sono i doni dello Spirito Santo? I doni dello Spirito Santo sono sette: 1 - il dono della Sapienza; 2 - dell'Intelletto; 3 - del Consiglio; 4 - della Fortezza; 5 - della Scienza; 6 - della Pietà; 7 - del Timor di Dio. 918. A che servono i doni dello Spirito Santo? I doni dello Spirito Santo servono a stabilirci nella Fede, nella Speranza e nella Carità; e a renderci pronti agli atti delle virtù necessarie per conseguire la perfezione della vita cristiana. 919. Che cosa è la Sapienza? La Sapienza è un dono col quale noi alzando la mente da queste cose terrene e fragili, contempliamo le eterne, cioè l'eterna Verità che è Dio, gustando ed amando Lui, nel quale consiste ogni nostro bene. 920. Che cosa è l'Intelletto? L'Intelletto è un dono col quale ci viene facilitata, per quanto si può da uomo mortale, l'intelligenza delle verità della Fede e dei divini misteri, i quali col lume naturale dell'intelletto nostro non possiamo conoscere. 921. Che cosa è il Consiglio? Il Consiglio è un dono col quale nei dubbi ed incertezze dell'umana vita conosciamo ciò che torna più alla gloria di Dio, alla salute nostra e del prossimo. 922. Che cosa è la Fortezza? La Fortezza è un dono che c'inspira valore e coraggio per osservare fedelmente la santa legge di Dio e della Chiesa, superando tutti gli ostacoli e gli assalti dei nostri nemici. 923. Che cosa è la Scienza? La Scienza è un dono col quale giudichiamo rettamente delle cose create, e conosciamo il modo di ben usarle e indirizzarle all'ultimo fine che è Dio. 924. Che cosa è la Pietà? La Pietà è un dono col quale veneriamo ed amiamo Dio, e i Santi, e conserviamo un animo pio e benevolo verso il prossimo per amor di Dio. 925. Che cosa è il Timor di Dio? Il Timor di Dio è un dono che ci fa riverire Dio e temere di offendere la sua divina Maestà, e ci distoglie dal male incitandoci al bene. Delle Beatitudini evangeliche 926. Quante e quali sono le Beatitudini evangeliche? Le Beatitudini evangeliche sono otto: 1 - Beati i poveri di spirito, perché di questi è il regno de' cieli. 2 - Beati i mansueti, perché questi possederanno la terra. 3 - Beati quelli che piangono, perché saranno consolati. 4 - Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 5 - Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 6 - Beati i mondi di cuore, perché vedranno Dio. 7 - Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio. 8 - Beati quelli che soffrono persecuzioni per amor della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 927. Perché Gesù Cristo ci ha proposto le Beatitudini? Gesù Cristo ci ha proposto le Beatitudini per farci detestare le massime del mondo, e per invitarci ad amare e praticare le massime del suo Vangelo. 928. Chi sono quelli che il mondo chiama beati? Il mondo chiama beati quelli che abbondano di ricchezze e di onori, che vivono allegramente, e che non hanno alcuna occasione di patire. 929. Chi sono i poveri di spirito, che Gesù Cristo chiama beati? I poveri di spirito, secondo il Vangelo, sono quelli che hanno il cuore distaccato dalle ricchezze; - ne fanno buon uso, se le posseggono; - non le cercano con sollecitudine, se ne sono privi; - ne soffrono con rassegnazione la perdita, se loro vengono tolte. 930. Chi sono i mansueti? I mansueti sono quelli che trattano il prossimo con dolcezza, e ne soffrono con pazienza i difetti e i torti che da essi ricevono, senza querele, risentimenti o vendette. 931. Chi sono quelli che piangono, eppure sono detti beati? Quelli che piangono, eppure sono detti beati, sono coloro che soffrono rassegnati le tribolazioni, e che si affliggono per i peccati commessi, per i mali e per gli scandali che si vedono nel mondo, per la lontananza dal paradiso e per il pericolo di perderlo. 