Barth

Karl

Teologo svizzero ( Basilea 1886-1968 ).

Pastore calvinista, venne chiamato all'insegnamento universitario in Germania, a Gottinga ( 1921 ), Munster ( 1925 ) e Bonn ( 1930 ).

Nel 1935 perse la cattedra per aver rifiutato di prestare giuramento a Hitler e fu espulso dalla Germania.

Collaborò strettamente con la Chiesa confessante ( v. ), la parte della Chiesa evangelica tedesca che si opponeva all'ideologia nazista e fu l'estensore principale della Dichiarazione teologica di Barmen ( 1934 ), che formulava il nucleo essenziale della fede cristiana dichiarando la sua inconciliabilità con l'ideologia nazista.

Dopo l'espulsione dalla Germania, continuò la sua attività di insegnamento a Basilea ( 1935-62 ).

Nella vasta produzione letteraria di Barth, prima della monumentale Dogmatica, spicca il Commento alla Lettera ai Romani ( 1919, ed. rielaborata 1922 ), considerato a ragione il manifesto della teologia dialettica, che segna una svolta e una rottura rispetto alla prospettiva dominante nella teologia liberale protestante del sec. XIX.

La teologia dialettica

A una lettura della Bibbia che, servendosi della critica storica, ne relativizzava l'attualità, Barth contrappose una lettura basata sulla convinzione che il testo biblico è in grado di comunicare il suo messaggio in tutti i tempi.

A una prospettiva teologica che sottolineava la continuità tra esperienza umana e conoscenza di Dio, Barth contrappose l'affermazione dell'alterità e della trascendenza di Dio.

Prende così forma una teologia della Parola di Dio, pensata come realtà altra rispetto al mondo e come giudizio pronunciato da Dio sulla storia umana.

Non c'è perciò nessuna via che l'uomo possa percorrere per giungere a Dio ( teologia naturale ), ma egli deve accogliere nella fede la Parola che Dio pronuncia in Gesù Cristo.

Questa teologia è stata chiamata ( non da Barth ) "dialettica".

In che senso? Nel senso che siccome Dio è "totalmente altro" dall'uomo ma, in Cristo, è diventato uomo e in lui, allo stesso tempo, si rivela e si nasconde, cioè rivela la sua divinità nascondendola nell'umanità di Gesù, per questo l'uomo può parlare di Dio solo in modo "dialettico", l'unico in grado di riflettere la dialettica interna alla Rivelazione stessa di Dio, che è, insieme, giusto o giustificante, lontano e vicino, santo e misericordioso.

Al progetto barthiano hanno aderito anche altri teologi ( E. Brunner, R. Bultmann, F. Gogarten e altri ), che pubblicarono i loro scritti nella rivista "Zwischen den Zeiten" ( Tra i tempi ).

Dalla dialettica all'analogia della fede

Nel 1932 Barth iniziò la pubblicazione della Dogmatica ecclesiale, opera in tredici tomi rimasta incompiuta.

Quest'opera segna il passaggio dalla dialettica all'analogia, che non deve essere intesa come somiglianza naturale tra Dio e la realtà mondana ( analogia entis: analogia dell'essere ), ma come corrispondenza che Dio stesso stabilisce attraverso il suo rivelarsi e che, di conseguenza, è riconoscibile all'interno della fede cristiana ( analogia fidei: analogia di fede ).

Se dunque nella fase dialettica l'accento era posto sulla totale alterità di Dio rispetto al mondo e alla storia umana, nella fase della dogmatica Barth pose l'accento sul rivolgersi di Dio verso il mondo e sull'umanità di Dio.

Ne risulta una visione teologica che pone al centro Cristo, nel quale si riassume tutto il piano divino e nel quale anche l'uomo è eletto fin dall'eternità.

La risonanza della teologia di Barth fu considerevole anche in ambito cattolico.