Preparazione al Sacramento del Matrimonio

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I - L'importanza della preparazione al Matrimonio cristiano

9. Punto di partenza per un itinerario di preparazione al matrimonio è la consapevolezza che il patto coniugale è stato assunto ed elevato dal Signore Gesù Cristo, in forza dello Spirito Santo, a sacramento della Nuova Alleanza.

Associa i coniugi all'amore oblativo di Cristo Sposo verso la Chiesa Sua Sposa ( cfr. Ef 5,25-32 ) rendendoli immagine e partecipazione di questo amore, fa di loro una lode al Signore e santifica l'unione coniugale e la vita dei fedeli cristiani che lo celebrano, dando origine alla famiglia cristiana, chiesa domestica e « prima e vitale cellula della società », ( Apostolicam Actuositatem, 11 ) e « santuario della vita » ( EV 92 ed anche n. 6, n. 88, n. 94 ).

Il sacramento è quindi celebrato e vissuto nel cuore della Nuova Alleanza, cioè nel mistero pasquale.

È Cristo, Sposo in mezzo ai suoi ( cfr. Gratissimam Sane, 18; Mt 9,15 ), che è fonte di tutte le energie.

Le coppie e le famiglie cristiane pertanto non sono isolate né abbandonate.

Per i cristiani il matrimonio, che ha la sua origine in Dio creatore, implica inoltre una vera vocazione ad un particolare stato e vita di grazia.

Tale vocazione, per essere portata alla sua maturazione, richiede un'adeguata e speciale preparazione, ed è uno specifico cammino di fede e d'amore, tanto più che questa vocazione è data alla coppia per il bene della Chiesa e della società.

E questo con tutto il significato e la forza di un impegno pubblico, preso davanti a Dio e alla società, che va oltre i limiti individuali.

10. Il matrimonio, come comunità di vita e di amore, sia come istituzione divina naturale e sia come sacramento, nonostante le difficoltà presenti, conserva sempre in sé una sorgente di energie formidabili ( cfr. FC 43 ), che con la testimonianza degli sposi, può diventare una Buona Novella, e contribuire fortemente alla nuova evangelizzazione e assicurare il futuro della società.

Tali energie richiedono tuttavia di essere scoperte, apprezzate e valorizzate dagli sposi stessi e dalla comunità ecclesiale nella fase che precede la celebrazione del matrimonio e ne costituisce la preparazione.

Vi sono numerosissime diocesi nel mondo impegnate a ricercare forme di una sempre più confacente preparazione al matrimonio.

Sono molte le esperienze positive che sono state trasmesse al Pontificio Consiglio per la Famiglia e che, senza dubbio, si vanno sempre più consolidando e che apporteranno un valido aiuto, se conosciute e valorizzate in seno alle Conferenze Episcopali e da ciascun Vescovo nella pastorale delle Chiese locali.

Ciò che qui viene chiamato Preparazione comprende un ampio ed esigente processo di educazione alla vita coniugale, la quale deve essere considerata nell'insieme dei suoi valori.

Per questo la preparazione al matrimonio, se si considera il momento psicologico e culturale attuale, rappresenta un'urgente necessità.

Di fatto è educare al rispetto e alla custodia della vita, che nel Santuario delle famiglie deve diventare una vera e propria cultura della vita umana in tutte le sue manifestazioni e stadi per coloro che fanno parte del popolo della vita e per la vita ( cfr. EV 6, n. 78, n. 105 ).

La realtà stessa del matrimonio è così ricca che richiede dapprima un processo di sensibilizzazione affinché i fidanzati sentano la necessità di prepararvisi.

La pastorale familiare orienti pertanto i suoi migliori sforzi per qualificare tale preparazione, ricorrendo anche a sussidi di pedagogia e psicologia di sano orientamento.

In un altro documento, recentemente pubblicato ( 8 dicembre 1995 ) dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e intitolato Sessualità umana: verità e significato.

Orientamenti educativi in famiglia, lo stesso Consiglio va incontro alle famiglie nel loro compito di formazione dei figli sulla sessualità.

11. Infine è diventata più impellente la sollecitudine della Chiesa in ordine a questo argomento per le circostanze attuali - a cui si è accennato sopra - nelle quali si constatano, da una parte, il recupero di valori e di aspetti importanti del matrimonio e della famiglia e si riconosce il fiorire di testimonianze gioiose di innumerevoli coniugi e famiglie cristiane.