932. Chi sono quelli che hanno fame e sete della giustizia? Quelli che hanno fame, e sete della giustizia sono coloro che desiderano ardentemente di crescere sempre più nella divina grazia e nell'esercizio delle opere buone e virtuose. 933. Chi sono i misericordiosi? I misericordiosi, sono quelli che amano in Dio e per amor di Dio il loro, prossimo, ne compassionano le miserie si spirituali, che corporali, e procurano di sollevano secondo le loro forze e il loro stato. 934. Chi sono i mondi di cuore? I mondi di cuore sono quelli che non hanno veruno affetto al peccato e ne stanno lontani, e schivano sopratutto ogni sorta d'impurità. 935. Chi sono i pacifici? I pacifici sono quelli che conservano la pace col prossimo e con se stessi, e procurano di mettere la pace tra quelli che sono in discordia. 936. Chi sono quelli che soffrono persecuzione per amore della giustizia? Quelli che soffrono persecuzione per amore della giustizia sono coloro che sopportano con pazienza le derisioni, i rimproveri e le persecuzioni per causa della fede e della legge di Gesù Cristo. 937. Che cosa significano i diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini? I diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini significano tutti, sotto diversi nomi, la gloria eterna del cielo. 938. La Beatitudini ci procurano solo l'eterna gloria del paradiso? Le Beatitudini non ci procurano solo l'eterna gloria del paradiso, ma sono anche i mezzi per condurre una vita felice, per quanto è possibile, in questo mondo. 939. Coloro che seguono le Beatitudini, ne ricevono già qualche ricompensa in questa vita? Si, certamente, coloro che seguono le Beatitudini, ne ricevono già qualche ricompensa anche in questa vita, perché già godono un' interna pace e contentezza, che è principio, benché imperfetto, della eterna felicità. 940. Quelli che seguono le massime del mondo potranno dirsi felici? No, quelli che seguono le massime del mondo, non sono felici, perché non hanno la vera pace dell'anima, e corrono pericolo di dannarsi. Delle opere di misericordia 941. Quali sono le opere buone delle quali ci sarà domandato conto particolare nel dì del Giudizio? Le opere buone delle quali ci sarà domandato conto particolare nel di del Giudizio sono le opere di misericordia. 942. Che cosa s'intende per opera di misericordia? Opera di misericordia è quella con la quale si soccorre ai bisogni corporali o spirituali del nostro prossimo. 943. Quali sono le opere di misericordia corporali? Le opere di misericordia corporali sono: 1 - Dar da mangiare agli affamati. 2 - Dar da bere agli assetati. 3 - Vestire gl'ignudi. 4 - Alloggiare i pellegrini. 5 - Visitare gli infermi. 6 - Visitare i carcerati. 7 - Seppellire i morti. 944. Quali sono le opere di misericordia spirituali? Le opere di misericordia spirituali sono: 1 - Consigliare i dubbiosi. 2 - Istruire gli ignoranti. 3 - Ammonire peccatori. 4 - Consolare gli afflitti. 5 - Perdonare le offese. 6 - Sopportare pazientemente le persone moleste. 7 - Pregare Dio per i vivi e per i morti Dei peccati e delle loro specie principali 945. Quante sorta di peccati vi sono? Vi sono due sorta di peccati: il peccato originale ed il peccato attuale. 946. Qual'è il peccato originale? Il peccato originale è quello coi quale tutti nasciamo, e che abbiamo contratto per la disubbidienza del nostro primo padre Adamo. 947. Quali danni ci ha cagionati il peccato di Adamo? I danni dei peccato di Adamo sono: 1 - la privazione della grazia, 2 - la perdita del paradiso, 3 - l'ignoranza, 4 - l'inclinazione al male, 5 - la morte e tutte le altre miserie. 948. Come si cancella il peccato originale? Il peccato originale si cancella col santo Battesimo. 