4 febbraio 1973

Questa nostra festiva "Conferenza-preghiera" offre quest'oggi un grande e ricorrente tema alla nostra riflessione, un tema più difficile ad annunciarsi, che non a comprendersi: l'universalità.

Guardiamo ancora al Vietnam, con la sua pace ambigua e grondante di ferite.

Vediamo risultare dal conflitto, che sembra per fortuna concludersi, la necessità di una convivenza tra tutti gli uomini, solidale e concorde.

Bisogna che la mentalità civile si orienti verso i grandi principii comuni della giustizia, della fratellanza e della pace universale.

Le discussioni internazionali intorno e sulla sicurezza garantita ad ogni nazione, e sulla riduzione reciproca degli armamenti possono trarre profitto dall'epilogo di questa lunga e complicata esperienza: basta guerre e guerriglie!

Vediamo piuttosto come riparare danni e rovine.

E a questo riguardo sapete come, con l'odierna colletta promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, anche ciascuno di noi può concorrere a questa pietosa opera di "buon Samaritano": la distanza non fa più confine; l'universalità dell'amore, ecco, può prevalere.

E un altro fenomeno di universalità abbiamo noi stessi enunciato in questi giorni con la creazione di 30 nuovi Cardinali, cooptati al Sacro Collegio proprio di questa Chiesa romana e scelti anche da raggi geografici ed etnici sempre più larghi e lontani:

la cattolicità e l'unità sembrano trovare una loro connaturale e misteriosa espressione in questo pur singolare episodio della storia romana:

qui l'umanità presente in Cristo celebra una sua autentica e amorosa universalità.

E poi v'è un'altra universalità, che vorremmo vedere affermata nella vita civile e democratica della società moderna,

della fondamentale convergenza dei cittadini nella promozione del bene comune nel rispetto

d'ogni persona e delle istituzioni e dei diritti legittimi

con esclusione della violenza,

della delinquenza,

della lotta sociale egoistica,

dell'oltraggio tollerato all'onesto costume;

malanni questi che sembrano moltiplicarsi un po' dappertutto e che diminuiscono la fiducia nell'ordinamento comunitario e intristiscono le sane espressioni del progresso e della libertà.

Che la suprema parola di Cristo: "ut unum sint" ci sia ricordata dalla Madonna.