D'altra parte aumenta il numero di coloro che ignorano o rifiutano le ricchezze del matrimonio con un tipo di sfiducia che arriva a dubitare o respingere i suoi beni e valori ( cfr. GS 48 ).

Oggi si osserva, allarmati, il dilagare di una « cultura » o di una mentalità sfiduciata nei riguardi della famiglia come valore necessario per gli sposi, per i figli e per la società.

Ci sono atteggiamenti e misure, contemplate nelle legislazioni, che non aiutano la famiglia fondata sul matrimonio e negano perfino i suoi diritti.

Difatti, una atmosfera di secolarizzazione si è andata diffondendo in diverse parti del mondo e coinvolge specialmente i giovani e li sottomette alla pressione di un ambiente di secolarismo nel quale si finisce per perdere il senso di Dio e di conseguenza si perde anche il senso profondo dell'amore sponsale e della famiglia.

Non è negare la verità di Dio, chiudere la stessa fonte e sorgente di questo intimo mistero? ( cfr. GS 22 ).

La negazione di Dio nelle diverse forme implica spesso il rifiuto delle istituzioni e delle strutture che appartengono al disegno di Dio, iniziato a concretizzarsi fin dalla Creazione ( cfr. Mt 19,3ss ).

In tal modo tutto è concepito come frutto dell'umana volontà e/o di consensi che possono mutare.

12. Nei paesi dove il processo di scristianizzazione è più diffuso, si evidenzia la preoccupante crisi dei valori morali e, in particolare, la perdita dell'identità del matrimonio e della famiglia cristiana, e quindi del senso stesso del fidanzamento.

A queste perdite si affianca la crisi di valori all'interno della famiglia, a cui contribuisce un clima di diffusa permissività, anche legale.

Ciò è incentivato non poco dai mezzi di comunicazione sociale che esibiscono modelli contrari come se fossero veri valori.

Viene così a formarsi un tessuto apparentemente culturale che si offre alle nuove generazioni come alternativo alla concezione della vita coniugale e del matrimonio, al suo valore sacramentale e ai suoi legami con la Chiesa.

Fenomeni che confermano queste realtà e che rafforzano detta cultura sono legati a nuovi stili di vita che svalutano le dimensioni umane dei contraenti, con disastrose conseguenze per la famiglia.

Tra essi qui si ricordano il permissivismo sessuale, il calo dei matrimoni o il continuo procrastinarli, l'aumento dei divorzi, la mentalità contraccettiva, il diffondersi dell'aborto volontario, il vuoto spirituale e l'insoddisfazione profonda che contribuiscono alla diffusione della droga, dell'alcolismo, della violenza e del suicidio fra gli stessi giovani e gli adolescenti.

In altre aree del mondo le situazioni di sottosviluppo, fino all'estrema povertà, alla miseria, nonché la compresenza di elementi culturali avversi o estranei alla visione cristiana, rendono difficile e precaria la stessa stabilità della famiglia ed il costituirsi di una profonda educazione all'amore cristiano.

13. Ad aggravare la situazione contribuiscono le leggi permissive, con tutta la forza nel forgiare una mentalità che ferisce le famiglie ( cfr. EV 59 ), in fatto di divorzio, aborto, libertà sessuale.

Molti mezzi di comunicazione diffondono, e collaborano a rassodare, un clima di permissività e formano un tessuto che impedisce ai giovani la normale crescita nella fede cristiana, il legame con la Chiesa e la scoperta del valore sacramentale del matrimonio e delle esigenze che derivano dalla sua celebrazione.

È' vero che un'educazione al matrimonio è stata sempre necessaria, ma la cultura cristiana ne permetteva una più facile impostazione ed assimilazione.

Oggi questo è, a volte, più laborioso e più urgente.

14. Per tutte queste ragioni, Sua Santità Giovanni Paolo II, nell'Esortazione Apostolica Familiaris Consortio - che raccoglie i frutti del Sinodo sulla Famiglia del 1980 - indica che « più che mai necessaria è ai nostri giorni la preparazione dei giovani al matrimonio e alla vita familiare » ( FC 66 ) e urge « promuovere migliori e più intensi programmi di preparazione al matrimonio, per eliminare, il più possibile, le difficoltà in cui si dibattono tante coppie e ancor più per favorire positivamente il sorgere e il maturare di matrimoni riusciti » ( Ibid. ).

