Formazione dei futuri Sacerdoti

Indice

A) Principi comuni

9. Tre livelli

Conviene distinguere e svolgere l'iniziazione e la formazione secondo tre gradi o livelli:

Il primo, "di base", riguardi l'adatta e specifica formazione dei recettori; vale a dire: di tutti i lettori, gli spettatori e ascoltatori dei mass media;17 è da impartire perciò a tutti gli alunni di seminario indistintamente, in quanto tutti rientrano tra i recettori.

Il secondo, "pastorale", riguardi la futura attività sacerdotale, sia per poter formare a loro volta i fedeli al retto uso dei mass media, sia per poterne fare essi stessi valido uso nell'apostolato; è perciò da impartire a tutti i futuri sacerdoti.

Il terzo livello, "specialistico", riguardi "quanti già operino nei mass media, o che, mostrando speciale inclinazione, si preparino ad operarvi",18 come pure quanti s'avviino all'insegnamento e formazione sui mass media nei due primi livelli.

10. Ambito proprio

In ogni grado e livello conviene precisare e mantenere distinto l'ambito proprio dell'iniziazione e formazione, differenziando le questioni proprie degli strumenti della comunicazione sociale da quelle che non direttamente toccano l'oggetto specifico di questo Documento.

A questo fine si consiglia:

a) di curare per quanto lo consentano le rispettive espressioni linguistiche un uso corretto dei termini, tenendo presenti le diverse accezioni nelle quali dai vari autori e nelle diverse scuole le differenti terminologie vengono correntemente usate.

Ciò valga specialmente rispetto all'accezione giuridica che la terminologia conciliare ha assunto anche nel nuovo Codice di diritto canonico;

b) in particolare si ritengano e si trattino come "strumenti della comunicazione sociale" soltanto la stampa quotidiana o periodica d'informazione, il cinema, la radio, la televisione e altri aventi le stesse caratteristiche tecnologico-comunicative;19 distinguendoli, sia da altri mezzi di espressione che, per quanto rilevanti, siano meno specifici ( ad esempio, il teatro ), sia da tecniche similari ( ad esempio, l'editoria libraria ), oppure complementari agli "strumenti" propriamente detti, quali i dischi, le cassette, le diapositive, i group media, i multimedia, i minimedia … ( dei quali al n. 7 );

c) tenendo conto dell'accelerata globale evoluzione tecnosociologica verso la tecnotronica e la telematica, di cui i mass media sono, insieme, oggetto, fattori e specchio, è necessario trattare non esclusivamente dell'uno o dell'altro di essi ( del solo cinema, della sola televisione … ), ignorandone gli altri ( ad esempio, la stampa ); né conviene trattare soltanto di qualche aspetto peculiare di alcuni di essi ( ad esempio, solo della cultura e civiltà "dell'immagine" ); ma anche e soprattutto del loro insieme, e di tutti i loro aspetti e problemi più ricorrenti tra gli autori più noti: quali il "dialogo del mondo", il "villaggio cosmico", l'"uomo unidimensionale", l'"uomo computerinformatizzato" …

d) infine, tra questi e altri macrofenomeni socioculturali, occorre dare il più ampio spazio a quelli dell'informazione, della propaganda e pubblicità, della cosiddetta "opinione pubblica", dell'uso del tempo libero …, in quanto specificamente connessi con gli stessi strumenti.

11. Formazione integrale

Soprattutto nei primi due gradi o livelli di base e pastorale , si dovrà curare un'iniziazione e formazione degli alunni ai mass media quanto più possibile integrale, avendo ben chiari i suoi fini e contenuti, e dando la dovuta attenzione anche ad un'appropriata prassi didattica.

Perciò:

a) ci s'interessi in ogni caso alla formazione e alla tutela di personalità pienamente umane nei recettori, aprendoli a quei valori psicosociologici ed eticoculturali che i mass media vastamente coinvolgono, potendo questi favorire così una loro auspicabile crescita come una loro deprecabile degradazione; e ci s'interessi, insieme, alla maturazione cristiana degli stessi, perché nel responsabile uso dei mass media sappiano poi vivere tutta la loro vita sacerdotale in modo arricchente e fecondo;

b) si curi, poi, che all'insegnamento teorico s'accompagni una certa esperienza pratica in un adeguato uso degli strumenti stessi, sia per far prendere conoscenza agli alunni, con progressiva maturità, delle costanti culturali e politiche, religiose e morali, delle produzioni e programmazioni in corso, sia per poter valutare le tecniche moderne con realismo e con senso critico.

