Rito della Comunione fuori della Messa

Capitolo I - La Santa Comunione fuori della Messa

I. Santa Comunione fuori della Messa e Sacrificio Eucaristico

13. Partecipazione perfetta alla celebrazione eucaristica è la comunione sacramentale ricevuta durante la Messa: questo risulta più evidente, per ragione del segno, se i fedeli ricevono il corpo del Signore dopo la comunione del sacerdote e dal medesimo sacrificio.

Per la comunione dei fedeli si usi quindi pane di confezione recente, e lo si consacri, di norma, in ogni celebrazione eucaristica.

14. Si devono indurre i fedeli a comunicarsi durante la celebrazione eucaristica.

I sacerdoti però non rifiutino di dare la santa comunione anche fuori della Messa ai fedeli che per giusta causa ne fanno richiesta.

È bene anzi che a quanti sono impediti di partecipare alla celebrazione eucaristica della comunità, si porti con premura il cibo e il conforto dell'Eucaristia, perché possano così sentirsi uniti alla comunità stessa, e sostenuti dall'amore dei fratelli.

I pastori d'anime curino che agli infermi e agli anziani, anche se non gravemente malati né in imminente pericolo di vita, spesso e anzi, se possibile, ogni giorno, specialmente nel tempo pasquale, sia offerta la possibilità di ricevere l'Eucaristia; nel caso poi di malati che non possano ricevere l'Eucaristia sotto le specie del pane, è consentito amministrarla loro sotto la sola specie del vino.

15. Si abbia cura di insegnare ai fedeli che anche quando ricevono la comunione fuori della Messa, si uniscono intimamente con il sacrificio in cui si perpetua il sacrificio della Croce, e prendono parte a quel sacro convito nel quale, per mezzo della comunione del colpo e sangue del Signore, il popolo di Dio partecipa ai beni del sacrificio pasquale, rinnova il nuovo patto fatto una volta per sempre da Dio con gli uomini nel sangue di Cristo, e nella fede e nella speranza anticipa e prefigura il convito escatologico nel regno del Padre, annunziando la morte del Signore "finché egli venga".

II. Tempo per la Santa Comunione fuori della Messa

16. La santa comunione fuori della Messa si può distribuire in qualsiasi giorno e in qualunque ora del giorno.

È bene, però, tenuta presente l'utilità dei fedeli, fissare per la distribuzione della santa comunione un orario determinato, in modo che la sacra celebrazione si possa svolgere in forma piena, con maggior frutto spirituale dei fedeli.

Tuttavia:

a) il Giovedì santo la santa comunione si può distribuire solo durante la Messa; ai malati si può recare in qualunque ora del giorno;

b) il Venerdì santo, la santa comunione si distribuisce unicamente durante la celebrazione della passione del Signore; ai malati che non possono partecipare a questa celebrazione, si può recare in qualunque ora del giorno;

c) il Sabato santo, la santa comunione si può dare solo in forma di Viatico.

III. Ministro della Santa Comunione

17. È compito Soprattutto del sacerdote e del diacono amministrare la santa comunione ai fedeli che ne fanno richiesta.

E quindi per doveroso impegno dedicare a questo ministero del loro ordine una parte di tempo, secondo la necessità dei fedeli.

Anche all'accolito debitamente "istituito" è affidato il compito di distribuire come ministro straordinario la santa comunione, qualora sacerdote e diacono manchino o siano impediti per malattia, per l'età avanzata o per impegni del ministero pastorale, o quando il numero dei fedeli che si accostano alla sacra mensa sia così grande, da far prolungare eccessivamente la Messa o un'altra sacra celebrazione.

L'Ordinario del luogo può dare ad altri ministri straordinari la facoltà di distribuire la santa comunione, qualora lo ritenga necessario per l'utilità pastorale dei fedeli, e non ci sia un sacerdote o un diacono o un accolito disponibile.

IV. Luogo per la distribuzione della Santa Comunione

18. Il luogo normale per la distribuzione della santa comunione fuori della Messa è la chiesa o l'oratorio in cui si celebra o si conserva abitualmente l'Eucaristia, o una chiesa, un oratorio o un altro luogo in cui si raccoglie abitualmente la comunità locale per compiervi, alla domenica o in altri giorni, una celebrazione liturgica.

Si può tuttavia distribuire la santa comunione anche in altri luoghi, ivi comprese le case private, in caso di malati, di prigionieri o di altri che non possono uscire senza pericolo o senza grande disagio.

V. Norme particolari per la distribuzione della Santa Comunione

19. Quando la santa comunione viene distribuita in chiesa o in un oratorio, sull'altare, coperto con una tovaglia, vi si stende sopra un corporale e si accendono due ceri in segno di venerazione e di convito festivo.

