San Beda il venerabile

Beda e basta.

Le sue generalità cominciano e finiscono lì.

Non conosciamo i suoi genitori.

La data di nascita è incerta.

Sappiamo soltanto che a sette anni viene affidato per l’istruzione ai benedettini del monastero di San Pietro a Wearmouth ( oggi Sunderland ) e che passerà poi a quello di San Paolo di Jarrow, contea di Durham, centri monastici fondati entrambi dal futuro san Benedetto Biscop, che è il primo a prendersi cura di lui.

E tra i benedettini Beda rimane, facendosi monaco e ricevendo, verso i trent’anni, l’ordinazione sacerdotale.

Dopodiché basta: non diventa vescovo né abate: tutta la sua vita si concentra sullo studio e sull’insegnamento.

Unici suoi momenti di "ricreazione" sono la preghiera e il canto corale.

La sua materia è la Bibbia.

E il metodo è del tutto insolito per il tempo, ma ricco d’interesse per gli scolari, mentre i suoi libri raggiungeranno presto le biblioteche monastiche del continente europeo.

In breve, Beda insegna la Sacra Scrittura mettendo a frutto tutta la sapienza dei Padri della Chiesa, ma non si ferma lì.

Inventa una sorta di personale didattica interdisciplinare, che spiega la Bibbia ricorrendo pure agli autori dell’antichità pagana ( Beda conosce il greco ) e utilizzando le conoscenze scientifiche del suo tempo.

Gran parte di questo insegnamento si tramanda, perché Beda scrive, scrive moltissimo e di argomenti diversi, anche modesti; come il libretto De orthographia.

E anche insoliti, come il Liber de loquela per gestum digitorum, famoso in tutto il Medioevo perché insegna a fare i conti con le dita.

Si dedica ai calcoli astronomici per il computo della data pasquale, indicandola fino all’anno 1063.

E ai suoi compatrioti il monaco benedettino offre la storia ecclesiastica d’Inghilterra, molto informata anche sulla vita civile, e soprattutto non semplicemente riferita, ma anche esaminata con attenzione critica.

Già da vivo lo chiamano "Venerabile".

E l’appellativo gli rimarrà per sempre, sebbene nel 1899 papa Leone XIII lo abbia proclamato santo e dottore della Chiesa.

È stato uno dei più grandi comunicatori di conoscenza dell’alto Medioevo.

E un maestro di probità, col suo costante scrupolo di edificare senza mai venire meno alla verità, col grande rispetto per chi ascoltava la sua voce o leggeva i suoi libri.

A più di dodici secoli dalla morte, il Concilio Vaticano II attingerà anche al suo pensiero, che viene citato nella Costituzione dogmatica Lumen gentium sulla Chiesa e nel decreto Ad gentes sull’attività missionaria.

Beda muore a Jarrow, dove ha per tanto tempo insegnato, e lì viene sepolto.

Ma il re Edoardo il Confessore ( 1004-1066 ) farà poi trasferire il corpo nella cattedrale di Durham.