Nella stessa direzione, e con il fine di rispondere in modo organico alle minacce ed esigenze del momento presente, risulta opportuno che le Conferenze Episcopali si facciano premura di pubblicare « un Direttorio per la pastorale della famiglia » ( Ibid. ).

In esso vanno ricercati e delineati gli elementi ritenuti necessari per una pastorale più incisiva che tenda a recuperare l'identità cristiana del matrimonio e della famiglia, affinché la famiglia stessa arrivi ad essere una comunità di persone al servizio della vita umana e della fede, cellula prima e vitale della società, comunità credente ed evangelizzatrice, vera « Chiesa domestica, centro di comunione e di servizio ecclesiale » ( Ibid. ), « chiamata ad annunciare, celebrare e servire il Vangelo della vita » ( EV 92, ed anche n. 28, n. 78, n. 79, n. 105 ).

15. Data l'importanza del tema, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, prendendo conoscenza delle distinte iniziative che sono sorte in questa direzione da parte di non poche Conferenze Episcopali e di molti Vescovi diocesani, invita a proseguire con rinnovato impegno in questo servizio pastorale.

Essi hanno approntato un utile materiale per dare un contributo alla preparazione al matrimonio e all'accompagnamento della vita familiare.

In continuità con le direttive della Sede Apostolica, il Pontificio Consiglio offre questi spunti di riflessione riferiti esclusivamente ad una parte del succitato Direttorio: quella relativa alla preparazione al sacramento del Matrimonio.

Essa può così servire per meglio delineare e sviluppare quegli aspetti necessari alla preparazione adeguata al matrimonio e alla vita della famiglia cristiana.

16. La Parola di Dio, vivente nella tradizione della Chiesa e approfondita dal Magistero, sottolinea che il matrimonio implica per gli sposi cristiani la risposta alla vocazione di Dio e l'accettazione della missione ad essere segno dell'amore di Dio per tutti i membri della famiglia umana, essendo partecipazione dell'alleanza definitiva di Cristo con la Chiesa.

Perciò gli sposi diventano cooperatori del Creatore e Salvatore nel dono dell'amore e della vita.

Per questo la preparazione al matrimonio cristiano si può qualificare come un itinerario di fede, che non termina con la celebrazione del matrimonio ma che continua in tutta la vita familiare, così la nostra prospettiva non si chiude nel matrimonio come atto, nel momento della celebrazione, ma come stato permanente.

Anche per questo la preparazione è una « privilegiata occasione perché i fidanzati riscoprano e approfondiscano la fede ricevuta col Battesimo e nutrita con l'educazione cristiana.

In tal modo riconoscono e liberamente accolgono la vocazione a vivere la sequela di Cristo e il servizio del Regno di Dio nello stato matrimoniale » ( FC 51 ).

I Vescovi sono consapevoli della necessità urgente e indispensabile di proporre ed articolare itinerari di formazione specifica, nel quadro di un processo di formazione cristiana che sia graduale e continuo ( cfr. Ordo celebrandi matrimonium, 15 ).

Non sarà inutile, infatti, ricordare che una vera preparazione è orientata ad una consapevole e libera celebrazione del sacramento del Matrimonio.

Ma questa celebrazione è fonte ed espressione di implicanze più impegnative e permanenti.

17. Risulta dall'esperienza di molti pastori ed educatori che il periodo del fidanzamento può essere tempo di scoperta reciproca, ma anche di approfondimento di fede e perciò tempo di speciali doni soprannaturali per una spiritualità personale e interpersonale; purtroppo per parecchi questo periodo, destinato alla maturazione umana e cristiana, può venire turbato da un uso irresponsabile della sessualità che non giova alla maturazione dell'amore sponsale.

E, perciò, alcuni arrivano a una specie di apologia delle relazioni prematrimoniali.

Un felice esito dell'approfondimento nella fede dei fidanzati è condizionato anche dalla loro precedente formazione.

D'altra parte, il modo come viene vissuto questo periodo avrà certamente un'influenza sulla vita futura dei coniugi e della famiglia.

Di qui la decisiva importanza dell'aiuto che viene offerto dalle rispettive famiglie e da tutta la comunità ecclesiale ai fidanzati.

Esso è fatto anche di preghiera; significativa a questo proposito è la benedizione dei fidanzati prevista nel De benedictionibus ( nn. 195-214 ), dove si rammentano i segni di questo impegno iniziale: l'anello, lo scambio reciproco di doni o altre consuetudini ( nn. 209-210 ).

