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Carteggio

D 2037 -/- Natta

31) Il racconto della solenne ricorrenza della Consolata

Torino - S. Tommaso - Viva Gesù e Maria

Gent.ma Signora Itala Natta

Credevo proprio per il giorno solenne di Mamma Consolata di vederla unirsi ai buoni torinesi

( e ) festeggiare la nostra gioia, la gemma più bella che abbia potuto dare il Signore nella SS.ma Madre di Dio;

la Consolatrice dei fedeli cristiani.

Dal mio superiore il permesso di prender parte: andai dalla Signora Borzone;

mi ricordai con soave e cristiano affetto, di lei e della piissima sua famiglia dell'anno scorso.

Quest'anno fu un vero trionfo.

Al passaggio da vicino della SS.ma Vergine, il ricordo di tanta manifestazione segnata nei detti,

mi cagionarono effetti si celestiali da provare persino lacrime di tenera consolazione.

O che bei momenti!

Un numero stragrande di giovani studenti e impiegati presero parte cantando inni devoti.

Il piazzale della Consolata fu serbato solo per i giovani; vi erano pure le studentesse con i loro stendardi.

Al momento della santa benedizione sua Eminenza il nostro amato cardinale venne fuori dalla Basilica

per dare la benedizione col sacro ostensorio a tutta quella turba di devoti che,

con un entusiasmo di fede e raccoglimento gridavano: O Cristo, o morte - O Cristo, o morte -

L'Arcivescovo tremante di Santa emozione piangeva dalla gioia.

I giovani poi hanno levato il motore del suo automobile e l'hanno voluto loro stessi condurlo all'arcivescovado.

Quando furono in piazza Solferino s'incontrarono in un'automobile di fascisti,

e veduto essere il cardinale si misero a gridare: viva il nostro Cardinale viva il nostro Arcivescovo.

La ringrazio ben di cuore del grato invito di venire da Lei per fare un po' di campagna e godere di quell'aria buona,

salubre che si conferirebbe proprio per la mia scarsa salute, ma non posso.

Grazie, rinnovo i ringraziamenti per la sua squisita bontà.

Dio la benedica ugualmente.

Riguardo il suo negozio che è quello di Dio e per il bene delle anime, Lei stia quieta e serena.

Continui a lavorare nella vigna del Signore.

Stia rassegnata in tutto quello che va incontro che non è di suo gusto.

É un'onda che passa e quando la bufera sarà scomparsa, ritorna il sereno

e allora si riprenderà con serenità e gioia l'opera di Dio.

Se sapesse come ci troviamo ora, non posso dirle nulla per scritto, ma il Signore ne sa più di noi.

L'opera è grande, è sua, se in questi momenti ( permette ) tanti sconvolgimenti

è per abbattere la superbia dell'uomo che vuole fare senza Dio, e quando l'uomo piegherà il dorso dicendo:

Signore noi riconosciamo l'opera tua, allora l'opera trionferà senza più ostacoli.

Andiamo fidenti nella potenza e nell'aiuto di Dio.

Gesù, Lui solo ci guida e nelle sue divine mani andiamo sicuri.

La prego, quando scrive al mio, nel Signore, cav. Matta, di riverirlo da parte mia,

e a Lei, buona signora Itala, le più belle e soavi benedizioni celesti scendano sopra il suo bel capo

e la Vergine colmi delle sue consolazioni spirituali estensibili alla cara sua famiglia.

Nel Cuore divino di Gesù -

Fra Leopoldo Maria.

24 giugno 1921

[ -Originale- ]

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