13 ottobre 1979

Per gli alunni del Seminario maggiore di Roma

Carissimi Chierici del Seminario Romano!

Potete immaginare con quanto affetto e con quale trepidazione questa sera celebro la Santa Messa con voi e per voi, al termine dei vostri Esercizi Spirituali e all'inizio del nuovo anno accademico!

Voi infatti siete i miei Chierici, gli alunni del Seminario della mia diocesi di Roma, che il Signore mi ha affidato disponendo la mia elezione a Sommo Pontefice, ed io, come già a Cracovia e come ogni altro Vescovo, vi ritengo il tesoro più prezioso, che ha il suo posto nell'intimo del mio cuore e delle mie sollecitudini.

E anche se, a motivo della Cura e del servizio della Chiesa Universale, devo, come già sempre fecero i miei Predecessori, demandare gran parte del ministero diretto al Cardinale Vicario, al Vicegerente e ai Vescovi Ausiliari, voi siete però particolarmente presenti nella mia quotidiana preghiera e nella mia ansia paterna.

Siamo qui riuniti attorno all'altare per offrire al Signore il Sacrificio Eucaristico e per suggellare in modo concreto i propositi di vita, santa e impegnata, che certamente avete formulato in questi giorni di silenzio e di riflessione.

Mentre vi ringrazio di cuore per la vostra buona volontà e vi esprimo la mia profonda letizia per questo incontro così significativo, desidero anche suggerirvi alcune indicazioni appropriate a questo particolare momento.

1. Mantenete in voi costante e fervente il senso della gioia per la verità che conoscete.

È davvero impressionante pensare di possedere la verità, di sapere cioè il senso della vita umana, il significato della storia e dell'intero universo, il motivo dell'esistenza che si svolge tra vertici di conquiste scientifiche e abissi di miserie e di dolori.

E la verità è Dio, creatore, redentore e rimuneratore; la verità è Cristo, che appunto si è definito "via, verità, vita, luce, amore, salvezza"; la verità è la Chiesa da lui voluta e fondata per trasmettere integra la sua Parola e i mezzi di salvezza!

E voi possedete, voi gustate tutto questo mirabile patrimonio!

Quanti giovani non possiedono la verità, e trascinano la loro esistenza senza un "perché"; quanti, purtroppo, dopo vane ed estenuanti ricerche, delusi e amareggiati si sono abbandonati, e si abbandonano, tuttora, alla disperazione!

E quanti sono riusciti a raggiungere la verità solo dopo anni di angosciosi interrogativi e dopo penose esperienze!

Pensate, per esempio, all'itinerario drammatico di Sant'Agostino per arrivare alla luce della verità e alla pace dell'innocenza riconquistata!

E quale sospiro diede quando finalmente giunse alla luce!

Ed esclamò con nostalgia: "Sero te amavi!".

Pensate alla fatica che dovette compiere il celebre Cardinale Newman per giungere con la forza della logica al Cattolicesimo!

Quale lunga e dolorosa agonia spirituale!

E così potremmo ricordare tante altre figure eminenti, passate e recenti, che hanno dovuto lottare duramente per guadagnare la verità.

Ebbene, essi giunsero dove voi già siete.

Voi infatti la verità la possedete, intera, luminosa, consolante!

Quanti invidiano la vostra situazione!

Sappiate dunque godere della verità, come dice San Tommaso; sappiate vivere della verità e nella verità; sappiate approfondire e delucidare sempre più e sempre meglio la verità in tutti i suoi lati e in tutte le sue esigenze filosofiche, teologiche, bibliche, storiche, psicologiche, scientifiche, giuridiche, sociali, per vostra intima esigenza e per essere dappertutto "testimoni della verità".

Avete tempo, libri e insegnanti qualificati per appassionarvi sempre più della verità e poterla poi un giorno comunicare con sicurezza e capacità: non perdete tempo.

E soprattutto non azzardatevi in campi minati e pericolosi, non siate spavaldi e presuntuosi, perché è facile cadere nella confusione ed essere vinti dall'orgoglio; sappiate essere sensibili e docili, per non sprecare né avariare il dono immensamente prezioso che possedete.

2. Abbiate il senso della vostra responsabilità.

Riflettete sulla vostra "identità": siete dei chiamati, degli eletti da Gesù stesso, il Divin Maestro, il Pastore e Salvatore delle nostre anime, il Redentore dell'uomo!

Egli vi ha scelti, in modo misterioso ma reale, per farvi, con lui e come lui, dei salvatori; vuole trasformarvi in lui, affidarvi i suoi stessi poteri divini …

Voi dovrete un giorno agire "in persona Christi!".

Perciò voi non siete come gli altri giovani, che hanno dinanzi solamente le normali mete della carriera, della posizione sociale, del matrimonio, delle soddisfazioni terrene, pur con ideali cristiani ed anche apostolici.

Voi siete diversi, perché siete chiamati al Sacerdozio.

Ed allora dovete impostare la vostra vita su di un tipo di formazione e di responsabilità eminentemente di apostolato e di testimonianza.

Ai giovani radunati a Galway, in Irlanda, recentemente io dicevo: "Cristo vi chiama, ma vi chiama alla verità.

