Aspetti della formazione spirituale nei seminari

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II. Orientamenti

Quattro linee direttive

Abbiamo ritenuto di dover indicare quattro linee direttive più urgenti di lavoro nella formazione spirituale dei futuri sacerdoti.

Formare sacerdoti che accolgano e amino profondamente la Parola di Dio, perché questa Parola non è che il Cristo stesso, e per questo fine è necessario coltivare in essi innanzi tutto il senso dell'autentico silenzio interiore.

L'acquisizione di questo senso è difficile: « Trovare il Cristo », come dice s. Ignazio di Loyola, non è possibile senza un lungo sforzo bene orientato e paziente.

É il cammino dell'orazione stimata, amata, voluta, nonostante tutte le sollecitazioni e tutti gli ostacoli.

É necessario che il futuro sacerdote possa essere, grazie ad un'autentica esperienza, un « maestro di preghiera » per coloro che si rivolgeranno a lui, o che egli andrà a cercare, e per tutti coloro che tanti falsi profeti mettono oggi nel pericolo di smarrirsi.

Formare sacerdoti che riconoscano nel mistero pasquale, di cui essi saranno i ministri, l'espressione suprema di questa Parola di Dio; per questo occorrerà insegnare loro la comunione al mistero del Cristo morto e risorto.

É là che il Cristo è veramente il « Salvatore ».

Se l'immagine del Cristo non è quella del « Crocifisso », non è più la sua immagine.

S. Paolo l'ha ricordato con particolare vigore ( cfr. 1 Cor 1,23; 1 Cor 2,2 ).

Ora è il sacerdote che, nell'atto del mistero eucaristico, rende presente il sacrificio del Cristo, e raduna intorno a sè il popolo cristiano per parteciparvi.

Si può dunque dire, senza esitazione e senza esagerazione, che la vita di un seminario si giudica sulla comprensione che esso è capace di dare al futuro sacerdote di questo mistero, e sul senso dell'inalienabile responsabilità sacerdotale di farvi partecipare degnamente i fedeli.

Formare sacerdoti che non abbiano paura di accettare che la comunione reale con il Cristo comporta un'ascesi e, in particolare, una sincera obbedienza sull'esempio del Cristo.

Sarà pertanto necessario che il seminario dia il senso della Penitenza.

Della Penitenza come sacramento, ma soprattutto della penitenza indispensabile per chi voglia vivere nel Cristo:

non comunicare in modo fittizio ai suoi misteri;

non rifiutare la propria parte alla Passione;

portare la propria croce dietro di Lui;

acquistare le virtù che costituiscono la struttura di un'anima cristiana e le permettono di vincere, di « non cedere » ai nemici nel combattimento, che s. Paolo paragona a quello dello stadio ( cfr. 1 Cor 9,24 ).

Un seminario che lasciasse un futuro sacerdote nell'ignoranza delle lotte che l'attendono e dell'ascesi senza la quale la sua fedeltà, come del resto quella dei fedeli, è impossibile, mancherebbe gravemente alla sua missione.

Infine, occorre fare del seminario una scuola d'amore filiale verso Colei che è la « Madre di Gesú », e che il Cristo in croce ci ha dato come Madre; questo non significa aggiungere una nota di pietà sentimentale alla formazione spirituale in seminario.

Il gusto della preghiera alla Vergine, pertanto, la confidenza nella sua intercessione e le solide abitudini a questo riguardo fanno parte integrante del programma del seminario.

Su ciascuno di questi punti, in particolare, ci soffermeremo con alcune riflessioni.

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