Diogneto

Lettera a ...

Breve scritto anonimo in lingua greca, redatto tra la fine del sec. II e l'inizio del III in difesa del cristianesimo.

Composto di 10 capitoli ( più 2 di altro autore e senza connessione ), è, per tenore e spirito, affine alle opere apologetiche di Aristide, Giustino, Atenagora, Clemente Alessandrino.

Diogneto, un colto pagano, aveva chiesto all'autore di spiegargli in che consistesse il movimento dei cristiani, i quali ripudiavano il paganesimo e rifiutavano anche l'ebraismo, e perché si fosse sviluppato in data così recente.

Dimostrata l'assurdità dell'idolatria e l'inutilità del culto ebraico, consistente a suo dire in pratiche puramente rituali, l'autore afferma che i cristiani, per lingua, vestiti, istituzioni sociali ecc. non differiscono dagli altri uomini, non hanno una loro patria ma sono dispersi ovunque; sono l'"anima" del mondo grazie alle virtù che essi praticano, soprattutto quella dell'amore vicendevole, e, come l'anima, sono fatti oggetto della guerra, mossa contro di loro dalle passioni ( capp. 5-6 ).

Essi traggono la loro origine dal Figlio di Dio, venuto in questo mondo per salvarlo dalla rovina.

Segue l'esortazione ad aderire al cristianesimo, per partecipare dei suoi benefici.

La classicità dello stile, la linearità, la chiarezza e la forza suasiva fanno di questo scritto un vero gioiello letterario.