949. Qual'è il peccato attuale? Il peccato attuale è quello che l'uomo, arrivato all'uso della ragione, commette con la sua libera volontà. 950. Quante sorta di peccato attuale vi sono? Vi sono due sorta di peccato attuale: il mortale ed il veniale. 951. Qual'è il peccato mortale? Il peccato mortale è una trasgressione della divina legge, per la quale si manca gravemente ai doveri verso Dio, verso il prossimo, verso noi stessi. 952. Perché si dice mortale? Si dice mortale perché dà morte all'anima, col far perdere la grazia santificante, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita dal corpo. 953. Quali danni fa all'anima il peccato mortale? Il peccato mortale priva l'anima della grazia e dell'amicizia di Dio; - le fa perdere il paradiso; - la priva dei meriti acquistati, e la rende incapace di acquistarne dei nuovi; - la fa schiava del demonio; - le fa meritare l'inferno, ed anche i castighi di questa vita. 954. Oltre la gravità della materia che cosa si richiede per costituire un peccato mortale? Oltre la gravità della materia per costituire un peccato mortale si richiede la piena avvertenza di tale gravità e la deliberata volontà di commettere il peccato. 955. Qual è il peccato veniale? Il peccato veniale è una lieve trasgressione della divina legge, per la quale si manca solo leggermente a qualche dovere verso Dio, verso il prossimo e verso noi stessi. 956. Perché si chiama veniale? Perché è leggero rispetto al peccato mortale, non ci fa perdere la divina grazia; e perché Dio più facilmente lo perdona. 957. Dunque non è da fare gran caso del peccalo veniale? Ciò sarebbe un inganno grandissimo, sia perché il peccato veniale contiene sempre una qualche offesa di Dio, sia perché reca danni non piccoli all'anima. 958. Quali danni reca il peccato veniale? Il peccato veniale: 1 - indebolisce e raffredda in noi la carità; 2 - ci dispone al peccato mortale; 3 - ci rende meritevoli di grandi pene temporali in questo mondo o nell'altro. Dei vizi capitali e di altri peccati più gravi 959. Che cosa è il vizio? Il vizio è una cattiva disposizione dell'animo a fuggire il bene e a fare il male, causata dal frequente ripetersi degli atti cattivi. 960. Che differenza v'è tra peccato e vizio? Tra peccato e vizio v'è questa differenza, che il peccato è un atto che passa, mentre il vizio è la cattiva abitudine contratta di cadere in qualche peccato. 961. Quali sono i vizi che si chiamano capitali? I vizi che si chiamano capitali sono sette: 1 - Superbia; 2 - Avarizia; 3 - Lussuria; 4 - Ira; 5 - Gola; 6 - Invidia; 7 - Accidia. 962. I vizi capitali come si vincono? I vizi capitali si vincono con l'esercizio delle virtù opposte. Cosi: - la superbia si vince con l'umiltà; - l'avarizia con la liberalità; - la lussuria con la castità; - l'ira con la pazienza; - la gola con l'astinenza; - l'invidia con l'amor fraterno; - l'accidia con la diligenza e col fervore nel servizio di Dio. 963. Perché questi vizi si chiamano capitali? Questi vizi si chiamano capitali, perché sono la sorgente e la cagione di molti altri vizi e peccati. 964. Quanti sono i peccati contro lo Spirito Santo? I peccati contro lo Spirito Santo sono sei: 1 - disperazione della salvezza; 2 - presunzione di salvarsi senza merito; 3 - impugnare la verità conosciuta; 4 - invidia della altrui grazia; 5 - ostinazione nei peccati; 6 - impenitenza finale. 965. Perché questi peccati si dicono in particolare contro lo Spirito Santo? Questi peccati si dicono in particolare contro lo Spirito Santo, perché si commettono per pura malizia, la quale è contraria alla bontà, che si attribuisce allo Spirito Santo. 