Salita del Monte Carmelo

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Capitolo 10

Ove si illustra la distinzione fra tutte le percezioni e conoscenze che l'intelletto è in grado di avere.

1. Dovendo trattare in particolare dei vantaggi e dei danni che le percezioni e conoscenze dell'intelletto possono recare all'anima nei confronti della fede – mezzo, ripeto, propedeutico all'unione divina – è necessario stabilire qui la distinzione fra tutte le conoscenze, naturali e soprannaturali, che esso può acquisire.

In seguito ne tratterò il più brevemente possibile, con ordine e distinzione, in modo da indirizzare l'intelletto verso la notte oscura della fede.

2. Occorre sapere che l'intelletto può ricevere informazioni e conoscenze in due modi: naturale e soprannaturale.

Quello naturale comprende tutto ciò che l'intelletto può capire sia attraverso i sensi corporali che da se stesso.

Quello soprannaturale comprende tutto ciò che gli viene offerto al di sopra della sua capacità e attitudine naturale.

3. Alcune conoscenze soprannaturali sono corporee, altre spirituali.

Quelle corporee sono di due specie: alcune vengono ricevute dall'intelletto attraverso i sensi esterni, altre attraverso i sensi interni, con tutto ciò che l'immaginazione può racchiudere, immaginare o elaborare.

4. Anche le conoscenze spirituali sono di due specie: alcune sono distinte e particolari, un'altra è confusa, oscura e generale.

Tra quelle distinte e particolari rientrano quattro generi di conoscenze particolari che vengono comunicate allo spirito-mente senza mediazione di alcun senso corporale; sono le visioni, le rivelazioni, le locuzioni e i sentimenti spirituali.

La conoscenza oscura e generale si ha solo nella contemplazione, raggiunta nella fede: è in questa che dobbiamo collocare l'anima, guidandovela attraverso tutte le altre specie di conoscenze, cominciando dalle prime, per dire poi come essa se ne debba liberare.

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