30 ottobre 1977 Beatificazione di Mutien-Marie Wiaux e Miguel Febres Cordero Venerati fratelli, carissimi figli e figlie, qui convenuti per questa solenne celebrazione! L'atto che abbiamo testé compiuto, riempie il Nostro cuore di purissima gioia. Noi abbiamo proclamato beati due religiosi, i fratelli delle Scuole Cristiane Mutien-Marie Wiaux e Miguel Febres Cordero, abbiamo cioè ufficialmente autorizzato il loro culto, additandone l'esempio all'ammirazione e all'imitazione di tutti i credenti. Due nuovi astri si sono accesi nel firmamento della Chiesa. Come non esultare contemplando questi nostri fratelli, che hanno già raggiunto la mèta, alla quale ognuno di noi sospira di poter un giorno arrivare? Come non gioire sapendo di poter contare sulla potente intercessione di chi ha condiviso le nostre medesime tribolazioni ed è quindi in grado di comprendere la grandezza e la miseria della nostra condizione umana? Essi stanno dinanzi ai nostri occhi nello splendore dell'unica gloria, che non teme l'usura del tempo: la gloria della santità. Di continenti diversi, con caratteristiche umane decisamente distanti, essi sono accomunati da affinità interiori profonde, che rivelano la identica matrice spirituale Lasalliana, che ha ispirato e guidato la loro maturazione cristiana. Per apprezzare il merito dei due nuovi Beati occorre perciò rievocare il merito della Famiglia Religiosa, alla quale essi appartennero, e cioè il celebre e benemerito Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, che San Giovanni Battista de La Salle fondò a Reims ( a. 1680 ), dando alla Chiesa una delle istituzioni più congeniali alla missione educatrice che le è propria: una scuola per la scuola. Lo scopo per il quale il Fondatore concepì la nuova società religiosa era infatti quello di preparare elementi specializzati nei compiti educativi, capaci di dedicarsi con frutto alla formazione umana e cristiana della gioventù, specialmente della gioventù povera, dei figli del popolo. Le caratteristiche dell'Istituto discendono da tale finalità: si tratta di una società religiosa, che raccoglie persone impegnate nella pratica dei consigli evangelici in una forma di vita povera e austera, condotta in comune e testimoniata all'esterno anche mediante la forma dell'abito, persone aventi come missione precipua l'insegnamento scolastico, quello elementare e quello che oggi chiameremmo « secondario », basato su criteri didattici perfezionati, e svolto con la coscienza dell'apostolo, il quale sa di avere nei confronti degli alunni la responsabilità di annunziare il Vangelo con la parola e con l'esempio, al fine di conquistare a Cristo il loro cuore. Questo è infatti lo scopo primario, al quale mira ogni scuola cattolica: far conoscere ed amare Gesù Cristo. E questa è la ragione per cui, soprattutto, la scuola cattolica merita la considerazione e la stima di ogni cristiano. È quindi giusto e doveroso sostenere queste nostre scuole, che aprono i ragazzi alla vita, assicurano la loro formazione umana e spirituale e costruiscono così contemporaneamente la città terrena e la Chiesa. Quanto all'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, la storia ci informa che, nonostante i contrasti a cui dovette sottostare, esso ebbe pronta e vasta diffusione: era già presente in quindici diocesi francesi con 22 comunità, mentre ancora viveva il Fondatore. Oggi esso svolge la sua opera in 78 Paesi, sparsi nei cinque Continenti. I due Beati, che noi oggi contempliamo nella gloria del Regno di Dio, sono una testimonianza eloquente della vitalità dell'annosa pianta, sulla quale sono sbocciati. Al Superiore Generale, ai suoi Collaboratori, ai numerosi Membri di questo Istituto così benemerito rivolgiamo il nostro sincero compiacimento e benedicente saluto. Parimente, con