Occorre comunque riconoscere lo spessore umano del fidanzamento, riscattandolo da ogni approccio banale.

Pertanto, sia la ricchezza del matrimonio che del sacramento del Matrimonio, sia il decisivo rilievo che assume il periodo del fidanzamento, oggi spesso prolungato per più anni ( con le difficoltà di diverso genere che una simile situazione implica ), sono ragioni che richiedono una particolare solidità di questa formazione.

18. Ne segue che la programmazione diocesana e parrocchiale - con piani pastorali che privilegino la pastorale familiare, la quale arricchisce l'insieme della vita ecclesiale - suppone che il compito formativo trovi il suo spazio adeguato e il suo sviluppo e che, tra le diocesi e negli ambiti delle Conferenze Episcopali, le migliori esperienze possano essere verificate e comunicate in uno scambio delle esperienza pastorali.

Risulta perciò anche importante conoscere le forme di catechesi e di educazione che vengono offerte agli adolescenti, sui vari tipi di vocazione e sull'amore cristiano, gli itinerari che vengono elaborati per i fidanzati, le modalità con cui vengono inserite in questa formazione le coppie di sposi più maturi nella fede e le migliori esperienze volte a creare un clima spirituale e culturale idoneo per i giovani che si avviano al matrimonio.

19. Nel processo di formazione, secondo quanto è ricordato anche nell'Esortazione Apostolica Familiaris Consortio, occorre distinguere tre tappe o momenti principali nella preparazione al matrimonio: remota, prossima e immediata.

Le mete particolari proprie di ogni tappa saranno raggiunte se i fidanzati - oltre alle fondamentali qualità umane e le basilari verità di fede - conosceranno anche i principali contenuti teologico-liturgici che scandiscono le differenti fasi della preparazione.

Di conseguenza i fidanzati, nello sforzo di adeguare la loro vita a quei valori, conseguiranno quella vera formazione che li dispone alla vita di coniugi.

20. La preparazione al matrimonio deve iscriversi nell'urgenza di evangelizzare la cultura - permeandola nelle radici ( cfr. Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi, 19 ) - in tutto ciò che riguarda l'istituzione del matrimonio: far penetrare lo spirito cristiano nelle menti e nei comportamenti, nelle leggi e nelle strutture della comunità dove i cristiani vivono ( cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2105 ).

Questa preparazione, sia implicita che esplicita, costituisce un aspetto dell'evangelizzazione, tanto da poter approfondire la forza dell'affermazione del Santo Padre: « La famiglia è il cuore della Nuova Evangelizzazione » ( … ).

La preparazione stessa « è un compito che riguarda innanzitutto i coniugi, chiamati ad essere trasmettitori della vita, sulla base di una sempre rinnovata consapevolezza del senso della generazione, come evento privilegiato nel quale si manifesta che la vita umana è un dono ricevuto per essere a sua volta donato » ( EV 92 ).

Oltre ai valori religiosi, il matrimonio, come fondamento della famiglia, riversa sulla società abbondanti beni e valori che rinsaldano la solidarietà, il rispetto, la giustizia e il perdono nei rapporti personali e collettivi.

A sua volta la famiglia, fondata sul matrimonio, attende dalla società « di essere riconosciuta nella sua identità e accettata nella sua soggettività sociale » ( Gratissimam Sane, 17 ), e diventare così « cuore della civiltà dell'amore » ( Ibid., 13 ).

Tutta la diocesi deve essere impegnata in questo compito ed offrire il debito sostegno.

L'ideale sarebbe creare una Commissione diocesana per la preparazione al matrimonio, integrata da un gruppo per la pastorale familiare composto da coppie di sposi con esperienza parrocchiale, da movimenti, da esperti.

Compito di tale Commissione diocesana sarebbe quello della formazione, dell'accompagnamento e del coordinamento, in collaborazione con centri, a vari livelli, impegnati in questo servizio.

La Commissione, a sua volta, dovrebbe essere formata da reti di equipe di laici scelti che collaborino alla preparazione in senso ampio, e non solo ai corsi.

Essa dovrebbe avvalersi dell'aiuto di un coordinatore, normalmente presbitero, a nome del Vescovo.

Se il coordinamento venisse affidato ad un laico o ad una coppia sarebbe opportuna l'assistenza di un presbitero.

Tutto ciò deve rientrare nell'ambito organizzativo della diocesi, con le sue corrispondenti strutture, quali possibili zone a cui è preposto un Vicario Episcopale e i vicari foranei.

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