Mercoledì, 12 giugno 2013

Quel progressismo adolescente

Sono due le tentazioni da affrontare in questo momento della storia della Chiesa: andare indietro perché timorosi della libertà che viene dalla legge « compiuta nello Spirito Santo »; cedere a un « progressismo adolescente », incline cioè a seguire i valori più accattivanti proposti dalla cultura dominante.

Papa Francesco ne ha parlato questa mattina, mercoledì 12 giugno, commentando le letture - tratte dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi ( 2 Cor 3,4-11 ) e dal vangelo di Matteo ( Mt 5,17-19 ) - della messa nella Domus Sanctae Marthae, concelebrata, fra gli altri, dai cardinali Manuel Monteiro de Castro, penitenziere maggiore, e João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che accompagnava officiali e dipendenti del dicastero.

Il Papa si è soffermato innanzitutto sulle spiegazioni che Gesù dà a quanti lo accusano di voler cambiare le leggi di Mosè.

Egli li rassicura dicendo: « Io non vengo ad abolire la legge ma a darle pieno compimento ».

Perché la legge - ha specificato il Santo Padre - « è frutto dell'alleanza.

Non si può capire la legge senza l'alleanza.

La legge è un po' la strada per andare nell'alleanza », quella « iniziata con una promessa in quel pomeriggio nel paradiso terrestre, poi è andata avanti con l'arca di Noè, con Mosè nel deserto, e poi è andata avanti come legge di Israele per fare la volontà di Dio ».

Questa legge « è sacra - ha aggiunto - perché portava il popolo a Dio ».

Dunque « non si può toccare ».

C'era chi diceva che Gesù « cambiava questa legge »; egli invece cercava di far capire che c'era una strada che avrebbe portato « alla crescita », anzi alla « piena maturità di quella legge.

E diceva: « Io vengo per darle compimento.

Così come il germoglio che "scoppia" e nasce il fiore, così è la continuità della legge verso la sua maturità.

E Gesù è l'espressione della maturità della legge ».

Il Pontefice ha poi ribadito il ruolo dello Spirito Santo nella trasmissione di questa legge.

Infatti, ha spiegato, « Paolo dice che questa legge dello Spirito l'abbiamo per mezzo di Gesù Cristo, perché non siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi; la nostra capacità viene da Dio.

E la legge che Dio ci dà è una legge matura, la legge dell'amore, perché siamo arrivati all'ultima ora.

L'apostolo Giovanni dice alla sua comunità: Fratelli siamo arrivati all'ultima ora.

All'ora del compimento della legge.

È la legge dello Spirito, quella che ci rende liberi ».

Tuttavia si tratta di una libertà che in un certo senso fa paura.

« Perché - ha precisato il Pontefice - si può confondere con qualche altra libertà umana ».

E poi « la legge dello Spirito ci porta sulla strada del discernimento continuo per fare la volontà di Dio »: anche questo ci spaventa un po'.

Ma, ha avvertito il Santo Padre, quando siamo assaliti da questa paura corriamo il rischio di soccombere a due tentazioni.

La prima è quella di « tornare indietro perché non siamo sicuri.

Ma questo interrompe il cammino ».

È « la tentazione della paura della libertà, della paura dello Spirito Santo: lo Spirito Santo ci fa paura ».

A questo punto Papa Francesco ha ricordato un episodio risalente agli inizi degli anni Trenta: « Un solerte superiore di una congregazione religiosa trascorse molti anni a raccogliere tutte le regole della sua congregazione: quello che potevano fare i religiosi e quello che non potevano fare.

Poi, una volta concluso il lavoro, è andato da un grande abate benedettino che si trovava a Roma, per mostrargli il suo lavoro.

L'abate l'ha guardato e gli ha detto: Padre, lei con questo ha ucciso il carisma della sua congregazione!

Aveva ucciso la libertà.

Perché il carisma dà frutti nella libertà e lui aveva bloccato il carisma.

Questa non è vita.

Quella congregazione non poteva continuare a vivere.

Cosa è successo?

Che venticinque anni dopo quel capolavoro, nessuno l'ha visto ed è finito in biblioteca ».

« Ecco un esempio di come è facile cadere nella tentazione di andare indietro per sentirci più sicuri », ha spiegato il vescovo di Roma.

Ma - ha aggiunto - « la sicurezza piena è nello Spirito Santo che ti porta avanti, che ti dà fiducia e, come dice Paolo, è più esigente: infatti, Gesù dice che "finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della legge, senza che tutto sia avvenuto".

Dunque è più esigente anche se non ci dà la sicurezza umana, perché non possiamo controllare lo Spirito Santo: questo è il problema ».

La seconda tentazione è quella che il Papa ha definito « progressismo adolescente ».

Non si tratta però di autentico progresso: è una cultura che va avanti, dalla quale non riusciamo a distaccarci e della quale prendiamo le leggi e i valori che ci piacciono di più, come fanno appunto gli adolescenti.

Alla fine il rischio che si corre è di scivolare, « così come la macchina scivola sulla strada gelata e va fuori strada ».

Secondo il Pontefice, si tratta di una tentazione ricorrente in questo momento storico per la Chiesa.

« Non possiamo andare indietro - ha detto il Papa - e scivolare fuori strada ».

La strada da seguire è questa: « La legge è piena, in continuità sempre, senza tagliare: come il seme finisce nel fiore, nel frutto.

La strada è quella della libertà nello Spirito Santo, che ci fa liberi, nel discernimento continuo sulla volontà di Dio, per andare avanti su questa strada, senza andare indietro » e senza scivolare.

« Questo non è un appello per ripristinare Gioacchino da Fiore » ha però puntualizzato Papa Francesco.

E ha concluso: « Chiediamo lo Spirito Santo che ci dà vita, che ci porta avanti, che porta alla piena maturità la legge, quella legge che ci fa liberi ».