Vita consecrata

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L'icona di Cristo trasfigurato

14 Il fondamento evangelico della vita consacrata va cercato nel rapporto speciale che Gesù, nella sua esistenza terrena, stabilì con alcuni dei suoi discepoli, invitandoli non solo ad accogliere il Regno di Dio nella propria vita, ma a porre la propria esistenza a servizio di questa causa, lasciando tutto e imitando da vicino la sua forma di vita.

Una tale esistenza « cristiforme », proposta a tanti battezzati lungo la storia, è possibile solo sulla base di una speciale vocazione e in forza di un peculiare dono dello Spirito.

In essa, infatti, la consacrazione battesimale è portata ad una risposta radicale nella sequela di Cristo mediante l'assunzione dei consigli evangelici, primo ed essenziale tra essi il vincolo sacro della castità per il Regno dei Cieli.23

Questa speciale « sequela di Cristo », alla cui origine sta sempre l'iniziativa del Padre, ha, dunque, una connotazione essenzialmente cristologica e pneumatologica, esprimendo così in modo particolarmente vivo il carattere trinitario della vita cristiana, della quale anticipa in qualche modo la realizzazione escatologica a cui tutta la Chiesa tende.24

Molte sono, nel Vangelo, le parole e i gesti di Cristo che illuminano il senso di questa speciale vocazione.

Per coglierne, tuttavia, in una visione d'insieme i tratti essenziali, di singolare aiuto si rivela fissare lo sguardo sul volto raggiante di Cristo nel mistero della Trasfigurazione.

A questa « icona » si riferisce tutta un'antica tradizione spirituale, quando collega la vita contemplativa all'orazione di Gesù « sul monte ».25

Ad essa possono inoltre ricondursi, in qualche modo, le stesse dimensioni « attive » della vita consacrata, giacché la Trasfigurazione non è solo rivelazione della gloria di Cristo, ma anche preparazione ad affrontarne la croce.

Essa implica un « ascendere al monte » e un « discendere dal monte »: i discepoli che hanno goduto dell'intimità del Maestro, avvolti per un momento dallo splendore della vita trinitaria e della comunione dei santi, quasi rapiti nell'orizzonte dell'eterno, sono subito riportati alla realtà quotidiana, dove non vedono che « Gesù solo » nell'umiltà della natura umana, e sono invitati a tornare a valle, per vivere con lui la fatica del disegno di Dio e imboccare con coraggio la via della croce.

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23 Propositio 3, A e B
24 Propositio 3, C
25 S. Cassiano: « Secessit tamen solus in monte orare, per hoc scilicet nos instruens suae secessionis exemplo … ut similiter secedamus » ( Conlat. 10, 6: PL 49, 827);
S. Girolamo: « Et Christum quaeras in solitudine et ores solus in monte cum Iesu » ( Ep, ad Paulinum 58, 4, 2: PL 22, 582 );
Guglielmo di Saint.Thierry: « ( Vita solitaria ) ab ipso Domino familiarissime celebrata, ab eius discipulis ipso praesente concupita: cuius transfigurationis gloriam cum vidissent qui cum eo in monte sancto erant, continuo Petrus.. optimum sibi iudicavit in hoc semper esse » ( Ad fratres de Monte Dei I, 1: Pl 184, 310 )