La sua chiamata è esigente perché vi invita a lasciarvi "afferrare" da lui completamente, in modo che tutte le vostre esistenze siano viste in una luce diversa" ( Giovanni Paolo II, Allocutio in urbe "Galway" habita, 30 settembre 1979 ).

Se questo vale per i giovani, tanto più deve valere per voi, carissimi Chierici!

Lasciatevi afferrare da Gesù e cercate di vivere solo per lui!

Anche a voi voglio confidare ciò che dissi ai Seminaristi irlandesi a Maynooth: "La parola di Dio è il grande tesoro delle vostre vite …

Dio conta su di voi, e i suoi piani, in un certo senso, dipendono dalla vostra libera collaborazione, dall'offerta della vostra vita e dalla generosità con la quale voi seguite l'ispirazione dello Spirito Santo nel profondo dei vostri cuori".

E ancora: "Voi vi preparate per il dono totale di voi, e i suoi piani, in un servizio del suo Regno.

Voi portate a Cristo il dono del vostro entusiasmo e della vostra vitalità giovanile.

In voi Cristo è eternamente giovane e attraverso voi egli ringiovanisce la Chiesa.

Non deludetelo.

Non deludete il popolo che sta aspettando che voi gli portiate Cristo … Cristo guarda voi e vi ama" ( Giovanni Paolo II, Allocutio in "Maynooth" habita, 1 ottobre 1979 )

3. Infine: mantenete vivo il senso dell'impegno.

Voi desiderate diventare sacerdoti, o almeno desiderate scoprire se veramente siete chiamati.

Ed allora la questione è seria, perché bisogna prepararsi bene, con chiarezza di intenti e con una severa formazione.

Il mondo guarda al Sacerdote, perché guarda a Gesù!

Nessuno può vedere il Cristo; ma tutti vedono il Sacerdote, e per mezzo di lui vogliono intravedere il Signore!

Immensa grandezza e dignità del Sacerdote, che fu detto giustamente "alter Christus!".

Perciò non dovete perdere tempo!

È necessario infatti un costante e assillante impegno nella vostra formazione: impegno nella formazione spirituale; impegno nella formazione intellettuale e culturale; impegno nella formazione ascetica, mediante l'abitudine all'ordine, alla povertà, al sacrificio, alla mortificazione, al controllo dei propri desideri, ricordando l'ammonimento sempre valido dell'Imitazione di Cristo: "Tantum proficies quantum tibi ipsi vim intuleris" ( L'Imitazione di Cristo, lib. 1, c. XXIV, n. 7 ).

Ai seminaristi di Filadelfia, dopo aver citato l'Optatam Totius ( n. 11 ) io asserivo che il Seminario deve fornire una sana disciplina per preparare al servizio consacrato: "Quando la disciplina è applicata nel modo dovuto, essa crea un'atmosfera di raccoglimento che mette in grado il seminarista di sviluppare quegli atteggiamenti che sono tanto desiderabili in un sacerdote, come l'obbedienza gioiosa, la generosità, l'abnegazione" ( Giovanni Paolo II, Allocutio in urbe "Philadelphia" habita, 3 ottobre 1979 ).

Impegno nella formazione del proprio carattere.

Un buon carattere è un vero tesoro nella vita.

Talvolta sacerdoti ottimi per la loro virtù e il loro zelo dimezzano l'efficacia del ministero per il loro temperamento impaziente, scostante, non equilibrato.

È necessario perciò formarsi un carattere buono, aperto, comprensivo, paziente, e a questo giova certamente la direzione spirituale sincera, metodica; impegno nella formazione sociale, conoscendo la psicologia dei vari ceti e le loro esigenze, acquistando varie possibilità di aggancio, imparando anche ad essere autosufficienti per tante necessità della vita.

Carissimi Chierici!

Il Signore vi aiuti e vi accompagni in ogni giorno di questo nuovo anno di studio e di formazione.

Anche a voi, come all'incontro di Maynooth, io dico: "Questo è un tempo meraviglioso per la storia della Chiesa.

Questo è un tempo meraviglioso per essere prete, per essere religioso, per essere missionario di Cristo.

Rallegratevi nella vostra vocazione" ( Giovanni Paolo II, Allocutio in "Maynooth" habita, 1 ottobre 1979 ).

Per riuscire nel vostro intento, affidatevi a Maria Santissima, sempre, ma specialmente nei momenti di difficoltà e di oscurità.

"Da Maria impariamo ad abbandonarci alla volontà di Dio in tutte le cose.

Da Maria impariamo ad avere fiducia anche quando ogni speranza è svanita.

Da Maria impariamo ad amare Cristo, suo Figlio e Figlio di Dio …

Imparate da lei ad essere sempre fedeli, a credere nell'adempimento della parola di Dio in voi e che nulla è impossibile a Dio" ( Giovanni Paolo II, Allocutio in Ecclesia Cathedrali Sancti Matthaei in urbe "Washington" habita, 6 ottobre 1979 ).

E vi sia pure propizia la mia Benedizione, che con profondo affetto imparto a voi, ai vostri Superiori ed Insegnanti e a tutte le persone care.