particolare cordialità e deferenza, salutiamo le Delegazioni governative che tanto degnamente rappresentano a questa cerimonia i due Paesi di origine dei nuovi Beati; e insieme con esse intendiamo salutare i Pastori che hanno voluto intervenire. La vita di Fratello Miguel, il debole bambino Francisco nato nelle pieghe andine di Cuenca, si svolge in un'atmosfera rilassata, con una tradizione cattolica e servizi rilevanti per il suo paese. L'infanzia del nuovo Beato è rattristata da un grave difetto fisico: il bambino nasce con i piedi deformi. Un motivo di profondo disagio per la famiglia, che è presto confortato dall'esperienza dell'intelligenza e della gentilezza della nuova progenie, cresciuta sotto la speciale protezione della Vergine Maria. Considererà un segno provvidenziale nato nello stesso anno della proclamazione del Dogma dell'Immacolata Concezione. Il suo amore mariano, al quale viene assicurata la fiducia, crescerà incessantemente Pertanto, quando non può visitare i santuari di Loreto o Lourdes, dove voleva chiedere la guarigione alla Signora celeste, esclamerà con gioiosa serenità: "La vedrò in cielo". Realizzato il suo ideale di arrendersi, dopo non poche opposizioni, a Cristo e alla Chiesa nella Congregazione dei Fratelli di La Salle, il Fratello Michele dà prova di uno spirito squisitamente religioso, di un'ammirevole capacità di lavoro, di un sacrificio al servizio degli altri. E si distingue soprattutto, in quanto non poteva mancare in un figlio della famiglia lasalliana, amore e dedizione cari ai giovani e alla loro giusta formazione umana e morale. In quel campo, il nostro Beato raggiunge obiettivi che lo rendono un vero modello, i cui successi costituiscono un vero timbro di gloria per la Chiesa, per la sua famiglia religiosa, per il suo Paese, che lo nominerà come accademico dell'Accademia dell'Ecuador, corrispondente degli spagnoli. Se ci chiediamo il motivo radicale di tale fertilità umana e religiosa, di quel successo ed efficienza nel suo compito esemplare di catechista, lo troviamo nell'intimità del suo ricco spirito, che lo ha portato a diventare la saggezza vestita d'amore, la scienza che vede il essere umano alla luce di Cristo, immagine divina che viene proiettata - con i suoi sacri doveri e diritti - verso orizzonti eterni. Questo è il grande segreto, la chiave del successo ottenuto da Fratello Miguel, una sublime realizzazione di un grande ideale e, quindi, è una figura di spicco per il nostro tempo. In effetti, quando pochi giorni prima di morire nelle terre della Spagna dirà: "Altri lavoreranno meglio di me", lascia un'eredità alla Chiesa, in particolare al mondo religioso e ai suoi fratelli nella religione: continuare un compito stellare di formazione giovanile rendendo la scuola cattolica, sempre riformabile ma valida ed efficace, un centro permanente di fucina di giovani forti e generosi, intriso di alti ideali, in grado di contribuire al bene generale, consapevole del dovere di far valere i diritti di tutti le persone - prima di tutto i più spodestati - rendendole sempre più umane e aprendole alla speranza portata da Cristo. Una grande e impegnativa sfida, che deve essere raccolta con coraggio e spirito di iniziativa. È il grande messaggio che il Fratello Miguel ci affida per completare oggi. Il secondo beato che veneriamo ha trascorso tutta la sua vita in Belgio. Non è una formula stereotipata per dire al fratello Mutien-Marie che è nato in una famiglia umile ma profondamente cristiana. Erano il 1841 a Mellet. Nell'amore attento dei suoi genitori, nel loro esempio, nella preghiera e nel rosario recitati ogni giorno come una famiglia, il giovane Louis Wiaux ha trovato insieme una giovinezza felice, una solida fede e il desiderio di donarsi a Dio. All'età di quindici