15 agosto 2010

Cari fratelli e sorelle,

oggi, nella solennità dell'Assunzione al Cielo della Madre di Dio, celebriamo il passaggio dalla condizione terrena alla beatitudine celeste di Colei che ha generato nella carne e accolto nella fede il Signore della Vita.

La venerazione verso la Vergine Maria accompagna fin dagli inizi il cammino della Chiesa e già a partire dal IV secolo appaiono feste mariane: in alcune viene esaltato il ruolo della Vergine nella storia della salvezza, in altre vengono celebrati i momenti principali della sua esistenza terrena.

Il significato dell'odierna festa è contenuto nelle parole conclusive della definizione dogmatica, proclamata dal Venerabile Pio XII il 1° novembre 1950 e di cui quest'anno ricorre il 60° anniversario: « L'Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo » ( Cost. ap. Munificentissimus Deus ).

Artisti d'ogni epoca hanno dipinto e scolpito la santità della Madre del Signore adornando chiese e santuari.

Poeti, scrittori e musicisti hanno tributato onore alla Vergine con inni e canti liturgici.

Da Oriente a Occidente la Tuttasanta è invocata Madre celeste, che sostiene il Figlio di Dio fra le braccia e sotto la cui protezione trova rifugio tutta l'umanità, con l'antichissima preghiera: "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".

E nel Vangelo dell'odierna solennità, san Luca descrive il compiersi della salvezza attraverso la Vergine Maria.

Ella, nel cui grembo si è fatto piccolo l'Onnipotente, dopo l'annuncio dell'Angelo, senza alcun indugio, si reca in fretta dalla parente Elisabetta per portarle il Salvatore del mondo.

E, infatti, « appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo … [ e ] fu colmata di Spirito Santo » ( Lc 1,41 ); riconobbe la Madre di Dio in « colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore ha detto » ( Lc 1,45 ).

Le due donne, che attendevano il compimento delle promesse divine, pregustano, ora, la gioia della venuta del Regno di Dio, la gioia della salvezza.

Cari fratelli e sorelle, affidiamoci a Colei che - come afferma il Servo di Dio Paolo VI - « assunta in cielo, non ha deposto la sua missione di intercessione e di salvezza » ( Es. ap. Marialis Cultus, 18 ).

A Lei, guida degli Apostoli, sostegno dei Martiri, luce dei Santi, rivolgiamo la nostra preghiera, supplicandola di accompagnarci in questa vita terrena, di aiutarci a guardare il Cielo e di accoglierci un giorno accanto al Suo Figlio Gesù.