Giovedì, 30 marzo 1967 Ai gruppi europei di « Iuvenes ministrantes » Ed ora un saluto fervidissimo ai giovani « Ministranti » di lingua italiana! Dopo aver celebrato la Pasqua, siete convenuti a Roma per il vostro secondo Congresso internazionale; e il tono di squillante letizia, che distingue il tempo pasquale, viene così a caratterizzare cotesto vostro incontro di anime giovanili: le vostre cotte candide, come le bianche tuniche dei lettori, richiamano alla mente la candida schiera dei neofiti, che nella Chiesa dei primi secoli animavano con la loro fede e con la loro pietà questa settimana di Pasqua: e stamane le voci argentine dei Pueri Cantores, anch'essi presenti con voi, hanno ripetuto, come allora, l'Alleluia durante la Messa. Nel contemplare pertanto lo spettacolo splendide ed esaltante, che oggi offrite ai Nostri occhi, Noi pensiamo che anche voi, come altrettanti neofiti pieni di fervore e di gioia, siete l'onore e il vanto della Chiesa, alla quale date il contributo della vostra età nel servizio puntuale, ordinato, preciso, offerto all'Altare. Noi pensiamo che anche voi siete come un canto alleluiatico che risuona nella Chiesa e per la Chiesa a edificazione del popolo fedele. Per questa vostra partecipazione cosciente e generosa alla Liturgia, che è il cuore di tutta la vita cristiana e, come ha detto efficacemente il Concilio, « è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù » ( Cost. sulla S. Liturgia, n. 10 ); per questa vostra partecipazione, diciamo, Noi vediamo che in voi si realizza l'ideale del laico cristiano, aperto e attivo collaboratore del sacerdozio cattolico, come l'ha proposto il Concilio Ecumenico Vaticano II; è bensì vero che, data la vostra età ancora in sviluppo, le complesse indicazioni del Concilio a tale riguardo non possono ancora trovare in voi piena attuazione; però voi già realizzate in forma esemplare quello che il Concilio ha chiaramente proposto come insostituibile fondamento e condizione indispensabile dell'apostolato dei laici e della sua fecondità: cioè quella « vita di intima unione con Cristo, che si alimenta nella Chiesa con gli aiuti spirituali comuni a tutti i fedeli, soprattutto con la partecipazione attiva alla Sacra Liturgia » ( Decr. Apostolican Actuotisatem, n. 4 ). Voi partecipate attivamente, e come!, alla Liturgia della Chiesa, ne vivete lo spirito e ne conoscete le cerimonie col vostro comportamento raccolto e armonioso: ebbene, diletti figli, sappiate che per questo siete inseriti al centro della vita della Chiesa, e di qui potete, anzi dovete attingere l'alimento costante per l'apostolato che ora svolgete, e che svolgerete in seguito, qualunque sia la professione e il lavoro a cui vi chiamerà il Signore. Lo stesso tema del Congresso Ci dice come stia a cuore ai vostri benemeriti Assistenti spirituali farvi comprendere a fondo queste magnifiche realtà, che devono orientarvi per tutta la vita: « vivere i Sacramenti dell'iniziazione cristiana », dice il tema: effettivamente, ciò significa non solo averne compreso il significato teologico ed ecclesiale, ma altresì averne accettato le consegne sul piano della realtà quotidiana: significa vivere da morti e risorti in Colui che è morto e risorto per noi, essere consacrati all'apostolato senza ombra di rispetto umano, da veri soldati di Cristo, dare un'impronta eucaristica ai propri pensieri e al proprio stile di vita; avere un cuore che palpita all'unisono con le grandi intenzioni della Chiesa nell'ora che batte sul quadrante della storia. Voi non solo vorrete guardare a questo tema come all'argomento temporaneo e dotto di qualche dissertazione, ma ne farete certo la molla segreta, l'animazione costante, la tensione interiore della vostra vita. Ce lo dice la serietà della vostra attenzione; Ce lo dice la vostra presenza attorno all'Altare, come ministranti, lettori, Pueri Cantores; Ce lo dice anche il numero crescente di giovani, che dalle vostre file si fanno avanti per ascoltare la voce di Dio, che li chiama ad una meta più alta, ad un più stretto e duraturo e consacrato vincolo con Cristo, eterno Sacerdote. Per tutti questi motivi voi oggi Ci riempite l'animo di gioia commossa, e per questo abbiamo desiderato di dedicarvi un po' del nostro tempo. Continuate così, figli dilettissimi; crescete di numero e di qualità; rendete sempre più fervido e personale il vostro amore sa Gesù, che vi guarda con occhio di predilezione, vivendo di Lui ogni istante della vostra vita, e facendo a Lui servire le integre e ardenti forze della vostra età, bella come la primavera; beati voi, cari ragazzi e giovani, che, allenati alla scuola serena e corroborante della Liturgia, potete guardare alla vita con occhio limpido e pensoso, sostenuto dalla fede, trasfigurato dalla grazila, formandovi all'esercizio delle più solide e costruttive virtù cristiane. Sono questi i Nostri voti paterni, che vi rivolgiamo con vivissimo affetto, mentre tutti di gran cuore vi benediciamo, insieme con i vostri ottimi genitori e i vostri Assistenti spirituali. « La pace del Signore sia sempre con voi. Amen ».