Di qui la convenienza che i seminari e gli istituti di istruzione siano dotati di un'adeguata attrezzatura operativa.

12. Sicurezza dottrinale

È necessario che l'iniziazione e la formazione partano e si svolgano in un contesto dottrinalmente qualificato e sicuro, esclusa nei docenti ogni superficialità e improvvisazione ( cf. I Appendice, n. 35 ).

Pertanto occorre:

a) che gli addetti all'iniziazione e alla formazione di primo grado, o "di base", non siano semplici praticanti o tecnici di qualche mass medium; ma che, quantunque specializzati o competenti in esso, siano anche provvisti di una sufficiente conoscenza dell'insieme dei problemi culturali e tecnici, profani e religiosi, preferibilmente acquisita frequentando un corso di secondo livello, o pastorale;

b) che specialmente gli addetti a questi corsi di secondo livello siano informati su quanto, intorno ai mass media, nei diversi ambiti culturali gli studiosi più accreditati hanno ricercato, formulato e pubblicato.

Ma, nel parteciparlo agli alunni, distinguano bene il certo e dimostrato dall'ipotetico e opinabile, il definitivo dal transitorio, il circoscritto dal generale, i fatti dalle loro interpretazioni ideologiche: ciò specialmente quando da teorie e proposte particolari si fanno derivare norme di comportamento morale o di prassi pastorale;

c) che tutti si rendano familiare, accolgano fiduciosi e propongano con oggettività il copioso Magistero della Chiesa in argomento, la silloge del quale, riportata in Appendice, già offre sufficiente materia di studio e di riflessione.

Tra i principali documenti che un docente cattolico di mass media dovrebbe avere costantemente presenti si collocano:

l'enciclica di Pio XI sul cinema Vigilanti cura ( 1936 );

i due Discorsi sul film ideale ( 1955 ) e

l'enciclica Miranda prorsus ( 1957 ) di Pio XII;

la Lettera della Segreteria di Stato alla Semaine Sociale de Nancy ( 1955 );

il decreto conciliare Inter mirifica ( 1963 );

l'istruzione pastorale Communio et progressio ( 1971 );

i Canoni che nel nuovo Codice di diritto canonico ( 1983 ) trattano degli strumenti della comunicazione sociale,

come pure i Messaggi che i Sommi Pontefici hanno via via inviato nelle celebrazioni delle Giornate mondiali degli strumenti della comunicazione sociale.

13. Necessari sussidi

A questo fine la Congregazione auspica che, nelle varie aree linguistiche e culturali, vengano con sollecitudine approntati e divulgati, per i due primi livelli di iniziazione ed educazione, adatti libri di testo, raccolte di documenti magisteriali, sussidi didattici, e ragionate bibliografie orientative su quanto nel mondo si va pubblicando sull'argomento.

Indice

17 Inter mirifica, n. 16,
cf. I Appendice, n. 11
18 Communio et progressio, n. 106 e n. 111,
cf. ibid., n. 22
19 Tenendo presente che esclusivamente a questi strumenti si riferisce quanto il Decreto conciliare dichiara, insegna o propone.
Ad esempio: l'uso "degli strumenti della comunicazione sociale nelle molteplici forme di apostolato" nel campo "della predicazione" ( n. 13 ), e circa la celebrazione dell'annuale Giornata mondiale "per rendere più efficace l'apostolato della Chiesa circa gli strumenti della comunicazione sociale" ( n. 18 ); e che esclusivamente a questi strumenti e ai loro problemi si estendono le competenze proprie delle istituzioni ecclesiastiche o cattoliche, di cui lo stesso Decreto, nei n. 21 e n. 22, rileva o dispone l'istituzione e le funzioni