966. Quali sono i peccati che si dicono gridare vendetta nel cospetto di Dio? I peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio sono quattro: 1 - omicidio volontario; 2 - peccato impuro contro l'ordine della natura; 3 - oppressione dei poveri; 4 - fraudare la mercede agli operai. 967. Perché si dice che questi peccati gridano vendetta al cospetto di Dio? Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi. Dei Novissimi e di altri mezzi principali per evitare il peccato 968. Che cosa intendete per Novissimi? Novissimi sono chiamate nei Libri santi le cose ultime che accadranno all'uomo. 969. Quanti sono i Novissimi, o cose ultime dell'uomo? I Novissimi, o cose ultime dell'uomo, sono quattro: 1 - Morte, 2 - Giudizio, 3 - Inferno, 4 - Paradiso. 970. Perché i Novissimi si dicono cose ultime dell'uomo? I Novissimi si dicono cose ultime dell'uomo, perché - la Morte è l'ultima cosa che ci accade in questo mondo; - il Giudizio di Dio è l'ultimo fra i giudizi che dobbiamo sostenere;- - l'Inferno è l'estremo male che avranno i cattivi; - il Paradiso il sommo bene che avranno i buoni. 971. Quando dobbiamo noi pensare ai Novissimi? È bene pensare ai Novissimi ogni giorno, e massimamente nel fare orazione alla mattina subito svegliati, alla sera prima di andare a riposo e tutte le volte che siamo tentati a far male, perché questo pensiero è validissimo a farci evitare il peccato. Degli esercizi divoti che si consigliano al cristiano per ogni giorno 972. Che cosa deve fare un buon cristiano la mattina subito svegliato? Un buon cristiano, la mattina appena svegliato, deve fare il segno della santa Croce ed offrire il cuore a Dio, dicendo queste o altre simili parole: Mio Dio, io vi dono il mio cuore e l'anima mia. 973. A che cosa si dovrebbe pensare levandosi dal letto e vestendosi? Levandosi dal letto e vestendosi, si dovrebbe pensare che Dio è presente, che quel giorno può esser l'ultimo della nostra vita; e levarsi e vestirsi con ogni possibile modestia. 974. Levato e vestito, che cosa deve fare un buon cristiano? Un buon cristiano, appena levato e vestito, deve mettersi alla presenza di Dio, e inginocchiarsi, se può, innanzi a qualche divota immagine, dicendo con divozione: Vi adoro, mio Dio, e vi amo con tutto il cuore; vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte; vi offerisco tutte le mie azioni, e vi prego di preservarmi in questo giorno dal peccato, e di liberarmi da ogni male. Così sia. Reciti quindi il Pater Noster, l'Ave Maria, il Credo e gli atti di Fede, di Speranza e di Carità, accompagnandoli con vivo affetto del cuore. 975. Quali pratiche di pietà dovrebbe ogni giorno compiere il cristiano? Il cristiano, potendolo, dovrebbe ogni giorno: assistere con divozione alla santa Messa; fare una visita, anche brevissima, al SS. Sacramento; recitare la terza parte del santo Rosario. 976. Che cosa si deve fare prima di lavorare? Prima di lavorare, si deve offrire il lavoro a Dio, dicendo di cuore: Signore vi offerisco questo lavoro: datemi la vostra benedizione. 977. Per qual fine si deve lavorare? Si deve lavorare per la gloria di Dio e per fare la sua volontà. 978. Che cosa conviene fare prima di prender cibo? Prima di prender cibo, stando in piedi, conviene fare il segno della santa Croce e poi dire con divozione: Signore Iddio, date la vostra benedizione a noi e al cibo che ora prenderemo per mantenerci nel vostro servizio. 979. Avendo finito di prender cibo, che cosa convien fare? Finito di prender cibo convien fare il segno della santa Croce, e dire: Signore vi ringrazio del cibo che mi avete dato; fatemi degno di partecipare alla mensa celeste. 