Vita consecrata

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Vita monastica in Oriente e in Occidente

6 I Padri sinodali delle Chiese cattoliche orientali e i rappresentanti delle altre Chiese dell'Oriente hanno messo in risalto, nei loro interventi, i valori evangelici della vita monastica,10 apparsa già agli inizi del cristianesimo e tuttora fiorente nei loro territori, specialmente presso le Chiese ortodosse.

Fin dai primi secoli della Chiesa vi sono stati uomini e donne che si sono sentiti chiamati ad imitare la condizione di servo del Verbo incarnato, e si sono posti alla sua sequela vivendo in modo specifico e radicale, nella professione monastica, le esigenze derivanti dalla partecipazione battesimale al mistero pasquale della sua morte e risurrezione.

In questo modo, facendosi portatori della Croce (staurophóroi), si sono impegnati a diventare portatori dello Spirito ( pneumatophóroi ), uomini e donne autenticamente spirituali, capaci di fecondare segretamente la storia con la lode e l'intercessione continua, con i consigli ascetici e le opere della carità.

Nell'intento di trasfigurare il mondo e la vita in attesa della definitiva visione del volto di Dio, il monachesimo orientale privilegia la conversione, la rinuncia a se stessi e la compunzione del cuore, la ricerca dell'esichia, cioè della pace interiore, e la preghiera incessante, il digiuno e le veglie, il combattimento spirituale e il silenzio, la gioia pasquale per la presenza del Signore e per l'attesa della sua venuta definitiva, l'offerta di sé e dei propri averi, vissuta nella santa comunione del cenobio o nella solitudine eremitica.11

Anche l'Occidente ha praticato fin dai primi secoli della Chiesa la vita monastica e ne ha conosciuto una grande varietà di espressioni nell'ambito sia cenobitico che eremitico.

Nella sua forma attuale, ispirata specialmente a san Benedetto, il monachesimo occidentale è erede di tanti uomini e donne che, lasciata la vita secondo il mondo, cercarono Dio e a lui si dedicarono, « nulla anteponendo all'amore di Cristo ».12

Anche i monaci di oggi si sforzano di conciliare armonicamente la vita interiore e il lavoro nell'impegno evangelico della conversione dei costumi, dell'obbedienza, della stabilità, e nell'assidua dedizione alla meditazione della Parola ( lectio divina ), alla celebrazione della liturgia, alla preghiera.

I monasteri sono stati e sono tuttora, nel cuore della Chiesa e del mondo, un eloquente segno di comunione, un'accogliente dimora per coloro che cercano Dio e le cose dello spirito, scuole di fede e veri laboratori di studio, di dialogo e di cultura per l'edificazione della vita ecclesiale e della stessa città terrena, in attesa di quella celeste.

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10 Sinodo dei Vescovi, IX Assemblea Generale Ordinaria, Messaggio del Sinodo ( 27 ottobre 1994 ), VII: L'Osservatore Romano, 29 ottobre 1994, p. 7
11 Propositio 5, B
12 S. Benedetto, Regula, 4, 21 e 72, 11