anni, rispose, letteralmente, alla chiamata del Signore, lasciò tutto per seguirlo, rinunciando persino al suo nome per prendere quello di un martire poco conosciuto: gesto simbolico di sessant'anni di una vita religiosa nascosta agli occhi degli uomini, ma grande agli occhi di Dio ed esempio ora per l'intera Chiesa. Questo esempio sarà compreso e seguito? Oggi non è troppo contrario agli orientamenti del mondo? Lungi dal cercare prima di tutto la propria autonomia e realizzazione personale, il fratello Mutien-Marie si è donato totalmente, dal giorno in cui è entrato nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, a più di se stesso, a Dio Innanzitutto; e al lavoro dell'educazione cristiana della gioventù. Eppure, in questa vita apparentemente sacrificata, quale profonda autonomia interiore, quale realizzazione spirituale non ha trovato, agli occhi del cuore che vedono la saggezza? Obbedienza, umiltà, dedizione e sacrificio furono le parole d'ordine della sua vita. In questo modo, nel grande collegio di Saint-Berthuin de Malonne, la sua vocazione di pedagogo assunse forme impreviste e versatili, determinate essenzialmente dal desiderio di servire dove c'era da servire! Chi dirà abbastanza la volontà e l'autocontrollo che tale esistenza implica? Quale ricchezza umana e spirituale, sotto un aspetto così semplice! Non aveva il carisma di rendere le opere scolastiche brillanti come quelle di Fratello Miguel, ma divenne il "maestro" di molti giovani, rivelando loro come l'amore disinteressato possa ispirare un'intera vita. Sì, per più di mezzo secolo, nella comunità, nella vita scolastica e nella vita religiosa, il fratello Mutien-Marie è stato un esempio per tutti coloro che hanno attraversato la sua scuola, alunni, insegnanti e genitori. Ad esempio, lo è ancora oggi, specialmente per coloro che, rispondendo alla chiamata del Signore, non rendono l'insegnamento solo una professione, ma una vera vocazione religiosa! Come non esaltare qui di nuovo la particolare grandezza e il significato della scuola cristiana? Come anche non evidenziare oggi la grandezza della vocazione dei Fratelli e delle Sorelle che si dedicano a Dio nell'educazione cristiana dei giovani, e in particolare quella di questo Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, in cui i nostri due Beati hanno trovato la via della perfezione? L'ardente servizio del Vangelo merita ai Figli di San Giovanni Battista de La Salle l'onore che la Chiesa dà loro, in modo sorprendente in questo giorno, il più delle volte silenzioso, ma sempre con fedeltà e fiducia. Preghiamo il Santo Fondatore, preghiamo i beati Miguel e Mutien-Marie, per sostenere l'impegno religioso di tutti i loro Fratelli. Sì, fratelli, la nostra invocazione sale fiduciosa ai nuovi Beati dopo la conclusione del Sinodo dedicato alla catechesi, e in particolare alla catechesi ai giovani. Essi, che spesero la loro vita nel formare intere generazioni di giovani alla conoscenza e all'amore di Cristo e del suo Vangelo, ci siano accanto per indicarci la strada e per sorreggerci nell'impegno di una catechesi convincente ed incisiva. Essi ci insegnino la grande lezione dell'amore per i giovani e della fiducia in loro; un amore e una fiducia, che si esprimano nel non attenuare dinanzi ai loro occhi il radicalismo degli ideali evangelici, ma nel proporre coraggiosamente alla freschezza ancora intatta del loro entusiasmo la Parola di Cristo senza adattamenti di comodo. La testimonianza di quel che questa Parola ha saputo operare in fratel Miguel e in fratel Mutien e, per loro mezzo, in tante generazioni di giovani, è la prova inoppugnabile della forza vittoriosa del Vangelo. Cristo, che ha vinto in loro, vinca anche le nostre resistenze umane e faccia di ciascuno di noi un testimone credibile del suo amore.