Sabato, 4 novembre 1950 Ai Professori e agli Alunni delle scuole medie di Roma Commossi, più di quel che Noi stessi potremmo dire, diletti figli e figlie, che rappresentate qui la Scuola Media, Insegnanti e discepoli, accogliamo con gioia le vostre persone e i doni che venite ad offrirCi. Questi doni, senza parlare del loro valore artistico, sono come la traduzione, in pari tempo materiale e spirituale, dei pensieri che Noi svolgemmo dinanzi a voi in occasione del vostro Congresso dell'anno scorso: la Cattedra, dono degl'Insegnanti; il « libretto missionario », dono degli alunni. È veramente la risposta filiale alle Nostre paterne esortazioni, e come la loro risonanza prolungata trasmessa alle future generazioni. Una cattedra! una cattedra di Maestro: Cattedra docentis! Non è forse il Magistero - come dicevamo allora - il primo ufficio della Nostra Sede Apostolica? Voi Ci offrite una cattedra, facendone rilevare il significato simbolico con le figure - personaggi storici e allegorici - che vi ha intagliate lo scalpello dell'artista. Su questa cattedra pontificale, sulla Cattedra di Pietro, Noi siamo assisi unicamente perché Vicario di Cristo. Noi siamo il suo Rappresentante sulla terra; siamo l'organo per mezzo del quale fa sentire la sua voce Colui che è il solo Maestro di tutti ( Ecce dedi verba mea in ore tuo - Ger 1,9 ), il Cristo, il Verbo eterno del Padre, nato dalla Vergine immacolata, trono, cattedra della divina Sapienza. Non è forse quel che l'intero universo cattolico ha sentito nel fondo della sua anima, quel che Noi stessi abbiamo sentito più che tutto l'universo, nel fondo della Nostra, or sono tre giorni, nell'istante, solenne fra tutti, in cui, con atto supremo del Nostro Magistero, abbiamo proclamato la gloria di Maria trionfante presso il suo Figlio, gloriosa in cielo nella sua anima e nel suo corpo? Questo pensiero vi ha fatto incidere sul davanti della cattedra, come luminoso commento del Papa docente: Unus est Magister vester ( cfr. Mt 23,8 ). Ricevete dunque l'espressione della Nostra riconoscenza, che Noi vi indirizziamo con tutta l'effusione del cuore. Ma i Nostri ringraziamenti si volgono anche a voi, cari adolescenti, alunni delle scuole medie, qui presenti, e ai vostri compagni e compagne di studio. Lo stesso insegnamento di Cristo, di cui i vostri Professori, con l'offerta di questa cattedra, hanno affermato la divina grandezza, voi volete, a vostro modo e coi mezzi a vostra disposizione, diffondere in lontane regioni, facendo pervenire « alla gioventù di una terra ove la parola di Gesù è ancora poco conosciuta » il vostro « libretto missionario », quel pane nutritivo che è la dottrina emanante dalla bocca dell'unico Maestro, e trasmessa dalla Chiesa. Tuttavia questo dono, pur così prezioso, non sarebbe sufficiente, se il piccolo libro, attraversando i mari, passasse dalle vostre mani a quelle dei vostri piccoli fratelli lontani, senza che la vostra propria intelligenza sia pienamente illuminata e il vostro proprio cuore infiammato e vivificato dalle verità e dalle preci che quel libretto contiene. Dai vostri insegnanti voi ricevete, anche sotto il velo della scienza profana, lo spirito cristiano: imparate dunque a scoprire sotto quel velo le opere di Dio, di cui i cieli narrano la gloria ( Sal 19,2 ). Soprattutto mettete nello studio della religione tutta la diligenza di cui siete capaci; studiatela, gustatela, amatela, voi che bramate di farla studiare, gustare, amare dai giovani di altri popoli. In cambio del dono che voi loro inviate, quei vostri fratelli ignoti pregheranno per voi, e la loro preghiera contribuirà a far fiorire, risplendere e fruttificare in voi tutte le virtù cristiane, che, anche grazie al vostro dono, saranno germogliate nei loro cuori. Noi abbiamo la più grande fiducia nella potenza della loro ingenua preghiera per attirare su di voi le più elette grazie celesti, in pegno delle quali impartiamo di gran cuore a voi, Insegnanti, e ai vostri Colleghi, a voi, alunni, e ai vostri condiscepoli, non meno che alle vostre famiglie, la Nostra Apostolica, Benedizione.