980. Quando uno si accorge di qualche tentazione che cosa dovrebbe fare? Quando uno si accorge di qualche tentazione dovrebbe invocare con fede il SS. Nome di Gesù , o di Maria , o dire fervorosamente qualche giaculatoria, come p. e. « datemi grazia, o Signore, che non vi offenda giammai », oppure fare il segno della Croce; evitando però che da segni esterni si accorgano gli altri delle sue tentazioni. 981. Quando uno conosce o dubita d'aver commesso qualche peccato, che cosa deve fare? Quando alcuno conosce o dubita d'aver peccato, deve fare subito un atto di contrizione, e procurare di confessarsene al più presto. 982. Quando, fuori di chiesa, si sente il segno dell'elevazione dell'ostia alla Messa solenne, o della benedizione del SS. Sacramento, che cosa si deve fare? Si deve fare, almeno col cuore, un atto di adorazione dicendo p. e.: « Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e divinissimo Sacramento ». 983. Che cosa si deve dire quando suona l'Ave Maria, all'alba, al mezzodì e alla sera? Al suono dell'Ave Maria, il buon cristiano recita l'Angelus Domini, con tre volte l'Ave Maria. 984. La sera, prima di andare a riposo che cosa conviene fare? La sera prima del riposo, conviene mettersi, come al mattino, alla presenza di Dio, recitare divotamente le stesse orazioni, fare un breve esame di coscienza e domandare perdono a Dio dei peccati commessi nella giornata. 985. Che cosa farete prima di addormentarvi? Prima di addormentarmi farò il segno della santa Croce, penserò che posso morire in quella notte, e darò il cuore a Dio, dicendo: « Signore e Dio mio, io vi dono tutto il mio cuore; Santissima Trinità, datemi grazia di ben vivere e di ben morire; Gesù, Giuseppe e Maria, io raccomando a voi l'anima mia ». 986. Oltre alle orazioni della mattina e della sera, in quale altra maniera si può ricorrere a Dio nel corso della giornata? Nel corso della giornata si può pregare Iddio frequentemente con altre brevi orazioni che si chiamano giaculatorie. 987. Dite qualche giaculatoria. - Signore aiutatemi - Signore sia fatta la vostra santissima volontà - Gesù mio, io voglio essere tutto vostro - Gesù mio, misericordia - Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch'io t'ami sempre più. 988. È utile dire durante il giorno molte giaculatorie? È cosa utilissima dire durante il giorno molte orazioni giaculatorie, e si possono dire anche col cuore senza proferir parola, camminando, lavorando, ecc. 989. Oltre alle orazioni giaculatorie, in quale altra cosa si dovrebbe esercitare sovente il cristiano? Oltreché nelle orazioni giaculatorie il cristiano si dovrebbe esercitare nella cristiana mortificazione. 990. Che cosa vuol dire mortificarsi? Mortificarsi, vuol dire lasciare, per amore di Dio, quello che piace, ed accettare quello che dispiace secondo i sensi, o l'amor proprio. 991. Quando si porta il Santissimo Sacramento ad un infermo, che cosa si deve fare? Quando si porta il SS.mo Sacramento a qualche infermo, si deve procurare, potendo, di accompagnarlo con modestia e raccoglimento; e se non si può, fare un atto di adorazione in qualunque luogo uno si trovi, e poi dire: « Consolate, o Signore, questo infermo, e dategli grazia di uniformarsi alla vostra santissima volontà e di conseguire la sua salute ». 992. Sentendo suonare l'agonia di qualche moribondo, che cosa farete? Sentendo suonare l'agonia di un moribondo, mi porterò, potendo, alla Chiesa a pregare per lui, e non potendo, raccomanderò al Signore l'anima sua, pensando che fra breve tempo avrò da trovarmi io pure in questo stato. 993. Sentendo il segno della morte di qualcheduno, che cosa farete? Sentendo il segno della morte di qualcheduno, procurerò di dire un De profundis o un Requiem per l'anima di quel defunto, e rinnoverò il pensiero della morte.