23 febbraio 1967 Istruzione sulla necessità di istituire le Commissioni dottrinali presso le Conf. Ep. Con il Motu proprio Integrae servandae del 7 dicembre 1965 il Sommo Pontefice Paolo VI ha mutato il nome e riformato il regolamento di questo Sacro Dicastero, affinché in verità eserciti con maggior frutto, come le attuali circostanze lo richiedono, il compito che gli è proprio di difendere e promuovere adeguatamente la dottrina della fede e dei costumi. In questa sollecitudine, che riguarda l'interesse della Chiesa tutta, è bene che i Vescovi collaborino proprio in quanto portano l'ufficio apostolico assieme al Romano Pontefice a capo. Il progresso delle scienze oggi è tale che lo sviluppo della dottrina nella maggior parte dei casi si può avere solo dalla collaborazione di molti. Inoltre, come ci testimonia l'esperienza, avviene che i pensieri e le affermazioni di una disciplina, oggi divulgati dovunque grazie al meraviglioso incremento dei cosiddetti mezzi di comunicazione sociale, si diffondano subito in tutto il mondo. A titolo speciale questo è vero per i problemi religiosi che in questi nostri tempi non restano chiusi fra le pareti di un determinato tempio o scuola, ma apertamente ogni giorno di più si presentano alle menti dei fedeli, anzi di qualunque uomo di cultura: Dio non lascia il genere umano senza una testimonianza di se stesso. Perciò nel nostro campo è necessario che gli Episcopati delle singole nazioni si incontrino tra loro, e similmente tutti con la Sede Apostolica, dalla quale « scaturisce l'unità del sacerdozio »: a tal fine si sarà provveduto egregiamente se presso le cosiddette Conferenze Episcopali una Commissione dottrinale vigilerà sugli scritti che vengono editi, favorirà l'autentica scienza religiosa, darà la sua collaborazione ai Vescovi nel giudicare i libri. In realtà la Santa Sede riconosce e loda il fatto che già presso alcune Conferenze Episcopali ciò sia stato realizzato. Ma questa Sacra Congregazione, con la cordiale approvazione del Sommo Pontefice, esorta quelle Conferenze nelle quali non esiste ancora tale Commissione, a costituirla quanto prima. Dunque in spirito di fraterna cattolica comunione questo Sacro Dicastero desidera che per primi i Vescovi stessi, o singolarmente o riuniti in assemblea, si impegnino secondo il dovere e il diritto che è loro proprio a custodire la fede e a segnalare alla medesima Sacra Congregazione quanto ritenessero di particolare importanza per la dottrina della fede e dei costumi, suggerendo anche quali rimedi sembrino utili nel Signore per sradicare eventualmente gli errori: nella preparazione di tutto questo sarà necessaria la collaborazione soprattutto delle predette Commissioni. Nel portare a compimento questi lavori non c'è dubbio che possano contribuire assai i professori delle Università Cattoliche e gli altri esperti che i Vescovi si sceglieranno come collaboratori in quest'opera. Infine questa Sacra Congregazione prega caldamente quei Vescovi, nel cui territorio hanno sede delle case editrici, a voler qui trasmettere le principali opere pubblicate che si prevede avranno un notevole influsso sia buono sia cattivo nei riguardi della dottrina cattolica e delle opinioni annesse. A. Card. Ottaviani Pro-Prefetto