Venerdì, 24 febbraio 2017

Giustizia con misericordia

« Signore, che io sia giusto, ma giusto con misericordia »: è la preghiera suggerita da Papa Francesco per non cadere nell'« inganno ipocrita » della « casistica », nella « logica del "si può" e "non si può" ».

Consapevoli che « in Dio giustizia è misericordia e misericordia è giustizia ».

Sono queste le linee essenziali della riflessione proposta dal Pontefice nella messa celebrata venerdì mattina, 24 febbraio, a Santa Marta.

« C'erano tre gruppi di persone che seguivano Gesù » ha fatto subito notare Francesco, riferendosi al passo evangelico di Marco ( Mc 10,1-12 ) proposto dalla liturgia.

E così, anzitutto, « la folla lo seguiva per imparare, perché lui parlava con autorità ».

Certo, ha aggiunto, lo seguiva « anche, per farsi guarire ».

Il secondo gruppo è composto da « dottori della legge » che, invece, « lo seguivano per metterlo alla prova: si avvicinavano e per metterlo alla prova domandavano cose ».

Ci sono poi « i discepoli, il terzo gruppo: lo seguivano perché erano attaccati a lui, Gesù stesso li aveva chiamati per essere vicini ».

E così « questi tre gruppi seguivano sempre Gesù ».

Marco racconta che al Signore « si avvicinano questi dottori della legge: è chiaro, lo dice il Vangelo, per metterlo alla prova domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie ».

Ma « Gesù - ha spiegato il Papa - non risponde se sia lecito o non sia lecito; non entra nella loro logica casistica, perché loro pensavano soltanto alla fede in termini di "si può" o "non si può", fino a dove "si può", fino a dove "non si può" ».

Però in « quella logica della casistica Gesù non ci entra ».

Anzi, a loro « rivolge una domanda: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?" ».

In pratica chiede « che cosa c'è nella vostra legge?" ».

Nel rispondere a questa domanda di Gesù, ha fatto presente Francesco, i dottori della legge « spiegano il permesso che ha dato Mosè per ripudiare la moglie, e sono proprio loro a cadere nel tranello, perché Gesù li qualifica "duri di cuore" ».

E si rivolge loro così: « Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma ».

E così Gesù « dice la verità, senza casistica, senza permessi, la verità: "Dall'inizio della creazione, Dio li fece maschio e femmina" ».

E continua: « Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre » e « si mette in cammino », e « si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola ».

Perciò « non sono più due, ma una sola carne ».

E questa, ha affermato il Papa, « non è né casistica, né permesso: è la verità; Gesù dice sempre la verità ».

Marco, poi, racconta nel suo Vangelo anche la reazione del « terzo gruppo, i discepoli, a casa: lo interrogarono di nuovo su questo argomento per capire meglio, perché loro conoscevano questo permesso di Mosè, questa legge di Mosè ».

E « Gesù è ancora molto chiaro: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio ».

Dunque Gesù dice « la verità », ha affermato il Pontefice.

Egli « esce dalla logica casistica e spiega le cose come sono state create, spiega la verità ».

Ma « sicuramente, qualcuno può pensare: "Sì, la verità è questa, ma tu, Gesù, tu sei andato lì a parlare con un'adultera!" ».

E anche « tante volte adultera: cinque, credo ».

Perciò, così facendo, « sei diventato impuro.

E sei diventato impuro anche perché quella era pagana, era una samaritana.

E parlare con uno che non era ebreo ti faceva impuro e sei diventato impuro, anche perché hai bevuto dal bicchiere di lei, che non era stato purificato ».

Allora, « come mai tu dici che questo è adulterio, che questo è grave, e poi parli con quella, le spieghi il catechismo e bevi anche quello che lei ti dà? ».

E ancora: « Un'altra volta ti hanno portato un'adultera - chiaro a tutti: l'hanno presa in adulterio - e tu, alla fine, cosa hai detto?

"Io non ti condanno, non peccare più".

Ma come si spiega questo? » si potrebbe, dunque, obiettare.

« È il cammino cristiano » è stata la risposta del Pontefice.

Si tratta del « cammino di Gesù, perché anche lui - pensiamo a Matteo, a Zaccheo, ai banchetti che fa con tutti i peccatori - andava da loro, a mangiare ».

E « il cammino di Gesù, si vede chiaro, è il cammino dalla casistica alla verità e alla misericordia: Gesù lascia fuori la casistica ».

E « a quelli che volevano metterlo alla prova, a quelli che pensavano con questa logica del "si può", li qualifica - non qui, ma in altro passo del Vangelo - ipocriti ».

E questo vale anche « con il quarto comandamento: questi negavano di assistere i genitori con la scusa che avevano dato una bella offerta alla Chiesa, ipocriti! ».

Perché, ha insistito Francesco, « la casistica è ipocrita, è un pensiero ipocrita: "si può, non si può" ».

Un pensiero « che poi diventa più sottile, più diabolico: "Ma fino a chi posso? Ma di qui a qui, non posso" ».

È « l'inganno della casistica ».

Invece « no: dalla casistica alla verità ma la verità è questa ».

E « Gesù non negozia la verità, mai: la dice tale e quale è ».

Ma non c'è « solo la verità », ha spiegato il Papa.

C'è « anche la misericordia, perché lui è l'incarnazione della misericordia del Padre e non può negare se stesso ».

E « non può negare se stesso perché è la verità del Padre, e non può negare se stesso perché è la misericordia del Padre ».

E « questa - ha proseguito - è la strada che Gesù ci insegna a percorrere: non è facile, nella vita, quando vengono le tentazioni: pensiamo alle tentazioni di affari ».

In quel caso « gli affaristi » dicono: « Io posso fare fino a qui, licenzio questi dipendenti e guadagno più di qua ».

È « la casistica », appunto.

« Quando la tentazione ti tocca il cuore - ha affermato il Papa - questo cammino di uscire dalla casistica alla verità e alla misericordia non è facile: ci vuole la grazia di Dio perché ci aiuti ad andare così avanti.

E dobbiamo chiederla sempre ».

« Signore, che io sia giusto, ma giusto con misericordia » è la preghiera suggerita da Francesco.

Ma « non giusto, coperto dalla casistica ».

Invece la preghiera da fare al Signore è per essere « giusto nella misericordia, come sei tu, giusto nella misericordia ».

E « poi uno di mentalità casistica può domandare: che cosa è più importante in Dio, giustizia o misericordia? ».

Ma questo « è un pensiero malato, che cerca di uscire: cosa è più importante? ».

In realtà « non sono due: è uno solo, una sola cosa.

In Dio, giustizia è misericordia e misericordia è giustizia ».

E « il Signore - ha concluso il Papa - ci aiuti a capire questa strada, che non è facile, ma ci farà felici, a noi, e farà felice tanta gente ».