Vita consecrata

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Una feconda e ordinata comunione ecclesiale

49 Il Vescovo è padre e pastore dell'intera Chiesa particolare.

A lui compete di riconoscere e rispettare i singoli carismi, di promuoverli e coordinarli.

Nella sua carità pastorale accoglierà pertanto il carisma della vita consacrata come grazia che non riguarda soltanto un Istituto, ma rifluisce a vantaggio di tutta la Chiesa.

Cercherà così di sostenere ed aiutare le persone consacrate, affinché, in comunione con la Chiesa, si aprano a prospettive spirituali e pastorali corrispondenti alle esigenze del nostro tempo, in fedeltà all'ispirazione fondazionale.

Da parte loro, le persone di vita consacrata non mancheranno di offrire generosamente la loro collaborazione alla Chiesa particolare secondo le proprie forze e nel rispetto del proprio carisma, operando in piena comunione col Vescovo nell'ambito della evangelizzazione, della catechesi, della vita delle parrocchie.

Giova ricordare che, nel coordinare il servizio alla Chiesa universale con quello alla Chiesa particolare, gli Istituti non possono invocare la legittima autonomia e la stessa esenzione, di cui molti di loro godono,113 per giustificare scelte che di fatto contrastano con le esigenze di organica comunione poste da una sana vita ecclesiale.

Occorre invece che le iniziative pastorali delle persone consacrate siano decise ed attuate sulla base di un dialogo cordiale e aperto tra Vescovi e Superiori dei vari Istituti.

La speciale attenzione da parte dei Vescovi alla vocazione e missione degli Istituti e il rispetto, da parte di questi, del ministero dei Vescovi, con la pronta accoglienza delle loro concrete indicazioni pastorali per la vita diocesana, rappresentano due forme intimamente connesse di quell'unica carità ecclesiale che impegna tutti al servizio della comunione organica - carismatica e insieme gerarchicamente strutturata - dell'intero Popolo di Dio.

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113 Cod. Dirit. Can. can 586 § 2;
Cod. Dirit. Can. can 591;
Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 412 § 2