Si usi anche la patena.

Quando la santa comunione viene distribuita in altri luoghi, si prepari un tavolo adatto, coperto di tovaglia; si pensi anche a procurare i ceri.

20. Il ministro della santa comunione, se sacerdote o diacono, indossa camice e stola, o cotta e stola sulla veste talare.

Gli altri ministri indossano la veste liturgica eventualmente adottata nella loro regione, o una veste che si addica a questo sacro ministero e sia approvata dall'Ordinario.

Le specie eucaristiche per l'amministrazione della comunione fuori della chiesa si rechino in una teca o in un altro contenitore debitamente chiuso; quanto alle vesti e alle altre modalità, si badi che tutto sia conveniente, secondo le varie situazioni e circostanze locali.

21. Nel distribuire la santa comunione, si conservi la consuetudine di deporre la particola del pane consacrato sulla lingua dei comunicandi, consuetudine che poggia su una tradizione plurisecolare.

Le Conferenze Episcopali possono tuttavia stabilire, con la debita conferma della Sede Apostolica, che nel territorio di loro competenza la santa comunione si possa distribuire anche deponendo il pane consacrato nelle mani dei fedeli, purche sia evitato ogni pericolo che si affievolisca nei fedeli la venerazione verso l'Eucaristia o si diffondano dottrine errate su di essa.

Si deve comunque insegnare ai fedeli che Gesù Cristo è Signore e Salvatore, e che a lui, presente sotto le specie sacramentali, è dovuto lo stesso culto di latria o di adorazione che si deve a Dio.

Nell'uno e nell'altro caso, la santa comunione dev'esser distribuita dal ministro competente, che presenta e porge al comunicando la particola di pane consacrato dicendo la formula "Il Corpo di Cristo", a cui il fedele risponde "Amen".

Quanto alla distribuzione della santa comunione sotto la specie del vino, si osservino scrupolosamente le norme liturgiche.

22. I frammenti eventualmente rimasti dopo la comunione, vengano raccolti con rispetto e deposti nella pisside o in un vasetto con acqua.

Così pure, se viene amministrata la comunione sotto la specie del vino, il calice o il recipiente usato allo scopo sia lavato con acqua.

L'acqua delle abluzioni si beva o si versi in un luogo conveniente.

VI. Disposizioni per ricevere la Santa Comunione

23. L'Eucaristia, che incessantemente ripresenta tra gli uomini il mistero pasquale di Cristo, è fonte di ogni grazia e della remissione dei peccati.

Coloro tuttavia che intendono ricevere il Corpo del Signore, per aver parte ai frutti del sacramento pasquale, vi si devono accostare con purezza di coscienza e con buone disposizioni spirituali.

Perciò la Chiesa prescrive che "nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto si creda contrito, si accosti alla santa Eucaristia, senza premettere la confessione sacramentale".

Se c'è un grave motivo e manca la possibilità di confessarsi, premetta un atto di contrizione perfetta, con il proposito di confessare quanto prima i singoli peccati mortali, che sul momento è impossibilitato a confessare.

Quanto a coloro che sono soliti comunicarsi ogni giorno o frequentemente, è bene che a congrue scadenze, secondo la condizione di ognuno, si accostino al sacramento della Penitenza.

D'altra parte, i fedeli considerino l'Eucaristia anche come antidoto, per il quale son liberati dalle colpe quotidiane e preservati dai peccati mortali; e sappiano inoltre servirsi debitamente delle parti penitenziali della liturgia, specialmente della liturgia della Messa.

24. Per ricevere il Sacramento, i comunicandi devono essere digiuni, almeno da un'ora, di cibo e di bevande, fatta soltanto eccezione per l'acqua e per le medicine.

Le persone anziane, i malati e coloro che li accudiscono possono ricevere la santissima Eucaristia anche se entro l'ora precedente hanno preso qualcosa.

25. L'unione con Cristo, a cui il sacramento stesso è ordinato, si deve estendere e prolungare a tutta la vita cristiana, in modo che i fedeli, contemplando ininterrottamente nella fede il dono ricevuto, sotto la guida dello Spirito Santo, trascorrano la vita di ogni giorno in rendimento di grazie, e producano frutti più abbondanti di carità.

E perché permangano più facilmente in questo rendimento di grazie, che in modo eminente è innalzato a Dio nella Messa, si raccomanda a coloro che si sono accostati alla santa comunione, di sostare per qualche tempo in preghiera.

Rito per una celebrazione comunitaria dal 26 al 44

Rito breve dal 45 al 57

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